April 29, 2017

Batteria per PC portatile ASUS A42-U46

Sul piano tecnologico i netbook in un primo momento hanno utilizzato hardware di recupero: per mesi Asus ha avuto a propria disposizione processore Intel Celeron e chipset utilizzati sui netbook in precedenti versioni della piattaforma Intel. La situazione è poi radicalmente migliorata nel momento in cui Intel ha presentato le cpu Atom e successivamente le prime piattaforme dedicate ai netbook: le cpu dual core e altre ottimizzazioni hanno portato a una miglior usabilità dei prodotti con importanti miglioramenti sul fronte dell'autonomia di funzionamento, anche se questo delicato aspetto è fortemente influenzato dal design scelto dal produttore (display) e dalle caratteristiche delle batterie utilizzate.Negli ultimi mesi ci sono state alcune novità in questo settore che per lungo tempo è rimasto pressoché immutato: Intel ha presentato la propria nuova piattaforma Cedar Trail mentre AMD ha rinnovato la piattaforma Brazos. Dal lancio alla reale disponibilità dei prodotti è passato del tempo e finalmente abbiamo a disposizione alcuni sample di prodotto basati su tecnologia Intel e AMD. La tabella seguente offre un quadro di massima dedicato ai tre modelli di cui parleremo nelle prossime pagine.

Si tratta quindi di tre modelli molto differenti tra loro: la soluzione con Brazos ha un display più ampio e caratteristiche differenti in termini di hardware e anche di dimensioni della batteria. I due EeePC basati su piattaforma Intel sono invece molto più compatti, con caratteristiche hardware più limitate e destinati anche a un segmento di prezzo inferiore. Sul fronte delle prestazioni rimane il solito e ormai consolidato livello offerto dai netbook: adatto a un utilizzo mobile generico e senza eccessive pretese, soprattutto sul piano multimediale anche se in quest'ultimo ambito il modello con AMD Brazos dovrebbe offrire qualcosa di più. Questo inizio di 2012 è stato un periodo sicuramente molto importante per quanto riguarda una delle compagnie asiatiche più importanti a livello mondiale in campo mobile, che, trovatasi per scelta ad affrontare una nuova avventura, doveva dare segnali incoraggianti per quanto riguarda il futuro. Stiamo parlando ovviamente di Sony, per cui il 2011 è culminato con il definitivo distacco dalla compagna di viaggio Ericsson, con cui ormai da anni condivideva il nome di uno dei brand mobile più rappresentativi e noti.

Nel corso dell'ultimo Mobile World Congress, il colosso nipponico, ormai definitivamente separato dal partner Ericsson, ha così presentato alcune nuove soluzioni della propria serie Xperia, fratelli minori del già noto Xperia S, visto per la prima volta in occasione del CES di Las Vegas dello scorso gennaio. Le soluzioni in questione si posizionano rispettivamente al livello medio e medio/basso della gamma Sony e prendono il nome di Xperia P e Xperia U.Xperia P è caratterizzata da una scheda tecnica molto simile a quella di Xperia S, così come il design che, salvo alcuni particolari, rispecchia integralmente quello del fratello maggiore, con le uniche differenze da ricercare nelle dimensioni complessive della soluzione. Ci troviamo di fronte a un prodotto offerto al pubblico ad un prezzo di circa 350 euro, una cifra più che ragionavole considerate, appunto, le voci della scheda tecnica e il posizionamento nella nuova gamma prodotti Sony.Ma non è di Xperia P che vogliamo parlare in questa recensione. L'oggetto della nostra discussione è infatti il nuovo Xperia U, un terminale dalle dimensioni ridotte e venduto ad un prezzo abbastanza contenuto, che porta però in dote delle specifiche di tutto rispetto, soprattutto considerato quanto offerto allo stesso prezzo dalla concorrenza.

Il "piccolo" di casa, Sony si difende infatti molto bene sotto diversi punti di vista, a partire da due delle caratteristiche che si stanno rivelando tra le più importanti da prendere in considerazione per quanto riguarda la scelta di uno smartphone, ovvero il processore e il display. Ci troviamo infatti di fronte a un terminale che, seppur appartenga a una fascia di prezzo non certo esagerata, porta in dote un processore dual-core a 1 Ghz di frequenza operativa e un display di dimensioni contenute ma dotato della tecnologia Mobile BRAVIA Engine che ha tanto ben figurato a bordo di soluzioni passate come Xperia Arc.Qui di seguito riportiamo una tabella in cui riassumiamo le principali caratteristiche tecniche della soluzione. Nel caso in cui possibile le voci sono riportate riferendosi al sito ufficiale del produttore.Correva l'autunno del 2006 quando per la prima volta si è sentito parlare di AMD Fusion, un concetto di piattaforma che ha visto la luce solo 5 anni dopo, ma che anticipava di molto un trend cavalcato in seguito da tutti i player del settore. Con Fusion, infatti, AMD indica la macro-famiglia di soluzioni APU (Accelerated Processing Unit) in grado di incorporare nello stesso silicio sia la CPU che la GPU.

A prescindere dal nome dato dalle singole aziende a una soluzione di questo tipo, è innegabile che AMD abbia avuto l'occhio lungo in tempi non sospetti. La gamma Fusion si articola in differenti soluzioni, ma quella di cui parleremo è la cosiddetta Brazos 2.0, annunciata ieri presso il Computex di Taipei. Anche qui una premessa: all'interno della macro-famiglia Fusion, Brazos è il nome in codice della piattaforma a basso consumo per notebook low price, netbook e simili, che giunge oggi sul mercato con un aggiornamento a livello di funzionalità, pur mantenendo l'architettura di base e spostando il alto il target (non più netbook, per i quali sopravvive la precedente generazione).Queste piattaforme non devono essere viste come marginali, o poco interessanti perché vanno a posizionarsi lontane, a livello prestazionale, da quelle sicuramente più performanti di desktop e notebook tradizionali. In un periodo di crisi (mondo occidentale), così come nei paesi emergenti, i sistemi con un prezzo finale al di sotto dei 500 Dollari USA rappresenteranno il 30% del totale del mercato nel corso del 2012, con margini di aumento in termini di market share per gli anni a venire.

Questa tipologia di prodotti nasce per scopi ben precisi, ovvero offrire quello che AMD, durante la conferenza, ha definito come un Entry Level Essential PC, in grado di garantire esperienze soddisfacenti in termini di navigazione internet, fruizione video in streaming e email, il tutto con una durata della batteria (nei sistemi portatili, ovvio), che si posizioni su livelli elevati, grazie anche al basso consumo delle APU integrate, senza compromessi in termini di connettività. L'utenza media è più che soddisfatta di questo tipo di utilizzo del proprio PC, senza avvertire la necessità di qualcosa in più.Nella tarda serata del 3 giugno Intel ha ufficialmente annunciato una nuova serie di processori della famiglia Ivy Bridge, costruiti pertanto con tecnologia produttiva a 22 nanometri, tanto per sistemi desktop come per quelli notebook. Le nuove CPU si affiancano ai modelli introdotti sul mercato ad aprile al momento del lancio ufficiale della nuova architettura; alcune versioni sono complementari a quelle già sul mercato mentre altre rappresentano una vera e propria novità.

E' il caso in particolare delle soluzioni per sistemi portatili, sino ad ora disponibili con architettura Ivy Bridge unicamente in declinazioni quad core con valori di TDP variabili da 45 Watt sino a 55 Watt. Nel listino dei processori Intel compaiono ora processori Core i7 e Core i5 con architettura dual core e TDP di 35 Watt, accanto a due altri modelli della famiglia Ultra Low Voltage con TDP pari a 17 Watt destinati all'utilizzo in sistemi Ultrabook di seconda generazione. Nella tabella seguente abbiamo riassunto le specifiche tecniche dei processori Ivy Bridge per sistemi notebook ad oggi disponibili:Soffermiamo la nostra attenzione sul modello Core i7-3520M, in quanto è integrato nel notebook Toshiba Tecra R950 oggetto dell'analisi di queste pagine. Questa CPU, come già segnalato, è dotata di due core abbinati a tecnologia HyperThreading, con una cache di terzo livello o, per restare nella terminologia utilizzata da Intel, di ultimo livello in quantitativo di 4 Mbytes. Il TDP è pari a 35 Watt, valore che identifica questo processore come di tipo standard per sistemi notebook, mentre la frequenza di clock di default raggiunge i 2,9 GHz, ferma restando la possibilità di raggiungere i 3,4 GHz massimi con tutti i core occupati e i 3,6 GHz con un solo core in uso attraverso tecnologia Turbo Boost.

Un processore di questo tipo non può competere con le proposte Ivy Bridge quad core con quelle applicazioni che sfruttano tutti i core a disposizione; comportamento differente si verifica invece nel momento in cui il sistema viene utilizzato con applicazioni non di questo tipo, in quanto la frequenza di clock di default e i valori molto elevati raggiungibili via tecnologia Turbo Boost possono fare la differenza dal punto di vista prestazionale.Oggetto dell'analisi di queste pagine è il notebook Toshiba Tecra R950, soluzione che abbina il processore Intel Core i7-3520M con una GPU discreta AMD Radeon HD 7570M. Onboard sono presenti ben 16 Gbytes di memoria DDR3-1600, mentre lo schermo da 15,6 pollici di diagonale ha risoluzione massima di 1600x900 pixel. Si tratta di un sistema che si posiziona nel segmento di fascia media del mercato, caratterizzato da una CPU dual core di buona potenza di calcolo complessiva che rinuncia al sottosistema video HD 4000 integrato nella CPU Intel preferendo a questo un chip video discreto di AMD, soluzione non di certo top di gamma ma indubbiamente preferibile dal punto di vista prestazionale e della compatibilità software con i giochi alla GPU Intel.

Nel corso della prima settimana di questo mese, più precisamente in data 3 Maggio, il colosso coreano della telefonia mobile Samsung ha annunciato attraverso uno specifico evento in quel di Londra quello che sarà il proprio terminale top di gamma per i prossimi tempi. La soluzione annunciata succede all'attuale Galaxy S II e prende ovviamente il nome di Samsung Galaxy S III.I rumors e le indiscrezioni susseguitesi nei mesi precedenti all'annuncio hanno fatto sì che l'attesa nei cofronti della soluzione del produttore orientale crescesse a dismisura fino a raggiungere livelli paragonabili a quanto spesso reggiunto da uno dei suoi più agguerriti e famosi concorrenti, ovvero iPhone di Apple. L'attesa creatasi intorno a questo terminale non è tuttavia altro che la naturale conseguenza del lavoro svolto dalla stessa Samsung nel corso degli ultimi anni, nei quali è riuscita a imporsi come premium brand anche nel mondo della telefonia mobile.Annunciato come lo smartphone "a misura d'uomo" e pensato per rispondere il più semplicemente e intuitivamente possibile a tutte le esigenze dell'utente, Galaxy S III, come lecito aspettarsi da un device di questo rango, porta in dote una scheda tecnica ricca di soluzioni di primo livello e tecnologicamente avanzate anche sotto il punto di vista del software che le gestisce.

Il nuovo smartphone dell'azienda coreana è basato sul sistema operativo Android nella sua ultima versione Ice Cream Sandwich e annovera tra le sue caratteristiche hardware di maggior rilievo un processore quad-core di produzione della stessa Samsung che, per mantenere fede alla nomenclatura fino ad ora adottata, prende il nome di Exynos 4 Quad.Processore Exynos che è accompagnato da 1 GB di memoria RAM e 16, 32 o 64 GB di ROM a seconda del taglio di memoria scelto al momento dell'acquisto. Memoria dedicata allo storage che, in ogni caso, rimane espandibile grazie alla compatibilità con le schede di memoria microSD e che può essere ulteriormente espansa per frutto dei 50 GB messi gratuitamente a disposizione su Dropbox per i primi due anni a seguito dell'acquisto.

Uno dei maggiori punti di forza di questo terminale è poi sicuramente costituito dal display Super AMOLED HD da 4,8 pollici che raggiunge una risoluzione di 1280x720 pixel e una densità di 306 pixel per pollice. Completa anche la compatibilità con le principali connessioni, si passa da GSM/GPRS/EDGE a HSPA+ 21 Mbps ma non mancano nemmeno WiFi a/b/g/n, GPS/GLONASS, Bluetooth 4.0 e Near Field Communication.Di seguito troviamo una tabella nella quale riportiamo le principali caratteristiche hardware e software della soluzione in questione.Pentax ha annunciato la nuova reflex digitale di categoria intermedia, modello K-30. Erede del modello K-r, la nuova K-30 si presenta con un corpo macchina compatto, leggero e resistente a spruzzi e polvere, grazie a 81 guarnizioni disposte in tutti i punti sensibili. La presentazione di questo modello è importante per l'azienda, in quanto va ad aggiornare la propria gamma con un modello atteso dagli appassionati del marchio.

  1. http://akkusmarkt.jimdo.com/
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Laptop Akku DELL Latitude E5420

Eine der interessantesten Neuerungen des iPad 2 ist sicher das sogenannte Smart Cover. Mit Hilfe von Magneten bietet das Cover verschiedene Möglichkeiten.Eine davon ist das Abdecken des Displays. Mit dem Smartcover schaltet sich das iPad dann automatisch aus, sobald es geschlossen wird. Den Effekt kennt eigentlich jeder, der einen Kühlschrank besitzt. Als Kleinkind fragte sich so mancher, ob das Kühlschranklicht hinter der verschlossenen Tür wirklich ausgegangen war. Selbst manch Erwachsener bezweifelt bis heute, dass das Kühlschranklicht wirklich ausgeht. Beim Smartcover kann sich der Nutzer davon überzeugen, wenn er es nur leicht anhebt.Ein Vorteil des Smartcovers: Der Nutzer gewöhnt sich schnell daran, das iPad nach der Nutzung damit zu schließen und Strom zu sparen. Außerdem geht das iPad beim Öffnen wieder an, ohne dass der Nutzer den virtuellen Schieberegler bedienen muss. Wer diese durchaus praktische Funktion nicht mag, der kann sie in den Optionen deaktivieren.

Außer zum Deaktivieren des Displays kann das Smartcover als Standfuß oder als Erhöhung des hinteren Tabletteils benutzt werden. Es lässt sich so sehr angenehm tippen oder ein Film schauen. Mutige Nutzer können mit dem Smartcover das iPad auch einfach an den Kühlschrank heften. Die Magneten des Covers kleben zuverlässig an einem Kühlschrank und die Magnetverbindung zwischen Cover und iPad 2 ist recht stark. Der Nutzer kann mit dem Cover ein iPad 2 hochheben. Nur mit Schwung sollte das nicht gemacht werden.Ohnehin ist davon auszugehen, dass die Magneten irgendwann schwächer werden. Wer keinen Schaden am iPad riskieren will, der sollte von Kühlschrankexperimenten lieber absehen. Wesentlich vertrauenerweckender sind die beiden Standfußfunktionen.Der Kühlschrankeffekt kostet; das Smartcover gehört zum Zubehör, bei dem Apple kräftig verdient. Das uns zur Verfügung stehende Smartcover in der Lederausführung geht mit stolzen 70 Euro als Negativbetrag vom Bankkonto. Die Plastikvariante kostet immer noch 40 Euro. So nützlich wir das Smartcover finden, diesen Preis rechtfertigt es nicht.Zudem gehört das Smartcover definitiv zu den Schutzhüllen für den Heimbetrieb. Dass das Smartcover für den mobilen Einsatz nichts taugt, ist eigentlich ziemlich offensichtlich. Es haben dennoch viele Nutzer gehofft, dass das Cover einen zuverlässigen Schutz für das iPad 2 bietet. Für unterwegs ist eine andere Hülle mit besserer Schutzwirkung notwendig. Das liegt nicht nur an der offenen Rückseite, sondern auch an dem Umstand, dass in einer vollen Tasche das Cover verrutschen kann. Der Magnetverschluss reicht nicht, um schiebenden Kräften in einer Tasche entgegenzuwirken.

Im Netz sind einige Videos zu finden, die Spuren des Smartcovers auf dem Display zeigen. Die Spuren haben wir nach einigen Stunden intensiver Benutzung auch gesehen, können aber dennoch nicht bestätigen, dass das Cover keine Reinigung durchführt. Im Gegenteil: Gerade weil das Smartcover das Display zum Teil reinigt, fällt der Schmutz an Stellen auf, an denen das Smartcover nicht aufliegt. Es sind die Faltstellen, an denen die Fettablagerungen nicht entfernt werden. Mit anderen Worten: Würde das Cover nicht reinigen, würde das Display einfach gleichmäßig schmutzig aussehen. Spuren hinterlässt das Smartcover technisch anfangs nicht, da die Spuren in Bereichen auftauchen, die das Smartcover nicht berührt.Wie bei allen Reinigungsmechanismen lässt die Reinigungswirkung nach einiger Zeit nach. Wir kennen das von unseren Display-Reinigungstüchern aus Microfaser, die ebenfalls eine reinigende Wirkung versprechen und trotz dieses Versprechens irgendwann gewaschen werden müssen. Sobald die Tücher zu schmutzig sind, hinterlassen sie Dreck. Beim Smartcover verhält es sich genauso, mit dem Unterschied, dass die Reinigung mit der Waschmaschine nicht funktioniert. Ein großer Nachteil des Smartcoverkonzepts ist zudem, dass der Nutzer im aufgeklappten Zustand die reinigende Seite in der Hand hat und dementsprechend seine Absonderungen aktiv auf das Smartcover aufträgt und diese beim Zuklappen wieder aufs Display bringt.

Egal welche Hülle genommen wird, ums Putzen kommt der Anwender nicht herum, insbesondere wenn die Hülle selbst dreckig wird. Zudem ist zu befürchten, dass der Magnetanschluss des Smartcovers irgendwann Kratzer hinterlässt.Eines lässt sich allgemein sagen: Das iPad 2 ist deutlich schneller als sein Vorgänger. In Benchmarks lässt sich das auch bestätigen. In der Praxis macht sich dies vor allem beim Starten von Anwendungen bemerkbar. Ein paar Sekunden schneller startet etwa das Spiel X-Plane. Auch beim Surfen merkt der Anwender dies. Das iPad behält dank RAM-Verdoppelung deutlich mehr Webseiten im Speicher. Auch beim Wechsel zwischen laufenden Anwendungen ist eine Beschleunigung spürbar. Ansonsten sind Anwendungen, die direkt vom iPad 2 profitieren, erst einmal Mangelware. Apples iMovie gehört zu den Anwendungen, die neben dem iPhone 4 nur mit dem iPad 2 funktionieren, Hacks einmal ausgenommen. Dass Entwickler bereits die erste iPad-Generation ausschließen, ist sehr unwahrscheinlich, denn dazu ist das iPad zu verbreitet. Das iPad 2 führt allerdings zu einer zunehmenden Fragmentierung der iOS-Plattform und kann somit den Entwicklungsaufwand steigern. Ein Problem, unter dem auch die Android-Plattform leidet.

Im Geekbench 2.1.9 zeigt das alte iPad 452 Punkte. Deutlich mehr sind es beim neuen Gerät: 750 Punkte. In einigen Unterbenchmarks (Stream) sind die beiden iPads aber nahezu gleich in der Punktezahl. Mit dem Test GL-Benchmark 1.1.7 ist die Integer Performance beim alten iPad sogar etwas höher als beim iPad 2. Hier liegen die Werte durchschnittlich bei 12.764 Punkten fürs iPad 1 und 12.369 Punkten fürs iPad 2. Auffallend beim GL-Benchmark: Die Werte des ersten iPads schwankten zwischen den einzelnen Durchläufen sehr viel deutlicher (bis zu 600 Punkte) als beim neuen Modell.Weitere Unterschiedswerte: Das iPad 2 bootet rund zwei Sekunden schneller als das iPad 1 (27 Sekunden). Bis der Flugsimulator X-Plane gestartet ist, vergehen beim iPad 2 rund 15 Sekunden statt 20 Sekunden beim Vorgänger. Der Sunspider-Benchmark 0.9.1 für den Browser zeigte deutliche Unterschiede: 3.228,3 ms für das iPad 1 zu 2.049 ms für das iPad 2.

Einen vollen Test konnten wir nicht durchführen. Während des Tests musste das iPad immer wieder angeschlossen werden, was das Tablet auch auflädt. Wir konnten aber mit einer 85-Prozent-Ladung einen kompletten Tag mit dem iPad 2 arbeiten. Insgesamt sind wir auf etwa 8 Stunden Laufzeit verteilt auf den Tag gekommen. Dabei wurde installiert, ein Film geschaut (Despicable Me, SD-Version), zwischendurch Infinity Blade gespielt, über 3G gesurft und einiges ausprobiert. Etwa die Hälfte der Zeit haben wir die Helligkeit manuell auf das Maximum gestellt. Sonst blieb das iPad bei mittlerer Grundhelligkeit in der Automatik und regelte sich dementsprechend gegen Abend herunter. Abends hat das iPad 2 dann auch weniger den Akku belastet. Beim reinen Musikhören mit aktivem Display verliert das iPad 2 rund sechs bis sieben Prozentpunkte je Stunde bei mittlerer Displayhelligkeit. Realistisch ist die Akkulaufzeitangabe von Apple mit 10 Stunden durchaus.Am ehesten wird der Akku bei 3D-Spielen beansprucht. Mit maximaler Helligkeit (manuell) macht das Spiel Infinity Blade rund die Hälfte des Akkus in 2,5 Stunden leer.

Hier und da gibt es inzwischen interessante Ansätze im Tablet-Markt, die sich auch Apple abgucken könnte. Das iPad 2 kann beispielsweise nicht direkt mit Apples iPhones interagieren, entsprechende Pläne hat dagegen HP für die WebOS-Plattform: Das WebOS-Tablet Touchpad kann mittels Touch-to-Share URLs direkt mit einem WebOS-Smartphone austauschen. Zudem soll das Touchpad SMS und Anrufe entgegennehmen können, die eigentlich nur für ein WebOS-Smartphone gedacht sind. Auch RIM will mit seinem Blackberry Playbook die Zusammenarbeit zwischen Smartphone und Tablet intensivieren. Eine derartige Infrastruktur über alle Geräte hinweg ist vor allem im Geschäftsbereich interessant. Apple hat hingegen eine ausgebaute Heiminfrastruktur. Eine Zusammenarbeit wie die zwischen Apple TV, Windows-PCs sowie Macs mit iTunes und den mobilen iOS-Geräten bieten andere nicht.Wer auf Android setzt, hat einen anderen Vorteil, den Apple kaum bieten kann: Auswahl bei der Hardware. Dort gibt es zahlreiche Formfaktoren vom Smartphone-Tablet bis zum direkten iPad-Konkurrenten und bei einigen Produkten auch spezielle Anpassungen. Mit Android 3.0 werden allerdings erst einmal alle Tablets softwareseitig nahezu identisch sein. In den kommenden Monaten ist eine Anpassung nicht erlaubt.

Die große Hardwareauswahl bleibt aber und der Kunde kann so sein Wunschgerät anhand der Hardwareausstattung suchen. Beim iPad ist das anders; Ausnahmen sind Speicherkapazität, Gehäusefarbe und GSM-Modem.Das iPad 2 ist theoretisch bereits im Handel verfügbar. Unser Testmodell mit GSM-Modem und 64 GByte Speicherkapazität kostet rund 800 Euro. Dazu kommt noch Zubehör im Wert von 100 Euro durch das Smartcover und den HDMI-Adapter. Die günstigste Variante ohne GSM-Modem und mit 16 GByte Speicher gibt es für rund 480 Euro. Derzeit muss allerdings mit langen Lieferzeiten gerechnet werden. Spontankäufer haben nur geringe Chancen auf ein iPad 2. Im Laufe des Freitagabends (25. März 2011), dem Verkaufsstart des iPad 2, waren viele Händler ihre Tabletkontingente bereits los. Im Apfeltalk-Forum wurde teils von Liefermengen für einige Elektronikketten berichtet, die geringer ist als die Gesamtanzahl aller iPad-2-Varianten (12).

Braucht ein Besitzer des ersten iPads ein neues iPad? Nach unserer Einschätzung nicht. Wer bereits ein iPad hat, findet in dem neuen Modell erst einmal nur wenige Vorteile. Das Kamerasystem allein ist jedenfalls eine Neuanschaffung nicht wert und auch die höhere Geschwindigkeit kann derzeit kaum ausgenutzt werden. Kein Grund, sich jetzt anzustellen, um unbedingt eines zu ergattern. Es sei denn, der Interessent hat Sorgen wegen des Wiederverkaufswerts seines Altgeräts. Es fehlen einfach noch die Anwendungen, die ein iPad 2 zwingend voraussetzen. In einem Jahr kann sich das aber durchaus geändert haben. Wer hingegen kein iPad hat und die Nachteile der geschlossenen iOS-Plattform hinnehmen kann, der sollte jetzt zu dem neuen Modell greifen. Es ist schlicht zukunftssicherer und bietet doch einige Vorteile. Am ehesten überzeugt uns die Handlichkeit. Es sind zwar nur ein paar Millimeter und der Gewichtsunterschied von rund 100 Gramm im Vergleich zum Vorgänger ist kaum spürbar, trotzdem fällt auf, dass es viel angenehmer ist, das neue Modell herumzutragen.Eines lässt sich allgemein zum iPad sagen, egal ob die erste oder zweite Version. Nicht zuletzt wegen des App Store, des guten Displays und der langen Akkulaufzeit bleibt das iOS-Gerät ein empfehlenswertes Tablet, dem die Konkurrenz immer noch weit hinterher ist. Die meisten Angriffe der anderen Hersteller sind erfolglos gewesen. Entweder sind die Geräte schlicht billige Konstruktionen, die meisten scheitern schon am Display und Akkulaufzeit, oder die Geräte wurden hastig auf den Markt geworfen. Einzig Samsung konnte sich mit seinem Galaxy Tab hervortun und sich stark genug vom iPad unterscheiden.

  1. http://akkusmarkt.over-blog.com/
  2. http://blog.roodo.com/akkusmarkt
  3. http://enablesyou.promblogus.com/blogs
  4. http://yourpot.com/users/delicado/blog.aspx

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April 28, 2017

Batteria per PC portatile ASUS UX31

Veniamo al notebook oggetto dell'analisi di queste pagine. Asus K55DR è il primo modello con piattaforma AMD Trinity proposto dall'azienda taiwanese, specificamente sviluppato sulla base dello chassis adottato per le altre proposte della famiglia K55 basate su CPU Intel della famiglia Core dotate di architettura Ivy Bridge. La famiglia di soluzioni K55 entra all'interno del gruppo di notebook che Asus definisce come "Versatile Performance", con il quale si vuole offrire un connubio tra prestazioni velocistiche, dotazione accessoria e flessibilità d'impiego. Da questo la scelta di utilizzare uno schermo da 15,6 pollici di diagonale, ancora in grado di assicurare una discreta trasportabilità in movimento, con tuttavia a nostro avviso il limite di una risoluzione di 1.366x768 pixel.Quello di utilizzare pannelli con queste caratteristiche tecniche, soprattutto per notebook che vengono proposti sul mercato a meno di 600,00€ IVA inclusa, è purtroppo una scelta molto frequente che a nostro avviso è da criticare. Sarebbe di gran lunga preferibile avere una risoluzione superiore a parità di diagonale, pur a fronte di un esborso economico leggermente superiore a parità di caratteristiche tecniche, vista anche la progressiva evoluzione verso risoluzioni sempre più elevate portata avanti tanto dai produttori di sistemi smartphone come da quelli di tablet.

Il guscio esterno è in materiale plastico con alcune trame molto sottili che assolvono al duplice scopo di assicurare una finitura esteticamente più gradevole e in parte fornire una maggiore resistenza alla flessione. La risultante è una sensazione di notevole rigidità complessiva, abbinata però ad una certa cura qualitativa che è apprezzabile. Il design è ripreso anche nella parte inferiore del notebook con una trama differente e più fitta, mentre la parte sotto la tastiera presenta un terzo tipo di trama in questo caso con degli stampi quadrati molto fitti ma nuovamente gradevoli al tatto.Vi sono alcuni elementi peculiari che caratterizzano l'Asus K55DR. Innanzitutto la presenza della cosiddetta Dual Graphics, cioè dell'abbinamento tra GPU Radeon HD 7640G integrata nella APU A8-4500 M e la scheda video discreta AMD Radeon HD 7470M, con funzionamento che può essere della sola componente integrata oppure di entrambe in parallelo a seconda delle preferenze in termini di prestazioni velocistiche e consumo. Nel sample messo a nostra disposizione troviamo inoltre un hard disk SATA da 1 Terabyte di capacità, abbinato a memoria DDR3-1600 in quantitativo da 6 Gbytes, con lettore ottico DVD che opera anche come masterizzatore. Passiamo ora ad un'analisi più dettagliata della costruzione di questo notebook e delle scelte tecniche portate avanti da Asus.

La configurazione che al momento viene proposta per la maggiore nel mercato italiano prevede un hard disk da 500 Gbytes di dimensione, abbinato a 4 Gbytes di memoria di sistema senza GPU dedicata Radeon HD 7470M a supporto di quella Radeon HD 7640G integrata nella APU. Per questa configurazione Asus riporta un listino ufficiale di poco meno di 700,00€ IVA inclusa sul proprio sito Asusworld.it; un rapido giro presso i principali rivenditori online nazionali permette di verificare un listino effettivo pari a circa 550,00€ IVA inclusa.Era da poco iniziato il 2008 quando in occasione del MacWorld Expo di San Francisco Apple svelò la sua "one more thing": si trattava della prima generazione di MacBook Air, un sistema portatile che allora colpì il pubblico per il suo ridottissimo spessore. Quattro anni fa lo scenario del mondo dei portatili era completamente diverso rispetto ad ora, con le prime soluzioni netbook nella forma di EeePC 700 che avevano già fatto capolino sul mercato alla fine del 2007 e avevano riscosso una calorosa accoglienza da parte del pubblico proprio per via delle loro ridotte dimensioni e della conseguente facilità di trasporto.

Entusiasmo che però venne rapidamente smorzato dalle limitazioni prestazionali dei netbook, realizzati con piattaforme hardware che imponevano un modello d'uso veramente limitato. La tecnologia allora disponibile non era in grado di coniugare, ad un prezzo accessibile, le esigenze di prestazioni ed estrema portabilità, e le soluzioni ultraportatili disponibili sul mercato erano comunque caratterizzate da qualche limitazione e da un prezzo decisamente non alla portata di tutti. Fu così anche per il primo MacBook Air, che al debutto sul mercato apparve proprio come una soluzione di nicchia, anche per via del prezzo di ingresso di 1600 euro, con l'assenza di lettore ottico e la presenza di una sola porta USB. La filosofia su cui puntò Apple, però, era quella di dare precedenza all'usabilità del sistema proponendo una soluzione con tastiera e schermo di dimensioni standard in netta controtendenza con il fenomeno netbook.

Nel corso di questi quattro anni il panorama tecnologico è molto cambiato ed il concetto alla base di MacBook Air è stato fonte di ispirazione per una categoria di prodotti attualmente molto chiacchierati e per i quali Intel sta concentrando molte delle proprie forze: i sistemi Ultrabook. L'azienda di Santa Clara ha infatti presentato nel corso del mese passato la nuova famiglia di CPU basate su architettura "Ivy Bridge" e realizzati con processo a 22 nanometri. In questa famiglia si possono trovare una serie di processori Ultra Low Voltage, con TDP di 17W e destinati in maniera specifica all'utilizzo con i sistemi Ultrabook di seconda generazione.Logicamente questi processori risultano adatti anche per i portatili Apple della famiglia MacBook Air, che pur non rientrando formalmente nella categoria dei sistemi Ultrabook, ne ricalcano molte delle caratteristiche peculiari.Il colosso coreano Samsung, come ormai noto ai più, si sta affermando in maniera sempre più importante all'interno del panorama mondiale a proposito di quella che è una delle categorie in maggior sviluppo, ovvero la telefonia mobile. I risultati ottenuti negli ultimi anni hanno infatti portato la realtà asiatica al primo posto tra i maggiori produttori di smartphone, sorpassando anche quello che sembrava l'irraggiungibile colosso Apple.

Tra i maggiori artefici di questa rincorsa, culminata con l'affermazione al vertice della speciale graduatoria, troviamo i terminali della serie Galaxy che hanno contribuito in maniera non indifferente al successo del brand orientale. Galaxy è infatti ormai diventato un marchio importante e conosciuto in tutto il mondo, simbolo di una famiglia di prodotti dalle caratteristiche, sia tecniche che di design, di rilievo. Il primo esponente di questa famiglia nasce 3 anni or sono, prende il nome di Samsung Galaxy S e detta per la prima volta le linee guida per quelle che saranno le caratteristiche tecniche e di design dei suoi successori. Display di dimensioni e qualità importanti, processori di buona categoria, sistema operativo Android e fotocamera dalle prestazioni quantomeno discrete sono solo alcune delle caratteristiche contraddistinguono sin dal primo esemplare questa famiglia di soluzioni.

La stirpe è poi continuata lo scorso anno con Samsung Galaxy S II, la seconda versione del terminale di punta del produttore coreano che, cavalcando l'onda del successo del suo predecessore ha sin da subito fatto segnare importanti dati di vendita, raggiungendo in circa un anno le 20 milioni di unità vendute. Un risultato davvero importante, soprattutto considerato che mai prima d'ora nessun terminale Android era riuscito ad ottenere un simile successo.Successo che tuttavia pare nulla se confrontato con i nove milioni di soli preordini relativi alla terza generazione di questo smartphone. Proprio così, annunciato lo scorso 3 di maggio in occasione di un evento ad esso appositamente dedicato in quel di Londra, l'ultimo esemplare della famiglia Galaxy ha fatto registrare prima ancora della sua messa in vendita ben 9 milioni di preordini, più o meno la metà di quanto ottenuto in un anno intero da Galaxy S II. Successo che, ancora oggi, ha più di un mese dall'annuncio non sembra intenzionato a voler diminuire. Come del resto era lecito aspettarsi, d'altra parte, il nuovo Galaxy porta in dote una serie di caratteristiche tecniche che fanno sì che possa tranquillamente essere identificato come uno dei migliori, se non addirittura il migliore, smarphone Android attualmente sul mercato.

Display Super AMOLED HD da 4,8 pollici, processore Exinos 4 Quad, quad-core di produzione della stessa Samsung, fotocamera da 8 megapixel, NFC e batteria da 2100 mAh sono solo alcune delle caratteristiche tecniche di questo terminale. Caratteristiche che riassumiamo nella tabella riportata qui di seguito ricordando che nel caso in cui disponibili, le voci della tabella sono ricavate dal sito internet ufficiale della stessa Samsung.Negli ultimi giorni Microsoft ha creato grande attesa per un importante evento organizzato a Los Angeles: la vigilia della conferenza è stata animata da ipotesi e congetture sul possibile annuncio. Tra le varie opzioni possibili i ben informati parlavano di un possibile tablet Microsoft, e si era anche fatto il nome di Barnes & Noble come possibile partner.L'ipotesi del tablet Microsoft si è poi rivelata veritiera e Steve Ballmer ha mostrato al pubblico l'interessante progetto Surface. Il CEO di Microsoft ha introdotto i nuovi tablet partendo da lontano, dall'origine del mouse che venne creato per soddisfare una chiara esigenza degli utenti di un PC. E come in quel caso i nuovi tablet Microsoft intendono rispondere a precise esigenze degli utenti, o per lo meno questa è l'idea del colosso di Redmond che in ambito tablet è costretta a inseguire i concorrenti.

Ma ritorniamo in argomento delineando quelle che sono le caratteristiche per oggi conosciute. Surface si articola in due macro categorie, una dedicata a soluzioni ARM based, quindi Windows RT su piattaforma NVIDIA Tegra 3, a cui si affiancano modelli destinati a Windows 8 Pro con processore Intel Core i5 Ivy Bridge.Il modello previsto per Windows RT ha un peso di 676 grammi con un display da 10,6 pollici ClearType HD. Dalle poche specifiche rese pubbliche da Microsoft si legge che lo spessore per questo tablet è pari a 9,3 mm, caratteristica che lo rende pressoché identico al rivale iPad.Sul fronte delle porte di espansione Microsoft prevede uno slot per microSD e una connessione video HDMI; a queste opzioni si aggiunge la connettività Wi-Fi offerta dal modulo MIMO 2x2 integrato. A livello software il tablet dotato di sistema Windows RT metterà a disposizione Office 15, notizia già circolata alcune settimane fa e ora confermata.Per quanto riguarda la batteria le specifiche indicano un dato: 31,5Wh, dettaglio però insufficiente da solo a offrire una reale stima dell'autonomia offerta. Al momento del lancio sono previste configurazioni con SSD da 32 e da 64GB.Per i modelli Surface destinati a Windows 8 Pro le caratteristiche appena descritte cambiano leggermente: il peso del tablet sale a 903 grammi, lo spessore a 13,5 mm ma la dimensione del display rimane di 10,6 pollici con risoluzione full HD.

Tra le opzioni di espansione previste citiamo una USB 3.0, un connettore MiniDisplayPort e un lettore microSDXC. Anche su questi modelli sarà disponibile un modulo Wi-Fi MIMO 2x2 ma rispetto alle versioni con Windows RT saranno previste configurazioni con SSD da 64 e 128GB.A distanza di parecchi mesi torniamo a occuparci di netbook proponendo un articolo dedicato a alcuni EeePC, prodotti che per mesi hanno catturato l'attenzione degli utenti attratti dalla possibilità di avere a loro disposizione un piccolo PC a un prezzo molto interessante. Lo scenario si è evoluto: le prestazioni offerte sono in parte migliorate, l'autonomia anche e, soprattutto, l'offerta si è diversificata con prodotti più o meno curati nel design, leggeri o in grado di soddisfare meglio specifiche categorie di utenti.Una prima fase del fenomeno netbook ha visto Asus quale principale attore del mercato: le soluzioni Eee PC sono rimaste per lungo tempo prive di concorrenza, e solo in una seconda fase anche altri produttori hanno scelto di entrare in questo segmento caratterizzato da prezzi - e margini - ridotti. Tra tutti forse solamente la taiwanese Acer ha veramente impensierito e contrastato Asus, mentre altri OEM hanno avuto un approccio più moderato al fenomeno presentando pochi e modelli e dimostrando scarso interesse nei confronti della battaglia di prezzo che si era innescata.

  1. http://www.bloghotel.org/enablesyou/
  2. http://en.donkr.com/blog/gesamtidee
  3. http://www.neighbour123.com/blog/show/batteria-fujitsu-lifebook-b3010d
  4. http://www.useek.com.au/myblog/index.php?blog=http://wwwakkusmarktcom

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Accu Asus u43jc-wx139v

Tijdens de nodige benchmarks blijkt dat de Core Duo qua prestaties niet is opgewassen tegen de Pentium Extreme Edition 955. Dat is ook niet zo heel vreemd, aangezien deze laatste een 400MHz snellere FSB, een 1,3GHz hogere kloksnelheid, en een twee keer zo groot L2-cache heeft. Het bord van Aopen is hier dan ook helemaal niet voor bedoeld. Aopen mikt met zijn Mobile on Desktop (MoDT)-borden op gebruikers die meer geïnteresseerd zijn in een goede prestatie-per-Watt-verhouding, stillere pc's in kleinere behuizingen. Dat zijn compacte pc's voor de 'digital home' of de 'digital office', waaronder kantoor- of mediacentersystemen in kastformaten van het kaliber Micro ATX, Pico BTX, Mini PC en de bekende Cubes. In dit opzicht presteert Aopens MoDT-combinatie dan ook heel aardig. De Core Duo-pc verbruikt idle 95W, en bij honderd procent belasting 114W. Voor de Pentium EE 955 is dit idle 186W en volledig belast 258W. Hier is de Core Duo op de Aopen I975Xa-YDG dus duidelijk de winnaar.

AnandTech heeft een artikel gepubliceerd waarin de architectuur van de Pentium M wordt besproken. Daarnaast worden verschillende Pentium M-processors en de Celeron M vergeleken met een aantal desktopsystemen.Tijdens het ontwerp van de architectuur van de Pentium M heeft Intel een beslissing genomen waaraan een groot risico hangt. In plaats van een zo snel mogelijke processor te ontwerpen heeft Intel zich een bepaalde maximum snelheid als doel gesteld. Als een gedeelte van de processor sneller kon lopen dan deze snelheid, werd dat gedeelte zo getweaked dat het langzamer loopt. Het voordeel hiervan is dat er hiermee energie kan worden bespaard. Het nadeel is echter dat het heel moeilijk wordt om processors te maken die sneller zijn dan de maximum snelheid die vooraf is bepaald. Om hogere snelheden te halen moet Intel dus vertrouwen op nieuwe productie processen.

Een ander doel dat Intel zichzelf heeft gesteld tijdens het ontwerp van de Pentium M is een laag energieverbruik. Dit betekende dat ze een kortere pipeline dan de Pentium 4 moesten gebruiken. Deze pipeline is wel langer dan die van de Pentium III-processor. Om ervoor te zorgen dat de processor geen onnodig werk verricht, is er een nieuwe branchpredictor ontworpen die 20% nauwkeuriger is ten opzichte van de Pentium III branchpredictor. Daarnaast is er gekozen om de executie-units van de Pentium III te gebruiken. Dit betekent echter dat HyperThreading nooit mogelijk zal zijn met de Pentium M-processor omdat deze niet genoeg executie-units heeft. Om er voor te zorgen dat de pipeline van de Pentium M gevuld blijft, is de Pentium M voorzien van dezelfde FSB als de Pentium 4-processor. Aangevuld met een groot L2-cache, 1MB voor de Banias en 2MB voor de Dothan, moet dit garant staan voor goede prestaties bij een laag energieverbruik.

De FSB van de Pentium M is compatibel met die van de Pentium 4-processor. Sterker nog, beide processors maken gebruik van het zelfde voetje met 478 pinnen. De lay-out van de pinnen is echter anders en ook de plaatsing van de keypinnen is anders om ervoor te zorgen dat een Pentium M-processor niet in een Pentium 4-moederbord kan worden gestoken. Dit weerhoudt fabrikanten van moederborden er echter niet van om een Pentium M-moederbord te maken die gebruik maakt van een Pentium 4-chipset.Van de Pentium M-processor bestaan ondertussen twee architecturen. De eerste is de Banias die gefabriceerd wordt met een 130nm-proces. Zijn opvolger is de Dothan die enkele verbeteringen in de architectuur heeft meegekregen en gefabriceerd wordt met behulp van een 90nm-proces. In tegenstelling tot de Prescott heeft Intel echter geen problemen met het energieverbruik van de Dothan, vergeleken met de Banias. De Dothan verbruikt zelfs minder energie bij dezelfde snelheid. AnandTech stelt dan ook dat het hoge energieverbruik van de Prescott ten opzichte van de Northwood waarschijnlijk te wijten is aan een aantal veranderingen in de architectuur en niet aan het productieproces.

AnandTech vergelijkt een Pentium M Banias, Pentium Dothan en Celeron M met een Athlon 64 3000+ (2GHz), een Athlon 64 2800+ (1,8GHz) en een 3,2GHz Pentium 4 . Omdat de gebruikte notebook voor deze tests is uitgerust met een ATi Mobile Radeon 9600, worden ook de desktops voorzien van een Radeon 9600 die op dezelfde snelheid als de Mobile Radeon is geklokt. Daarnaast worden de desktopsystemen voorzien van een harde schijf die bedoeld is voor laptops.Uit de verschillende benchmarks blijkt dat Pentium M 755 (2GHz Dothan) erg goed presteert in bureauapplicaties. Het spelen van een spel blijkt ook geen probleem te zijn voor de Pentium M 755. Ontwerpers van software zullen ook tevreden zijn met een laptop voorzien van een Pentium M 755 processor. In al dit soort applicaties is de Pentium M 755 ongeveer even snel als een Athlon 64 3000+. Soms wat sneller, soms wat langzamer, maar veel verschil zit er niet in. Als er echter gerenderd moet worden of een video moet worden omgezet in het DivX of XviD-formaat, dan blijkt de snelheid van de Pentium M tegen te vallen. AnandTech komt dan ook tot de conclusie dat de Pentium M geen vervanger is voor een Pentium 4 of een Athlon 64-processor. AnandTech verwacht dan ook dat de opvolger van de Pentium 4-processor het beste van beiden zal combineren. Als het echter aankomt op het kiezen van een notebookprocessor dan is er eigenlijk maar een keus: de Pentium M 755.

Bij Future Looks staat een review van de Flash USB Pocket Hard Drive van JMTek. Dit apparaatje heeft de grootte van een reepje kauwgum en kan onderdak bieden aan 16 tot 1024MB aan data. Het apparaat bleek perfect te werken: na het installeren van de drivers plug je hem in een USB-slot en de inhoud ervan is vervolgens zeer snel en makkelijk opvraagbaar. Optioneel kun je het dingetje ook nog beveiligen met een wachtwoord. Uiteindelijk wordt er geconcludeerd dat de Flash USB Pocket Hard Drive zeker een aanrader is, vooral als je momenteel nog vaak stuntelt met ouderwetse diskettes:

Flash USB Pocket Hard Drive (klein)We love the idea of the USB pocket drive and think it a cute idea for the company to include a neck strap. So finally the geek days of carrying a bag full of floppy disks is over, welcome to the post 90’s era, revolution of computing with style. A typical scenario for this device could allow a user to work on an office document, at home, on the laptop, at work and on a MAC. Most computers today have USB ports so even sharing your favorite MP3s is easy. We like the price we like the style, we like the speed. This is for sure the geek keychain to have, not to mention the better alternative to the Sony Memory stick. Give those Sony VIAO users something to think about eh? If only more portable devices such as handhelds and MP3 players supported this USB drive. Frankly it is a wonder so few people are making this type of device. Definitely, the Pocket USB drive is a winner in our books. Good Job JMTek, we always enjoy well made great performing, genuinely useful products! Elke succesvol geïntroduceerde techniek komt op den duur aan zijn eind en ziet dan zijn opvolger aan de horizon opdoemen. Dit geldt ook voor PC Card, die in de ExpressCard een opvolger heeft, waarbij de lat een stuk hoger wordt gelegd. De ExpressCard wil naast het mobiele segment ook een plaats gaan veroveren in de desktopcomputer. Dit zal moeten bereikt worden dankzij het gebruik van USB 2.0 en PCI Express als aansluitingsmethoden. Hierdoor is de noodzaak voor een aparte controller voor de kaart verdwenen, iets wat de dekkingsgraad van de PC Card op desktop ernstig hinderde.

ExpressCard (logo)De eerste verschijningen van de ExpressCard in een desktopcomputer zullen naar verwachting over een maand of negen plaats gaan vinden. De notebooks zullen drie maanden later met de nieuwe techniek uitgerust worden. De producten die hiervan gebruik gaan maken, zullen ook rond dezelfde periode gaan opduiken. De ExpressCard zal daarnaast in twee maten verschijnen, eentje zal 34mm breed zijn terwijl de andere een breedte van 54mm zal gaan hebben. De dikte en lengte van beide kaarten zullen hetzelfde zijn, 5mm dik en 75mm lang.De reden dat de twee een breedteverschil hebben, komt doordat er in eerste instantie alleen de smalle was ontwikkeld door de PCMCIA Special Interest Group. Nadat eerste ontwerpen naar de fabrikanten waren gestuurd, kwamen van hun kant verzoeken om een bredere kaart voor onder meer flash-kaartlezers en GPS-recievers. De toepassingsmogelijkheden voor de ExpressCard zullen in voornamelijk aantrekkelijk zijn in combinatie met SFF-systemen en laptops, maar eventueel ook als vervanger voor interne PCI-kaarten, aldus Brad Saunders, mobile systems architect voor de Mobile Platform Group van Intel en voorzitter van de PCMCIA Special Interest Group:

"A lot of vendors are seriously looking at trying to minimize the clutter of USB devices," Saunders adds. PC vendors see the ExpressCard "as an uncluttered add-on, and as long as the application fits, they see the value in adding this to a small-form-factor desktop." A desktop card could prove attractive to those who want to add high-performance peripherals such as TV tuners and video decoders without having to crack open a case to access a PCI slot, Saunders says. ExpressCards could also be useful to people who want to easily transfer such peripherals between desktops and notebooks. Bij Virtual Hideout hebben ze vandaag niet alleen de Swiftech koeler getest, maar ook het flex keyboard van Plycon. Dit is zoals de naam aangeeft een flexibel toetsenbord die je zonder problemen kan oprollen en opvouwen. Daarnaast is het keyboard ook voedselproof. De feeling van dit toetsenbord is zoals te verwachten iets anders dan bij een normaal toetsenbord, maar volgens de reviewer went het wel. Een erg handig product voor een LAN of voor laptop gebruikers:

At first, I wasn't used to the change of key layout but that took me about 3 days to perfect. I also noticed you had to press the keys a bit farther to get them to register. This also took me a day to get used to. I found it easy to type on when I used it. Only when I typed very fast in short bursts I missed keys more often. You also have to press the keys further for them to work. But this keyboard is silent compared to most keyboards. I found that when I played games with the flex keyboard, it was far better than I thought it would be. I rarely missed movements, and I didn't notice me dying more than usual. If you're wondering what I played, it was Halflife (CounterStrike) and Quake III.

  1. http://www.rondeetjolie.com/blog/akkusmarkt.html
  2. http://www.mywedding.com/akkusmarkt/blog.html
  3. http://fasophiafrance.wix.com/akkusmarkt#!blog1/c18a7
  4. http://delicado.microblr.com/

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April 27, 2017

Laptop Akku ASUS N55SF

Pogue gefällt die Qualität der Hardware und die Möglichkeit, Musik drahtlos auf das Playbook zu transferieren. Das geht sogar, wenn das Playbook schläft. Trotzdem rät auch er vom Kauf ab.Das Blackberry Playbook soll am morgigen 19. April 2011 für etwa 500 bis 700 US-Dollar in den USA verfügbar sein. Innerhalb des zweiten Quartals soll auch ein Europastart folgen, vermutlich im Juni 2011.Intel und Micron nehmen die Fertigung von NAND-Flash in einem 20-Nanometer-Prozess auf. Die ersten damit gefertigten Chips bringen 8 GByte MLC-NAND-Flash auf einer Fläche von nur 118 Quadratmillimetern unter. Mit ihrem neuen 20-Nanometer-Prozess verkleinern Intel und Micron die Größe von Flashspeicher-Chips deutlich. Benötigt ein vergleichbarer 8-GByte-Chip in Intels 25-Nanometer-Technik noch eine Fläche von 131 Quadratmillimetern, reichen bei einem 20-Nanometer-Chip 118 Quadratmillimeter aus. Das ermöglicht es, die Ausmaße der Platine, abhängig vom Gehäusetyp, um bis zu 40 Prozent zu verringern, so Intel.

Gefertigt werden die 20-Nanometer-Chips von IM Flash Technologies, dem NAND-Flash-Joint-Venture von Intel und Micron. Die kleineren Chips haben für die Hersteller dabei einen weiteren großen Vorteil: Die Herstellungskosten pro GByte sinken.Erste Prototypen der 20-Nanometer-Chips mit 8 GByte werden bereits produziert, die Serienfertigung beginnt voraussichtlich im zweiten Halbjahr 2011. Bis dahin wollen Intel und Micron auch erste NAND-Flash-Chips mit 16 GByte präsentieren. Damit sollen sich dann auf der Fläche einer Briefmarke rund 128 GByte Speicherkapazität unterbringen lassen.Eine neue Ladestation kann Peripheriegeräte von Apple per Induktion aufladen. Dazu muss nur ein spezieller Akku eingelegt werden. Das Zubehör soll in den kommenden Monaten auf den Markt kommen. Mobee hat ein neues Induktionsladegerät für Apple-Eingabegeräte vorgestellt. Die Magic Bar eignet sich laut Hersteller sowohl für Apples Bluetooth-Keyboard als auch für das Magic Trackpad, das Golem.de getestet hat. Allerdings funktioniert die Magic Bar nicht auf Anhieb mit dem Ladegerät. Der sonst für Batterien oder Akkus vorgesehene Schacht der Eingabegeräte muss mit einem induktionsfähigen Akkupack ausgestattet werden. Energie bekommt die Magic Bar aus Aluminium per USB von einem Rechner und schickt diese per Induktion auf das aufgelegte Trackpad oder die Tastatur.

Ein Ladevorgang soll rund sechs Stunden dauern. Die Laufzeit gibt Mobee mit zehn Tagen an. Außerdem hält der Akku 500 Ladezyklen durch.Die Magic Bar folgt dem Magic Charger, einem ebenfalls auf Induktion basierenden Ladegerät samt Zubehör. Der Magic Charger ist allerdings für die Magic Mouse vorgesehen.Die Magic Bar soll Ende Juni 2011 auf den Markt kommen. Ein Preis steht noch nicht fest, es gibt auch noch keine Bestellmöglichkeit. Weitere Informationen gibt es auf der Webseite des Unternehmens.Toshiba hat in den USA drei neue Notebook-Modellreihen für professionelle Anwender vorgestellt. Die Geräte mit Intels Sandy-Bridge-Prozessoren kosten ab 900 US-Dollar und sollen besonders robust und leicht sein. Das kleinste Modell der neuen Toshiba-Notebooks ist das Tecra R840 mit 14-Zoll-Display. Es ist mit einem Dual-Core (i3-2310M, 2,1 GHz Basistakt) ab 899 US-Dollar zu haben. Dann gibt es aber nur Intels integrierte Grafik und 1.366 x 768 Pixel. Die am besten ausgestattete Variante verfügt über das gleiche matte Display, das aber von AMDs Radeon HD 6450M angesteuert wird. Zusammen mit einem Core i7-2620M (2,7 GHz Basistakt) kostet es 1.429 US-Dollar.

Das optische Laufwerk spart Toshiba auch bei seinen 14-Zöllern nicht ein, zusammen mit einem 6-Zellen-Akku wiegen die Tecra R840 je nach Ausstattung ab 1,9 Kilogramm. Die Akkulaufzeit gibt Toshiba anhand des Productivity-Tests von Mobilemark 2007 mit 7 Stunden an. Das Display ist entspiegelt.Ebenfalls mit dem Core i7-2310M startet die Serie der 15,6-Zöller namens Tecra R850 für 879 US-Dollar. Das matte Display kommt dabei ebenfalls nur auf 1.366 x 768 Pixel. Bei nur 2,4 kg Gewicht soll das Notebook im gleichen Test über 8 Stunden laufen, sagt Toshiba. Die üppigste Ausstattung der Serie R850 bringt wiederum den Core i7-2620M und die Radeon HD 6450M mit und kostet knapp 1.400 US-Dollar. Eine höhere Auflösung bietet Toshiba auch hier nicht. Vermutlich bedingt durch die diskrete Grafik und die schnellere CPU läuft diese Version nur rund 7 Stunden.

Auch die 13,3-Zöller der Serie Portege 830 liefert Toshiba nur mit 1.366 x 768 Pixeln Auflösung und zudem einem spiegelnden Bildschirm. Das kleinste Modell der Reihe mit einem Core i3-2310M soll aber mit Intels integrierter Grafik bis zu 8 Stunden nach Mobilemark laufen und um knapp 890 US-Dollar kosten. Es wiegt mit dem standardmäßigen 6-Zellen-Akku trotz optischen Laufwerks nur 1,45 kg. In der größten Variante mit Core i7-2520 sind 1.349 US-Dollar gefordert, dafür gibt es dann aber auch keine AMD-Grafik.Allen neuen Notebooks ist gemein, dass sie durch einen Verbundwerkstoff mit Wabenstruktur besonders robust sein sollen. Ein Beschleunigungssensor soll die Festplatten schützen - SSDs bietet Toshiba in den Standardkonfigurationen nicht an. In den USA sollen die Geräte ab sofort verfügbar sein, wann sie auch nach Deutschland kommen, hat das Unternehmen noch nicht erklärt.Auf der Broadcast-Messe NAB 2011 in Las Vegas hat Matrox eine neue Generation seiner HD-Interfaces der Serie MXO2 vorgestellt. Die Geräte arbeiten nun auch mit der Thunderbolt-Schnittstelle. Die MXO2-Serie von Matrox gibt es schon länger, bisher fanden die Geräte nur über eine PCI-Express-Steckkarte oder eine Expresscard Anschluss an PCs oder Macs. Nun gibt es sie auch mit Thunderbolt, was derzeit aber nur von Apples neuen Macbooks unterstützt wird.

Die Geräte sind mehr als reine HDMI-Grabber, sie verfügen je nach Modell über mehrere digitale und analoge Ein- und Ausgänge von YUV bis zum professionellen SDI oder HDMI mit 10 Bit Farbtiefe je Kanal. Für jedes Modell gibt es einen Thunderbolt-Adapter, der 299 US-Dollar kostet. Das kleinste Gerät, MXO2 mini, kostet 649 US-Dollar und bietet alle üblichen Anschlüsse außer SDI. Preise zu den anderen Modellen nannte Matrox noch nicht.Zwei davon, die Varianten MXO2 LE und MXO2, lassen sich auch über Akkus mit Strom versorgen. Das macht sie für den Einsatz mit Macbooks für die mobile Bearbeitung interessant. Alle neuen MXO2-Interfaces sollen laut Matrox ab Juli 2011 weltweit verfügbar sein.Laden ohne Kabel: Eine von Siemens entwickelte Ladestation kommt ohne Kabel und Stecker aus. Der Strom wird per magnetischer Induktion übertragen, wenn der Fahrer sein Auto über einer Spule platziert. Das System soll ab Sommer in einem Feldversuch erprobt werden. Siemens und BMW haben gemeinsam ein System zum Laden von Elektroautos entwickelt. Vorteil des Systems ist, dass es kein Kabel benötigt. Es soll ab Sommer 2011 im Rahmen eines der Berliner Elektromobilitätsprojekte getestet werden.

Die drahtlose Energieübertragung funktioniert per magnetischer Induktion. Dazu wird eine Spule im Boden montiert. Im Elektroauto wird eine zweite Spule angebracht, die sich im Unterboden befindet. Fährt das Auto über die im Boden verankerte Spule, wird ein Magnetfeld aufgebaut, das in der Sekundärspule einen elektrischen Strom induziert und die Batterie auflädt. Der Ladevorgang startet nicht automatisch, sondern muss vom Fahrer initiiert werden.Damit der Autoakku geladen werden kann, muss das Auto ziemlich genau über der Spule platziert werden. Dadurch fällt laut Siemens das Magnetfeld recht gering aus. Der empfohlene Grenzwert von 6,25 Mikrotesla werde so deutlich unterschritten. Die Effizienz beziffern die Entwickler auf über 90 Prozent.Das System habe einige Vorteile, sagte Siemens. So könnten die Ladestationen in die Umgebung integriert werden, etwa in Taxispuren. Der Akku kann geladen werden, während der Fahrer auf den nächsten Fahrgast wartet. Die Versenkung der Spulen im Boden schützt die Stationen zudem vor Verschleiß und Vandalismus.Das kabellose Ladesystem wurde auf der Hannover Messe vorgestellt. Ab Mai soll ein Prototyp mit einer Leistung von 3,6 Kilowatt getestet werden. Im Juni beginnt ein Feldtest in Berlin. In dessen Rahmen sollen die Anforderungen für ein serientaugliches Produkt ermittelt werden.

Außer mit der Ladeinfrastruktur beschäftigt sich Siemens auch mit Elektroautos: Auf der Hannover Messe hat das Unternehmen zusammen mit dem Autoveredler Ruf einen Porsche 911 mit einem Elektromotor ausgestattet. Daran sollen unter anderem die Integration eines Autos in ein Smart Grid sowie verschiedene Antriebskonzepte getestet werden.Ein Auto mit Verbrennungsantrieb verfügt nur über einen Motor. Ein Elektroantrieb hingegen bietet Alternativen. So kann ein Elektroauto wie ein Verbrennungsauto über einen Zentralmotor verfügen. Möglich ist aber auch, zwei Motoren zu integrieren. Auch da eröffnen sich verschiedene Varianten. So können beide Motoren gekoppelt werden, was gute Beschleunigung und eine hohe Spitzengeschwindigkeit verspricht. Die beiden Motoren können auch getrennt arbeiten. Das ermöglicht das sogenannte Torque-Vectoring, bei dem die Antriebsmomente kontrolliert auf beide anzutreibenden Räder verteilt werden. Dadurch lässt sich die Fahrdynamik des Fahrzeugs verbessern.

Planex bietet einen kompakten Bluetooth-Telefonhörer insbesondere für Tablets. Der Airstyle Mini Phone verfügt über ein kleines Display und Tasten, etwa für die direkte Eingabe von Rufnummern. Planex will mit dem Airstyle Mini Phone das Telefonieren mit den im Vergleich zu Smartphones oft klobigen Tablets erleichtern. Der 32,5 x 72 x 11,3 mm große und 26 g leichte Bluetooth-Telefonhörer verfügt über ein eigenes kleines Display mit 128 x 64 Bildpunkten, um darauf Kontakte aus dem Telefonbuch oder Rufnummern anzuzeigen. Rufnummern lassen sich über die Nummerntasten auch direkt eingeben. Bequemer ist es aber, über Bluetooth die Kontakte aus dem Tablet-Telefonbuch zu übernehmen - sofern das vom jeweiligen Tablet unterstützt wird. Laut Planex soll der Hörer nicht nur für telefoniefähige Tablets interessant sein, sondern auch für die Internettelefonie über Skype. Die drahtlose Verbindung mittels Bluetooth 2.1 erfordert, dass Tablet und Telefonhörer nicht mehr als 10 m voneinander entfernt sind.Über einen 3,5-Zoll-Klinkenstecker kann ein Headset zum freihändigen Telefonieren oder ein Kopfhörer zum Stereo-Musikhören angeschlossen werden. Der fest eingebaute Lithium-Polymer-Akku soll für bis zu 6 Stunden Sprechzeit reichen, die Standby-Zeit beziffert Planex mit bis zu 100 Stunden. Aufgeladen wird mittels Mini-USB-Schnittstelle, was innerhalb von zwei Stunden abgeschlossen sein soll.

Der Airstyle Mini Phone soll ab Oktober 2011 in Japan verkauft werden - wahlweise mit weißem (BT-Phone01W) und oder schwarzem Gehäuse BT-Phone01B. Die Preise gibt Planex mit 5.000 Yen an, was umgerechnet rund 40 Euro entspricht.Für den Druck ohne Steckdose hat HP den Officejet 100 entwickelt. Der Mobildrucker arbeitet mit einem Lithium-Ionen-Akku und kann mit einer Füllung rund 500 Seiten bedrucken. Der Mobildrucker HP Officejet 100 richtet sich an Geschäftsreisende und ist auch für Meetings geeignet, bei denen nur wenige Blatt Papier direkt am Tisch ausgedruckt werden sollen. Der Tintenstrahldrucker erreicht eine Auflösung von 600 x 600 dpi. Das Gerät verarbeitet Druckmedien mit einem Papiergewicht von 60 bis 200 Gramm pro Quadratmeter. Der Drucker wiegt mit 2,3 kg mehr als so manches Notebook und kann pro Akkuladung rund 500 Seiten bedrucken. Der Anschluss an den Rechner erfolgt über Bluetooth oder USB 2.0. Wer will, kann so nicht nur vom Notebook oder PC aus drucken, sondern auch von mobilen Geräten.

  1. http://delicado.gratisblog.biz/
  2. http://blogs.montevideo.com.uy/akkusmarkt
  3. http://26795920.blog.hexun.com/
  4. http://akkusmarkt.kinja.com/

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Batteria per PC portatile ASUS N75

Proprio il 26 ottobre dello scorso anno, infatti, il CEO della compagnia nord-europea, nel corso del proprio keynote in occasione del Nokia World 2011 mostrò per la prima volta al mondo Nokia Lumia 800 e Nokia Lumia 710, le prime due soluzioni di quella che sta diventando con il passare dei mesi una famiglia sempre più numerosa.Molte cose sono successe a seguito del lancio dei primi due terminali Windows Phone di Nokia, e non è ormai un segreto che, proprio il produttore in questione copra un ruolo particolarmente importante nello scacchiere Microsoft. Tutti gli elementi hanno infatti sempre portato a pensare che Nokia godesse di una particolare posizione rispetto agli altri partner Microsoft, tanto da essere l'unica tra essi ad avere delle applicazioni proprie con le quali customizzare i terminali sin dal momento del lancio e alcune delle quali sono disponibili nello stesso Marketplace anche per soluzioni di terze parti.Proprio per questo ruolo particolarmente importante, a seguito dell'annuncio della nuova release del sistema opertivo Windows Phone, che raggiunge la versione 8, gran parte dell'attenzione si è catalizzata sulla stessa Nokia. Proprio in queste ore, in occasione di un evento organizzato a New York, infatti, il colosso della telefonia mobile ha annunciato alcuni nuovi terminali caratterizzati dalla presenza della nuova versione dell'OS Microsoft.

Le soluzioni annunciate sono 2, entrambe facenti parte della famiglia Lumia. I due nuovi terminali prendono il nome rispettivamente di Lumia 920 e Lumia 820 e vanno a coprire la fascia alta e la fascia media dell'attuale mercato, sostituendo così Lumia 900 e Lumia 800, i due rappresentanti più significativi della gamma Nokia in questo anno.Durante alcuni incontri dedicati a Windows 8 Microsoft ci aveva detto che per il lancio del nuovo sistema operativo c'erano da aspettarsi interessanti e nuovi form factor di prodotto. E puntuale, una prima risposta è arrivata da Sony che a IFA 2012 ha mostrato i nuovi Touch Top 20 e Touch Duo 11. Nei giorni scorsi abbiamo potuto toccare con mano per qualche ora i due prodotti Sony e qui di seguito vi proponiamo una rapida descrizione e qualche prima impressione.Sony Vaio Tap 20 si fa notare per le proprie dimensioni non proprio contenute e il peso di oltre 5Kg. Come suggerisce il nome del prodotto il display ha una diagonale di 20 pollici con risoluzione di 1600x1050 pixel, quindi è adatto alla riproduzione di contenuti in Full HD. Il prodotto non ha certo velleità mobile, infatti Sony lo propone proprio per l'utilizzo domestico, per quel genere di utenti che a letto, su divano o in simili situazioni già oggi sentono la necessità di aver tablet o smartphone sempre con sè.

Il tablet domestico è dotato di un piedestallo in grado di garantire l'orientamento del display secondo le necessità, ma è anche possibile mantenere il prodotto completamente in orizzontale. Sony suggerisce questo tipo di utilizzo per eventuali sessioni di gaming tra due persone. Il pannello è ovviamente multitouch e insieme al tablet viene anche fornito un comodo stilo.Come mostra la foto scattata in occasione di IFA 2012 il processore previsto per Sony Vaio Tap 20 è un Intel Core i5-3371, mentre per il sottosistema video Sony ha scelto di utilizzare la soluzione integrata Intel. SU questo fronte ci saremmo aspettati qualcosa di più: le caratteristiche multimediali e entertainment del Vaio Tap 20 potrebbero suggerire l'adozione di una GPU discreta, ma rispetto alla configurazione che troveremo in commercio a partire dal lancio di Windows 8 potrebbero esserci delle sostanziali differenze.Anche su Sony Vaio Tap 20 è prevista una batteria capace di garantire un minimo di autonomia di funzionamento: Sony indica alcune ore di autonomia ma quezta non è certo una caratteristica fondamentale per un prodotto simile, anche se la comodità di girare per casa senza l'obbligo di collegarsi a un alimentatore è innegabile. Per lo storage dei dati nel caso di Sony Vaio Tap 20 non è prevista un'unità SSD: visto il target multimediale e entertainment del prodotto si è preferito un più tradizionale hard disk da 1TB di spazio di archiviazione.

Le porte di espansione sono collocate sul retro, vicino alla zona di fissaggio del supporto a leggio. Come visibile dalle foto sono disponibili connessioni USB 3.0, HDMI e un comodo lettore di schede SD.In occasione di IFA 2012 Acer ha voluto presentare e in alcuni casi riproporre modelli dedicati a Windows 8: parliamo in particolare di alcuni tablet, Ultrabook e c'è anche spazio per un all-in-one. La prima novità mostrata alla conferenza stampa di pochi giorni fa è l'Iconia W510 che integra una CPU Intel Atom della famiglia Clover Trail e è dotato di display da 10 pollici con risoluzione di 1366x768 pixel.Questo modello può essere collegato a una tastiera per essere utilizzato come un comune notebook, oppure la tastiera stessa può ruotare di 295 gradi per mantenere inclinato il tablet che potrà essere utilizzato in modalità touch. La tastiera integra anche una batteria attraverso la quale l'autonomia del prodotto cresce da 9 ore a circa 18 ore, così dichiara Acer.

Il secondo Tablet Acer dedicato a Windows 8 è il nuovo Iconia W700 con display da 11,6 pollici di tipo IPS e con risoluzione Full HD di tipo IPS. Questi ultimi dettagli suggeriscono una differenza sostanziale rispetto al precedente e anche in merito alla componentistica interna ci sono profonde differenze, infatti per W700 sono previste cpu Intel Core i3 e i5, 3 porte USB 3.0 e un quantitativo di spazio su SSD per lo storage dei dati pari a 256GB.W700 ha uno spessore di 11,9mm e lo chassis è realizzato in alluminio. Il tablet può essere abbinato a uno stand che ne permette la ricarica e il posizionamento in modalità landscape o portrait. Inserendo il tablet in questo accessorio le porte di espansione vengono replicate e rese comunque accessibili.E' arrivato in redazione da poche ore e sarà disponibile in commercio ufficialmente a partire da domani 1 settembre: stiamo parlando di Google Nexus 7, il nuovo tablet da 7 pollici che l'azienda di Mountain View ha annunciato e presentato in occasione della Google I/O Conference 2012 tenutasi a San Francisco alla fine dello scorso mese di giugno.Seguendo un copione già adottato negli anni precedenti Google decide di affiancarsi ad un partner produttivo per la realizzazione del dispositivo che funge da palcoscenico per il debutto di una nuova versione del proprio sistema operativo Android. In questo caso il partner prescelto è la taiwanese Asus (dopo che negli anni precedenti la grande G si è appoggiata ad HTC per il Nexus One e a Samsung per il Nexus S ed il Galaxy Nexus), con il sistema operativo che giunge alla versione 4.1 nome in codice "Jelly Bean".

Singificativo il fatto che questa volta venga scelta espressamente una soluzione tablet da 7 pollici: si tratta infatti di un form factor che si sta diffondendo in maniera consistente sul mercato statunitense, grazie al successo di Amazon Kindle Fire, e che riceverà ancor più attenzione con l'arrivo sul mercato, ormai dato per scontato, di iPad mini nel corso delle prossime settimane o mesi. Google sceglie i 7 pollici per dare un segnale forte al mercato e a tutti i produttori partner, che non si faranno trovare impreparati alla mossa di Apple.Chiaramente il form factor da solo non basta per decretare un successo di pubblico, ed ecco che Google e Asus decidono di commercializzare questa soluzione ad un prezzo di partenza di 199 dollari (tasse escluse) per la versione ad 8GB. Il prezzo ufficiale sul mercato italiano sarà di 249 Euro, IVA compresa, per la versione a 16GB dal momento che nel nostro Paese non verrà messa in commercio la versione ad 8GB. Il prezzo di base di 199 dollari non è casuale: è infatti identico all'esborso richiesto per Amazon Kindle Fire, che sta facendo segnare importanti volumi di vendita.Diamo ora uno sguardo più da vicino a questa novità, con alcuni test prestazionali preliminari, l'analisi dello schermo e le prime impressioni a caldo. Pubblicheremo in un secondo momento, per ovvie ragioni di tempo, l'analisi sull'autonomia operativa e le considerazioni relative al nuovo sistema operativo Android 4.1.

Sono diverse le motivazioni che concorrono a rendere l'edizione 2012 dell'IFA di Berlino molto particolare. Se in altri anni il prestigio e il reale peso di questa manifestazione ha subito andamenti altalenanti, complici periodi più o meno favorevoli alla presentazione di prodotti high tech, quest'anno tutto sembra portare a un'edizione particolarmente ricca di interesse.I motivi sono semplici: la convergenza fra Consumer Electronics e informatica è in corso da tempo, con brand attivi in entrambe queste macrocategorie merceologiche. Nascendo come fiera dell'elettronica di consumo tedesca, l'IFA ha via via assunto importanza anche in altri settori, con fortune alterne già citate in precedenza. Cosa cambia quest'anno?Semplice: da considerare ci sono diversi fattori, fra cui l'enorme peso dei mercati smartphone e tablet PC in un contesto di crisi globale che vede proprio queste categorie merceologiche tenere alte le speranze dei produttori. La quasi totalità di questi si presenta all'IFA con nuovi prodotti, che saranno quelli che vedremo sugli scaffali nell'attesissimo periodo natalizio.

Un secondo e valido motivo per mostrare al pubblico i nuovi prodotti giunge dalla prossima presentazione del nuovo sistema operativo Microsoft Windows 8, chiamato a sostituire non solo il predecessore in ambito PC, ma ad arricchire le proposte proprio in ambito tablet PC e smartphone, anche ARM based. Quale momento migliore di questo, quindi? Ecco quindi che l'IFA diventa quest'anno una vetrina importante, come forse non lo è mai stata in precedenza. Passiamo quindi in rassegna quanto visto nel giorno che precede l'apertura ufficiale dei cancelli, con le proposte di Sony, ASUS e Samsung.La nuova categoria degli Ultrabook intende offrire agli utenti un rinnovato modo di utilizzare il pc portatile: prestazioni e autonomia di funzionamento di alto livello si combinano con un design curato e ultrasottile. Tutto questo poi con la pretesa di portare sul mercato soluzioni dal prezzo interessante. A credere in questo emergente settore è ovviamente Intel che ha attivato varie iniziative per promuovere gli Ultrabook e per aiutare anche i partner nel loro sviluppo.In un certo senso gli Ultrabook sono un nuovo modo di intendere il PC portatile, un modo in passato scelto dalla clientela professionale che non badava a spese pur di avere un portatile esclusivo e dalle buone caratteristiche. E i produttori che già in passato proponevano soluzioni simili sono ora avvantaggiati nel proprio lavoro potendo spendere - e non svendere - il proprio know-how specifico.

Il target preferenziale dell'Ultrabook è l'utente finale anche se categorizzazioni strette in tal senso hanno a nostro avviso poca ragione di esistere. Fujitsu va in un certo senso controcorrente proponendo il Lifebook U772 alla clientela professionale: un portatile da peso di circa 1,4Kg e un display da 14 pollici di diagonale equipaggiato con la più recente piattaforma Intel. La tabella seguente riassume le principali caratteristiche tecniche di Fujitsu LifeBook U772 Correva il 1998, quattordici anni fa, lo stesso anno in cui due sconosciuti di nome Larry Page e Sergey Brin fondarono Google, quando Apple fece debuttare sul mercato il primo iMac. Un sistema che con la sua scocca colorata e l'introduzione di diverse innovazioni tecnologiche, tra cui le porte USB, seppe rivoluzionare il panorama dei personal computer.Uno dei tratti distintivi di iMac fu l'abbandono dell'unità floppy, un supporto che da qualche anno aveva imboccato la via del declino a favore dei più capienti e robusti Compact Disc e che negli anni seguenti entrò progressivamente a far parte della storia della tecnologia.

Oggi la storia si ripete: con il debutto della nuova famiglia di sistemi MacBook Pro con Retina Display, Apple prosegue nel solco tracciato con MacBook Air e decide di dismettere l'unità ottica anche su un sistema portatile da 15 pollici, un form factor che tradizionalmente non ha mai richiesto compromessi o rinunce come può essere, ad esempio, proprio come fu nel caso di MacBook Air. Ma non si tratta di un azzardo, dopotutto. La Mela ha a lungo preparato questo momento dapprima proprio con l'introduzione delle soluzioni MacBook Air per sondare il polso del pubblico, in seguito preparando uno scenario dove l'utente possa sentire sempre meno l'esigenza dell'unità ottica. Elemento chiave di questa strategia è stato il lancio di MacApp Store, il servizio di digital delivery di applicativi e programmi del mondo Mac. E per dare un segnale forte Apple ha decisio di avviare in maniera esclusiva, tramite questo servizio, la distribuzione dei propri sistemi operativi a partire dal precedente Mac OS X 10.7 Lion e con il recente debutto di Mac OS X 10.8 Mountain Lion.

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Batterie Asus A32-1015

Côté puissance, le Galaxy S4 devrait bénéficier d’un tout nouveau processeur beaucoup plus performant. Selon les dernières rumeurs, le terminal serait équipé d’un processeur quad-core cadencé à 2 Ghz, ce qui ferait de lui l’un des terminaux les plus puissants du marché.En ce qui concerne le design en revanche, pas question de changer une formule qui a parfaitement fait ses preuves. Samsung aurait choisi d’appliquer à nouveau sa recette minimaliste en optant pour un design très proche de celui du Galaxy S3. A l’image d’Apple, Samsung souhaiterait implanter un design de référence pour toute sa ligne de terminaux Galaxy, qui ne changerait que sensiblement d’une version à l’autre.Enfin, dernier élément et non des moindres, le Galaxy S4 serait également disponible au format Mini. Concrètement, les clients auraient le choix entre une version "complète” du produit, vendue probablement au prix de 700 à 800€, et une version "Mini” aux fonctionnalités revues à la baisse proposée à un prix plancher.Ce n’est un secret pour personne : Google lorgne depuis longtemps sur Windows 8. La popularité du tactile aurait poussé le géant à investir dans ce segment. Selon plusieurs sources, Google s’apprêterait à révéler son premier ordinateur tactile. Info ou intox?

S’ils ne sont pas encore disponibles chez nous, les Chromebooks gagnent en popularité outre-Atlantique. Récemment, Acer révélait que le Chromebook représentait désormais près de 10% de ses ventes d’ordinateurs. Connectés au Web en permanence, les Chromebooks sont en réalité des ordinateurs portables bon marché aux spécificités minimalistes.Depuis quelques heures, un mystérieux spot publicitaire circule sur la toile. Révélé par le développeur français Francois Beaufort, le spot présente un nouveau Chromebook tactile qui présente la caractéristique d’être équipé d’un écran très haute définition (2560×1700). « Tout ce que je sais c’est que le terminal est actuellement testé par Google. »Pour le moment, difficile de dire si le spot publicitaire est bel et bien une fuite ou une jolie mise en scène destinée à assurer la promotion d’un graphiste.Dans un cas comme dans l’autre, le lancement d’un Chromebook tactile ne devrait guère étonner les geeks ni les analystes. La rumeur a déjà été confirmée à plusieurs reprises, et ne laisse finalement planer que peu de doutes sur la stratégie du géant américain.

Reste donc à voir si Google prendra le risque de commercialiser son propre ordinateur tactile ou profitera à nouveau de l’un de ses partenaires, à l’image de ce qu’il avait fait déjà avec la Nexus 7.Autre inconnue : le prix et les fonctionnalités d’un tel terminal. Depuis ses débuts, le Chromebook est parvenu à s’imposer sur le marché grâce à son prix défiant toute concurrence. Simple d’utilisation, offrant une excellente autonomie et vendu à un prix très bas, le Chromebook est considéré comme un ordinateur complémentaire destiné principalement aux professionnels et aux étudiants. Difficile dans de telles conditions d’imaginer Google lancer un terminal haut de gamme, énergivore, à un prix nettement moins compétitif… A moins bien sûr, que le géant américain nous réserve d’autres surprises pour son IPO…Une photo du numéro 1 nord-coréen Kim Jong-Un le montrant en possession d’un smartphone suscitait un débat fiévreux mardi en Asie et plus particulièrement en Corée du Sud, où Samsung s’est empressé de dire qu’il ne s’agissait pas d’un de ses téléphones portables.

Une photo non datée de Kim Jong-Un rendue publique le 27 janvier 2013 (AFP/KCNA VIA KNS).La photo montre Kim, héritier de la dynastie communiste nord-coréenne fondée en 1948, présidant une réunion de hauts conseillers de défense et de sécurité la semaine dernière, vraisemblablement consacrée à la préparation d’un essai nucléaire. Sur la table, à la droite du dirigeant fumant une cigarette, un cendrier et un téléphone multifonctions (smartphone) noir.La presse sud-coréenne spécule sur la marque du téléphone. Pour certains médias il s’agit d’un Samsung, pour d’autres d’un HTC (Taïwan) et pour d’autres de l’iPhone d’Apple — Pyongyang fustige quasi quotidiennement son "ennemi juré” américain. Samsung, numéro un mondial des portables en termes d’unités écoulées, a immédiatement démenti qu’il puisse s’agir d’un Galaxy. "Ce n’est pas un téléphone Samsung", a déclaré une porte-parole, suggérant un HTC. L’agence du renseignement sud-coréen a également conclu qu’il s’agissait très vraisemblablement d’un HTC.L’industriel taïwanais s’est refusée à confirmer l’information mais a assuré apprécier "le soutien de tous les consommateurs".

Les Nord-Coréens vivent dans l’un des pays les plus isolés et censurés au monde. Ils n’ont pas accès à l’internet si l’on excepte une infime minorité de quelques centaines de personnes parmi l’élite et les étudiants, mais environ un million d’entre eux sont abonnés à un service de téléphonie mobile. Ils ne peuvent toutefois pas appeler l’étranger.Les portables ont été introduits en 2008 grâce à un partenariat avec le groupe de télécommunications égyptien Orascom et un intranet a été ouvert en 2002.Kim Jong-Un, qui serait âgé de moins de 30 ans, a pris la succession de son père, Kim Jong-Il, à la tête de l’Etat nord-coréen, à la mort de celui-ci en décembre 2011.On se souvient du Nikon COOLPIX S800C, le premier appareil photo compact sous Android. Devancé par son rival, Samsung ne voulait pas manquer le coche. Pour réussir la commercialisation de son premier compact sous Android, le géant coréen a donc décidé de lui offrir une visibilité hors du commun en intégrant son compact à sa gamme de terminaux Galaxy.

Arrivé second sur le marché des appareils photos sous Android, Samsung parvient néanmoins à se distancier du COOLPIX S800C de Nikon en proposant le premier appareil photo connecté, capable d’accueillir, à l’image d’un téléphone portable, une carte SIM.S’il est sans doute un peu en avance sur son temps, le Galaxy Camera n’en demeure pas moins une excellente idée. A l’heure où le partage instantané de l’information prédomine, Samsung propose un appareil photo capable de partager instantanément les photos sur le Web et les réseaux sociaux. Bien sûr, cela implique un plan tarifaire supplémentaire, et on imagine que seuls quelques photographes amateurs seront prêts à contracter un abonnement en Data, souvent fort onéreux, et à ajouter aux frais d’achat déjà relativement élevés de ce Galaxy Camera.

S’il s’agit bien d’un compact, le Galaxy Camera dispose de caractéristiques qui le situent à mi-chemin entre l’appareil photo et le smartphone. Côté performances, le Galaxy Camera assure avec son processeur quad-core cadencé à 1,4 Ghz. Avec une telle puissance, inutile de préciser qu’il pourra faire tourner pratiquement n’importe quelle application du Google Play. A l’image du S800C, le Galaxy Camera fonctionne en effet comme un smartphone Android traditionnel. Avec son écran tactile, il permet de naviguer simplement à travers les menus, de télécharger de nouvelles applications, de jouer à Angry Birds, et même de téléphoner via Skype si le coeur vous en dit!L’écran tactile de 4,8″ situé à l’arrière de l’appareil offre une expérience unique en son genre. En effet, il ne laisse aucune place pour des boutons sur la face arrière de l’appareil. Visuellement, le résultat est éblouissant. A chaque allumage, le Galaxy Camera nous rappelle qu’il dispose d’une identité qui lui est vraiment propre. Un joli visuel de la marque accueille l’utilisateur, avant de le diriger vers le menu Android. Pas question ici de se limiter à la photo, et le message est bien passé. Reste que cette orientation, aussi intéressante soit-elle pour les geeks, loupe quelque peu son coche, le temps d’allumage retardant à chaque fois la prise de vue suivante… Inutile de dire que si vous êtes du genre à "capturer l’instant présent”, vous risquez d’être plutôt déçu!

Si le Galaxy Camera assure côté affichage, design et interface, on reproche à Samsung de ne pas avoir fait de gros efforts côté photographie. Pour une photo standard, c’est tout juste si le Galaxy Camera fait mieux qu’un smartphone haut de gamme. En revanche, aussitôt qu’on passe en mode nocturne, en mode vidéo (Full HD, 30i/s) ou en zoom, le Galaxy Camera affiche des résultats nettement supérieurs à ce qu’on peut obtenir avec un mobile.Difficile de comprendre comment Samsung n’est pas parvenu à un meilleur résultat visuel. Le Galaxy Camera est équipé d’un capteur de 16 mégapixels, d’une stabilisation optique et d’un zoom optique 21x. En théorie, la qualité des clichés devrait écraser celle des compacts à 150€. En pratique, la différence est souvent difficile à voir. Avec le niveau de zoom maximum, le niveau de bruit et le flou de l’image explosent littéralement, pour un résultat qui vous poussera sans doute à vous contenter d’un plan beaucoup plus large. Pour le reste, si l’appareil fonctionne plutôt bien et est très agréable à manipuler, la qualité globale des clichés déçoit. Certes, c’est loin d’être catastrophique, mais pour un appareil photo qui était censé être un nouveau porte-étendard pour la marque, le résultat final est somme toute assez décevant.

Si on laisse de côté l’aspect purement photo, le Galaxy Camera s’en sort en revanche plutôt bien. Offrant une bonne autonomie, une interface soignée, des fonctions avancées et le support de nombreuses applications, il offre une expérience enrichie et s’impose comme un gadget qui fera fureur auprès des blogueurs et des accros aux réseaux sociaux.En revanche, difficile de voir les amoureux de la photographie s’y intéresser.Après Samsung, Lenovo et Acer, c’est désormais au tour d’HP de se lancer dans l’aventure Chromebook avec une déclinaison Chrome de son Pavilion 14, un ordinateur portable vendu à seulement 329,99$.Nous vous parlions le mois dernier de l’ascension fulgurante des Chromebooks, ces ordinateurs bon marché tournant sous l’écosystème de Google qui représentent désormais jusqu’à 10% des ventes de certains fabricants aux Etats-Unis. Pas encore disponibles chez nous, leur commercialisation a débuté dans une poignée de pays européens.Visiblement, HP s’est rendu compte du succès des Chromebooks et a décidé d’investir dans ce segment en commercialisant une déclinaison sous Chrome de son très populaire Pavilion. Prix au rabais oblige (329$), les caractéristiques techniques sont également revues à la baisse. L’appareil ne dispose que de 4 Go de RAM, d’un processeur d’1,1Ghz, et d’un SSD de 16 Go. Autrement dit, n’espérez pas faire autre chose que visionner des photos, regarder des vidéos et travailler avec ce modèle. Ceci étant dit, HP a néanmoins tenu à offrir une connectivité irréprochable à son terminal en intégrant une Webcam, trois ports USB, un port SD, et un port HDMI.

Taille d’écran plus large oblige, l’autonomie du Chromebook d’HP est inférieure à celle des autres Chromebooks. Le Pavilion d’HP devrait tenir à peine quatre petites heures, pour un minimum de six heures chez la concurrence. Un défaut que le Pavilion compense avec une meilleure lisibilité.Quoi qu’il en soit, l’annonce d’un Chromebook chez HP montre le souhait des fabricants d’ordinateurs de continuer à proposer des terminaux bon marché, un segment que Google pourrait bien conquérir aux dépens de Microsoft et de ses licences coûteuses…Apparu en 1992 au Japon, le MiniDisc est rapidement devenu une alternative très sérieuse au CD et à la K7, avant de voir ses ventes décliner au début des années 2000. 21 ans après son introduction, Sony annonce la commercialisation du dernier modèle de lecteur MiniDisc.Programmée depuis des années, la disparition du MiniDisc n’aura fait aucune vague. 21 ans après son lancement, le baladeur qui faisait fureur au Japon s’éteint dans l’anonymat.Considéré pendant des années comme un concurrent du Walkman et du DiscMan, le lecteur de MiniDisc a connu son apogée à la fin des années 90. Plus stable qu’un lecteur de disques portable et offrant des capacités de stockage développées (jusqu’à 1Go), il a malheureusement souffert de son format trop petit, qui rendait sa lecture impossible sur d’autres supports, mais aussi de la popularité du CD, qui l’a rapidement dépassé.

Cette semaine, Sony a annoncé la commercialisation du dernier lecteur MiniDisc, prévu pour le mois de mars prochain au Japon. Seulement quelques milliers d’exemplaires devraient être commercialisés, après quoi, le format sera considéré comme définitivement éteint.Après avoir stoppé la production de lecteurs MiniDisc en septembre 2012, Sony écoule donc ses derniers modèles à des prix qui seront très certainement bradés. Une aubaine pour les collectionneurs?Freddy Tougaux et son tube « Ca va daller » remportent actuellement un succès inattendu en France. Ce chanteur, innovant dans un style bien particulier, se rapproche des 1,5 millions de vues sur Youtube. Qui l’aurait cru ?Ce Louviérois de 44 ans au look ringard et décalé fait le buzz depuis son passage à l’émission « La France a un incroyable talent » sur M6. Le candidat « ovni » n’a pas été jusqu’en finale mais finalement a gagné bien plus, il a en effet séduit la France et les Français. Pour lui, cette participation à l’émission de M6 était plus pour la « déconne » que pour remporter une réelle victoire. Sa fierté c’est d’avoir récolté autant de vues sur Youtube.

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Batterie ASUS P43E

Comment fonctionne l’Atop? « A partir d’un petit boîtier connecté au bus de la voiture, la puce accède aux informations du véhicule, nous explique Bruno Motté, directeur des projets télématiques chez NXP. En cas d’accidents, l’Atop envoie un message d’alerte au centre de secours en fournissant les informations de routes qui permettront aux secours d’organiser leur intervention de manière optimale. » Par exemple, si le système communique sur une décélération brutale (de 100 km/h à 0 en quelques secondes par exemple) ou le déclenchement des airbags, etc., les secours peuvent en déduire la nature et les conséquences éventuelles de l’accident et intervenir en conséquence, y compris sur les besoins matériels face au nombre de passagers (et donc blessés éventuels) communiqué par la puce embarquée.

La communication s’effectue soit par envoi automatique d’un SMS, soit par In-Band Modem (ou modem intrabande), le standard de communication des informations fournies en cas d’urgence. Deux protocoles implémentés sur le canal voix des réseaux GSM des opérateurs mobiles, ce qui évite d’avoir à déployer une infrastructure spécifique pour bénéficier du service. Seule l’installation des serveurs d’applications capables d’assurer le traitement des données envoyées est nécessaire, quand ce n’est pas déjà le cas, dans les centres d’appels (PSAP pour public service answering point). Le passage d’un protocole à l’autre (SMS ou InBand Modem) pouvant se faire à distance dans les équipements embarqués par simple téléchargement applicatif. « Notre proposition et agnostique et complètement versatile, insiste Bruno Motté qui ajoute que NXP est la première société à implémenter le système dans le cadre d’une expérience grandeur nature sur In-Band Modem. »

Le responsable fait référence à l’expérimentation lancée le 10 novembre dernier avec trois véhicules partis de Madrid, Athènes et Helsinki en direction de Bruxelles qu’ils doivent atteindre le 25 novembre prochain. Tout au long des 20.000 km parcourus, les voitures signaleront des accidents virtuels. « Le but de l’expérimentation est de s’assurer que le système fonctionne partour en Europe indépendamment des standards actuels », explique Georges Marinov, vice-président senior de T-Systems France, partenaire de l’opération (notamment dans les projets de véhicules connectés) avec IBM (partie serveur d’application), Allianz OrtungsServices (plate-forme LifeService112), BMW (fournisseur des véhicules), Dekra (unités de secours) et les associations d’automobilistes AvD, Touring et UAMK. « Aujourd’hui, toutes les technologies sont disponibles pour faire de eCall une réalité immédiate », ajoute-t-il.

Car la Commission européenne entend déployer rapidement et largement le système eCall (mis en place en 2009). Bruxelles souhaite notamment généraliser l’implémantation d’eCall dans tous les nouveaux véhicules dès 2013. Soit bien au-delà des 3 % qui équipent actuellement les produits haut de gamme. Le système Atop est également implémentable dans les voitures plus anciennes (dépourvues de bus d’informations notamment) où seuls les services de base seront déployés : transfert de l’alerte d’accident et localisation GPS. La plate-forme embarque également un canal audio qui permet d’implémenter une fonction d’appel manuel (par simple pression d’un bouton) vers les PSAP. Ce qui permet notamment de signaler les accidents extérieurs. Si l’eCall n’est pas infaillible, notamment à cause de sa dépendance au réseau GSM, la Commission européenne vise les 95 % d’efficacité.

Une efficacité qui dépendra du mode de commercialisation de ces services? Seront-ils «offert» par le constructeur? Disponible optionnellement dans les contrats d’assurance? Si la solution technique est aujourd’hui une réalité, il reste maintenant à l’implémenter de manière la plus efficace possible sans qu’elle s’apparente à un service de luxe réservé aux automobilistes qui auront les moyens d’y souscrire.Après une courte période de flottement, Apple doit lancer ce lundi 22 novembre la version 4.2 d’iOS (dans la soirée, heure française), son système d’exploitation mobile destiné aux iPhone 4, 3GS et 3G, aux iPad et aux iPod Touch de deuxième et troisième génération. Comme habituellement, la mise à jour s’effectuera par téléchargement via la synchronisation du terminal avec iTunes 10.1.

Pavé tactile de dernière génération, le TouchPad T650 vous permet de contrôler votre PC à l’aide d’une surface tactile en verre. Naturellement, l’utilisateur navigue à travers l’interface en faisant glisser ses doigts sur la surface du pavé. Clic, défilement, zoom sont autant de fonctionnalités basiques prises en chargé par le pavé, qui permet également de revenir à l’écran d’accueil, d’afficher les Charms et de naviguer d’application en application grâce à des contrôles tactiles très simples. Rechargeable, le pavé s’installe facilement et offre une excellente autonomie.Conçue pour le contrôle tactile, la Touch Mouse de Logitech est sans doute l’une des souris offrant le meilleur rapport qualité / prix à l’heure actuelle. Simple d’utilisation, elle gère le défilement horizontal et vertical et le basculement d’une application à l’autre. Stylée, elle offre une liberté de mouvements extraordinaire à l’utilisateur qui retrouve les sensations de contrôle tactile propres à Windows 8.

S’il n’est pas difficile de mettre la main sur un clavier confortable, il est en revanche nettement plus difficile d’en trouver un à un prix compétitif qui offre la fonctionnalité Bluetooth. Très agréable à utiliser, le Sculpt Comfort a été conçu pour simplifier la vie des utilisateurs et offrir un confort à toute épreuve. Si le clavier nécessite un petit temps d’adaptation, il offre néanmoins une réelle aisance et permet de reposer les poignets tout en optimisant le travail. Disponible en version "mobile” et plus classique, et compatible à la fois avec Windows 8, Windows 8 RT, Android et Mac, le clavier Confort de Microsoft est incontestablement l’un des meilleurs claviers du moment.Tout comme la T620 de Logitech, la Touch Mouse de Microsoft dispose d’une zone tactile qui permet à l’utilisateur de reproduire la plupart des gestes tactiles propres à Windows 8. Meilleur marché que la T620, elle présente la caractéristique d’être utilisable avec une ou deux piles.

Conçue par les Belges de SoftKinetic, la caméra DepthSense 325 permet de contrôler naturellement son écran à l’aide du contrôle gestuel. Concrètement, l’utilisateur place sa caméra sur son ordinateur portable et contrôle à distance son écran grâce à la reconnaissance gestuelle. Reprenant à peu de choses près le concept, mais avec néanmoins quelques différences notoires – le contrôle se concentre ici sur la reconnaissance des doigts – la caméra DepthSense 325 permet également de contrôler de nombreuses applications conçues spécifiquement pour ce support. En revanche, difficile de la conseiller à monsieur tout le monde puisque le système est conçu à la base pour les développeurs. Mieux vaut donc avoir quelques solides connaissances en informatique ou être un geek averti avant de songer à se la procurer.Si vous n’avez pas le budget pour vous acheter un PC tactile ou une tablette sous Windows 8 mais souhaitez tout de même utiliser la nouvelle version du système d’exploitation de Microsoft, pensez à jeter un coup d’œil du côté des accessoires. Certains produits offrent en effet des alternatives au contrôle tactile à un prix défiant toute concurrence.

Pavé tactile de dernière génération, le TouchPad T650 vous permet de contrôler votre PC à l’aide d’une surface tactile en verre. Naturellement, l’utilisateur navigue à travers l’interface en faisant glisser ses doigts sur la surface du pavé. Clic, défilement, zoom sont autant de fonctionnalités basiques prises en chargé par le pavé, qui permet également de revenir à l’écran d’accueil, d’afficher les Charms et de naviguer d’application en application grâce à des contrôles tactiles très simples. Rechargeable, le pavé s’installe facilement et offre une excellente autonomie.Conçue pour le contrôle tactile, la Touch Mouse de Logitech est sans doute l’une des souris offrant le meilleur rapport qualité / prix à l’heure actuelle. Simple d’utilisation, elle gère le défilement horizontal et vertical et le basculement d’une application à l’autre. Stylée, elle offre une liberté de mouvements extraordinaire à l’utilisateur qui retrouve les sensations de contrôle tactile propres à Windows 8.

S’il n’est pas difficile de mettre la main sur un clavier confortable, il est en revanche nettement plus difficile d’en trouver un à un prix compétitif qui offre la fonctionnalité Bluetooth. Très agréable à utiliser, le Sculpt Comfort a été conçu pour simplifier la vie des utilisateurs et offrir un confort à toute épreuve. Si le clavier nécessite un petit temps d’adaptation, il offre néanmoins une réelle aisance et permet de reposer les poignets tout en optimisant le travail. Disponible en version "mobile” et plus classique, et compatible à la fois avec Windows 8, Windows 8 RT, Android et Mac, le clavier Confort de Microsoft est incontestablement l’un des meilleurs claviers du moment.Tout comme la T620 de Logitech, la Touch Mouse de Microsoft dispose d’une zone tactile qui permet à l’utilisateur de reproduire la plupart des gestes tactiles propres à Windows 8. Meilleur marché que la T620, elle présente la caractéristique d’être utilisable avec une ou deux piles.

Conçue par les Belges de SoftKinetic, la caméra DepthSense 325 permet de contrôler naturellement son écran à l’aide du contrôle gestuel. Concrètement, l’utilisateur place sa caméra sur son ordinateur portable et contrôle à distance son écran grâce à la reconnaissance gestuelle. Reprenant à peu de choses près le concept, mais avec néanmoins quelques différences notoires – le contrôle se concentre ici sur la reconnaissance des doigts – la caméra DepthSense 325 permet également de contrôler de nombreuses applications conçues spécifiquement pour ce support. En revanche, difficile de la conseiller à monsieur tout le monde puisque le système est conçu à la base pour les développeurs. Mieux vaut donc avoir quelques solides connaissances en informatique ou être un geek averti avant de songer à se la procurer.Les rumeurs entourant la sortie du futur Galaxy S4 abondent sur la toile et il est parfois difficile de faire la part des choses. Nous nous sommes penchés sur la question et avons tenté d’imaginer à quoi ressemblera le futur flagship de Samsung…

S’il semble à peu près certain que le Galaxy S4 ne sera pas équipé d’un écran incurvé, le futur produit phare du géant coréen devrait néanmoins bénéficier d’un nombre important d’améliorations parmi lesquelles:Tout comme le Galaxy S3, le S4 devrait hériter d’un écran large, mais pas trop. Par rapport au S3, le S4 gagnerait 0,2″ seulement, la faute au Galaxy Note 2 qui occupe le niveau supérieur et ne doit en aucun cas venir rivaliser avec le S4. En revanche, attendez-vous à un écran encore plus sensible, affichant des couleurs plus vraies que nature et une densité de pixels impressionnante.Légèrement en retard sur ses concurrents, qui affichent des capteurs de 13 mégapixels depuis plusieurs mois déjà, Samsung devrait introduire son premier capteur de 12 mégapixels avec le Galaxy S4. Un gain e qualité qui devrait permettre aux possesseurs du Galaxy S4 de réaliser de petites oeuvres d’art tout en bénéficiant de la suite logicielle exclusive du constructeur.

Tout comme son rival Apple, Samsung avait quelque peu loupé le passage à la 4G avec son Galaxy S3, n’offrant une version 4G pour les marchés européens que quelques mois après le lancement du premier Galaxy S3. En théorie, la 4G universelle devrait être l’un des principaux ajouts du Galaxy S4.D’après une liste d’accessoires ayant filtré, Samsung proposerait des batteries de remplacement de 2.600 mAh, ce qui signifierait que le géant coréen aurait revu à la hausse sa copie. Pour rappel, le Galaxy S3 intégrait par défaut une batterie de 2.100 mAh. Une batterie extra-large (3.000 mAh) produite par Samsung permet aujourd’hui de booster quelque peu l’autonomie de son téléphone, mais comme bien souvent, il s’agit d’un achat supplémentaire pour le consommateur. Le gain de batterie du Galaxy S4 pourrait partiellement compenser ce défaut.Tout comme Nokia, LG ou Sony, Samsung souhaiterait investir dans le chargement sans fil. Concrètement, le Galaxy S4 serait équipé de la technologie Qi, une technologie qui permet de recharger son téléphone portable par induction. Selon de récentes rumeurs, le chargeur Qi pourrait néanmoins être vendu séparément.

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Akku Lenovo IdeaPad Z360

Ericsson präsentiert auf der CeBIT in Hannover neue Handy-Modelle, die aber erst im Laufe des Jahres auf den Markt kommen.T68 Das Tri-Band-Handy T68 besitzt ein Farb-Display, das auf acht Zeilen 256 Farben darstellen kann und ist bereits auf GPRS, Bluetooth und MMS vorbereitet. Letzteres ist ein neuer Standard zur Übertragung von formatierten Nachrichten mit Fotos, Grafiken und Musik. Das T68 misst mit integrierter Antenne 101 x 48 x 19 Millimeter und wiegt dabei mit Akku 85 Gramm. Das T68 soll Ende des Jahres erhältlich sein, Preise nannte Ericsson noch nicht.Außerdem stellte Ericsson das T39m vor, das bis auf die MMS-Funktion und das Farb-Display identisch ausgestattet ist, also ebenfalls schon GPRS und Bluetooth beherrscht und in den drei Mobilfunknetzen mit 900, 1800 und 1900 MHz funkt. Außerdem unterstützt das Tri-Band-Handy auch HSCSD, eine Technik, die deutlich höhere Datenraten als herkömmliche GSM-Netze ermöglicht.T39m Das T39m nutzt bereits WAP in der Version 1.2.1, so dass damit auch Push-Dienste genutzt werden können, um sich etwa aktuelle Nachrichten als WML-Datei auf das Handy zu schicken. Zur Terminplanung enthält das Handy einen Kalender und eine Aufgabenliste, die sich auch über den PC synchronisieren lassen. Der Akku soll das Handy etwa zwölf Tage im Stand-by-Modus durchhalten lassen und sogar bis zu elf Stunden Gespräche ermöglichen. Das T39m soll noch im ersten Halbjahr auf den Markt kommen.

T29s Das Dualband-Handy T29s unterstützt bereits EMS (Enhanced Messaging Service), womit man auch Bilder und Töne an andere Mobiltelefone versenden kann. Das T29s bietet eine komfortable Chatfunktion, WAP 1.1 mit WTLS und fünf Spiele. Es soll im ersten Halbjahr in den Handel kommen.Das T29s gibt es in zwei dezenten Grundfarben, Dunkellila und Dunkelblau mit farbigen Einlagen und silbernen, durchscheinenden Tasten. Mit Akku wiegt das T29s 95 Gramm, bietet eine Bereitschaftszeit von bis zu 150 Stunden und eine Sprechzeit von sieben Stunden.T20e Auch das T20e beherrscht die EMS-Funktionen, ermöglicht das Chatten über das Handy und richtet sich damit vor allem an jüngere Kunden. Das Dual-Band-Handy soll ebenfalls noch im ersten Halbjahr auf den Markt kommen.Auf der CeBIT in Hannover stellt Nokia die ersten beiden GPRS-Handys des finnischen Herstellers vor: Zum einen das 6310, das auch schon mit Bluetooth ausgestattet ist. Zum anderen das neue Edel-Handy 8310, das bei geringer Gerätegröße GPRS-Fähigkeiten bietet.Nokia 6310 Das Nokia 6310 ist außer auf GPRS auch schon auf Bluetooth vorbereitet und überträgt Dateien wahlweise auch über HSCSD, um besonders große Datenmengen zu übertragen. Da das neue Nokia-Handy seine Daten über SyncML austauschen kann, steht dem Datenaustausch mit entsprechend ausgerüsteten Geräten nichts im Wege. Mit SyncML wurde kürzlich ein Synchronisierungs-Standard verabschiedet, womit unterschiedliche Geräte wie Handy, PDA oder PC Kalender- oder Adress-Daten problemlos austauschen können.

Das Nokia 6310 enthält bereits WAP 1.21, um unterwegs auf WML-Seiten zugreifen zu können. Die neue Version bietet Funktionen, um sich Seiten per Push-Verfahren auf das Handy zu übertragen und speichert auch Cookies im Handy ab.Das Dualband-Handy 6310 wählt Einträge aus dem Telefonbuch über Sprachbefehle und kann bis zu drei Kurzmitteilungen miteinander verknüpfen, so dass auch über SMS Nachrichtentexte mit bis zu 459 Zeichen möglich werden. Außerdem steht neben einem Kalender und einem Währungsumrechner auch eine Aufgabenliste zur Verfügung.Der Lithium-Polymer-Akku soll bis zu drei Stunden Dauergespräche ermöglichen und 20 Tage im Stand-by-Modus durchhalten. Mit Akku bringt das Gerät bei einer Höhe von 19 mm und einer Länge von 128 mm 111 Gramm auf die Waage. Das Nokia 6310 soll im vierten Quartal dieses Jahres in die Läden kommen.Nokia 8310 Mit ähnlichen technischen Details ist auch das Nokia 8310 ausgestattet, das im Aussehen dem 8210 ähnelt und ebenfalls mit X-Press-Covern im Aussehen verändert werden kann: Dem Edel-Handy fehlt allerdings die Bluetooth-Fähigkeit des 6310, erlaubt Dauergespräche bis zu vier Stunden und hält etwa vierzehn Tage im Stand-by-Modus durch. Als kleine optische Besonderheit besitzt das Edel-Handy eine weiße Hintergrundbeleuchtung. Das Nokia 8310 soll im dritten Quartal dieses Jahres erhältlich sein.

Nokia stellt mit dem Dualband-Handy 3330 auf der CeBIT einen Nachfolger des 3310 vor: Das neue Handy nutzt WAP 1.1, bis zu acht Telefonnummern können über Sprachbefehle gewählt werden.Nokia 3330 Nokia richtet sich mit dem Nokia 3330 besonders an junge, verspielte Kundschaft, so besitzt das Handy weitere integrierte Spiele. Zudem lassen sich Bildschirmschoner auf das Handy aufspielen.Das integrierte Telefonbuch fasst bis zu 100 Rufnummern. SMS lassen sich mit Bildmitteilungen versenden, wobei die Texteingabe T9 behilflich ist. Durch die Verknüpfung von bis zu drei Kurznachrichten lassen sich bis zu 459 Zeichen versenden.Das Zubehör zum 3310 funktioniert auch mit dem 3330, so dass etwa bisherige Austausch-Cover mit dem neuen Handy weiter verwendet werden können.Der Akku des 3330 soll bis zu 4,5 Stunden im Gesprächsmodus durchhalten und im Stand-by-Modus erst nach 260 Stunden an die Steckdose müssen. Das Handy soll noch im ersten Halbjahr in diesem Jahr in die Läden kommen.

Auf der CeBIT in Hannover zeigt Siemens das GPRS-Handy S45, das sich insbesondere an Geschäftsleute richtet. Das Handy verwendet bereits WAP in der neuen Version 1.2 zum Aufrufen von mobilen Internet-Seiten im WML-Format.Siemens S45 Das S45 besitzt ein Telefonbuch, das 500 Einträge mit jeweils bis zu 14 Adressfeldern fasst. Außerdem stehen ein Kalender und eine Aufgabenliste zur Verfügung, mit der man seine Termine planen und verwalten kann. Telefonbuch und Kalender nutzen dabei den gleichen Speicher je nach Bedarf, so dass kein ungenutzter Speicher etwa für den Kalender bereitsteht, wenn man diesen für das Verwalten von Adressen benötigt. Die Daten lassen sich über eine mitgelieferte Synchronisations-Software mit Microsoft Outlook abgleichen.Die im Gerät integrierte Antenne sorgt für eine kompakte Bauweise, so dass das Dual-Band-Handy S45 mit Lithium-Ionen-Akku 93 Gramm wiegt. Das Aufladen des Energie-Speichers mit 85 mAh benötigt laut Siemens weniger als zwei Stunden. Als Display verwendet Siemens ein hochauflösendes, siebenzeiliges bernsteinfarbenes Display. Zudem gehört eine Freisprecheinrichtung bereits zum Lieferumfang, über die man das Telefon über Sprachbefehle steuern kann. Auch Sprachnachrichten kann das Handy speichern.

Beim Verfassen von SMS-Nachrichten hilft die Eingabetechnik gemäß Tegic Y9. Auch der SMS-Bereich teilt sich mit dem Adressbuch den Speicher, so dass ausreichend Platz zum Archivieren von empfangenen SMS-Nachrichten zur Verfügung steht. Das Handy funkt über GPRS zur beschleunigten Datenübertragung. Als weitere Funktionen besitzt das S45 ein internationales Vorwahlverzeichnis, eine Weltzeituhr sowie einen Währungsumrechner.Das S45 soll im Juli in den Farben Diamantsilber und Saphirblau auf den Markt kommen. Einen Preis nannte Siemens noch nicht, betont aber, dass das Gerät in der oberen Preisklasse angesiedelt sein wird.Das auffällige und markante Äußere des Visor Edge zieht schnell die Blicke auf sich: Im silberfarbenen Metall-Gehäuse macht er einen ebenso seriösen wie edlen Eindruck. Auch der außen angebrachte Stift zur Steuerung des Touchscreens verleiht dem Gerät den Hauch des Besonderen. Ob der Visor Edge aber nicht nur gut aussieht, sondern auch im Praxis-Alltag überzeugt, musste er im Test beweisen.Visor Edge Der Visor Edge besitzt wie der Visor Platinum 8 MByte RAM, einen mit 33 MHz getakteten Dragonball-Prozessor sowie einen monochromen, hintergrundbeleuchteten Touch-Screen mit 16 Graustufen. Die Technik residiert in einem sehr dünnen, kleinen Metall-Gehäuse: Bei einer Kantenlänge von etwa 120 mm und einer Breite von knapp 80 mm ist das Gerät nur 11 mm dick.

Diese geringen Außenmaße gehen leider auf Kosten der Funktionalität: Der Edge kann nicht mehr - wie alle übrigen Visor-Modelle - ein Springboard-Modul im Gehäuse aufnehmen, weil die entsprechenden Erweiterungsmodule dafür zu dick sind. Deswegen legt Handspring einen andockbaren Springboard-Slot aus Plastik bei, der allerdings die geringe Bauhöhe des Geräts wieder zunichte macht und den Visor Edge damit sogar rund 10 mm dicker macht als einen Visor Deluxe.Visor Edge im Cradle Außerdem bringt das Anstöpseln des Springboard-Zusatzes einen weiteren Nachteil mit sich: Der Deckel zum Schutz des Displays und gegen das versehentliche Einschalten des Geräts kann nicht mehr verwendet werden. Die Deckelhalterung und der Anschluss für die Springboard-Erweiterung teilen sich den gleichen Einschub. Wer den Deckel ohnehin nicht verwendet, findet im Edge-Karton einen Plastikdeckel, der die Einschub-Leiste für den Springboard-Slot vor Beschädigung und Verschmutzung schützt.

Wohl damit die Springboard-Halterung am Gerät Platz findet, verlagerte Handspring den Stift aus dem Gerät heraus und brachte ihn außen an der rechten Gehäuse-Seite unter. Allerdings hätten die Gerätedesigner hier besser einen anderen Weg gehen sollen: Denn das Lösen und Einklinken des Stiftes fällt selbst nach einiger Übung ziemlich schwer. Zum Herausnehmen muss man den Stift beim Edge nach oben ziehen und gleichzeitig einen Knopf zum Lösen der Einrastung herunterdrücken. Das Einklinken des Stiftes erfordert hingegen das genaue Treffen einer recht schmalen Führungsschiene. Bei den übrigen PDAs von Handspring und Palm deponiert man den Stift in einem kleinen Schacht innerhalb des Gehäuses, wodurch man den Stift kinderleicht entnimmt oder wieder einsteckt.Visor Edge Der Vollmetall-Stift liegt gut in der Hand, besitzt jedoch leider keinen Reset-Pin, so dass die magische Büroklammer wieder neue Macht erlangt: Bei einem Absturz des PalmOS kann man den PDA erst wieder durch einen Reset zum Leben erwecken. Damit man den Reset-Knopf nicht versehentlich betätigt, ist er nur über ein schmales Loch auf der Gehäuserückseite erreichbar, wo gerade mal die Spitze einer Büroklammer hineinpasst.

Alternativ hilft hier die kostenlose Hackmaster-Erweiterung Crash von Daniel Seifert: Das Tool initialisiert selbsttätig einen Reset, wenn der Palm durcheinander kommt. Dadurch braucht man den Reset-Knopf seltener zu betätigen und damit ist Crash nicht nur für Besitzer des Visor Edge ein nützliches Werkzeug.Sehr zum Bedauern mussten wir feststellen, dass Handspring es bezüglich der unteren PDA-Anschlussleiste Palm gleichtut: Auch der Visor Edge ist inkompatibel zu entsprechenden Erweiterungen für die übrigen Visor-PDAs. Wer bisher Visor-Zubehör, wie etwa die Stowaway-Klapptastatur , besitzt, kann diese am Edge vorerst nicht benutzen, bis vielleicht Drittanbieter passende Adapter anbieten. Auch Palm verärgerte erst kürzlich wieder seine Kundschaft, weil auch die neue 500er-Reihe wieder einen anderen Anschluss verpasst bekam und damit inkompatibel zu allen bisherigen PDAs von Palm ist.Visor Edge Handspring entwarf für den Edge auch eine neue USB-Docking-Station, die trotz geringer Größe sehr stabil steht. Das verdankt die elegante Cradle dem Einsatz von beschwerendem Metall, das von transparentem, dunklem Plastik umhüllt ist. Darüber synchronisiert der Edge nicht nur seine Daten mit dem PC, sondern lädt auch den fest eingebauten internen Lithium-Ionen-Akku auf. Auf Reisen muss man leider auch die Docking-Station zum Laden einpacken, weil sich das Netzteil nicht direkt an den Edge anschließen lässt.

Auf der Software-Seite hat Handspring ein weiter aufgebohrtes PalmOS 3.5 integriert, das auf die Versionsnummer 3.5.2H hört. Außer den älteren bekannten Zusatzfunktionen der Visor-Geräte besitzt der Edge zwei weitere Optimierungen: Ein stiller Alarm macht sich über die blinkende Lade-LED bemerkbar, was auch bei geschlossenem Deckel auffällt. Bei einem Meeting kann man sich so ohne Lärmbelästigung an einen Termin erinnern lassen. Apropos Lärm: Der Edge-Alarm tönt in der Maximal-Einstellung wesentlich lauter als von anderen PalmOS-PDAs. So hört man einen Alarm auch, wenn der PDA tief in der Manteltasche steckt. Als weitere Software-Funktion besitzt das Adressbuch eine durchdachte Schnellsuche, die man über die Hardware-Tasten steuert und so den Griff zum Stift umgeht.Visor Edge Wie bei allen Visor-Modellen liegt auch dem Edge bedauerlicherweise kein gedrucktes Handbuch bei, sondern lediglich eine Kurzreferenz. Das komplette Handbuch befindet sich nur als PDF-Datei auf der CD-ROM. Hier macht Palm Handspring vor, wie es gemacht wird: Als einzige Ausnahme liegen nur den Einsteiger-PDAs m100 und m105 von Palm keine gedruckten Anleitungen bei.

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Akku Lenovo IdeaPad S9e

Mini-Handy von Motorola Telefoniert wird dabei über eine drehbare Hörmuschel oder optional über ein Headset. Die Antenne lässt sich nach einem Telefonat einklappen, so dass diese nicht stört, wenn das Gerät in der Tasche residiert. Zu den technischen Daten zählen GPRS-Funktionen, WAP-Fähigkeit, Tri-Band-Technik, Spracherkennung und Gesprächsaufzeichnung. Entwickelt wurde die Studie vom Advanced Technology Lab von Motorola.Mit einem Standard-Akku soll das Mini-Handy derzeit immerhin 60 Minuten Gesprächszeit bieten und bis zu zwölf Stunden im Stand-by-Modus durchhalten. Daten zur Auslieferung des Gerätes oder Preise gab Motorola noch nicht bekannt.Auf der Hannover-Messe Ende April will das Fraunhofer Insitut für Solare Energiesysteme (ISE) neue Versorgungstechniken speziell für mobile Geräte vorstellen und damit herkömmliche Akku-Techniken ablösen. Auf der Messe zeigen die Forscher einen Camcorder, der mit der Brennstoffzelle funktioniert.Das ISE entwickelte eine so genannte "Mikro-Brennstoffzelle", die eine Leistung von 10 Watt bei einer Spannung von 8 Volt liefert und damit ausreichend Strom bereitstellt, um einen Camcorder anzutreiben. Die Minibrennstoffzelle ist dabei kaum größer als eine Streichholzschachtel und besteht aus 16 Bipolarplatten, die aufeinander gestapelt und verklebt wurden. Als Tank für den Wasserstoff dient ein Metallhydridspeicher, den man schnell und einfach austauschen kann."Unser Exponat ist eine Premiere, denn zum ersten Mal zeigen wir ein voll funktionstüchtiges und gehäuseintegriertes Brennstoffzellensystem", erläutert Dr. Christopher Hebling vom Fraunhofer-Institut für Solare Energiesysteme ISE. Die Entwicklung solcher kleinen Brennstoffzellen soll in Zukunft bisherige Akkus und Batterien ersetzen und damit mobile Geräte unabhängig vom Stromnetz machen.

Dabei arbeiten die Forscher daran, diese Technik schnellstmöglich in serienreife Produkte einzusetzen und dabei auf eine kostengünstige Serienfertigung zu achten.Der schwedische Handyhersteller Spectronic präsentiert auf der CeBIT ein Multimedia-Handy mit einem innovativen Einhand-Bediensystem. Das komplexe Telefon mit integrierter Digitalkamera lässt sich so komplett mit einer Hand steuern.Multimedia Handy Integraler Bestandteil des Multimedia-Telefons ist das von Spectronic entwickelte und patentierte Bediensystem Sidetouch. Statt einer normalen Tastatur oder einem Touchpad hat Spectronic das Bedienpanel in der Seite des Handys untergebracht. Die drei-reihig angeordneten Tasten aktivieren entsprechende Befehls-Knöpfe auf dem Display, die ebenfalls immer maximal in Dreier-Reihen angeordnet sind. Schon nach wenigen Sekunden Übung beherrscht man das Verfahren, wie ein Kurztest gezeigt hat.Aber nicht nur das Bediensystem ist ungewöhnlich. So integriert Spectronic zudem eine Digitalkamera in das Telefon. Die Farbbilder können auf dem Graustufen-Display angezeigt und bis ins Detail betrachtet werden. Über das Adressbuch lassen sich die Schnappschüsse in Form von .jpg-Dateien, aber auch per E-Mail versenden.

Mit seinem 640 x 200 Pixel großen Display und 16 MB Speicher bietet das Telefon aber auch Applikationen wie HTML- und Wap-Browser, Notepad, Taschenrechner und Wecker. Zudem lässt sich das 190 g schwere Gerät als digitales Diktiergerät nutzen. Trotz Funktionsvielfalt soll der Akku bis zu sechs Stunden Gesprächsdauer und 100 Stunden Stand-by bieten.Das ungewöhliche Telefon kommt allerdings in den nächsten Wochen zunächst nur in Skandinavien für etwas über 2.000,- DM mit Vertrag auf den Markt. Ob es demnächst auch in Deutschland zu haben sein wird, steht noch nicht fest.Mit dem SGH-A300 bringt Samsung ein Dual-Band-GSM-900-/GSM-1800-Handy mit zwei Grafik-Displays, das zudem über einen WAP-Browser, Infrarotschnittstelle, Terminkalender und integriertes Modem verfügt. Das kreisrunde LC-Display, eingebettet in die Außenseite des silbernen Gerätes, informiert den Handy-Besitzer über eingehende Anrufe, SMS, Uhrzeit, Datum und Feldstärke.

Samsung SGH-A300 Das zusammenklappbare Handy hat innen zudem eine normale Grafik-Anzeige mit 4-Graustufendarstellung und einer Auflösung von 128 x 64 Pixel. Das 83 Gramm leichte Gerät besitzt ein integriertes Modem zur Übertragung von Faxen und Daten mit bis zu 14,4 Kilobytes pro Sekunde. Die Abmessungen betragen 113 x 48 x 22 Millimeter. Via Infrarotschnittstelle kann eine Verbindung mit PC oder PDA aufgebaut werden.Der Li-Ion-Akku soll vierstündige Gesprächszeit und eine Stand-by-Zeit von bis zu 150 Stunden mit einem Spezialakku ermöglichen. Mit dem beiliegenden Stromspeicher sind Stand-by-Zeiten bis zu 80 Stunden realisierbar. Individuelle Ruftonkombinationen, Wecker und Vibrationsalarm sowie Telefonbuchfunktion, Anruferliste, Anrufergruppen, Worterkennung T9 und einige Spiele runden die Feature-Palette des SGH-A300 ab.

Das SGH-A300 ist voraussichtlich im Frühjahr 2001 im deutschen Handel erhältlich. Der Preis ist noch offen.Auf der CeBIT in Hannover gab Sharp jetzt bekannt, dass man im Sommer einen PDA mit Linux als Betriebssystem auf den Markt bringen will. Damit bestätigen sich die Vermutungen in dieser Richtung. In Japan kennt man das Gerät unter dem Namen Zaurus, es wird dort allerdings mit einem Sharp-eigenen PDA-Betriebssystem angeboten. Noch steht ein Produktname für die Linux-Version nicht fest - derzeit wird es als Multimedia-Tool bezeichnet.Multimedia-Tool Noch sind die auf der Messe gezeigten PDAs nicht mit Linux ausgestattet, sondern verwenden das Sharp-eigene Betriebssystem, so dass derzeit keine Detail-Informationen zum Software-Umfang und zur Performance bekannt sind.Der Sharp-PDA besitzt ein transflektives TFT-Touchscreen mit einer zuschaltbaren Vordergrundbeleuchtung aus eigener Entwicklung, das bei einer Auflösung von 240 x 320 Pixeln 65.536 Farben darstellen kann. Der Einsatz dieser Technik spart wertvollen Akku-Strom und gewährleistet außerdem, dass das Display auch bei direkter Sonneneinstrahlung gut lesbar bleibt. Der auswechselbare Lithium-Ionen-Akku soll ohne Vordergrundbeleuchtung etwa 12 bis 14 Stunden am Stück durchhalten, was bei aktivierter Beleuchtung auf etwa 4 Stunden sinkt. Mit Akku wiegt das Gerät etwa 210 Gramm.Als Rechenquelle setzt Sharp auf einen mit 160 MHz getakteten MIPS-Prozessor von Hitachi und stattet den PDA mit 32 MByte Arbeitsspeicher aus. Ferner besitzt das Gerät hinter einer Schiebeklappe eine Mini-Tastatur zur Texteingabe und sieben Applikationstasten, welche aber voraussichtlich nicht frei belegbar sein werden.

Da Sharp den PDA als Multimedia-Organizer präsentiert, zählen ein MP3-Player und ein Video-Player zum Lieferumfang, der entweder MPEG4 oder Divx unterstützen wird. Auch herkömmliche Organizer-Funktionen wie Adressverwaltung und Terminplanung wird der PDA ebenso bieten wie E-Mail- und Internet-Funktionen zum Aufrufen von HTML-Seiten. Ein WML-Browser ist nicht vorgesehen. Der PDA wird voraussichtlich die Synchronisation mit Microsoft Outlook beherrschen, soll aber auch mit entsprechenden Linux-Applikationen funktionieren.Der Sharp-PDA glänzt mit vielen Erweiterungs-Möglichkeiten: Er nimmt sowohl SD-Cards als auch CompactFlash-Karten vom Typ II auf. Letzteres ermöglicht etwa den Einsatz der Microdrive-Festplatte von IBM, die derzeit bis zu 1 GByte Daten speichern kann, so dass hochauflösende Filme oder Videoclips darauf Platz finden. Zudem besitzt der PDA eine Infrarot-Schnittstelle und eine Buchse für Stereo-Kopfhörer.Zum Lieferumfang gehören eine Dockingstation, ein Ladegerät sowie ein Ohrhörer mit integrierter Fernbedienung. Das Netzteil lässt sich direkt an den PDA anschließen, um das Gerät auch unterwegs bequem aufladen zu können.

Sharp will den Linux-PDA im Sommer in Deutschland zu einem Preis von um die 1.000,- DM in die Läden bringen; ein genauer Preis steht noch nicht fest.Mit der RDC-i500 hat Ricoh auf der CeBIT eine abgespeckte Version der Internet-tauglichen Digicam RDC-i700 angekündigt, die u.a. auf einen Touchscreen verzichtet. Mit 3,34-Megapixel-CCD, optischem 3fach-Zoom, einem Brennweitenbereich von 35 bis 105 mm, FTP- und E-Mailclient, USB sowie einem PC-Card-(PCMCIA-)Steckplatz bietet sie eine Menge interessanter Features für gehobene Ansprüche.Ricoh RDC-i500 Die Digicam besitzt einen schwenk- und drehbaren 2"-LCD-Monitor mit einer Auflösung von 200.000 Pixeln. Die RDC-i500 kann neben Einzelbildern bzw. Serienbildern im JPEG- und TIFF-Format - je in den Auflösungen 2048 x 1536, 1024 x 768 und 640 x 480 - auch vertonte Videos im AVI (Open DML Motion JPEG) mit 15 Bildern/Sekunde in 320 x 240 Bildpunkten aufnehmen. Allerdings kann man beim Filmen die optischen und digitalen Zoomeinstellungen nicht nutzen. Ein spezieller Textfotografier-Modus erlaubt zudem die leichtere Erfassung von Textvorlagen und Zeichnungen. Die üblichen Features wie automatischer Weißabgleich werden ebenfalls geboten.

Wie auch die RDC-i700 kann die RDC-i500 das aufgezeichnete Material per USB in den Mac oder PC überspielen - per Browser-Plug-in ist die Digicam dann beispielsweise direkt aus dem Explorer nutzbar. Zudem steht ein PC-Card-(PCMCIA-)Steckplatz zur Verfügung, der eine kompatible Netzwerkkarte (WLAN, GSM-Modem, Ethernet) fasst und die Datenübertragung per in die RDC-i500 integriertem FTP- oder E-Mail-Client erlaubt. Der Nutzer kann dabei entscheiden, ob die Dateigröße zur schnelleren Übertragung reduziert werden soll. Zudem können JPEG-Bilder direkt mit entsprechendem HTML-Template als Webseite übertragen werden.Die RDC-i500 wird ab April für einen Preis von etwa 2.000,- DM mit Lithium-Ionen-Akku, Ladegerät, Objektivdeckel, Tasche, USB- und AV-Kabel erhältlich sein. Optional gibt es eine Fernbedienung und ein Netzteil. Eine Liste kompatibler PC-Cards stellt Ricoh auf seiner Website zur Verfügung.Mit dem GD95 bringt auch Panasonic demnächst ein GPRS-Handy auf den Markt, das auf der CeBIT zu sehen ist. Außerdem zeigt das Unternehmen mit dem GD35 ein neues Einsteiger-Handy auf der Messe in Hannover.Panasonic GD35 Das Handy verwendet WAP in der Version 1.2 und besitzt einen eingebauten Kalender zur Terminplanung sowie einen Währungsumrechner. Das Telefonbuch verwaltet bis zu 200 Einträge. Die Steuerung geschieht über ein grafisches Interface, das die Bedienung erleichtern soll.

Das GD95 besitzt ein langgezogenes großes Display, womit sich bis zu elf Zeilen Text bzw. 160 Zeichen darstellen lassen. Über eine Navigationstaste lassen sich alle wichtigen Funktionen steuern und aufrufen. Beim Verfassen von Textmitteilungen erleichtert T9 die Texteingabe über die Handy-Tasten.Das Handy besitzt einen Ni-MH-Akku, der 190 Stunden im Stand-by-Modus und 4,5 Stunden im Gespräch durchhalten soll. Damit wiegt das Gerät 85 Gramm und ist 14 mm dünn. Das Handy soll Mitte des Jahres auf den Markt kommen, einen Preis nannte Panasonic nicht.Als weitere Neuheit zeigt Panasonic das WAP-Handy GD35, das sich vor allem an die junge Kundschaft richtet und in den drei Farben Weiß, Schwarz oder Blau angeboten wird. Zum WAP-Surfen steht ein 80-Zeichen-Display zur Verfügung und beim SMS-Schreiben hilft auch hier T9.Im Innern versorgt ein Ni-MH-Akku das Dual-Band-Handy 175 Stunden im Stand-by-Modus mit Strom. Beim Telefonieren soll der Akku 4,5 Stunden durchhalten. Mit Außenmaßen von 46 x 120 x 20 mm wiegt das Gerät 109 Gramm. Das GD35 soll noch im April in den Handel kommen.

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April 26, 2017

Laptop Akku ASUS N43JM

Alienwares M11x wird mit Intels neuer Sandy-Bridge-CPU ausgestattet. Wie gehabt, steckt in dem kleinen Subnotebook mit 11,6-Zoll-Display leistungsstarke Hardware, die auch Spieler zufriedenstellt. Außerdem gibt es von Dell ein neues 7-Kilo-Spielenotebook, das M18x. Dells Alienware M11x wird in einer dritten Revision auf den Markt gebracht. Der Hersteller setzt dabei auf Intels zweite Core-i-Generation alias Sandy Bridge. Zur Auswahl stehen ein Core i5-2537M (1,4 GHz bis 2,3 GHz, 3 MByte L2 Cache) und ein Core i7-2617M (1,5 bis 2,6 GHz per Turboboost, 4 MByte L2 Cache). Die Zweikern-CPUs sind laut Dell übertaktbar. Der Arbeitsspeicher ist mindestens 4 GByte groß. Das Maximum liegt bei 16 GByte. Die Festplatte ist entweder eine 750 GByte fassende Festplatte oder eine 250-GByte-SSD. Für die Ansteuerung des 11,6-Zoll-Displays (1.366 x 768 Pixel, spiegelnd) setzt Dell auf Nvidias GT540M mit 2 GByte RAM. Der Geforce-Grafikchip wird per Optimus nur bei Bedarf aktiviert. Anschlussseitig bietet das Subnotebook vergleichsweise viele Möglichkeiten. HDMI 1.4, VGA und Displayport gehören zum Standard. Es soll möglich sein, drei Displays an das Notebook anzuschließen. Zudem bietet das Gerät USB 3.0, Firewire, GBit-Ethernet und einen Kartenleser.

Drahtlos bietet das Notebook ebenfalls mehrere Möglichkeiten. WLAN wird auf Wunsch auf zwei Bändern unterstützt (802.11a/n und 802.11b/g/n). Für die USA wurde auch die optionale Unterstützung von 4G genannt. Das Notebook kann sich per Wimax oder LTE mit Mobilfunkanbietern verbinden. Optional gibt es zudem Bluetooth 3.0.Die Akkulaufzeit des Spielenotebooks im Subnotebookformat soll je nach Anwendung bei bis zu acht Stunden betragen, der Akku hat 63 Wattstunden. Das Gewicht liegt bei etwa 2 kg.Weitere Informationen gibt es auf der US-Webseite des Alienware M11x-r3. Das dort hinterlegte Datenblatt nennt allerdings einige Daten, die bei der Präsentation des Notebooks so nicht genannt wurden. Das M11x ist laut Dell in Deutschland ab heute bestellbar. Die deutsche Webseite ist allerdings noch nicht aktualisiert worden. Der Grundpreis liegt bei rund 1.050 Euro.Golem.de hat das erste M11x, das vor gut einem Jahr erschien, damals getestet. Trotz langsamer CPU schlug sich das Notebook sehr gut, auch trotz des kleinen Formfaktors.Ebenfalls verfügbar soll Alienwares neues M14x sein. Das Spielenotebook bietet ein 14-Zoll-Display und eine Quad-Core-CPU von Intel. Als Grafikkarte kommt Nvidias Geforce GT550M mit 3 GByte zum Einsatz, die ebenfalls automatisch aktiviert wird. Die Akkulaufzeit soll sechs Stunden erreichen. Der Einstiegspreis liegt bei rund 1.200 Euro.

Erst im Mai 2011 soll das Alienware M18x kommen. Es hat ein Full-HD-Display mit 18,4 Zoll in der Diagonalen. Der Quad-Core-i7 soll bereits ab Werk 4 GHz erreichen und als Grafiklösung kommt entweder eine Crossfire- oder eine SLI-Lösung zum Einsatz. Die Umschaltung auf die Dual-Grafik geschieht beim M18x manuell.Der maximale Speicherausbau liegt bei 32 GByte RAM. Zudem bietet das Notebook Wireless HDMI (60 GHz) und einen HDMI-In, der das Display und die Lautsprecher für andere Rechner zugänglich macht. Windows sieht Signale des HDMI-in nicht.Das Notebook ist äußert schwer mit einem Gewicht von mehr als 7 kg. Allerdings ist es damit immer noch leichter als ein spieletauglicher Desktoprechner, der zur LAN-Party geschleppt werden muss. Die Akkulaufzeit für den Riesen gibt Dell mit rund 3 Stunden an.

Der US-Zubehörhersteller Nauticam hat mit dem Nauticam NA-LX5 ein Unterwassergehäuse für Panasonics Kompaktkamera Lumix LX-5 angekündigt. Damit sollen Tauchgänge bis zu 75 Meter Wassertiefe möglich werden. Panasonic selbst bietet keine Tauchgehäuse für die Kamera an. Die Panasonic LX5 kann mit dem Unterwassergehäuse Nauticam NA-LX5 auf bis zu 75 Meter Wassertiefe mitgenommen werden. Die wichtigsten Knöpfe der Kamera lassen sich auch durch das Gehäuse bedienen. Dazu zählen neben dem Auslöser auch die Blitzunterdrückung, die Belichtungskorrektur und der Autofokus. Die Funktionstaste, der Selbstauslöser und die Lichtempfindlichkeitseinstellung werden ebenso erreicht wie die Bildwiedergabe und die Löschfunktion. Über den eingebauten Blitzkontakt können die Unterwasserblitze Inon S-TTL und Sea&Sea DS-TT des Herstellers angeschlossen werden. Das Unterwassergehäuse Nauticam NA-LX5 misst 156 x 104 x 105 mm und soll Ende April für rund 950 US-Dollar in den Handel kommen.

Die Digitalkamera Lumix LX5 ist eine verbesserte Version der LX3 mit längerer Brennweite und HD-Videofunktion. Wie gehabt setzt die Kamera einen 1/1,63 Zoll großen CCD-Bildsensor mit 10 Megapixeln Auflösung ein. Der Sensor erreicht eine Lichtempfindlichkeit von bis zu ISO 12.800, wobei die Kamera die Auflösung hier von 10 auf 3 Megapixel reduzieren muss, um das Bildrauschen zu vermindern. Bei der LX5 hat Panasonic ein 3,8fach-Zoomobjektiv mit einer Brennweite von 24 bis 90 mm (KB) bei F2,0 im Weitwinkel- und 3,3 im Telebereich eingebaut.Die Panasonic Lumix DMC-LX5 misst 110 x 65 x 25 mm und wiegt samt Akku rund 270 Gramm. Sie kostet mittlerweile rund 400 Euro.Research In Motions Blackberry-Playbook kommt übereilt auf den Markt, darüber sind sich die meisten US-Tester einig. Einer der beiden Konzernchefs verteidigt aber das Fehlen von Grundanwendungen mit der Sicherheit und Portabilität, die das Playbook biete. In den ersten Tests in den USA ist Research In Motions (RIM) Tablet-Einstieg unter dem Namen Playbook nicht gut weggekommen. Grundtenor der meisten Tests: Das Tablet wurde zu früh auf den Markt gebracht. Es fehlen Anwendungen wie der E-Mail-Client oder die Möglichkeit, sich mit Mobilfunknetzen direkt zu verbinden. In einem Videointerview mit Bloomberg verteidigt Jim Balsillie das Playbook. Balsillie ist einer der beiden Chefs des Konzerns.

Er stellt vor allem die Vorteile des Playbooks gegenüber dem iPad 2 heraus: die Möglichkeit, Flashinhalte abzuspielen, die Portabilität durch den kleineren 7-Zoll-Formfaktor und - für Unternehmen wichtig - die Anbindung an andere Blackberry-Geräte sowie das Design des Geräts aus Sicherheitsaspekten. Zudem verspricht Balsillie eine 3G-Version des Tablets für Sommer 2011. Neue Funktionen sollen ebenfalls kommen. Dazu gehört der fehlende E-Mail-Client. Balsillie verweist auf die Möglichkeit, per Webmail seine schriftliche Korrespondenz zu verwalten. Außerdem kann das Playbook mit Blackberry-Smartphones verbunden werden; eine sichere Erweiterung der Blackberry-Geräte, ohne zusätzliche Kosten, wie er mehrfach im Interview betont.

Diese positive Einschätzung teilen die ersten Tester des Geräts nicht. Engadget bemängelt in seinem Text die unfertig wirkende Software. Das zeigte sich auch an drei Softwareversionen, die Engadget im Laufe des Testzeitraums durchmachte. Das Betriebssystem ist trotzdem nicht nur schnell, sondern auch intuitiv zu bedienen. Der ansonsten auch mit Flashinhalten sehr schnelle Browser stürzte Engadget allerdings mit der dritten Softwareversion des Playbooks häufiger ab. Gelobt wird zudem die Möglichkeit, typische Office-Formate auf dem Tablet anzuschauen und zu bearbeiten. Schlecht finden die Tester auch die Position der Hardwaretasten auf der langen Seite des Tablets. In typischen Haltepositionen kommt der Anwender nicht besonders gut an die Tasten heran. Mit rund sieben Stunden Akkulaufzeit liegt das Tablet im oberen Bereich der 7-Zoll-Klasse. 10-Zoll-Tablets liefen beim Engadget-Test teils deutlich länger.Insgesamt zeigen sich die Engadget-Tester einerseits besorgt, aber andererseits erfreut. Besorgt, weil es offenbar nötig ist, ständig Updates zu veröffentlichen, erfreut, weil das immerhin zeigt, dass RIM an dem Tablet arbeitet. Es ist daher nicht abzuschätzen, wie das Gerät im Laden aussehen wird, da alle paar Tage ein neues Softwareupdate kam.

Sony will in Kürze ein Akkusystem ausliefern, das unter anderem größere Gebäude mit Strom versorgen kann. Der Akku zeichnet sich durch eine schnelle Ladefähigkeit aus und soll zehn Jahre lang halten. Sony bringt ein modulares Energiespeichersystem auf den Markt. LIM1001 soll unter anderem als Stromspeicher für größere Gebäude eingesetzt werden.Das LIM1001 nutzt einen Lithium-Ionen-Akku. Die Kapazität beträgt 1,2 kWh, die Spannung 51,2 Volt. Die Akkus können als Module kombiniert werden. Dabei können sie in Reihe oder parallel geschaltet werden, um Spannung oder Kapazität zu erhöhen. Von der Größe her passt LIM1001 in einen Standard-Computer-Rack. Der Energiespeicher kann laut Sony schnell geladen werden: In nur einer Stunde soll der Speicher zu etwa 90 Prozent geladen sein. Die Lebensdauer beträgt nach Herstellerangaben zehn Jahre.Das System ist als Energiespeicher für Mehrhäuseranlagen, Schulen oder Bürogebäude gedacht. Es kann aber auch eingesetzt werden, um Mobilfunkstationen mit Strom zu versorgen.Das System LIM1001 soll Ende des Monats ausgeliefert werden. Über den Preis macht Sony noch keine Angaben.

Die gut wirkende und flüssige Oberflächendarstellung hebt auch Gizmodo in seinem Test hervor. Das Fehlen von E-Mail-Client, Kalender und Kontakten findet Gizmodo nicht besonders gut. Es ist zwar möglich, durch die Verbindung mit einem Blackberry-Smartphone an diese Daten zu kommen, allerdings wird ein Szenario ganz besonders gefürchtet: Der Smartphone-Akku ist leer und der Anwender steht unterwegs mit einem nur bedingt brauchbaren Tablet herum und hat keinen Zugriff auf seine Kontaktdaten. Probleme sieht Gizmodo zudem bei den Apps von Drittanbietern. Es gibt zwar viele Wege, Anwendungen auf das Blackberry zu bekommen, derzeit gibt es aber nur wenige gute Anwendungen. Allerdings startet die Plattform auch gerade erst. RIM nutzt zudem den Browser, um fehlende Anwendungen auszugleichen. Facebook und Twitter sind beispielsweise nur Links auf die entsprechenden Webseiten. Die Android-Kompatibilität ist zudem ebenfalls noch nicht fertig. Immerhin: Gizmodo schätzt die Betaversion des Playbooks teils besser ein als Motorolas Android-3.0-Tablet Xoom und kommt sogar zu dem Schluss, dass es das beste 7-Zoll-Tablet sei. Vom Kauf wird dennoch vorerst abgeraten. Die Basis sei zwar grundsolide, aber es fehlten noch wichtige Funktionen.

Auch Walt Mossberg vom Wall Street Journal sieht fehlende Grundanwendungen als ein Problem. Zudem sind die Blackberry-OS-Anwendungen inkompatibel mit dem Playbook. Für ihn ist das Playbook damit nur für Besitzer eines Blackberry-Smartphones geeignet, nicht aber für den allgemeinen Tablet-Interessierten. Er rät vorerst Anwendern vom Kauf ab, die nicht ständig ihr Smartphone mitnehmen. Mossberg sagt ebenfalls, er habe das Gefühl, dass RIM das Tablet übereilt auf den Markt gebracht habe. Erst wenn das Playbook unabhängiger arbeiten könne, sei es zu empfehlen. Trotzdem sei auch er der Meinung, dass das Betriebssystem sehr gut laufe und das Surfen auf Webseiten mit Flashinhalten besser funktioniere als mit Android-3.0-Tablets.David Pogue von der New York Times schließt sich dem Urteil an. Das Betriebssystem hinterlässt ihm zufolge einen guten Eindruck. Blackberry hat mit dem QNX-Betriebssystem eine gelungene Kombination aus iOS- und WebOS-Funktionen produziert. An den fehlenden Grundanwendungen für E-Mail, Kontakte und Terminplanung stört sich Pogue aber auch und die Blackberry-Bridge zum Ausgleichen dieser Mankos ist noch Beta. Das Motto fürs Playbook lautet laut Pogue dementsprechend erst einmal "There's no app for that" (Da gibt's keine Anwendung für) in Anspielung auf Apples Werbespruch für iOS-Geräte, die keine Probleme mit fehlenden Anwendungen haben. Es sollen zwar 3.000 Anwendungen kommen, die konnte sich Pogue allerdings noch nicht anschauen.

  1. http://support.viralsmods.com/blog/main/1997479/
  2. http://s15.zetaboards.com/davydenko/forum/3380562/
  3. http://akkusmarkt.bling.fr/
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  5. http://certamente1.diarynote.jp/

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Batteria per PC portatile Asus N61Vg

Nel mese di Gennaio 2011 AMD ha ufficialmente presentato quella che è stata la propria prima generazione di piattaforma APU, Accelerated Processing Unit, all'interno della quale sono stati integrati CPU e GPU in un singolo componente di silicio. Ci riferiamo alle APU della famiglia Brazos, nome che identifica la piattaforma AMD destinata all'utilizzo nei sistemi di più ridotte dimensioni per i quali sia fondamentale abbinare elevata autonomia di funzionamento con batteria a chassis di dimensioni molto contenute, oltre che a costo ridotto e buone funzionalità complessive.Le prime soluzioni Brazos sono state posizionate quale alternativa ai processori Intel Atom in sistemi netbook e nettop, proposte per le quali le particolari caratteristiche tecniche delle APU Brazos hanno permesso di ottenere livelli prestazionali nettamente più elevati delle soluzioni Intel.Sono due gli elementi tecnici a favore delle soluzioni Brazos rispetto a quelle Atom di Intel. Il primo è la GPU integrata, nettamente più evoluta in termini di prestazioni velocistiche di cui è capace oltre che di funzionalità supportate rispetto a quanto implementato da Intel nelle proposte Atom. Il secondo è legato alla componente CPU, che è di tipo x86 out of order così come tutte le altre architetture x86 in commercio fatta eccezione solo per Atom che è di tipo in order. Questa scelta tecnica premia le prestazioni, ma AMD è stata capace con le APU Brazos di mantenere sotto controllo anche i consumi.

Nella primavera 2012 AMD ha presentato la seconda generazione di piattaforma Brazos, indicata con il nome di Brazos 2.0. L'architettura alla base è rimasta invariata, con varie migliorie a livello piattaforma nel complesso e più in generale la disponibilità di versioni di APU con frequenze di clock più elevate. Non è cambiata la tecnologia produttiva adottata, sempre quella a 45 nanometri, e neppure il numero massimo di core integrati pari a 2.Quest'oggi AMD propone un'ulteriore evoluzione della propria piattaforma a più basso consumo con la APU Z-60, caratterizzata da un livello di TDP massimo contenuto in soli 4,5 Watt. Questo prodotto deriva dalle altre proposte Brazos in commercio e viene specificamente introdotto sul mercato per l'utilizzo in soluzioni tablet PC basate su sistema operativo Microsoft Windows 8, al debutto ufficiale nel corso delle prossime settimane.

Le specifiche tecniche di questa nuova APU sono identiche a quelle del modello Z-01, presentata da AMD lo scorso anno per l'abbinamento in alcuni sistemi tablet PC sviluppati da Acer ma di fatto diffuso in modo molto ridotto sul mercato. A differenziare le due proposte il TDP, sceso a 4,5 Watt nel caso del modello Z-60 contro i 5,9 Watt del modello Z-01. Z-60 deriva quindi da Z-01, con il contenimento del TDP che è stato ottenuto attraverso la rimozione di alcuni componenti non giudicati necessari per l'utilizzo in tablet PC (ad esempio l'output video D-Sub e le due porte USB 1.0) e la riduzione di numero di altri componenti, quali ad esempio le porte USB e i canali del controller SATA. Dinamica simile è stata seguita anche per il chipset abbinato: si tratta del modello AMD A55T FCH che rappresenta una evoluzione della soluzione AMD A50M FCM abbinato alla APU Z-01.Per tutte le APU delle serie E, Z e C troviamo quindi la stessa architettura di base lato CPU, oltre che lo stesso tipo di GPU sempre con 80 stream processors. Cambiano le frequenze di clock di CPU e GPU, il numero di core integrati nella componente CPU e ovviamente il consumo complessivo delle piattaforme.

Spesso, forse troppo spesso, ci occupiamo di prodotti portatili di ridotte dimensioni e in questo periodo di Ultrabook in particolare. Questa tendenza guardando nell'archivio di Hwupgrade.it c'è sempre stata, forse anche perché proprio nell'ambito delle soluzioni ultamobile vengono introdotte nuove tecnologie dedicate al risparmio energetico o nuove soluzioni in termini di materiali e design.Siamo però convinti che l'esperienza d'uso offerta da questo tipo di prodotti non sia adatta a tutti gli utenti: tralasciando il puro aspetto prestazionale, ambito nel quale si è avuto una fortissima evoluzione, i prodotti più piccoli e leggeri ben si adattano a un utilizzo in viaggio, ma non rappresentano la soluzione ideale per lunghe sessioni di lavoro e per la fruizione di contenuti multimediali. C'è poi un'ampia fascia di utenti che utilizza un unico dispositivo per fruire e per creare i propri contenuti, quindi anche per effettuare editing audio e video pur non di livello estremo.E proprio in queste ultime situazioni i prodotti ottimizzati al mobile computing si rivelano inadatti. Nelle prossime pagine ci occuperemo di un Dell Inspiron 15R SE, un prodotto che invece sulla carta può rappresentare una buona scelta proprio per quel tipo di utilizzatori. Siamo di fronte a un modello con display da 15,6 pollici, dotato di un processore quad core Intel Core i7-3612QM e di un hard disk da 1TB; nella tabella seguente è disponibile qualche dettaglio in più.

Dalla tabella emerge come dato interessante anche la presenza di 8GB di memoria ram DDR3, oltre a una buona dotazione in termini di porte di espansione. Anche la presenza di un pannello AMD Radeon HD 7730M e la disponibilità di una gpu discreta AMD Radeon HD 7730M sono ulteriori elementi di interesse per questo portatile Dell.Con il lancio di iPhone nel 2007 Apple ha saputo dare un forte scossone al mercato della telefonia cellulare. Lo smartphone della Mela è diventato rapidamente un enorme successo commerciale, vendendo milioni di dispositivi nel corso di questi cinque anni e stabilendo nuove dinamiche nel settore. Si tratta di un caso particolare ed emblematico, specie considerando che Apple prima di allora non ha mai avuto alcuna esperienza nel mondo della telefonia mobile, pur potendo vantare un illustre trascorso nel mondo dei dispostivi da tasca con la commercializzazione del palmare Apple Newton negli anni tra il 1993 ed il 1998.

Un successo (commerciale, lo ripetiamo) così dirompente che la concorrenza non ha potuto fare altro che adeguarsi: da allora touchscreen come se piovesse, sensori di posizionamento e accelerometri in tutte le salse, per offrire tutte quelle caratteristiche (e in diversi casi anche qualcuna in più) che iPhone ha dimostrato essere apprezzate dal pubblico.Ma il successo non è stato merito solamente del dispositivo, ma anche del sistema operativo che lo governa: appositamente per il nuovo smartphone Apple ha sviluppato un inedito sistema operativo, iOS e, solo successivamente al suo debutto, un colossale ecosistema di piccoli programmi presto ribattezzati "app", un nome breve e semplice da ricordare per rispecchiare l'immediatezza nell'uso delle nuove piccole applicazioni. Di fatto, piaccia o no, è ad iOS che si deve la diffusione delle app nel pubblico consumer: seppur già presenti, infatti, i programmi e le applicazioni per i dispositivi mobile precedenti ad iPhone (si pensi a BlackBerry, Symbian e Windows Mobile), ma di fatto relegate a nicchie di utenti, è con l'avvento di iPhone, iOS ed App Store che il grande pubblico conosce la possibilità di usare applicazioni anche sul proprio telefono cellulare evoluto.

Alla nuova sfida lanciata da Apple, i concorrenti rispondono principalmente con Android, il sistema operativo sviluppato da Google che trova ora posto sugli smartphone di una varietà di produttori: a partire dalla coreana Samsung (che primeggia, tra i molti), passando per HTC, Acer, Sony, Asus giusto per citarne alcuni. Il "robottino" di Mountain View ha infatti saputo porsi come unica vera alternativa (prima dell'avvento di Windows Phone) alla Mela. Tuttavia se Apple da un lato può offrire un prodotto sviluppato in maniera sinergica tra hardware e software, così non avviene per Android poiché ogni produttore di smartphone personalizza in maniera più o meno marcata il sistema operativo a seconda delle proprie esigenze dando luogo ad una fortissima frammentazione, tale per cui la cosiddetta "Android experience" può risultare molto differente da dispositivo a dispositivo.

Nel corso di questi anni si sono succedute sei generazioni di smartphone "iPhone", con buona pace del numerino 5 dell'ultimo nato. Dopo il modello "2G" o "edge" del debutto nel 2007 è arrivato sul mercato nel 2008 iPhone 3G che ha permesso ad Apple di estendere la propria presenza su altri mercati internazionali. Ad un anno di distanza la Mela propone iPhone 3GS, identico nell'aspetto al predecessore ma con qualche novità sotto la scocca e un ulteriore ampliamento dei territori di commercializzazione. Il passo avanti più importante, in termini di caratteristiche e design, è stato iPhone 4 nel 2010, seguito dalla rispettiva versione "S" nello scorso anno. Si tratta, pertanto, di cinque generazioni di cellulare, cui si aggiunge la sesta con iPhone 5. Nella nomenclatura della casa di Cupertino le versioni "S" rappresentano semplicemente un modello "di transizione" per il quale, di norma, vengono apportate solamente alcune modifiche ed ottimizzazioni hardware senza variare il look and feel del dispositivo.

Per il nuovo iPhone 5 Apple decide di modificare per la prima volta il form factor del telefono, adottando un display da 4 pollici di diagonale in formato 16:9, creando una significativa discontinuità con i precedenti modelli equipaggiati con display da 3,5 pollici in formato 3:2. Si tratta della novità più vistosa del nuovo smartphone, che va incontro ad un notevole aggiornamento hardware grazie all'introduzione del nuovo system-on-chip Apple A6, che secondo le dichiarazioni della Mela dovrebbe garantire un forte incremento prestazionale a confronto del diretto predecessore. Apple riesce, inoltre, a ridurre lo spessore del dispositivo e a contenerne il peso, che si fregia così dello slogan "l'iPhone più leggero di sempre". Ed anche il più lungo, ci piace aggiungere.Al di là della variazione del form factor, le altre novità di iPhone 5 si trovano sotto il guscio e nelle funzionalità di iOS 6 (che è comunque disponibile anche per i telefoni precedenti fino ad iPhone 3GS): almeno sulla carta iPhone 5 sembra essere un'evoluzione dello status quo piuttosto che una vera innovazione. Saprà soddisfare le aspettative del pubblico?

Lo scorso anno, in occasione dell'IFA di Berlino, Samsung ha annunciato un terminale dalle dimensioni insolite, destinato a definire una nuova categoria di soluzioni, successivamente identificati con il nome di phablet. Si trattava ovviamente di Galaxy Note, il primo smartphone a essere equipaggiato con un display di dimensioni superiori ai 5 pollici.Proprio le dimensioni del display, infatti, determinano in questo momento l'appartenenza alle diverse categorie di smartphone attualmente definite. I prodotti con display fino a 5 pollici sono definiti comunemente smartphone e comprendono la grande maggioranza di soluzioni ad oggi disponibili. Se, invece, le dimensioni del display sono comprese tra 5 e 7 pollici, la soluzione viene definita phablet, un misto quindi tra smartphone e tablet che occupano la categoria successiva ovvero quella definita da un display da 7 pollici in su.Attualmente non sono molti i dispositivi appartenenti alla categoria dei phablet, anzi, allo stato attuale se ne contano solamente due, ovvero lo stesso Galaxy Note e il conocorrente LG Optimus Vu, entrambi giunti alla seconda versione con Note II e Optimus Vu II.

Proprio il nuovo Galaxy Note II è l'oggetto di questa anteprima; annunciato lo scorso 29 di agosto in occasione di una conferenza che anticipava di qualche ora l'apertura dei cancelli dell'IFA 2012. Il nuovo terminale del colosso coreano raccoglie la pesante eredità del suo predecessore, capace di far segnare un numero di vendite inaspettato, forse anche aiutato dal fatto di essere l'unico nella sua categoria.Un'impresa non certo semplice, che il nuovo phablet cercherà di realizzare grazie ad alcune interessanti novità. Tra queste spiccano immediatamente all'occhio il nuovo design, decisamente ispirato a quello dell'ultimo Galaxy S III e un display di dimensioni ancora maggiori, che raggiunge ora i 5,5 pollici.Migliorate anche le prestazioni, grazie a 2 GB di memoria RAM e a un nuovo processore Exinos 4 Quad, quad-core derivato da quello utilizzato in Galaxy S III ma con una frequenza operativa alzata fino a 1,6 Ghz. Lo spessore rimane lo stesso, così come il peso, nonostante la nuova batteria da ben 3100 mAh. Le dimensioni variano invece leggermente rispetto al predecessore, parliamo di qualche mm in più in altezza e qualche mm in meno di larghezza, dovuto al fatto che ora il rapporto prospettico del display è pari a 16:9.

Dopo l'analisi preliminare pubblicata in corrispondenza del lancio ufficiale sul mercato italiano, proseguiamo l'analisi di Nexus 7, il tablet da 7 pollici realizzato in collaborazione tra Google e Asus. Come ben sanno gli appassionati del settore, i dispositivi facenti parte della famiglia "Nexus" vengono realizzati da partner tecnologici ogni volta diversi e sono accomunati dalla caratteristica di essere basati sulla versione "pura" del sistema operativo Android, nel caso di Nexus 7 arrivato alla versione 4.1 conosciuta con il nome in codice di Jelly Bean. In questa seconda parte ci focalizzeremo sulle prestazioni del dispositivo e sull'analisi dell'autonomia operativa, potendo così completare il quadro di considerazioni proposto nel corso dell'analisi preliminare.

  1. http://globaldoctoroptions.com/story/akkusmarkt/
  2. http://akkusmarkt.comunidades.net/
  3. https://akkusmarkt.quora.com/
  4. http://folgenden.jugem.jp/

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Akku Fujitsu 0644340

Frontpath liefert den ProGear wahlweise ohne Festplatte als Thin Client oder mit einer 5-GByte-Festplatte aus. Mit Akku kommt das Gerät auf ein Gesamtgewicht von knapp 1,5 Kilo. Das Webpad richtet sich vor allem an Krankenhäuser, Ausbildungseinrichtungen und Behörden im Gesundheitssektor. Als Zubehör bietet der Hersteller eine Dockingstation mit integriertem USB-Hub und eine Ladestation an. Auch eine Maus oder eine ansteckbare Tastatur ist erhältlich.Da das Gerät je nach Bedarf mit unterschiedlicher Speicherausstattung, mit oder ohne Festplatte ausgeliefert wird, gibt der Hersteller keinen genauen Preis an. Das ProGear-Webpad soll daher ab sofort für etwa 1.500,- US-Dollar in den USA erhältlich sein.Toshiba wird in Japan ein Crusoe-basiertes Libretto-Notebook namens "L1/060TNMM" auf den Markt bringen. Das ultrakompakte Gerät soll eine Akkukapazität von bis zu 14 Stunden bieten. Ein zumindest ähnlich ausgestattetes Gerät soll in der zweiten Jahreshälfte auch in Deutschland angeboten werden.

In Japan soll das etwa 1 kg schwere Libretto L1/060TNMM - ausgestattet mit einem 600-MHz-Crusoe-Prozessor von Transmeta, 10-GB-Festplatte und einem 10"-SXGA-TFT-Display - bereits ab 18. Mai zu haben sein. Dabei bietet es eine Bildschirmauflösung von 1280 x 600 Pixeln.Die Akkukapazität soll laut Toshiba mit einem Standard-Akku bei etwa 4,5 Stunden liegen, mit einem optional erhältlichen Zusatz-Akku sogar bei 14 Stunden.Als Betriebssystem setzt Toshiba auf Windows ME und bietet zum Anschluss an die Außenwelt zwei USB-Ports, einen PC-Card-Slot (Typ II), einen i-Link-Anschluss (FireWire) und einen Mini-RGB-Ausgang, der für Präsentationen verwendet werden kann. Auch Bluetooth-Fähigkeiten soll das Gerät mitbringen.Apple hat eine neue Version des Consumernotebooks iBook vorgestellt. Die neuen Gehäuse sind nicht mehr farbig, dafür sind die Geräte aber dünner und preiswerter als ihre Vorgänger. Apple-CEO Steve Jobs zeigte das nun in einem strahlend weißen Gehäuse verpackte Gerät, das an das Titanium G4 PowerBook erinnert, auf einer Pressekonferenz.Das mit einem 500-MHz-PowerPC-G3-Prozessor ausgestattete iBook wiegt 2,2 kg und damit rund ein Kilo weniger als das alte iBook und ist 3,3 cm hoch. Die Displaydiagonale misst zwar immer noch 12,1 Zoll, doch kann das neue Apple iBook darauf statt 800 x 600 Pixel nun 1024 x 768 Pixel darstellen. Als Grafikchip wird der ATI RAGE Mobility 128 mit 8 MB SDRAM und AGP 2X Support verwendet.

In den USA soll das Notebook in der dritten Mai-Woche in verschiedenen Ausstattungsvarianten erhältlich sein. Allerdings unterscheiden sich die einzelnen Modelle nur hinsichtlich Speicherausstattung und dem optischen Laufwerk.Optional sind zusätzliche 64 oder 128 MB RAM, ein DVD-ROM-/CD-RW-Kombinations-Laufwerk, eine 20-GB-Festplatte, eine AirPort-Karte und eine AirPort-Basistation als Ausstattung erhältlich. Auf der Unterseite des Notebooks gibt eine grüne Diodenskala den Ladezustand des Akkus an. Neben den üblichen USB-, RGB- und Video-Output-Anschlüssen verfügen die neuen Apple-Notebooks über einen Firewireanschluss. Das Gerät läuft mit seinem 42-Watt-Lithium-Ionen-Akku nach Apple-Angaben bis zu fünf Stunden.Nachdem Traxdata mit der mStation einen Festplatten-MP3-Player fürs Auto im Programm hat, folgt nun mit der mStation Pocket eine portable MP3-Lösung. Mit einer 10-GB-Festplatte bietet die mStation Pocket ausreichend Speicher für die heimische Musik- oder Hörspielkollektion.

Nun erhältlich: mStation Pocket Die Menüführung der 14 cm hohen, 12 cm breiten, 2,3 cm tiefen und 364 Gramm leichten mStation Pocket soll der von der mStation fürs Auto gleichen. Auf ihrem Display zeigt sie ebenso Informationen aus ID3-Tags über den jeweiligen Song und Interpreten an.Mit Hilfe eines USB-fähigen PCs und der mitgelieferten Software Real Juke Box Plus lässt sich die Festplatte der mStation Pocket bespielen. Mit im Lieferumfang enthalten sind Kopfhörer, ein Adapterkabel für die Stereoanlage, eine Tragetasche, ein Akku mit einer Laufzeit von ca. sechs bis sieben Stunden, ein Netzteil für den Stromanschluss, eine Fernbedienung, ein USB-Kabel sowie die Windows-Treibersoftware.Mit einem empfohlenen Verkaufspreis von 1.199,- DM liegt die ab sofort erhältliche mStation Pocket preislich derzeit allerdings deutlich über der vergleichbaren Konkurrenz.Die taiwanesische Firma Ohfish bringt das gleichnamige Handy-Modul Ohfish V51 mit Dual-Band-Technik nun nach Deutschland, um einen Palm V oder Vx um Telefonfunktionen zu erweitern.Ohfish V51 mit Palm Vx Verbindung nimmt das Ohfish V51 über die untere Anschlussleiste mit dem Palm-PDA auf und kommuniziert so mit dem elektronischen Organizer, sobald die Treiber-Software installiert ist. Dann ruft man etwa zum Telefonieren einen beliebigen Eintrag aus dem Palm-Adressbuch auf oder versendet eine SMS an eine Handy-Nummer.

Das Modul besitzt einen Lautsprecher mit Mikrofon und unterstützt außer den normalen Telefonfunktionen auch den SMS-Versand sowie den Daten-Zugang ins Internet. Dazu soll dem Paket entsprechende Internet-Software beiliegen. Allerdings steht noch nicht fest, welche das sein wird. Außerdem gehört ein Headset zum Lieferumfang des Geräts.Ohfish V51 Das 117 mm dünne und 135 Gramm leichte Modul soll einen Li-Ionen-Akku enthalten, zu dem derzeit weder eine Stand-By-Zeit bekannt ist noch feststeht, wie lange man damit telefonieren kann. Zum Arbeiten mit dem Palm-PDA lässt sich das Gerät während eines Gesprächs von dem Ohfish-Modul lösen, ohne dass die Verbindung unterbrochen wird.Das Handy-Modul Ohfish V51 soll Ende Mai in Deutschland für die Palm-V-Serie und das baugleiche IBM Workpad c3 zum Preis von 1.248,- DM erhältlich sein. Über ein Software-Update soll sich das Modul später auch um GPRS-Funktionen erweitern lassen.In den USA zeigte HandEra (ehemals TRG), einer der kleineren Hersteller von PalmOS-Geräten, jetzt mit dem HandEra 330 einen neuen PDA mit Metallgehäuse, der sowohl Compact-Flash-Karten vom Typ I und II als auch SD-Cards aufnimmt. Zu den weiteren Besonderheiten gehören ein erweitertes Display und ein Jog-Dial, was eine einhändige Steuerung des Geräts ermöglichen soll.

HandEra 330 Der HandEra 330 verwendet ein überarbeitetes PalmOS 3.5, das den direkten Zugriff auf Dateien auf Compact-Flash- und SD-Cards ermöglicht. Außerdem lässt sich nur bei dem HandEra-Modell der Graffiti-Bereich ausblenden, was damit eine größere Displayfläche liefert. Sobald PalmOS 4.0 verfügbar ist, will der Hersteller ein überarbeitetes Update auf die neue Version anbieten.Beim Display entschied sich der Hersteller für einen monochromen TouchScreen mit einer Auflösung von 240 x 320 Bildpunkten, die man aber nur erreicht, wenn der Graffiti-Bereich ausgeblendet ist. Um eine gute Hintergrundbeleuchtung für das Display mit 16 Graustufen zu bieten, entschied sich der Hersteller für eine blau-grüne Beleuchtung. Ohne weitere Zusatz-Applikation lässt sich der Bildschirm-Inhalt drehen, was jedoch nicht mit allen Applikationen funktioniert. Zur leichteren Steuerung von Applikationen besitzt der HandEra zudem ein Jog-Dial, wie vom Sony Clié bekannt.In der übrigen Ausstattung gleicht der HandEra vergleichbaren PalmOS-PDAs: Er besitzt 8 MByte RAM, 2 MByte Flash-ROM und rechnet mit einem 33 MHz schnellen Dragonball-Prozessor. Auch eine Infrarot-Schnittstelle, einen Lautsprecher und sogar ein Mikrofon enthält der PDA.

Eine weitere Besonderheit des HandEra 330 findet sich in der Art der Stromversorgung: Mit vier AAA-Batterien verlangt das Gerät doppelt so viele Batterien wie vergleichbare PalmOS-PDAs. Das soll dem neuen HandEra-PDA eine längere Laufzeit bescheren als etwa seinem Vorgänger und ermöglicht somit einen sinnvolleren Einsatz des stromhungrigen MicroDrives von IBM, das in den Compact-Flash-Slot des HandEra 330 passt. Denn mit der höheren Batterieleistung soll sich die Mini-Festplatte länger mobil betreiben lassen. Mit Batterien soll das Gerät knapp 170 Gramm wiegen. Alternativ kann man auch einen Li-Ionen-Akku einsetzen, womit der PDA auf ein Gewicht von knapp 155 Gramm kommt.HandEra 330 Auch die Software-Ausstattung liegt beim HandEra 330 über dem Üblichen: So gehört Quickoffice von Cutting Edge mit zum Lieferumfang, womit man Excel- und Word-Dateien mit dem PDA bearbeiten kann. Auch ein Backup-Programm fehlt nicht, um die Palm-Daten unterwegs auf ein Speichermedium zu sichern. Ansonsten kennt der HandEra-PDA alle üblichen PalmOS-Anwendungen, wie Kalender, Adressen, Aufgaben und Merkzettel. Eine Windows-Software zur Datensynchronisation mit Microsoft Outlook gehört mit zum Lieferumfang.

Erstmals hat HandEra mit dem aktuellen Modell ein eigenes Design entworfen. Dem bisher einzigen PalmOS-PDA von HandEra, dem TRG Pro, diente noch ein Palm-III-Gehäuse als Vorlage. Jetzt entwickelte HandEra ein komplett neues Gehäuse. Da der neue HandEra - wie schon der TRG Pro - die gleiche Schnittstelle wie der Palm III besitzt, lässt sich sämtliches Palm-III-Zubehör damit verwenden.In den USA soll der HandEra 330 ab Ende Juni zum Preis von 350,- US-Dollar in den Regalen stehen. Wann das Gerät nach Deutschland kommt, ist derzeit nicht bekannt.Der Notebook-Hersteller Dell vereinbarte mit Microtest, dass zukünftig allen Notebooks der Inspiron-Serie die Software Virtual CD beiliegt. Das Programm stellt virtuelle CD-Laufwerke bereit, so dass man auch ohne CD-Laufwerk auf seine Lieblings-Scheiben zugreifen kann.Ab sofort sollen alle Inspiron-Notebooks, die in Deutschland, Österreich und der Schweiz verkauft werden, Virtual CD in der aktuellen Version 3.0 enthalten. Mit Virtual CD können bis zu 23 virtuelle CD-ROM-Laufwerke auf einem Windows-System eingerichtet werden, die für den Anwender wie ganz normale CD-Laufwerke erscheinen. An Stelle von CDs verwenden die virtuellen Laufwerke 1:1-Kopien der CDs, die zuvor auf Festplatte abgelegt wurden.

Das erspart bei Notebooks den Anschluss externer CD-Laufwerke, wenn es nur darum geht, auf die eigene CD-Sammlung zuzugreifen. Außerdem kann die Laufzeit der Inspiron-Notebooks erhöht werden, indem der dann freie CD-ROM-Schacht einen Zusatz-Akku aufnimmt. Zudem umgeht man so lästige Diskwechsel, etwa bei Nachschlagewerken, die aus mehreren CDs bestehen. Virtual CD unterstützt das Anlegen der CD-Images mit einem Assistenten, der auf Wunsch auch eine starke Datenkompression vornimmt.Die Fujitsu PC Corporation (FPC) hat in den USA mit dem Stylistic 3500 einen neuen, mobilen High-Performance-Computer vorgestellt. Der auf Standard-PC-Komponenten basierende Stift-PC soll sich auch als Desktop-Ersatz eignen.Der Stift-PC Stylistic 3500 besitzt ein 10,4"-TFT-SVGA-Outdoor-Display, das auch bei Sonnenlicht passabel lesbar sein soll. Alternativ liefert Fujitsu aber auch einen normalen XGA-"Indoor-only"-Bildschirm.Ausgestattet ist der Stylistic 3500 mit einem 500-MHz-Celeron-Prozessor, einer 15-GByte-Festplatte und satten 256 MByte Speicher. Das Gewicht des Gerätes liegt bei knapp 1,5 kg, der Lithium-Ionen-Akku soll vier Stunden durchhalten.

Den Anschluss an seine Umgebung findet der Stylistic über ein eingebautes 56K-V.90-Modem oder den integrierten 10/100-Base-TX-Ethernet-Adapter. Zudem steht ein PC-Card-Slot zur Verfügung. Außerdem bietet Fujitsu vier verschiedene Docking-Stations an. Das Angebot reicht von einem "Mini-Dock", über ein "High-Usage-Dock" und eine Cradle in Form einer Wandhalterung bis zum portablen Port-Replikator.Als Betriebssystem stehen Windows 98 Second Edition und Windows 2000 Professional bzw. Windows NT 4.0 Workstation zur Auswahl. Das Gerät soll weltweit durch Partner der Fujitsu Corporation zum Preis von 3.899,- DM erhältlich sein und richtet sich in erster Linie an Unternehmen.NEC hat jetzt in den USA zwei ultraportable Notebooks vorgestellt, die mit kombinierten Stromsparmechanismen eine Akkulaufzeit von bis zu acht Stunden bieten sollen. Dabei setzt NEC auf Transmetas stromsparende Crusoe-CPUs.

Die neuen ultraportablen Notebooks namens NEC Versa DayLite und Versa UltraLite wiegen unter 1,5 kg und kommen mit einem Lithium-Polymer-Akku in Kombination mit einem Lithium-Ionen-Akku, Stromsparmechnismen und Transmetas stromsparendem Crusoe-Prozessor daher.Das NEC Versa DayLite bietet zwei externe Laufwerke, einen 600-MHz-Transmeta-Crusoe-Prozessor und ein reflektierendes 10,4"-TFT-SVGA-LCD-Display, das mit Tageslicht beleuchtet wird. So soll das Notebook eine Akkulaufzeit von bis zu acht Stunden erreichen.Auch das NEC Versa UltraLite basiert auf einem 600-MHz-Transmeta-Crusoe-Prozessor. Setzt aber auf ein normales, Hintergrund beleuchtetes 10,4"-TFT-XGA-Display. Die Akkulaufzeit soll hier bei etwa fünf Stunden liegen.Der Preis für das Versa DayLite bzw. das Versa UltraLite liegen bei einer Standardausstattung mit 600-MHz-Crusoe-Prozessor, 10,4"-Display, 128 MByte, 20-GByte-Festplatte, Windows 2000 Professional sowie einem USB-CD-ROM und Diskettenlaufwerk bei 2.299,- bis 2.499,- US-Dollar.Motorola stellte jetzt einen Handy-Prototypen vor, der nicht größer als eine Kreditkarte und damit nach Unternehmensangaben das kleinste Handy der Welt ist. Das 47 Gramm leichte Handy misst nur 86 mm x 54 mm x 5 mm und passt damit wirklich in jede Tasche.

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Akku FUJITSU ESPRIMO Mobile U9200

Der Sony Clié PEG-S300 lässt sich als erster in Deutschland verkaufter PDA über den Memory Stick erweitern und ihm steht bei der Applikations-Steuerung ein Jog-Dial (Drehrad) zur Seite. Allerdings will Sony den PalmOS-PDA vorerst nicht in deutscher Sprache anbieten.Clié PEG-S300 Zaghaft betritt Sony mit seinem Sony Clié auch den deutschen Markt: Allerdings bewirbt Sony den Clié PEG-S300 hier zu Lande kaum, weil das Gerät kein deutschsprachiges, sondern nur ein englischsprachiges PalmOS enthält. Als Begründung muss das neue PalmOS 4.0 herhalten: Sony wartet, bis diese Betriebssystem-Version im Clié eingesetzt werden kann; eine Lokalisierung der alten Version lohne sich nicht.Der Clié fällt durch sein eigenwilliges Äußeres auf und setzt sich damit von der übrigen PalmOS-Konkurrenz ab. Das Gehäuse wirkt nicht nur schmaler, sondern ist es auch. Dafür besitzt der PDA auch ein geringfügig kleineres Display als die Konkurrenz - sowohl in der Breite als auch in der Höhe. Aber auch "innere Werte" zeichnen den Sony-PDA aus: so besitzt er als erster PalmOS-PDAs einen Jog-Dial und einen Slot für den Sony-eigenen Memory Stick.

Jog-Dial am Clié Ãœber das an der linken Seite befindliche Jog-Dial lassen sich leicht mit nur einer Hand Applikationen aus dem Programmstarter ausführen, auch wenn diese nicht auf einer der vier Hardware-Tasten liegen: Denn ein Dreh mit dem Jog-Dial öffnet ein Popup-Fenster, das alle Applikationen der aktuellen Rubrik anzeigt. Drückt man vorher das Rädchen, wechselt man zwischen den einzelnen Kategorien, wie vom Häuschen-Symbol unter PalmOS bekannt.Aber auch in anderen Standard-Palm-Programmen funktioniert das Jog-Dial: So lassen sich Einträge in der Aufgabenliste, im Merkzettel oder im Adressbuch auswählen und im Kalender wechselt man so die Ansicht oder springt einen Tag weiter. Sony hat alle mitgelieferten Programme, die das Jog-Dial unterstützen, im Programmstarter mit einem Kreis gekennzeichnet.Der 120 Gramm leichte Clié besitzt zudem einen Slot für die Sony-eigenen Memory Sticks, die jedoch in keinen anderen PalmOS-PDA passen. Eine spezielle LED am PDA zeigt an, wenn auf den Memory Stick gelesen oder geschrieben wird. Befindet sich kein Memory Stick im Slot, kann mangels Schmutz-Abdeckung leider leicht Staub oder Dreck in den Slot geraten.

Clié mit Memory Stick Da Sony noch das PalmOS 3.5 verwendet, funktioniert das Ausführen von Applikationen vom Memory Stick nicht so wie gewohnt. Applikationen erscheinen nicht wie beim Palm m500 innerhalb des Programmstarters vom PalmOS, sondern müssen mit einer speziellen Software erst in den Speicher kopiert werden. Daher eignet sich der Memory Stick also nur für Daten und Programme, die man nicht so häufig benötigt. Eine direkte Installation über den Palm Desktop auf den Memory Stick ist nicht möglich. Man muss die Daten also immer erst wie gewohnt auf den PalmOS-PDA installieren und die Daten dann manuell auf die Speicherkarte verschieben.PEG-S300 mit Memory Stick Zum Dateimanagement liegen zwei Programme bei: Das eine trägt den Namen MS Gate (MS steht hier für Memory Stick) und kopiert oder verschiebt Daten und Programme zwischen dem Gerätespeicher und dem Memory Stick. Außerdem lassen sich nur so Daten vom Memory Stick löschen. Mit MSAutorun bringt man einen Memory Stick dazu, ein Programm automatisch zu starten oder Daten zu kopieren, sobald die Karte in den PDA gesteckt wird.

Ähnlich wie bei der SD-Card der m500-Reihe von Palm soll der Memory Stick in Zukunft auch zusätzliche Hardware-Funktionen wie MP3-Player, Bluetooth-Funktionen und Ähnliches ermöglichen, entsprechende Module sind derzeit aber nur angekündigt.Zu der weiteren Hardware-Ausstattung zählen ein 20-MHz-Dragonball-Prozessor, 8 MByte RAM und ein monochromer Touchscreen. Ferner besitzt der Clié einen 2-MByte-Flash-ROM-Speicher, so dass man Betriebssystem-Updates ausführen kann. Die Hintergrundbeleuchtung des Bildschirms arbeitet nicht wie bei vielen aktuellen PalmOS-PDAs im invertierten Modus, sondern geschieht so, wie es in den ersten Palm-Modellen üblich war. Das erleichtert das Lesen unter widrigen Lichtverhältnissen und zeigt nicht erst bei totaler Dunkelheit seine Wirkung.Da Sony den Clié als Multimedia-PDA lanciert, dürfen entsprechende Bild- und Video-Programme nicht fehlen: GMedia zeigt Videos der Formate MPEG, AVI und QuickTime, nachdem diese auf dem Desktop in ein passendes Palm-Format konvertiert wurden und PG Pocket kümmert sich um nicht bewegte Bilder. Allerdings bereitet das Betrachten von Bildern und Videos auf einem monochromen Schirm nur wenig Vergnügen.

PEG-S300 in Dockingstation Die Stromversorgung übernimmt ein integrierter Lithium-Ionen-Akku, der über ein mitgeliefertes Netzteil aufgeladen wird. Anders als die Akku-betriebenen Geräte von Palm oder Handspring lässt sich der Sony-PDA vorbildlicherweise auch direkt über das Netzteil aufladen. Bei Reisen muss man also keine sperrige Dockingstation mitnehmen, um den PDA mit Strom zu versorgen. Außerdem lässt sich der Akku bei Bedarf leicht austauschen, denn das Akku-Fach wird nur von einer Schraube gesichert - auch hier ist Sony der Konkurrenz von Palm und Handspring um einiges voraus. Bleibt nur ein kleiner Wermutstropfen: Da sich die Lade-LED in der Dockingstation befindet, erkennt man ohne diese nicht, wann der Akku geladen ist. Mit voller Energiezelle soll der PDA bei einer Nutzung von rund 30 Minuten täglich zwei Wochen durchhalten.

Allerdings hatte Sony nicht immer ein glückliches Händchen: Steckt der PDA in der Ledertasche, kann man ihn leider nicht mehr auf die Dockingstation setzen. Das Gerät muss immer erst aus der Tasche befreit werden. Außerdem verpasste Sony dem Clié eine selbstentwickelte Schnittstelle, so dass sich viele Hardware-Erweiterungen für die PalmOS-Plattform derzeit nicht mit dem Sony-PDA vertragen.Der englischsprachige Sony Clié PEG-S300 kostet 799,- DM und enthält eine USB-Dockingstation, ein Lade-Netzteil, eine Software-CD und eine gedruckte deutschsprachige Anleitung, die die Clié-typischen Funktionen, nicht aber die PalmOS-Funktionen erklärt. Außerdem liegt ein Memory Stick mit einer Speicherkapazität von 8 MByte dem Karton bei. Zusätzlich zum HotSync-Manager 3.1 legt Sony die Synchonisations-Software TrueSync bei, womit sich die Palm-Daten auch mit Outlook in den Versionen 98 und 2000 sowie mit dem Lotus Organizer der Versionen 5.0, 6.0 oder 98 abgleichen lassen. Wer die Software mit einem deutschsprachigen Outlook verwenden will, sollte unbedingt einen von Sony bereitgestellten Patch aus dem Internet herunterladen.

Der Sony Clié PEG-S300 zeigt den Konkurrenten Palm und Handspring, was zu einem Akku-betriebenen PDA dazugehört: Ein Netzteil, das man direkt ans Gerät anschließen kann, womit man nicht mehr zur Mitnahme der Dockingstation oder zum Kauf von Zubehör gezwungen ist. Auch der Jog-Dial ist eine hübsche Idee, den man an anderen PDAs schnell vermisst.Mit dem Clié entwickelte Sony ein solides, durchdachtes Gerät, das sich im PalmOS-Umfeld behaupten kann. Allerdings wird das jetzige Modell in Deutschland kaum für große Verbreitung sorgen, weil es eben kein lokalisiertes Betriebssystem besitzt. Vielleicht ändert sich das ja, wenn Sony ein Gerät mit Farb-Display auf den Markt bringt, was noch für dieses Jahr geplant ist.Der PowerNavigator für den Palm V umfasst einen GPS-Empfänger von Talon Technology sowie die Routenplaner-Software PowerRoute für Palm, die ebenfalls von GData stammt. Zudem gehört Zubehör zum Einbau in einen PKW mit zum Paket. Der Lieferumfang entspricht damit dem Set für die Serie III von Palm.

Da Palm die Serie V mit einer anderen Schnittstelle als die Organizer der IIIer-Reihe ausgestattet hat, muss Zusatz-Zubehör jeweils auf die entsprechenden Serien zugeschnitten sein. So besitzt der GPS-Empfänger für den Palm V eine andere Schnittstelle als der schon länger erhältliche GPS-Empfänger für den Palm III.Der PowerNavigator enthält zur Stromversorgung einen eigenen Akku und soll mit angeschlossenem PDA nur knapp 300 Gramm wiegen.Der PowerNavigator für den Palm V soll ab Mitte Juni zum Preis von 899,- DM erhältlich sein und kostet damit 100,- DM mehr als die IIIer-Variante. Der Palm-PDA sollte dabei mindestens mit PalmOS 3.3 ausgestattet sein.Samsung hat die Notebook-Modellreihe NV 5000 erneuert. Der NV 5700 und der NV 5600 warten mit einem 700-MHz-Intel-Mobile-Pentium-III-Prozessor (alternativ Mobile Pentium III 600 MHz), mindestens 64 MByte Arbeitsspeicher (maximal 320 MByte) und dem S3-Savage-IX-Grafikchip mit 8 MByte Video-Memory.Durch die geringen Gehäuseabmessungen von 273 x 227 mm gibt es nur ein 12,1-Zoll-TFT-Display, das aber mit einer Auflösung von 1.024 x 768 Bildpunkten arbeitet. Je nach Wunsch wird das Gerät mit 10 oder 20 GByte Festplattengröße ausgeliefert. Durch die Möglichkeit, einen zweiten optionalen Lithium-Ionen-Akku zu nutzen, sind nach Herstellerangaben bis zu fünf Stunden mobiler Einsatz möglich.

Eine mobile Dockingstation, die zur Grundausstattung des NV 5000 gehört, bietet dem Anwender bei voller Mobilität den Funktionsumfang eines Desktop-PCs. So wurde neben den üblichen Standardschnittstellen auch ein TV-Out-Ausgang integriert. In den zwei Erweiterungsschächten können wahlweise ein Disketten-Laufwerk oder ein ZIP- sowie ein DVD-, CDROM- oder ein CD-RW-Laufwerk betrieben werden. Die Laufwerke können während des Betriebes getauscht werden. Das Notebook ist mit einem V.90-Modem und einem 10/100-BaseT-Ethernet-Anschluss ausgestattet.Das Gerät verfügt über einen integrierten MP3-Player sowie einen Voice-Recorder, die auch bei ausgeschaltetem Notebook genutzt werden können. Zum Lieferumfang gehört deshalb auch ein Kopfhörer mit Fernbedienung. Als weiteres Zubehör befindet sich eine CCD-Digitalkamera im Lieferumfang. Als Betriebssystem stehen Windows ME und Windows 2000 zur Auswahl. Für das Abspielen von DVDs wird ein Software-Player mitgeliefert ebenso wie Software zum Betrieb der CCD-Kamera.Die Value-Edition NV 5600 TL ist mit Intel Mobile Pentium III 600, 64 MByte RAM, 10-GByte-Festplatte, Dockingstation, 24xCDROM und 1,44 MByte-FDD, 350K-Pixel-Kamera und einem primären Akku (2,5 h) ausgestattet. Der empfohlene Verkaufspreis beträgt 5.799,- DM.

Das Modell NV 5700 TL ist mit Intel Mobile Pentium III 700, 64 MByte RAM, 10-GByte-Festplatte, Dockingstation, 24xCDROM und 1,44 MByte-FDD, 350K-Pixel-Kamera und einem primären Akku (2,5 h) ausgestattet. Der empfohlene Verkaufspreis beträgt 5.999,- DM.Die High-End-Edition NV 5700 TX ist mit Intel Mobile Pentium III 700, 128 MByte, 20-GByte-Festplatte, Dockingstation, 8xDVD und 1,44 MByte-FDD, 350K-Pixel-Kamera und einem zweiten Hochleistungs-Akku (5 h) ausgestattet. Der empfohlene Verkaufspreis beträgt für dieses Modell 6.799,- DM.Transmeta konnte mit Sharp auch den letzten großen japanischen Notebook-Hersteller für seine Crusoe-Prozessoren gewinnen. Unter dem Namen Mebius PC-SX1-H1 Notebook PC will Sharp in Japan ein entsprechendes Gerät mit zehn Stunden Akkulaufzeit auf den Markt bringen.Sharps neues Notebook nutzt einen 600-MHz-Crusoe-TM5600-Prozessor und wiegt rund 1,6 kg. Mit einem Standard-Akku soll das Gerät bis zu fünf Stunden durchhalten. Zudem verfügt es über drei USB-Ports, einen Smart Media Card Slot, einen SD Memory Card Slot, IEEE 1394 (FireWire) Interface und ein eingebautes Modem, Netzwerk- und Standard-DB-15-Video-Schnittstelle.Ausgestattet ist das Mebius mit einer 20-GByte-Festplatte, 128 MByte RAM und einem 10,4-Zoll-TFT-Display. Mit vorinstalliertem Windows Me soll es ab 30. Juni vorerst nur in Japan zu haben sein.

Frontpath, eine Tochter von SonicBlue, stellt in den USA ein Linux-Webpad mit Transmeta-Prozessor vor, das auf den Namen ProGear hört und über einen Touchscreen gesteuert wird.ProGear Das ProGear-Webpad treibt ein mit 400 MHz getakteter Transmeta-Prozessor an, dem 64 MByte oder je nach Wunsch 128 MByte Arbeitsspeicher zur Verfügung stehen. Als Betriebssystem kommt Linux mit dem Kernel 2.4x zum Einsatz und zum Internet-Surfen setzt Frontpath auf den Netscape Communicator in der Version 4.74. Webseiten und andere Informationen erscheinen auf einem 10,4-Zoll-TFT-Touchscreen. Die Eingabe von Text geschieht dabei über den Touchscreen entweder über eine Softtastatur oder über eine Handschriften-Erkennung, die von Motorola stammt.Für Multimedia-Funktionen enthält das Gerät eine Soundblaster-kompatible Soundkarte, die entsprechende Kopfhörer- und Mikrofon-Buchsen ansteuert. Als Stromquelle kommt ein Lithium-Ionen-Akku zum Einsatz, der drei Stunden durchhalten soll. Alternativ ist auch ein Akku mit doppelter Kapazität erhältlich, der dann eine Laufzeit von sechs Stunden erreichen soll. Für den Kontakt zur Außenwelt besitzt das Webpad eine Infrarot-Schnittstelle und einen USB-Anschluss. Außerdem lässt sich das Gerät mit PCMCIA-Karten vom Typ 2 bestücken.

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April 25, 2017

Batterie Asus u33j

Enfin, un doute demeure concernant la qualité de l’écran LCD et la technologie employée : TN ou IPS ? Nous attendons le retour du constructeur sur ce point.Lenovo explore de nouvelles conceptions de l’ordinateur personnel avec l’IdeaCentre Horizon, un tout-en-un gratifié d’une logithèque, d’un mobilier et d’accessoires dédiés.Sa position renforcée sur le marché des PC, Lenovo explore de nouveaux facteurs de forme et fait évoluer l’ordinateur personnel dans tous ses états. Son fleuron pour le CES 2013, l’IdeaCentre Horizon.Qualifié de « Table-PC », ce tout-en-un ultra-fin matérialise, au dire de son constructeur, une conception « interpersonnelle » de l’informatique. Ouvert à un large éventail d’usages collaboratifs à en constater sa logithèque optimisée autour du magasin d’applications Lenovo App Shop, le produit vaut tout autant par le mobilier et les accessoires qui peuvent lui être adjoints.Dans une configuration apparentée à un bureau polyvalent, il est question de productivité, mais le clavier et souris sont généreusement mis sous silence au profit de l’interaction tactile, sur un écran de 27 pouces (68 cm) à technologie multitouch (10 points de contact). Aussi, la consommation de contenus reste la fonction principale de ce dernier-né des IdeaCentre, intronisé sous l’égide du « divertissement tactile ».

Si le PC conventionnel évolue dans sa forme, il reste un centre d’action privilégié, comme le suggère Peter Hortensius. Le président du groupe Produits de Lenovo résume : « Plusieurs personnes peuvent dorénavant profiter du même contenu sur le même écran [tout en mêlant] interaction physique et numérique. »Dans cet esprit, l’expérience utilisateur s’articule autour de Windows 8, doublé d’une surcouche « maison », Aura, qui s’active automatiquement lorsque la machine est basculée à l’horizontale. Cette modularité fait écho à la mobilité revendiquée du dispositif, qui dispose d’une batterie. Ce concept, Sony l’a déjà exploré avec la VAIO Tap 20. Lenovo fait la différence en termes de puissance, avec un processeur Intel Core i7 assorti d’une solution graphique Nvidia GeForce, très certainement basse consommation (série M).Parmi les quelques accessoires « sur mesure » inscrits au catalogue des options, on trouve un contrôleur de jeu, des baguettes et des dés électroniques, compatibles avec quelques-uns des 5000 titres issus de l’App Shop. Lenovo s’est attaché le concours de plusieurs studios de développement – citons Electronic Arts – pour explorer toutes les facettes du divertissement.

Convient-il d’entrevoir en cet IdeaCenter Horizon l’avenir de l’informatique personnelle ? À en reconsidérer l’offre logicielle, le matériel pourrait même se révéler une vocation en circuit B2B, en tant que jeu de café, présentoir dynamique ou automate destiné à remplir une fonction bien précise.Lenovo semble entretenir des ambitions en ce sens, comme en témoigne le prototype « Gamma » de 39 pouces de diagonale (99 cm) qui sera présenté dans les allées du CES. C’est un gabarit comparable à celui de la table tactile SUR40, sur laquelle Samsung travaille depuis 2007 avec Microsoft, et qui a trouvé place chez Dassault (aviation), Fujifilm (photographie) ou encore Groupama (assurances), pour un prix conseillé de 9000 euros l’unité.L’Acer Chromebook C710 (Acer C7) est un ordinateur ultraportable économique fonctionnant sous le système d’exploitation Chrome OS de Google. Une machine intéressante, quoique limitée.

Livré à l’origine avec Android 2.1, le smartphone Nexus One de Google va bénéficier de la mise à jour vers Gingerbread (Android 2.3). Mais sans profiter du NFC dont bénéficie son successeur le Nexus S.Les utilisateurs d’un Google/HTC Nexus One n’auront pas à se précipiter sur le Samsung Nexus S pour profiter de la mise à jour vers Android 2.3 Gingerbread (voire la 2.4). Google a en effet annoncé que la tant attendue mise à jour du système était désormais disponible. Une mise à jour « par les air » (OTA pour over the air) devrait donc être proposée dans les jours qui viennent aux détenteurs d’un Nexus One.Fabriqué par HTC pour le compte de Google, le Nexus One a été lancé en janvier 2010. Vitrine technologique de Google et smartphone haut de gamme, le terminal embarquait Android 2.1. La mise à jour vers la Android 2.2 avait déjà permis au téléphone d’évoluer. L’arrivée de Gingerbread va renforcer cette évolution et lui permettre de bénéficier d’une meilleure stabilité grâce au lot de bugs corrigés (comme le redémarrage aléatoire du terminal) et de nouvelles fonctionnalités : meilleure gestion de la batterie, nouvelle interface utilisateur, intégration des fonctions de VoIP (protocole SIP), support élargi des formats multimédia (VP8, AAC, WebM, AMR…). En revanche, étant dépourvu de puce dédiée, le Nexus One aura peu de chance de profiter de la technologie NFC (Near Field Communication).

Technologie de transaction sans contact, le NFC permettra notamment de se servir de son téléphone comme un système de paiement (pouvant remplacer les cartes bancaires), de titre de transport, etc. Faute d’offres du côté des commerçants que de terminaux compatibles du côté constructeurs/opérateurs, le NFC pourrait décoller cette année. Outre le Nexus S, Samsung supporte le NFC à travers son OS mobile Bada 2.0. La technologie est également supportée par le terminal Wave 578 qui constituera le premier terminal NFC du marché français.L’ensemble des constructeurs de smartphones, à commencer par Apple avec l’iPhone 5, prévoient par ailleurs d’intégrer le NFC dans leurs terminaux de nouvelles génération. Selon Jupiter Research, le paiement sans contact devrait atteindre les 30 milliards de dollars en 2012 et 110 milliards en 2014. Si l’adoption de la technologie se confirme, le Nexus One risque, malgré la mise à jour, de devenir rapidement obsolète… comme la plupart des terminaux dépourvus de NFC.Barcelone. – Affluence record. Surface d’exposition de « mobiles » inégalée… Force est de constater que l’édition 2011 du MWC aura reflété les tendances d’une grande année fort prometteuse pour l’industrie des télécoms mobiles. Du moins si le moral d’un secteur d’activité se mesure au succès de son salon de référence…

Grande année oui, mais peut-être pas tant par les annonces de nouveaux produits. Si l’on ne change pas nos mentalités occidentales, il y aura toujours dans chacune des éditions de ce salon au moins une centaine de nouveaux appareils, qui seront toujours plus ergonomiques, toujours plus légers, avec des écrans toujours plus lisibles ou plus grands et des performances vidéo de plus en plus spectaculaires. (cf. articles: ‘Sécurité des smartphones‘ ou encore ‘LiMo 4 à l’assaut de la téléphonie mobile‘). Intéressons-nous plutôt à quelques tendances de fond qui ont été mises en évidence par divers témoignages recueillis cette année.

 

– le formidable potentiel de nouveaux secteurs d’applications verticales, comme la santé, ou les systèmes embarqués au service de la personne; – la nécessité de revoir le modèle économique des opérateurs et fournisseurs de services (quand la demande de performances et de trafic croit si vite à prix final égal, qui est prêt à payer pour quoi ? Et pourquoi les autorités de régulation doivent-elles se faire rappeler à l’ordre par les opérateurs pour jouer leur rôle ?) – toujours côté opérateurs, le développement de la virtualisation et du modèle « cloud » côté usages, et côté architectures techniques l’évolution enfin en marche vers le LTE – la pression mise sur les responsables informatiques d’entreprise par les utilisateurs qui exigent, et c’est nouveau, d’imposer leurs choix d’outils de connectivité – le développement du marché des ‘smartphones‘, et les nouvelles problématiques posées (performance, compatibilité, sécurité, imbrications usage privé – usage professionnel)

Avant de rendre notre badge (exigence de l’organisateur par souci d’une planète plus verte! ), arrêtons-nous un instant sur un des stands du « green mobile« . Et constatons, encore une fois, que nos amis Allemands nous devancent dans la « culture écolo »: à titre d’exemple, la société rhénane Solarworld y présente un chargeur de batterie pour portable, fonctionnant à l’énergie solaire. L’appareil se recharge lui-même en permanence, et délivre via son port USB l’énergie nécessaire à alimenter les batteries des téléphones et smartphones.Devant le stand (modeste) de HP, on constate qu’il y a toujours la foule pour assister à la démonstration en continu de la nouvelle tablette Touchpad (cf. notre article »). Cette tablette est manifestement faite pour celles et ceux qui doivent mener plusieurs activités en parallèle (et ils sont de plus en plus nombreux) : empilements/dépilement d’onglets pour jongler avec de multiples applications simultanées de tous types et avec des interruptions de toutes origines, versatilité des formats de documents et des formats d’échange avec d’autres appareils « amis » comme le téléphone…Dommage que ce type de produit soit encore, par son prix, à ranger dans la catégorie « luxe ». Mais les analystes le promettent: après l’explosion des smartphones (phase actuelle) ce sera le tour des tablettes, dont les prix devraient alors chuter…

Enfin, dans la maison de l’embarqué (« Embedded Mobile House« ) installée dans une cour de la Fira de Barcelone, inquiétons-nous peut-être d’un nouveau Big Brother… Le fondeur de silicium Qualcomm présente sa nouvelle application embarquée destinée aux flottes automobiles… et aux assureurs! La solution s’appuie sur des « retours en temps réel » concernant le comportement du conducteur (vitesse, accélérations, distance parcourue,…). Elle est destinée aux utilisateurs qui choisissent des formules d’assurance personnalisées, non plus du type « Payez pour ce que vous parcourez« , mais « Payez selon la façon dont vous conduisez« . Finie la mutualisation! Mais ne soyons pas totalement négatifs: l’application pourrait également sauver des vies, grâce à ses fonctionnalités d’accidentologie (c’est la voiture qui, seule, peut informer d’un accident ou qui prévient d’un bouchon ou d’un danger). A voir… Si Opera peine à dépasser les 2 % sur le marché mondial des navigateurs (mais plus de 5 % dans son pays natal, la Norvège) malgré ses innovations constantes, sa version mobile bénéficie d’un meilleur accueil. L’éditeur vient d’annoncer qu’Opera a dépassé les 100 millions d’utilisateurs mobiles dans le monde : 90,4 millions utilisant Opera Mini (particulièrement avantageux pour les terminaux à faible bande passante avec la compression à la volée des pages web) et 15 millions surfant sur leur téléphone grâce à Opera Mobile. Un succès notamment issu de la présence d’Opera très tôt sur le marché des mobiles.

Ces 105 millions de mobinautes permettent à Opera Software d’envisager l’avenir à travers le marché très porteur de la téléphonie mobile. « Tous les experts se donnent rendez-vous pour dire que le web mobile va dépasser celui du PC, rappelle Jon von Tetzchner, co-fondateur d’Opera Software. Nous voyons aujourd’hui cette transition. » Et pour le dirigeant, « 100 millions marque le début d’une nouvelle ère pour le web ».

 

L’éditeur compte bien garder l’avantage en multipliant les portages de son application sur les différentes plates-formes du marché, ce qui constitue à la fois une force (l’application n’est pas soumise à un OS mobile) et un inconvénient (il convient de multiplier les développements et supports en conséquence). Opera Software profitera donc du Mobile World Congress 2011 de Barcelone (du 14 au 17 février) pour présenter les nouvelles versions d’Opera Mini sur Android, iPhone/iPad, J2ME, BlackBerry et Symbian (il ne manque guère que HP Palm WebOS). Opera Mobile fera pour sa part son entrée sur les environnements Android et Symbian dans sa nouvelle mouture.

« Nous voulons que notre navigateur ait une influence significative sur les usages, commente Jon von Tetzchner. C’est une des raisons pour lesquelles nous utilisons des énergies renouvelables principalement pour alimenter les serveurs d’Opera Mini [chargés de compresser les contenus, NDLR]. C’est pourquoi nous le rendons léger, de sorte que vous n’avez pas à recharger votre batterie au bout de quelques heures. C’est pourquoi Opera Mini et Opera Mobile peuvent aider les opérateurs à réduire la bande passante qui encombre leurs réseaux. Un navigateur n’a peut-être jamais changé le monde, mais nous ne cesserons jamais d’essayer. » Des intentions belles comme un nouveau navigateur.Une annonce « historique » selon Dell. Toutes les gammes de stations, PC, portables changent. Avec, entre autres, l’intégration, pionnière, des processeurs Intel Sandy Bridge. Et la préannonce d’une tablette format iPad (10″) sous Windows 7

En fanfare, à San Francisco, Dell a officialisé ce 8 février au soir « un renouvellement de gamme massif« (…), un rafraichissement, qui compte parmi l’un des plus importants de l’histoire de Dell » (sic!).Comme révélé en début de semaine (cf. article ‘Intel reprend la livraison partielle de ses chips corrigés; Dell anticipe‘), Dell a choisi d’être parmi les tout premiers sinon le premier à proposer des PC de bureau et des PC de loisirs dotés du nouveau processeur Sandy Bridge d’Intel – quitte à assumer certains risques. Pour rappel, ce nouveau processeur a vu sa distribution retardée puis partiellement relancée, à la suite d’une alerte sur des éventualités de dysfonctionnement de certains chipsets dans certaines configurations ou utilisations… – des éventualités reconnues par Intel, qui a prévu la logistique de rappel pour remplacement. Selon diverses sources crédibles, 8 millions d’unités de ces chipsets auraient déjà été livrées sur le marché. Intel n’a pas caché qu’il a repris leur livraison à la demande -sous la pression ? – de « certains constructeurs« .

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Batterie ASUS UL50AT

Le constructeur Acer vient de présenter en France son nouveau Chromebook, le C710, lequel est accessible au prix de 249 euros TTC.Rappelons qu’un Chromebook est un PC conçu pour fonctionner sous Google Chrome OS, un système d’exploitation centré sur les applications web (accessibles en ou hors ligne) et les services cloud, de Google pour l’essentiel. Cette offre s’architecture autour d’un noyau Linux et du navigateur web Chrome.L’Acer C7 est une machine animée par un processeur Intel Celeron 847 bicÅ“ur cadencé à 1,1 GHz, épaulé par 2 Go de mémoire vive et un disque dur de 320 Go. L’affichage s’effectue sur un écran de 11,6 pouces (agrémenté d’une webcam HD), pour une résolution de 1366 x 768 points.À noter, une connectique soignée : 3 ports USB 2.0, des sorties HDMI et VGA, une prise combo entrée/sortie audio, un connecteur Ethernet Gigabit et un lecteur de cartes mémoire SD/MMC. Le tout affiche des dimensions (28,5 x 20,2 x 2,7 cm) et un poids (1,38 kg) mesurés, quoique perfectibles. Sur le papier, voilà donc un excellent netbook Chrome OS.

Passons maintenant aux points négatifs : le C710 propose un maximum de 4 heures d’autonomie, ce qui est peu pour une machine à vocation nomade. De plus, si un module Wifi 802.11n est de la partie, l’absence d’une carte 3G (même optionnelle) se fait remarquer.Enfin, que dire du prix de cet ultraportable, facturé en France 249 euros TTC, alors qu’il est disponible outre-Atlantique pour 199 dollars HT (soit environ 180 euros TTC).Notez qu’une seconde version de l’Acer C7 proposera 4 Go de RAM, 500 Go de disque dur et une meilleure batterie (mais toujours pas de module 3G). Elle sera livrée au prix de 299 euros TTC.Malgré les errements tarifaires de Google, l’Acer C7 reste le moins coûteux des notebooks Chrome OS en France. Et pour cause, puisque c’est le seul disponible dans notre contrée. Il remplace en effet tous les modèles d’ancienne génération précédemment vendus.

Le Chromebook ARM de Samsung, plus léger et plus autonome, ainsi que le Chromebook Samsung 550, plus haut de gamme, manquent encore et toujours à l’appel au catalogue français de Google. Dommage…ZTE entend frapper un grand coup sur le secteur des Android haut de gamme avec le Nubia Z5, un smartphone quadri cÅ“ur super fin au prix agressif.ZTE vient d’officialiser l’annonce du Nubia Z5. Evoqué à l’occasion d’une conférence de presse donnée en Chine en octobre dernier, le Z5 introduit une nouvelle série, plutôt haut de gamme, du constructeur chinois.Même si le Nubia n’est pas sans rappeler les Lumia de Nokia de part son nom et le marché visé, c’est bien sous Android, Jelly Bean 4.1.1, qu’opère ce nouveau smartphone à l’écran OGS (One Glass Solution) des plus généreux avec ses 5 pouces en full HD (1920×1080 pixels) pour 443 points par pouce (ppp).Le reste du nouveau smartphone de ZTE est à l’avenant : processeur quadri cÅ“ur Snapdragon S4 Pro 1,5 GHz de Qualcomm (APQ8064), 2 Go de mémoire vive et 32 Go de mémoire de stockage; appareil photo de 13 mégapixels et capteur frontal de 2 mpx. Du haut de gamme, assurément.

Qui plus est dans un encombrement des plus discrets. L’épaisseur du Z5 ne dépasserait pas les 7,6 millimètres (si l’on oublie l’embonpoint de l’objectif de l’appareil photo) pour 138 mm de haut et 68,8 mm de large dans une coque uniforme en aluminium. Le tout pour 126 grammes avec sa batterie de 2300 mAh. Il embarque évidemment Wifi, Bluetooth, GPS et NFC mais ne semble pas taillé pour la 4G. Seul le HSPA+ semble de mise.Le Nubia Z5 débarquera sur le marché dès janvier, en Chine dans un premier temps, au prix de 3456 yuans, soit autour de 420 euros. Un tarif agressif en regard de la configuration proposée qui pourrait accélérer la conquête du marché par ZTE pourtant déjà classé quatrième au niveau mondial. Il devra néanmoins compter avec l’appêtit de son homologue Huawei qui vise pour sa part la troisième place du podium. Dans tous les cas, l’actuel numéro 1 Samsung est en ligne de mire.En parallèle, ZTE profitera du Consumer Electronics Show (CES) 2013 de Las Vegas pour présenter, le 8 janvier prochain, le Grand S. Un smartphone aux caractéristiques assez proches de celles du Nubia Z5 (écran 5 pouces, quadri cÅ“ur, extra fin…). Le Grand S, l’autre nom du Nubia Z5 ?

A quoi pourra bien servir la découverte d’un nouvel état magnétique de la matière ? Au stockage des données, aux batteries et, peut-être, aux communications.Le quantum spin liquid (QSL), un nouvel état magnétique de la matière, a été théorisé en 1987. Mais personne n’avait réussi à en trouver. Selon un article publié dans la revue scientifique Nature, les chercheurs du MIT Massachusetts Institute of Technology) ont travailler 10 mois sur un morceau de métal herbertsmithite pour le découvrir et en confirmer ainsi l’existence de cet état magnétique inédit.Le phénomène physique du magnétisme est connu depuis l’antiquité. Cet état de la matière, appelé ferromagnétisme, que l’on retrouve dans les magnets et les compas, est décrit scientifiquement comme comme étant l’alignement de la charge (spin) des électrons dans une seule direction. L’objet magnétisé présente donc deux pôles.

Un second état de ce phénomène a été découvert plus récemment : l’antiferromagnétisme. Dans cet état, les électrons pointent chacun dans le sens opposé de celui de son voisin, et ainsi de suite. La matière affiche ainsi un magnétisme à 0 (zéro). En informatique, les têtes des disques durs, sensibles au magnétisme, sont composées d’une combinaison des deux matières.Voici que les chercheurs du MIT viennent de découvrir un nouvel état de la matière, le QSL ou quantum spin liquid. Le matériau QSL découvert est un cristal solide dont les électrons affichent une orientation (magnétique) fluctuante à chaque fois qu’ils sont à proximité d’autres électrons… L’état magnétique interne est dans un état dit de flux constant. Les électrons ne peuvent rester en place, c’est l’effet quantum.C’est en analysant la structure de l’herbertsmithite, un matériau soupçonné de contenir du QSL mais qui n’avait encore jamais été étudié, soumis à un faisceau d’électrons, que les chercheurs ont pu confirmer son état de QSL, et ainsi découvrir physiquement la présence de ce nouvel état de la matière.

Comment ce nouvel état magnétique de la matière pourrait-il affecter notre monde ? Les chercheurs qui s’intéressent au QSL n’est savent rien. Tout juste pensent-ils qu’il pourrait être exploité pour le stockage de données, très friand de phénomènes magnétiques, ou encore dans les communications via le phénomène d’enchevêtrement longue portée.En Europe, certains chercheurs y voient un avenir dans les batteries, soit pour alimenter de très petits objets (devices) ou pour conserver de l’énergie plus efficacement que dans les batteries lihium-ion. Ils y voient une matière adaptée à l’atomique ou au subatomique, c’est à dire là où les règles de la mécanique traditionnelle, les lois de Newton par exemple, ne s’appliquent plus. Une dernière voie de recherche pourrait porter sur la supraconductivité à très grande température, par exemple pour assurer la conductivité en dessous de -200°…Le Wi-Drive est un étonnant petit périphérique sans fil, qui permettra aux terminaux mobiles de disposer d’une capacité de stockage complémentaire. Mais aussi aux PC, via quelques astuces que nous vous dévoilons en exclusivité.

Le Wi-Drive de Kingston Technology est un produit original. Ce disque externe est en effet un périphérique autonome, tel un NAS, mais accessible principalement en Wifi et fonctionnant sur batterie. Il est dédié aux terminaux mobiles : smartphones et tablettes.La société augmente aujourd’hui la capacité maximale de son "microNAS”, ce qui permet de proposer les trois modèles suivants :Les prix ont été relevés chez RAM Shopping, Kingston ne vendant plus ces produits en direct. Ils ne sont donc qu’indicatifs.Certes, le Wi-Drive est plus onéreux qu’un SSD, mais il se montre à peine plus volumineux (12,2 x 6,2 x 1 cm) qu’un disque dur 2,5 pouces, tout en proposant du stockage en réseau (Wifi 802.11g/n) et une fonction hotspot, bien utile pour pouvoir continuer à accéder au web. Le tout avec quatre heures d’autonomie.Des applications natives sont proposées pour les machines mobiles Apple (iPhone et iPad), les terminaux mobiles Android et les tablettes d’Amazon. Attention toutefois, car quelques limites sont présentes : un maximum de 3 utilisateurs simultanés et pas d’utilisation en sans-fil depuis un PC… à priori (voir plus bas).

Une prise USB 2.0 permet de recharger l’appareil et d’y écrire des données. Les débits ne sont toutefois pas folichons : entre 7 Mo/s et 8 Mo/s. Il ne faut donc pas oublier que le Wi-Drive n’est pas conçu pour des PC. Il faut le voir comme un disque dur externe pour terminaux mobiles, lesquels pourront utiliser ou streamer son contenu (photos, musique, vidéos).En creusant un peu, nous nous sommes aperçus que cet outil est plein de possibilités cachées. Depuis un PC, la connexion en Wifi est possible, mode passerelle Internet inclus.En vous connectant à l’adresse http://192.168.200.254/ vous pourrez accéder au contenu du disque interne du Wi-Drive et dans http://192.168.200.254/config/ à la configuration du périphérique.Mieux, nous avons découvert qu’une connexion en WebDav à l’adresse du serveur web du Wi-Drive permet de le monter comme un disque réseau (sans fil)… sans qu’il soit nécessaire d’installer un quelconque client.Attention toutefois, car des soucis ont été rencontrés avec le client WebDav de Windows 7, comme l’impossibilité d’envoyer et de récupérer des fichiers de grande taille (plusieurs dizaines de mégaoctets).

D’autres clients que celui intégré à Windows 7 semblent connaitre moins de soucis (c’est le cas de DAV Explorer, par exemple). Un sujet qui sera à creuser plus avant donc, mais qui ne semble pas insoluble, car il n’est pas lié à la configuration interne du Wi-Drive. En tout état de cause les applications natives Android/iOS sont exemptes de ce défaut.Chose sûre, le Wi-Drive est très ouvert. Ceci est d’autant plus vrai qu’un SDK est livré sous licence open source. Au cÅ“ur du Wi-Drive nous trouvons un composant tout-en-un Realtek RTL8196C comprenant une puce RISC MIPS, animée par un OS s’appuyant sur un noyau Linux 2.6.30.Il est difficile d’en trouver toutes les caractéristiques, mais il semblerait que ce composant soit cadencé à 400 MHz et qu’il propose au moins 2 Mo de Flash et 16 Mo de SDRAM. Le tout avec un module sans fil 802.11n à 150 Mb/s. De quoi imaginer plein de solutions réseau alternatives.Comme tout serveur qui se respecte, le Wi-Drive dispose de mises à jour logicielles. La dernière en date facilite l’utilisation du périphérique depuis un navigateur (en utilisant l’adresse http://192.168.200.254/). Vous la trouverez ici.

Contrairement à ce que le nom du fichier et les indications de l’outil de mise à jour supposent, aucun CD-Rom n’est créé ou requis. La procédure vise bien à mettre à jour le Wi-Drive, en direct. Connectez-le en USB à votre ordinateur, lancez l’outil de mise à jour, attendez (non, l’application n’est pas bloquée) et la mise à jour sera effective après quelques minutes.Dernier point : à la racine de la mémoire du Wi-Drive se trouvent des fichiers de configuration. Si par erreur vous veniez à les effacer, pas d’inquiétude : un simple redémarrage de l’unité de stockage et tout sera rentré dans l’ordre.Design réussi, puissance au rendez-vous, tarif très concurrentiel, l’Android Nexus 4 de LG n’est cependant pas exempt de petits défauts.Nos confrères de Gizmodo.fr ont eu l’opportunité de tester le Nexus 4 de Google fabriqué par LG. Un terminal qui a ravi la rédaction… surtout pour son prix.Rappelons en effet que le Nexus 4 est proposé à 299 euros dans sa version 8 Go et 349 euros la version 16 Go là où un iPhone 5 se négocie 679 euros et près de 500 un Galaxy S3. La comparaison n’est pas gratuite. Avec son processeur Qualcomm Snapdragon S4 Pro quadri cÅ“ur cadencés à 1.5 GHz et ses 2 Go de mémoire vive, le Nexus 4 en a dans le ventre.

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Laptop Akku Acer Aspire 9800

Der Touchscreen arbeitet kapazitiv, eine leichte Berührung mit dem Finger genügt, um ihn zu bedienen. Dafür funktioniert er nicht mit Handschuhen und nur wenige Stifte arbeiten mit kapazitiven Touchscreens. Neben dem Display befinden sich drei Android-typische Sensortasten für Zurück, Menü und den Hauptbildschirm. Der Knopf fürs Suchen fehlt. Echte Knöpfe gibt es auf der rechten Seite, wenn das Gerät hochkant gehalten wird, beziehungsweise oben, wenn es im Querformat gehalten wird, für das Ein- und Ausschalten, die 5-Megapixel-Kamera und die Lautstärke. Dell hat neben der hinteren Kamera auch eine VGA-Kamera vorn eingebaut, die nur für Videochatprogramme gedacht ist. Die Kamera schnitt im Test nicht sehr gut ab. Die Bilder sind von weit schlechterer Qualität als beim iPhone 4. Da helfen auch die kleinen LEDs als Blitzlicht nichts. Der Lautsprecher befindet sich hinten am Gerät und ist ab mittlerer Lautstärke schon so stark verzerrt, dass es keinen Spaß macht, damit etwas anzuhören. Kopfhörer sind zum Musikhören also Pflicht.

Dafür gibt es einen 3-poligen Headsetanschluss (3,5 mm, Klinke). Der Headsetanschluss hat einen großen Nachteil: Im Hochkantformat steht er seitlich hervor, was unangenehm ist und langfristig vermutlich entweder die Buchse oder den Stecker beschädigt.Der Dockanschluss ist vor allem für die Synchronisation von Daten wichtig. Dell verwendet hier einen PDMI-Anschluss, der noch nicht besonders weit verbreitet ist. Er ähnelt dem iPhone-Dock-Stecker und bietet mehr als nur eine reine USB-Verbindung. Per USB meldet sich das Streak auf Wunsch als Wechseldatenträger beim Betriebssystem an. Über das Dock ist auch eine Videoausgabe möglich, allerdings hatten wir dieses Zubehörteil nicht.Alles andere befindet sich hinter einem Deckel. Dabei ist die Akkudeckel-Verankerung Dell nicht gut gelungen. Wer den Deckel nicht exakt einsetzt, muss damit rechnen, dass er sich löst. Einen hörbaren Klick zur Verankerung gibt es leider nicht.

Mit der Konstruktion des Akkudeckels musste Dell Kompromisse eingehen, die nicht ideal sind. Der Micro-SDHC-Slot ist beispielsweise nicht bei aktivem Betriebssystem auswechselbar. Zwar kann die Karte ohne Entfernen des Akkus entnommen werden, aber ohne Deckel geht das Streak einfach aus. Die Option im Betriebssystem für das sichere Entfernen von Micro-SD-Karten ist damit eigentlich sinnlos. Dell legt dem Streak gleich eine 16 GByte fassende Micro-SDHC-Karte bei. Für das Tauschen der SIM-Karte (normale Größe, 2. Generation), muss auch der Akku ausgebaut werden, was aber fix geht.Wer das Gerät das erste Mal anschaltet, wird von einem aufgeräumten und großen Startbildschirm begrüßt. In der Standardeinstellung gibt es insgesamt vier Startbildschirme, zwischen denen sich der Nutzer mit einer Wischgeste bewegen kann. Wer will, kann die Bildschirme auf sechs erweitern. Das ist mehr als genug Platz, um dort allerhand Anwendungen unterzubringen. Dazu gehören praktische Widgets wie die von Facebook oder Twitter, die auf einem typischen Smartphonedisplay stören würden, hier aber wegen der vergleichsweise enormen Größe des Displays gut platziert sind. Widgets oder Verknüpfungen werden auf den Startbildschirm gelegt, indem länger mit dem Finger auf einer Stelle verweilt wird. Entfernt werden sie, indem länger auf sie gedrückt wird und sie dann über die Menütaste gelöscht werden. Das Entfernen funktioniert also anders als bei typischen Android-Smartphones.

Auf der virtuellen Tastatur tippt es sich sehr gut - zumindest wenn vorrangig englisch geschrieben wird. Tasten für deutsche Umlaute fehlen beim Streak, obwohl genug Platz wäre. Smartphones mit echten Tastaturen besitzen hingegen häufig eigene Tasten für Umlaute. Da das Streak versucht, Wörter zu erkennen und vorzuschlagen, geht das Schreiben dennoch meist schnell, sofern nicht der erste oder zweite Buchstabe eines Wortes ein Umlaut ist. Praktisch ist der Nummernblock.Obwohl die virtuelle Tastatur groß ist, ist sie nicht multitouchfähig. So muss immer zuerst die Umschalttaste gedrückt werden und dann der Buchstabe - beides gleichzeitig geht nicht.USB-Anschluss mit dem Streak USB-Anschluss mit dem Streak Dass es anders geht, zeigt der Browser: Hier kann mit einer Spreizgeste mit zwei Fingern hineingezoomt werden. In der Regel ist das Display aber so groß, dass auf Zoomen verzichtet werden kann. Schade: Ein Doppeltipp auf den Inhalt eines Browserfensters wird nicht unterstützt. Die Fotoanwendung unterstützt Multitouch ebenfalls, aber ausgerechnet bei der Multitouch-Vorzeige-App Google Maps geht das nicht. Diese Inkonsistenz verwirrt.

Wer will, kann die meisten Anwendungen auch hochkant nutzen. Beim Test hatten wir aber selten das Bedürfnis und hielten das Streak in typischer Tabletlage. Dabei kann es passieren, dass der Nutzer die Sensortasten an der rechten Seite versehentlich berührt. Das Streak unterstützt eine Hochkant- und eine Querformat-Lage - beim Nexus One sind es zwei Querformat-Lagen, es kann im Querformat um 180 Grad gedreht werden.Dell hat Android deutlich auf das Streak optimiert. Das dürfte der Grund sein, warum nur die Version 1.6 installiert ist. Aktuell ist Android in der Version 2.2. Vermutlich hat Dell mit dieser Version die Entwicklung begonnen und es dann zur Marktreife gebracht. Zu den Optimierungen gehört die anklickbare Statusleiste am oberen Displayrand. Normalerweise öffnet sich bei Android-Smartphones dort nur der Benachrichtigungsbereich. Beim Streak sind auf der linken Seite der Statusleiste mit einem Klick alle Anwendungen in einer Übersicht vorhanden. Wie Anwendungen auf dem Streak organisiert werden, ist für den Android-Nutzer neu. Die Anwendungsübersicht ist zum Beispiel zweigeteilt. In der ersten Leiste lassen sich sieben Anwendungen unterbringen, die praktisch von überall aufgerufen werden können. Erst darunter kann auf Wunsch die gesamte Übersicht eingeblendet werden, durch die dann gegebenenfalls gescrollt werden muss. Das wirkt sehr durchdacht und zeigt, was ein Entwickler mit Android alles tun kann. Allerdings ist die Gesamtübersicht nicht rubriziert oder anderweitig unterteilt. Wer viele Anwendungen hat, muss sich durch die alphabetische Liste kämpfen. Zum Glück kann der Anwender die sechs Startbildschirme für seine eigene Ordnung nutzen.

Die Startbildschirme und zuletzt verwendete Anwendungen in der Übersicht Die Startbildschirme und zuletzt verwendete Anwendungen in der Übersicht Die Übersicht der Startbildschirme ist entweder zugänglich, indem der Nutzer über den Bildschirm nach links oder rechts wischt, oder einen weiteren Knopf in der Statusleiste drückt. Auch längeres Drücken der Home-Taste ruft die Übersicht auf. In diesem Popup lassen sich die Bildschirme erweitern oder reduzieren. Außerdem sind die zuletzt verwendeten Anwendungen sichtbar.In der Statusleiste finden sich zudem ein Menü für die Verbindung mit einem Rechner, Nachrichten über Updates sowie ein Popup für Alarm, Flugmodus und diverse drahtlose Verbindungen. Ganz rechts befindet sich noch die Uhrzeit samt Datum, der Bereich der Statusleiste ist allerdings nicht anklickbar. Es wäre schön, wenn die Alarmeinstellungen darüber erreichbar wären, statt sie bei den Netzeinstellungen unterzubringen. Die Startbildschirme funktionieren nur im Querformat.Im Querformat fällt zudem auf, dass Popups nur einen Teil des Bildschirms nutzen, so dass der Anwender unnötig scrollen muss. Sie schließen sich zudem nicht automatisch, wenn der Anwender etwa auf ein Anwendungs-Icon des Startbildschirms klickt, er muss erst die Statusleiste an der entsprechenden Stelle antippen. Im Hochformat muss zwar seltener gescrollt werden, dafür fehlen Uhrzeit und Datum in der Statusleiste. Android-Smartphones zeigen normalerweise zumindest die Zeit im Hochformat in der Statusleiste.

Insgesamt wirkt die Statusleiste gut durchdacht. Die Vorteile liegen auf der Hand, der Anwender kann von jeder Anwendung aus direkt auf die einzelnen Startbildschirme, weitere Anwendungen oder auch die Einstellungen für die Funkeinheiten zugreifen. Dabei ist es egal, ob das Gerät im Hoch- oder Querformat bedient wird. Der Umweg über die Home-Taste entfällt. Schade ist allerdings, dass die Übersicht der zuletzt verwendeten Anwendungen nicht benutzt werden kann, um Programme zu beenden.Probleme waren selten. Einmal verhakte sich das Betriebssystem so sehr, dass das Streak neu gestartet werden musste. Zudem fiel der Browser durch Instabilität auf, was für ein Android-Smartphone ungewöhnlich ist.Durch das alte Android 1.6 ruckeln Inhalte beim Scrollen manchmal. Das Betriebssystem und die Anwendungen reagierten aber immer schön schnell. Mit der Android-Version 1.6 hat sich Dell weitere Nachteile eingehandelt. Vor allem dann, wenn Anwendungen ein aktuelles Android voraussetzen. Google Earth lässt sich somit nicht auf dem Streak installieren. Das ist schade, denn gerade mit dem großen Display würde diese Anwendung Spaß machen. Dasselbe gilt für Firefox für Android: Der Fennec-Browser in der Version 2 braucht mindestens Android 2.0.

Ein Update auf eine höhere Android-Version komme, verspricht Dell, will sich aber weder auf einen Erscheinungstermin noch auf eine Versionsnummer festlegen. Wer unbedingt Android 2.x braucht, muss sich gedulden.Durch den Einsatz von Android 1.6 fehlen dem Tablet einige Funktionen. Dazu gehören Tethering, die Möglichkeit, einen Access Point zu betreiben, Unterstützung für Flash und animierte Hintergrundbilder. Flash-Unterstützung kündigt Dell für die Zukunft explizit an. Eine Exchange-Unterstützung gibt es beim Streak nur über die Anwendung Touchdown, die allerdings nur als Testversion installiert ist.Hier und da zeigte sich bei Anwendungen, dass sie nicht an das sehr große Display von Android angepasst worden waren. Das ist nicht unbedingt Dells Schuld, zeigt aber, welche Probleme mit ungewöhnlichen Auflösungen zu erwarten sind. Der Käufer eines Streak muss einfach damit rechnen, dass entweder einzelne Bedienelemente absurd groß sind oder Leerräume existieren.

Bei Opera Mini wird das Mehr an Platz vor allem für größere Icons verschwendet. Wetter.Info, Android Lightsaber, Currency Converter, Bubble Popper gehören zu den Programmen, die nicht den gesamten Bildschirm ausfüllen. Manchmal funktioniert eine Anwendung zwar, sieht aber sehr hässlich aus. Bei Classic Jewels und Newsroom sind zum Beispiel die Ebenen verschoben. Beides sind Anwendungen, die für die Hochkantlage optimiert wurden.Manchmal gibt es Probleme, weil es keinen Fünf-Wege-Ball gibt oder die Suchtaste fehlt. Anwendungen, die darauf setzen, sind dann nicht bedienbar. Dazu gehört Solitaire.Ein Fehler im Android Market sorgt dafür, dass im Hochformat keine Scrollfunktionen funktionieren. Wer also im Hochformat die Liste mit neuen Applikationen durchstöbern will, muss das Gerät im Querformat benutzen. Im Hochformat wird immer nur eine Bildschirmseite angezeigt. Dieser Fehler ist besonders lästig, wenn der Nutzer bereits im Querformat viel gescrollt hat und das Gerät versehentlich so hält, dass die Software in den Hochformatmodus wechselt. Dann springt die Software zum Beginn der Liste - und der Nutzer muss von vorne mit dem Scrollen beginnen.

Als Tablet hat das Dell Streak eine angenehme Form und Größe, doch das Telefonieren mit dem Gerät ist eine seltsame Erfahrung. Der Nutzer hält ein regelrechtes Monster an sein Ohr und überlegt unweigerlich, wie lächerlich er damit für andere aussehen mag. Erinnerungen an Nokias Totally Sidetalkin' werden wach, ganz so schlimm ist es allerdings nicht.Dells Streak im Vergleich zu einem 1-Euro-Stück Dells Streak im Vergleich zu einem 1-Euro-Stück Das Wählen von Rufnummern mutet eigenartig an, denn die Tasten sind absurd groß für den typischen Smartphonenutzer, das gilt übrigens auch für den Taschenrechner. Außerdem ist der Startbildschirm irritierenderweise immer zunächst im Querformat, erst wenn die Telefon-App gestartet wird, dreht sich der Bildschirminhalt ins Hochformat. Dieser Wechsel geht aber immerhin schnell. Zudem muss der Anwender relativ laut ins Streak sprechen, sonst kommt beim Gegenüber nur abgehackter Ton an. Spaß macht das Telefonieren mit dem Gerät nicht.Dells Streak ist bereits im Handel verfügbar. Die Kombination aus Smartphone und Tablet kostet ohne Vertrag und ohne SIM- oder Netlock etwa 600 Euro. Dell legt eine 16-GByte-Micro-SD-Karte bei, eine kleine Schutztasche, ein In-Ohr-Headset, ein USB-Kabel und ein USB-Netzteil. Beim Netzteil kann der Stecker ausgetauscht werden. Unserem Testgerät lagen ein zweipoliger Eurostecker (Typ C) und der britische Stecker Typ G bei.

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Akku DELL H7XW1

Die Tastatur ist viel mehr als nur eine Tastatur. Sie funktioniert wie ein Trackpad am Laptop. Surft man etwa auf die n-tv.de-App, lässt sich mit einem Wisch übers Tastenfeld durch den Text scrollen. Das ist ein cooles Feature, das Spaß macht und einen großen Vorteil hat: Man kommt nicht mehr versehentlich auf Links zu anderen Webseiten. Außerdem lassen sich alle Tasten mit einem Shortcut belegen, etwa das B für den Browser. Hält man die Taste gedrückt, startet das gewünschte Programm. So effizient ist sonst kein Smartphone auf dem Markt.Königsdisziplin der Tastatur ist aber natürlich das Tippen. Das ist erstmal gewöhnungsbedürftig, vor allem dann, wenn man die Alt-Taste mitdrücken muss, um dem Gerät einen Großbuchstaben zu entlocken. Aber innerhalb von Tagen kommt man immer besser damit zurecht. Die Tasten sind allerdings deutlich kleiner als auf dem bisherigen Blackberry-Flaggschiff, dem "Passport", und damit für Leute mit großen Händen eher unkomfortabel. Mit ein bisschen Übung schafft es manch einer vielleicht sogar, schneller als auf der virtuellen Tastatur zu tippen. Die entspricht dem Keyboard aus dem hauseigenen Betriebssystem Blackberry 10 und ist hervorragend. Sie punktet mit cleverer Worterkennung und Swipe-Gesten zur Wortvervollständigung und macht das ein bisschen eleganter als andere Android-Brüder.Apropos Android. Auf dem Priv läuft noch immer die Version 5.1.1, Android 6.0 soll es aber bald geben. Mit ein paar Features haben die Kanadier das Google-Betriebssystem aufgepeppt. Allen voran gilt das für den "Hub" - das ist eine Nachrichtenzentrale, in der sich alle Nachrichten sammeln sollen. SMS, WhatsApp, Facebook, E-Mail-Adressen und Anrufbenachrichtigungen tummeln sich dort. Das ist eine geniale Idee, zumal der Hub von überall erreichbar ist. Blackberry hat ihn in die Google-Now-Funktion integriert, sodass er immer nur einen Wisch entfernt ist. So ist man immer mindestens einen Schritt schneller als auf einem anderen Android-Gerät.

Ähnlich verhält es sich mit dem "Productivity Tab". Dabei handelt es sich um eine Kurzvorschau auf die letzten E-Mails, Termine und andere Benachrichtigungen. Diesen Tab kann man ebenfalls von überall mit einem Wisch nach rechts (oder links, je nach Einstellung) aufrufen. Wer viele Termine hat, viele Mails und andere Nachrichten bekommt, für den dürfte dies eine Wohltat sein.Interessant für alle, die sich um ihre Daten sorgen, ist die dritte große Software-Innovation: die App "Dtek". Diese zeigt an, wie oft und wann Apps wie Facebook, Google Maps und alle anderen auf persönliche Daten zugreifen. Verhindern kann man das allerdings nicht. Eine entsprechende Einstellung soll es erst mit der kommenden Android-Version geben.Das alles sind coole Tricks - ein Dauerläufer ist das Blackberry Priv aber leider nicht. Das Arbeitstempo ist zwar flott, dafür saugt der Hexacore-Prozessor Snapdragon 808 den stattlichen Akku mit 3400 Milliamperestunden für gewöhnlich in einem Tag leer. Ärgerlich ist, dass sich trotzdem gelegentlich Mikroruckler einstellen, zum Beispiel bei Games wie Asphalt 8. Aber dieses Telefon ist sowieso nichts für Zocker, sondern für alle, die ihr Büro in der Manteltasche verschwinden lassen wollen. Telefonieren kann man mit dem Teil auch, dabei blieb die Gesprächsqualität in Testgesprächen etwa hinter dem Blackberry Z10 zurück. Auch der Lautsprecher des Phones ist zwar in Ordnung, aber bei weitem nicht so gut wie die Stereo-Speaker des Blackberry Z30.

Auch Videos sehen sehr gut aus. Zeitlupenaufnahmen macht die Kamera allerdings nur mit 60 Bildern pro Sekunde, da liegen unter anderem iPhone 6s und Nexus 6P mit 240 fps vorne. Dafür ist die Lumia-Kamera richtig schnell. Nach einem Druck auf den Auslöser ist sie fast umgehend schussbereit und auch beim Fokussieren lässt sie nichts anbrennen. Selfie-Freunde und Videochatter werden außerdem ihre Freude an der 5-Megapixel-Frontkamera haben, die mit Blende f/2.4 ebenfalls mit recht wenig Licht auskommt.Direkt neben der Frontkamera sitzt noch eine weitere kleine Kamera, die mit Hilfe eines Infrarot-Lichts auf der anderen Seite des Microsoft-Logos die Augen des Nutzers scannt. Über diese Windows-Hello-Funktion kann der Besitzer das Gerät entsperren, ohne eine PIN eingeben zu müssen. Grundsätzlich funktioniert dies auch in der auf dem 950 XL genutzten Beta, allerdings noch mit größeren Einschränkungen. Der Iris-Scan ist langsam und man muss die Augen sehr nah vor das Gerät halten. Das sieht nicht besonders elegant aus und eine Zeitersparnis bringt die Funktion so nicht. Außerdem gibt das Lumia gelegentlich das Display auch frei, wenn nach Fehlversuchen eigentlich die PIN-Eingabe gefordert ist. Schließlich nervt, dass das Gerät auch bei Benachrichtigungen oder Anrufen die Nutzer-Augen sucht. Da muss Microsoft noch nachjustieren.

Nicht nur Hello, große Teile von Windows 10 Mobile befinden sich noch im Beta-Status. Offiziell ist das Betriebssystem gar nicht fertig, die neuen Lumias werden mit einer speziellen Vorab-Version ausgeliefert. Sie neigt hie und da noch zu Hängern, einmal führte das Testgerät während eines Telefonats auch einen Neustart durch. Alles nicht schlimm, Updates sind unterwegs, die finale Version von Windows 10 Mobile nicht weitUmsteiger von Windows Phone werden vielleicht überrascht sein, dass sich optisch nicht viel geändert hat. Was ein einheitliches Windows 10 für alle Plattformen bedeutet, sieht man erst dann richtig deutlich, wenn das Lumia über Microsofts Display-Dock mit einem Monitor oder Fernseher verbunden wird und zum PC wird. Schließt man zusätzlich Maus und Tastatur per USB an das kleine Metallkästchen an, kann man grundsätzlich wie an einem normalen Desktop-Computer arbeiten. Das Lumia selbst dient dabei auf Wunsch als Touchpad und Tastatur, kann aber auch unabhängig weitergenutzt werden.

Die Möglichkeiten der Continuum genannten Funktion sind aber noch beschränkt, nur angepasste "universelle" Apps sind im Start-Menü auf dem angeschlossenen Monitor aktiv. Das sind bisher überwiegend Microsofts Anwendungen und wenige Schnellstarter wie 1Password, Baconit oder auch n-tv. Außerdem sind die Office-Anwendungen leicht abgespeckt. Das Lumia 950 XL ist dabei kräftig genug, um flüssiges Arbeiten zu gewährleisten, Ruckler oder gar Päuschen legte der Continuum-PC im Test nicht ein. Besonders flott arbeitet der Edge-Browser. Praktisch: Während das Lumia am Dock hängt, wird es geladen.Das 109 Euro teure Display Dock gibt's für frühe Käufer eines Lumia 950 XL gratis - allerdings nur solange der Vorrat reicht. Aktuell ist das Gerät manchmal im Microsoft Store vorrätig, manchmal nicht. Kunden bleibt nichts anderes übrig, als es nach der Registrierung über die vorinstallierte Lumia-Offers-App immer wieder zu versuchen. Alternativ können auch drahtlose Miracast-Adapter von Drittanbietern verwendet werden. Das Lumia 950 XL alleine kostet rund 700 Euro.

Unterm Strich ist Microsoft ein tolles Smartphone gelungen, das die Herzen von Fans höher schlagen lässt. Sie bekommen alles, was Windows 10 Mobile aktuell zu bieten hat und können auch in Zukunft an der Entwicklung des Betriebssystems teilhaben. Aber auch andere Nutzer könnten Gefallen am Lumia 950 XL finden, vor allem an der großartigen Kamera und dem wunderschönen Display. Sie müssten allerdings nach wie vor Einschränkungen beim App-Angebot akzeptieren. So lange Windows 10 und Windows 8 gemeinsam keine 20 Prozent Marktanteil haben, sind für Entwickler auch universelle Apps noch nicht attraktiv genug, um hier eine schnelle Änderung zu erwarten. Wirklicher Mangel herrscht aber im Microsoft Store nicht.Kann das iPad Pro einen Laptop ersetzen? Ist es einfach nur ein riesiges Tablet oder vielleicht sogar die Zukunft des Computers? n-tv.de hat getestet, was das Gerät kann, was es außergewöhnlich macht und für wen es vielleicht interessant ist.Das iPad Pro ist nicht nur ein bisschen größer als Apples andere Tablets, es ist riesig. Sein 12,9-Zoll-Display entspricht im Hochformat etwa zwei iPad-Air-Bildschirmen im Querformat. Wuchtig wirkt das Gerät deshalb aber nicht, was vor allem daran liegt, dass es mit 6,9 Millimetern für seine Größe extrem dünn ist. Dazu ist der Rahmen um das Display fast so schmal wie beim iPad Air.

Das große Display ist eine Augenweide. Es bietet die gleiche Pixeldichte wie der Bildschirm des iPad Air und kann ebenso hell leuchten. Auch bei Farben und Kontrasten hat Apple das hohe Niveau halten können. Die Spezialisten von "DisplayMate" bewerten das größere Display sogar noch ein bisschen besser. Getoppt wird es allerdings noch von den Bildschirmen des iPad mini 4 und des Surface Pro 4.Auch unter dem gigantischen Retina-Display hat Apple bei seinem 13-Zöller geklotzt und nicht gekleckert. Das Tablet wird vom hauseigenen Chip A9X angetrieben, der nochmal deutlich schneller als der A8X des iPad Air 2 rechnet, grafisch soll das große iPad sogar doppelt so stark sein wie das 10-Zoll-Tablet. Außerdem verfügt das Pro über 4 Gigabyte Arbeitsspeicher. Im Geekbench-Vergleich reicht das für enorme 3200 Punkte pro Kern. Im Team-Work kommen die beiden A9X-Kerne auf über 5400 Punkte, was andere Tablets kaum mit acht Kernen schaffen. Und was die Grafik betrifft: Das iPad Pro lässt hier sogar das MacBook Pro alt aussehen.

So ausgestattet bewältigt es den Alltag natürlich völlig problemlos. Das Gerät zeigt aber auch bei den aufwändigsten Spielen oder sehr anspruchsvollen Grafik-Programmen nicht die geringste Schwäche. Wie leistungsfähig das iPad Pro ist, lässt sich erahnen, wenn man sieht, wie mühelos es ohne Verzögerungen 4K-Videos in iMovie verarbeitet. Der Akku hält dabei allerdings nicht ganz so lange durch wie beim iPad Air 2, vor allem bei hoher Display-Helligkeit sinkt die Anzeige rascher als beim kleineren Tablet. Die von einigen Pro-Nutzern monierten Abstürze während oder nach dem Ladevorgang wurden beim Testgerät bisher nicht festgestellt.Eine weitere Besonderheit von Apples Tablet-Gigant sind die vier Stereo-Lautsprecher in den Stirnseiten. Sie bieten einen für mobile Geräte außergewöhnlich guten Klang mit viel Volumen und schön definierten Höhen und Mitten. Die Lautsprecher liefern sogar einen hörbaren Bass. Gut gelöst: Egal wie der Nutzer das iPad Pro dreht, sind immer die unteren Speaker für die Tiefen zuständig, die oberen konzentrieren sich auf die höheren Töne. So sind unter anderem bei Filmen Dialoge deutlich besser zu verstehen. Das Soundsystem des Tablets imponiert außerdem durch eine gewaltige Lautstärke.

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Batteria per PC portatile Asus G73JW

Tra gli annunci di quella giornata ha destato molto stupore trovare anche una nuova generazione di iPad con Retina Display, a dispetto del debutto avvenuto lo scorso mese di Marzo. Apple ha optato per un allineamento nel debutto delle nuove versioni di iPhone e iPad, potendo così implementare per entrambe le linee di prodotti tecnologie molto simili pur con le opportune differenze dettate dall'essere prodotti non uno alternativo all'altro. Ed ecco quindi il debutto di nuovi iPad con Retina Display, che per semplicità indicheremo come iPad 4: Apple ha scelto di rimuovere il suffisso numerico dai propri prodotti ma il suo utilizzo si rende indispensabile in questa analisi per meglio guidare tra le caratteristiche di questi prodotti.

Ad una prima analisi esterna iPad 3 e iPad 4 paiono essere identici: solo il connettore Lightining adottato nel nuovo modello permette di distinguerlo dalla proposta di precedente generazione. Nel passaggio da iPad 2 a iPad 3 il confronto esterno non permetteva di cogliere significative differenze ma al momento dell'accensione dello schermo la novità rappresentata dal Retina Display appariva in modo chiaro a differenziare tra di loro le due proposte. In questo caso così non è, in quanto iPad 4 mutua dal modello 3 lo schermo Retina che non cambia per specifiche tecniche.Nella tabella seguente abbiamo riassunto le caratteristiche tecniche del nuovo iPad con display Retina a confronto con il modello che sostituisce, presentato ufficialmente lo scorso mese di Marzo.La differenza sostanziale è data dal nuovo chip, indicato con il nome di A6X e derivato per architettura da quello A6 implementato da Apple nello smartphone iPhone 5 di recente introduzione sul mercato. Mutuato dal nuovo iPhone è anche il connettore Lightning, che prende il posto di quello a 30 pin adottato da Apple per tutte le precedenti generazioni di tablet iPad oltre che per le precedenti serie di prodotti sino ai primi iPod. Non mancano migliorie anche dal versante Wi-Fi, compatibile con lo standard 802.11n a 2,4GHz e 5GHz sempre al pari di iPhone 5, mentre un importante upgrade è stato rivolto alla fotocamera frontale che passa dai 0,3 Mpixel sino a 1,2 Mpixel, adeguandosi allo standard HD.

L'analisi di queste pagine verterà principalmente sulla verifica di quei componenti che Apple ha aggiornato nella nuova versione di iPad con Retina display, andando a sincerarsi che quanto non è stato modificato sia rimasto realmente tale.L'ultimo IFA di Berlino, tenutosi all'inizio del mese di settembre nella capitale tedesca è stata l'occasione per molte realtà dell'ambito tecnologico per metter in mostra le proprie novità per la fine di questo 2012 e l'inizio del prossimo 2013. Una delle compagnie più attive, in particolare nel settore della tecnologia mobile e degli smartphone è, come del resto da un po' di tempo a questa pare, la coreana Samsung che, grazie a un evento appositamente dedicato e programmato lo scorso 29 Agosto, ha annunciato il proprio nuovo phablet: Galaxy Note II.Evoluzione del primo Galaxy Note, capostipite della nuova famiglia di dispositivi a metà strada tra uno smartphone e un tablet, il nuovo Note II riprende gran parte delle caratteristiche fisiche e tecniche del suo predecessore ma, allo stesso tempo, ne migliora molti particolari. Come anche il suo fratello maggiore (solo per età), Galaxy Note II fa delle dimensioni del display la propria caratteristica principale aumentando, ancora, seppur di poco le dimensioni dello stesso rispetto al predecessore.

La scheda tecnica annovera, come possibile immaginare, una serie di caratteristiche assolutamente da top di gamma e, come già accaduto in occasione del primo Note, supera, almeno sulla carta anche il top di gamma dell'azienda coreana per quanto riguarda gli smarphone dalle misure più convenzionali, ovvero Galaxy S III.Come anticipato il display della soluzione diventa ancora più grande e raggiunge i 5,5 pollici anche se, grazie al rapporto prospettico in 16:9, la larghezza complessiva della soluzione resta pressochè identica a quella del primo Note. La risoluzione passa a 1280x720 pixel per via del differente rapporto prospettico mentre resta la stessa la tecnologia con cui è realizzato il pannello in dote. Come vedremo nell'analisi del display si tratta infatti ancora di un Super AMOLED HD.Il processore in dote è un quad-core, lo stesso presente all'interno di Galaxy S III ma operante a una frequenza massima leggermente più alta, 1,6 GHz contro gli 1,4 di Galaxy S III. La memoria RAM raddoppia rispetto a Galaxy Note e raggiunge così il quantitativo di 2 GB mentre la memoria interna da 16 GB resta ancora comunque espandibile tramite schede di memoria microSD.

Lo scorso febbraio, in occasione dell'ultimo Mobile World Congress di Barcellona, LG Electronics è stata indubbiamente uno dei produttori più attivi per quanto riguarda le novità presentate. Il colosso coreano ha infatti introdotto in una sola occasione la nuova serie L composta da tre dispositivi (L3, L5, L7), il nuovo Optimus 3D Maxx, evoluzione del primo Optimus 3D, il phablet Optimus Vu e il primo terminale quad-core della nuova gamma, ovvero Optimus 4X HD.Una serie di nuovi dispositivi molto ricca quindi, differenziata sia per tipologia di soluzioni che per il prezzo delle stesse. Si parte infatti dai nuovi terminali della L series che coprono fascia bassa, media e medio-alta del mercato per arrivare ai più avanzati 3D Maxx, Vu e 4X HD che costituiscono l'attuale fascia alta del mercato per quanto riguarda la compagnia orientale.L'oggetto della recensione odierna è proprio uno dei tre terminali di fascia alta di LG, forse quello che, almeno sulla carta, dovrebbe essere il più prestante. Parliamo ovviamente di LG Optimus 4X HD, evoluzione, sia per inserimento in gamma che per caratteristiche tecniche del primo Optimus Dual, annunciato lo scorso anno proprio in occasione della kermesse catalana ma sin da subito afflitto da troppi problemi per poter raggiungere il successo che i vertici LG avrebbero sperato.

Il nuovo LG Optimus 4X HD si affida ancora una volta ad NVIDIA per quanto riguarda il SoC che ne costituisce il motore. Questa volta però ci troviamo di fronte all'ultimo Tegra 3, dotato di una potenza di calcolo decisamente superiore. Molte altre sono le differenze rispetto ad Optimus Dual, ma ci stiamo del resto riferendo a due soluzioni di generazioni differenti e, come sappiamo, l'evoluzione tecnologica tra una generazione e quella successiva è sicuramente notevole.La sfida di LG con questo Optimus 4X HD è quindi quella di cercare di migliorare i risultati ottenuti con il vecchio Optimus Dual e riscattare la delusione derivata da quest'ultimo.Asus sceglie Milano quale cornice di debutto di PadFone 2, la seconda generazione di piattaforma composta da uno smartphone Android che può essere integrato all'interno di uno chassis tablet da 10 pollici. Non cambia il modello d'uso rispetto alla prima generazione di PadFone presentata lo scorso mese di Febbraio: troviamo quindi uno smartphone Android con display da 4,7 pollici di diagonale che può venir innestato su un tablet appositamente sviluppato, dotato di display da 10,1 pollici.

Il cuore della piattaforma rimane ovviamente lo smartphone, che fornisce CPU e GPU utilizzate anche dalla componente tablet. Quest'ultima, indicata con il nome di PadFone 2 Station, è di fatto composta dal pannello con interfaccia touch e da una batteria, necessaria per l'alimentazione del display oltre che per alimentare in modo supplementare lo smartphone nel momento in cui questo viene innestato nella dock posteriore.A differenza della prima generazione di PadFone, presentata da Asus nel mese di Febbraio 2012, sparisce completamente lo sportello posteriore che celava alla vista lo smartphone una volta innestato all'interno del tablet. In termini di design questo rappresenta un netto passo in avanti ma lo stesso può essere detto per la fruibilità complessiva del prodotto: inserire e rimuovere lo smartphone dal proprio alloggiamento è operazione molto semplice e non si corre il rischio che parti in movimento possano venir accidentalmente danneggiate durante l'uso, come nel caso dello sportellino della prima generazione.

L'elemento design è stato uno dei più importanti portati avanti da Asus nello sviluppo di PadFone 2. Un paragone a nostro avviso adatto è quello che si può fare, nello spiegare l'evoluzione da PadFone 1 a PadFone 2, osservando quanto Apple sia intervenuta nel design di iPad dalla prima alla seconda generazione. Le linee sono molto più pulite e la struttura solida, in modo particolare con riferimento alla parte posteriore.Per quanto concerne la parte smartphone Asus ha optato su un design classico, con bordo in alluminio e parte posteriore in materiale plastico con una finitura zigrinata a pattern circolare che fornisce una sensazione di solidità e robustezza al tatto. L'approccio scelto ricalca a nostro avviso quanto familiare con le soluzioni tablet di Asus: la scelta di materiale plastico fornisce una maggiore robustezza da urti e contatti accidentali ai quali si può andare incontro con l'utilizzo giornaliero dello smartphone ma con la finitura adottata questo non implica una inferiore percezione qualitativa rispetto a quanto fornito da prodotti che si servano di altri materiali, alluminio in testa.In questo l'approccio Asus ricalca quanto scelto da Samsung ed evitato invece da Apple: la scelta dei materiali è sicuramente influenzata dal design ma senza per questo perdere di vista la funzionalità e la praticità d'uso, elementi che rimangono di fondamentale importanza nell'uso giornaliero.

Per uno smartphone di fascia alta le specifiche tecniche sono di tutto rispetto, a partire dalla componente CPU che al pari di quella GPU è basata su tecnologia Qualcomm. La CPU è di tipo quad core, con frequenza di clock di 1,5 GHz e architettura ARM Cortex A15; questo ha spinto Asus a dichiarare questo smartphone come il più veloce tra quelli attualmente presenti in commercio.Il display da 4,7 pollici di diagonale ha una luminosità dichiarata molto elevata e la cosa è confermata dalle impressioni d'uso ricavate nella presa di contatto fatta durante la presentazione. La risoluzione di 1280x720 pixel è uno standard per dispositivi di questo tipo, come del resto la tecnologia Super IPS+ utilizzata per il pannello.La fotocamera ha risoluzione di 13 MegaPixel; più interessante di questo dato è la possibilità di scattare raffiche sino a 100 scatti, alla cadenza di 6 fotogrammi al secondo. Anche la componente riprese video è d'interesse: risoluzione full HD a 30 frames al secondo e possibilità di registrare a 60 frames al secondo sino alla risoluzione di 720p, nota anche come HD Ready nel settore degli schermi televisivi.

Esattamente un mese fa, in occasione di un evento appositamente dedicato e organizzato allo Yerba Buena Center di Los Angeles, Apple ha annunciato il proprio nuovo iPhone 5. Una delle caratteristiche tecniche sulle quali Apple ha voluto porre il maggiore accento è stata sicuramente l'introduzione di un nuovo display di dimensioni maggiori rispetto al precedente iPhone 4S, certamente un cambiamente importante ma non una grossa novità in quanto già diversi produttori annoverano in gamma soluzioni con pannelli di dimensioni anche sensibilmente maggiori.Tra questi produttori troviamo anche quello che possiamo considerare il più "pericoloso" per quanto riguarda la concorrenza della Mela a livello di tecnologia mobile, ovvero Samsung che, con il suo Galaxy S III sembra essere l'unica compagnia in grado, almeno per il momento di mettere i bastoni tra le ruote al colosso di Cupertino.L'arrivo sul mercato del nuovo melafonino e il successo da esso ottenuto, come sottolineato nei giorni scorsi dal presidente della stessa Samsung, ha evidenziato come gli utenti siano nonostante tutto ancora alla ricerca di soluzioni di dimensioni più compatte. Proprio per questo motivo, il produttore asiatico ha voluto inserirsi con un terminale importante anche in questa categoria di dispositivi, annunciando proprio nel corso della serata di ieri una nuova versione di Galaxy S III, definito mini e accompagnato dallo slogan "è piccolo ma può essere grandioso".

Si tratta di una soluzione di fascia media che andrà a coprire un settore del mercato che, al momento, per quanto riguarda la gamma Samsung era occupato dai predecessori di Galaxy S III, ovvero S II e il primo Galaxy S ma che non annoverava ancora una soluzione appositamente costruita.Nonostante la posizione in gamma e le caratteristiche tecniche inferiori, non è da escludere che la mossa di Samsung possa essere intesa come un tentativo di mettere i bastoni tra le ruote proprio alla principale rivale Apple, con un terminale con gli stessi connotati del fratello maggiore ma dotato di un display di dimensioni minori, guardacaso le stesse del display del nuovo iPhone 5 e di una conseguente migliore maneggevolezza.Esteticamente ci troviamo poi di fronte a una soluzione che prede decisamente spunto da Galaxy S III, dal quale si differenzia solo per alcuni particolari come una forma leggermente più arrotondata della parte inferiore e altre piccolezze, tra cui la posizione dei sensori e della fotocamera frontale, posti a sinistra anzichè a detra dell'altoparlante, e quella del flash, ora posizionato sotto la fotocamera posteriore. Per il resto il design e i colori sono praticamente identici a quelli del top di gamma Samsung.

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Akku Dell Inspiron 1570

Dass Blackberry es ernst meint mit diesem Gerät, zeigt auch die Kamera. Der Sensor löst mit 18 Megapixeln auf und beendet die Ära eher mauer Knipsen an den Smartphones der Kanadier. Die Bilder sind detail- und kontrastreich und sehen auch am Computer-Bildschirm klasse aus. Die f/2,2-Linse sorgt auch bei wenig Licht für gute Bilder, ein optischer Bildstabilisator hilft dabei mit. Gerade im High-End-Berich gibt es da allerdings schon einige Kameras mit f/1,8- oder f/2,0-Linse – sprich: die Kamera ist sehr gut, aber keine einsame Spitze. Die Frontkamera enttäuscht dagegen mit ihren zwei Megapixeln und ist nichts für Selfie-Freunde.Ist Blackberry nun also zurück auf dem Weg nach oben? Ist das Priv ein iPhone- oder Galaxy-Killer? Das kommt darauf an – es ist ein gutes Smartphone, mit ein paar neuen Features. Ist es besser als die anderen? Nein, es ist anders: Physische Tastatur, Hub und Sicherheitsfeatures machen alle glücklich, die mit dem Gerät vor allem produktiv sein wollen. Mit seiner soliden, aber auch nicht überragenden Verarbeitung bleibt es jedoch hinter anderen Top-Smartphones zurück. Wer also auf die Blackberry-Trümpfe verzichten kann, darf die stattliche Summe von rund 760 Euro auch getrost für ein anderes Gerät ausgeben. Eine Alternative für Effizienzfreunde bietet Blackberry selbst: Wer zu Abstrichen bei der App-Verfügbarkeit bereit ist, sollte sich das Blackberry Z30 oder das Passport ansehen.

Ein Google-Ingenieur testet monatelang USB-C-Kabel aus dem Internet - mit teils erschreckendem Ergebnis. Jetzt hat eines sein Notebook zerstört. Sein eindringlicher Rat bestätigt eine bekannte Redensart.Wer billig kauft, kauft bekanntlich oft zweimal. Doch bei billiger Technik aus dem Internet muss es eher heißen: Wer billig kauft, kauft gefährlich. Bei No-Name-Produkten, die für einen Bruchteil des Preises eine ähnliche Qualität wie das Original versprechen, ist oft etwas faul. Und wenn elektrischer Strom ins Spiel kommt, wird's gefährlich. Das bewiesen zuletzt die vielen Fälle um die sogenannten "Hoverboards", die plötzlich in Flammen aufgingen. Doch auch bei Kabeln ist Vorsicht geboten, wie der Fall eines Google-Ingenieurs zeigt, der USB-C-Kabel testet.Benson Leung arbeitet bei Google im Chromebook-Team. Die neuesten Google-Geräte haben bereits USB-C-Schnittstellen, zum Beispiel das Chromebook Pixel, die Nexus-Smartphones oder Googles erster Tablet-Eigenbau, das Pixel C. Im Jahr 2015 begann Leung, im großen Maßstab USB-C-Kabel und -Adapter zu testen, die beim Online-Händler Amazon verkauft werden, inzwischen hat er 44 Rezensionen geschrieben. Im November berichtete unter anderem "Arstechnica" von Leungs ausgedehnten Tests, verbunden mit dessen eindeutiger Warnung: Die meisten billigen Kabel halten nicht, was sie versprechen.

Ursprünglich wollte er wissen, ob die Kabel und Adapter geeignet sind, um sein Chromebook Pixel mit ausreichend Ladestrom zu versorgen. Die eindeutige Antwort: Von zehn getesteten konnten nur drei sein Notebook aufladen, und zwar die Kabel von Belkin, iOrange-E und Frieq, die je das Doppelte der Billigprodukte kosten.Andere, die als Verbindungskabel vom alten Typ A zum neuen Typ C dienten, erfüllten teilweise nicht die nötigen Spezifikationen, zum Beispiel lieferten sie nicht genug Ladestrom. 3 Ampere sind mit dem neuen Standard USB 3.1 eigentlich vorgesehen, Geräte mit USB-C-Schnittstelle würden auch versuchen, so viel abzufragen. Gelinge dies nicht, könne das zu Schäden an den Kabeln, den USB-Anschlüssen oder den Geräten selbst führen. Als konkretes Beispiel nannte Leung das Oneplus 2, das zwar einen USB-C-Steckplatz habe. Das mitgelieferte Ladekabel sei aber im Grunde nur ein herkömmliches Kabel mit einem Typ-C-Stecker, das nicht dem Standard entspreche.In einem besonders krassen Fall hat nun ein fehlerhaftes Kabel zwei Analysegeräte und das Notebook von Leung zerstört. Betroffen seien laut Leung die Chips im Innern seines Chromebook Pixel, die unter anderem für die Regelung des Ladevorgangs des USB-C-Ports zuständig seien. Bei einer näheren Untersuchung des Kabels fand Leung heraus, dass die interne Verkabelung vollkommen falsch verlötet war und unter anderem die Spannung am Erdungskontakt anlag und umgekehrt. Leungs Fazit: "Dieses Kabel ist elementar gefährlich. Kaufen Sie es unter keinen Umständen."

Das Kabel des Herstellers Surjtech wurde laut "Winfuture" bei Amazon als " USB 3.1 Type-C SuperSpeed"-Kabel vermarktet - inzwischen ist es nicht mehr erhältlich. Andere Billigprodukte, die bei Leung durchgefallen sind, gibt es aber nach wie vor zu kaufen. Wer eins dieser Kabel kaufen will, sollte sich im Zweifel aber an Originalzubehör der Hersteller halten oder an einen der von Leung mit 5 Sternen bewerteten Dritthersteller.Die Technikmesse CES, die ab dem 6. Januar ist Las Vegas stattfindet, nutzt Computerhersteller Lenovo für die Präsentation neuer Geräte aus seiner X1-Reihe. Die Produktfamilie wächst um drei neue Geräte: ein modulares Tablet, ein Notebook mit OLED-Display und die Weiterentwicklung des X1 Carbon, eines besonders leichten und dünnen Notebooks.Mit dem Thinkpad X1 Tablet stellt Lenovo seine Interpretation von Microsofts Surface-Reihe vor. Das 12-Zoll-Tablet mit einer Auflösung von 2160 x 1440 Pixeln läuft mit Windows 10 und kommt mit drei Ergänzungsmodulen. Das "Produktivitäts-Modul" mit Extra-Akku verlängert die Laufzeit von rund zehn auf 15 Stunden und bietet einen HDMI-Anschluss. Das "Präsentations-Modul" hat ebenfalls einen HDMI-Port, außerdem einen integrierten Mini-Beamer von Pico, mit dem sich Präsentationen direkt vom Tablet aus zeigen lassen. So ähnlich hatte es Lenovo bereits beim Yoga Tablet 2 Pro gemacht, bei dem ebenfalls ein kleiner Projektor verbaut ist.

Drittes Extra ist ein 3D-Imaging-Modul, mit einer nach hinten gerichteten RealSense-Kamera von Intel, die Objekte und Räume dreidimensional zur grafischen Weiterverarbeitung erfasst. Zum Konkurrenten von Microsofts Surface-Geräte wird Lenovo mit der magnetischen ThinkPad-Tastatur in Originalgröße mit zugehörigem Trackpad und dem von älteren Thinkpads bekannten roten Trackpoint. Im Innern des X1 Tablets werkelt der Intel-Core-Prozessor M7 vPro, bis zu 16 Gigabyte Arbeitsspeicher stehen zur Verfügung. Das Tablet hat ein LTE-Advanced-Modul, einen Steckplatz für Nano-SIM- und für microSD-Karten, USB 3.0 und einen USB-C-Anschluss. Tablet und Tastatur wiegen zusammen 1,09 Kilogramm, das Tablet alleine rund 795 Gramm. Das X1 Yoga ist ein vielseitiges, flaches und leichtes Convertible, das auf Wunsch mit einem OLED-Display von Samsung bestellt werden kann. Zusammengeklappt ist es 17 Millimeter dick, im geöffneten Zustand dient es als Notebook. Die Tastatur kann aber um 360 Grad umgeklappt werden, sodass sie auf der Rückseite des Displays liegt und das Yoga zum Tablet wird. Ein digitaler Eingabestift ist ebenfalls verfügbar, der Active Pen wird direkt im Gerät aufbewahrt und geladen. Er kann auch mit dem X1 Tablet verwendet werden.

Dritter Neuzugang in der X1-Reihe ist das neue Thinkpad X1 Carbon, eine Weiterentwicklung des ursprünglichen Carbon, ein leichtes und potentes Business-Notebook mit 14-Zoll-Display. Das neue Carbon wiegt weniger (ab 1,18 Kilogramm), hat mehr internen Speicher und mehr Arbeitsspeicher, verbesserte Konnektivität und mehr Display-Optionen zur Auswahl. Das Lumia 950 XL ist nicht einfach nur ein Smartphone mit tollem Display und super Kamera. Es ist Microsofts Versuch, der Welt zu zeigen, was mit Windows 10 mobil möglich ist. Ob dies gelungen ist, hat n-tv.de getestet.Das Lumia 950 XL und sein kleinerer Bruder Lumia 950 werden gerne als Microsofts Versuch gewertet, die Konkurrenz mit Apple und Google wieder aufzunehmen. Doch das wäre höchstwahrscheinlich ein vergebliches Unterfangen, auf absehbare Zeit wird sich an der Vormachtstellung von Android und iOS nichts ändern - es sei denn, eine schlimme Panne würde eines der beiden Systeme plötzlich aus dem Rennen werfen.

Das Unternehmen backt unter Satya Nadella erstmal kleinere mobile Brötchen als unter seinem Vorgänger Steve Ballmer. Microsoft konzentriert sich jetzt laut Nadella auf drei Zielgruppen: Fans, Geschäftskunden und preisbewusste Nutzer. Marketing-Chef Chris Capossela beschränkt dies "für die nächsten Jahre" sogar auf die ersten beiden Gruppen. Wie die Lage in vier Jahren aussehe, sei schwer vorherzusagen, zitiert in "Windows Central". Ganz klar wolle man aber im Smartphone-Geschäft bleiben. Den Erfolg wolle Microsoft nicht mehr am Profit messen, sondern an der Zufriedenheit seiner Kunden, sagte Nadella im Interview mit "The Verge".Das Lumia 950 XL ist so ein Smartphone für die Fans. Es ist kein Gerät, das iPhone-Nutzer oder Android-Anhänger zum Konvertieren überreden will und es ist auch kein Smartphone, das bereits fertig ist. Es ist ähnlich wie Googles Nexus-Serie ein Gerät, mit dem Microsoft zeigen will, was möglich ist und auf dem Experimente umgesetzt werden. Man könnte das Lumia 950 XL auch als Pionier bezeichnen.Optisch ist das Smartphone noch ein Nachfahre von Nokias Lumia-Geräten. Das bedeutet, dass das Gerät ein äußerst schlichtes Plastik-Kleid trägt, das vor allem seine Funktion erfüllt. Die Verarbeitung ist aber makellos und Fans dürfte ein wechselbarer Akku und kabelloses Laden wichtiger als ein schmuckes Metallgehäuse sein.

Technisch ist das 950 XL ein Leckerbissen. Das 5,7-Zoll-AMOLED-Display ist einer der besten Bildschirme, die derzeit in Smartphones eingebaut werden. Mit QHD-Auflösung bietet es eine superscharfe Pixeldichte von 518 ppi. Die Farben leuchten, die Kontraste sind knackig und Probleme bei seitlicher Betrachtung gibt's beim Lumia 950 XL nicht. Im Normalbetrieb genügt dem Display mittlere Helligkeit, mit 100 Prozent ist es auch im Sonnenlicht noch ablesbar.Für die Rechenarbeit ist Qualcomms 8-Kern-Prozessor Snapdragon 810 zuständig, der auf 3 Gigabyte Arbeitsspeicher zugreifen kann. Das ist für den Alltag mehr als genug und die Kraft reicht auch für einige Spezialaufgaben aus. Ja, auch im XL-Lumia wird der Prozessor unter Höchstlast spürbar warm. Ist das ein Problem? Nein. Prima: Das Lumia schluckt microSD-Karten mit einer Kapazität von bis zu 200 Gigabyte.

Der Akku hat eine Kapazität von 3340 Milliamperestunden, was das Gerät zwar nicht zu einem Dauerläufer macht, aber im Normalbetrieb gut für eineinhalb Tage ausreicht. Im Test zeigte der Füllstand nach 15 Stunden meistens noch ungefähr 40 Prozent an. Angesichts der großen Kapazität des Akkus wäre allerdings mehr zu erwarten gewesen. Wird der Strom knapp, ist die Batterie per Schnellladefunktion ruckzuck wieder voll, schon wenige Minuten reichen für ein paar Stunden Betrieb. Kabellos dauert's etwas länger.Die 20-Megapixel-Kamera ist eine Wucht. Mit großer Blende f/1.9, optischem Bildstabilisator und 6-Linsen-Optik von Zeiss lässt sie in den meisten Situationen die Kameras anderer Top-Smartphones alt aussehen. Sie macht auch bei sehr schwachem Licht noch hervorragende Aufnahmen mit natürlichen Farben, vielen Details und prima Kontrasten. Muss der Blitz doch einmal einspringen, ist die Ausleuchtung ausgezeichnet und drei verschiedenfarbige Leuchtdioden sorgen für eine perfekte Stimmung.

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