August 31, 2016

Batteria Toshiba Qosmio X500-116

Apacer è tra i primi cinque produttori mondiali di moduli di memoria. Dal quartier generale olandese da cui dirige una unità da 155 milioni dollari di fatturato Emea con una propria struttura di ricerca e sviluppo, arriva nel nostro paese Gijs Poorthuis, general manager Emea di Apcer, per sostenere anche nel nostro mercato un obiettivo di crescita del 30% in due anni con investimenti soprattutto nelle attività di brand awareness. La conoscenza del brand presso consumatori passa anche attraverso un nuovo media player (AL 460 ) che continua la politica di rinnovamento del’offerta iniziata a metà dello scorso anno. L’asticella dell’obiettivo Emea di fatturato è posta per il nuovo anno a 201 milioni di dollari e il compito di eseguire la strategia sul nostro mercato e per il sud Europa è affidato a Luca Greco.Greco, oltre che di brand awareness, parla anche di selezione nelle scelte di canale: " Scegliamo sempre l’eccellenza in ogni regione e in ogni segmento di mercato con strategie volte a promuovere il valore aggiunto del prodotto ", a beneficio sia della società che dei suoi distributori.

Così si spiega l’accurata suddivisione dei compiti distribuiti anche in Italia . Nel nostro paese Apacer è distribuita da Brevi (settori Nord Italia, IT e Retail ), Micromaint ( Sud Italia, canale e-commerce e distribuzione locale), Fowa ( esclusiva per il canale fotografia) e Gra ( esclusiva per il canale mobile e operatori).Ma nei piani di sviluppo di Apacer c’è anche un allargamento del canale Gdo e si preannuncia anche la presenza dei prodotti presso Auchan e Carrefour.Greco non nasconde le sue perplessità per la recente mossa governativa sulla tassazione delle memorie, ma assicura che il maggior costo per i consumatore al dettaglio sarà assorbito dal produttore e indica la difficoltà per la società di gestire i prezzi nelle diverse nazioni di sua competenza che hanno in atto diversi criteri di tasazione. La diversa capacità di approvvigionamento delle memorie e la tempestività possono distorcere il mercato del sud Europa , introducendo fattori di instabilità e favorendo il mercato parallelo.

Siglato un accordo di distribuzione tra Esprinet e Kenwood Electronics Italia, società legata al marchio Becker (car navigation, car infotainment, car hifi)Esprinet venderà car navigation, car infotainment, car hifi e intrattenimento portatile targato Becker. E’ questo l’oggetto di un accordo siglato tra Esprinet e Kenwood Electronics Italia.Tra gli obiettivi di questo accordo, la promozione della gamma di prodotti, come per esempio il Becker Traffic Assist Z 205 che ha vinto il premio EISA come miglior navigatore satellitare portatile dell’anno, o il Becker Traffic Assist Z 204 che, grazie all’esclusivo comando vocale Becker One Shot permette di inserire nel dispositivo la destinazione, semplicemente pronunciandola con una sola emissione di voce.

Questi sistemi, dotati di connettività Bluetooth e di tutte le più innovative funzioni, hanno inoltre il Bestmaps per 24 mesi e si trasformano così in un acquisto che dura nel tempo."Siamo molto orgogliosi dell’accordo raggiunto con Kenwood Electronics Italia per Becker” dichiara Simona Ceriani, Marketing Manager Consumer Electronics Area di Esprinet Italia. "Questa intesa permette a Esprinet di ampliare la propria offerta, proseguendo nella ricerca di prodotti che possano sviluppare ulteriormente il business dei clienti. La distribuzione del brand sarà gestita dalla Business Unit Digital Home di Esprinet, struttura dedicata e con dettagliata conoscenza del settore, in grado di accrescere velocemente la penetrazione del brand Becker nel mercato italiano”.

Una docking station per iPhone e iPod è la soluzione che propone Sharp per consentire di portare sempre con sé un mini-sistema di home entertainment capace di estendere le potenzialità dei dispositivi multimediali di Apple. Dimensioni compatte, linea essenziale e Apple-oriented, prezzo aggressivo.DK-AP8, questo il nome del sistema, si compone di due parti, una che ospita l’iPhone/iPod, l’altra rimovibile e touch che funge in pratica da telecomando remoto; il suono è un 2.1 canali con subwoofer integrato, amplificatore digitale e tecnologia e-sound-system che crea digitalmente un effetto surround, oltre a HDSS per una riduzione delle distorsioni audio in fase di riproduzione.Nel caso dell’iPhone, il sistema interrompe automaticamente la musica quando si riceve una telefonata, diffonde in viva voce la chiamata e riprende a suonare quando questa è conclusa. Se invece si sta usando uno dei modelli di iPod si potrà collegare la docking station a un televisore tramite connessione AUX e riprodurre direttamente immagini e video.

DK-AP8 è già disponibile nei negozi al prezzo consigliato di 129 euro e nella confezione sono incluse anche due custodie.La tecnologia touchscreen sta prendendo sempre più spazio, non solo sui computer "da casa”, ma su dispositivi portatili. Hp lancia la sfida a Dell Latitude XT e Toshiba Portégé con TouchSmart tx2 Apple iPhone ha reso il touchscreen di massa, Hp ora vuole portare il multi-touch sui portatili. Dopo aver deciso di riservare il brand Hp alla fascia alta di mercato, Hp scommette sul multi-touch. Hp ha tolto i veli al multi-touch su Tablet Pc: il TouchSmart tx2 è in grado di riconoscere una grande variet Il vendor sud coreano amplia la gamma dei laptop con due nuovi modelli: P200, ultraportatile widescreen da 12.1″, processore Core 2 Duo e risoluzione massima 1.280×800. Il notebook può essere annoverato tra i più contenuti in fatto di dimensioni (199 x 217 x 26,9-36,1mm); R700, ha un display wide glare da 17″ e tecnologie multimediali avanzate per gli appassionati di entertainment, in particolare la scheda grafica nVidia GeForce 8400 128MB e processore Intel Centrino 2 Duo.

L’apparecchio offre un servizio notifica dei messaggi di posta elettronica in
tempo reale, grazie alla rete 3G. Con il Microsoft Active notification, viene
fornito l’avviso immediato delle email in arrivo e degli appuntamenti inseriti
in calendario, sia tramite notifica sia attraverso segnale acustico. Il computer
controlla e scarica automaticamente tutte le email e controlla, aggiorna e
sincronizza gli appuntamenti inseriti nel calendar, anche quando è chiuso o il
sistema operativo è in stand by. Il servizio è reso possibile grazie a un
secondo display, messo esattamente sotto la chiusura del computer. Lo schermo
principale è un Lcd wide da 12.1 pollici con cerniera girevole per consentire
una migliore visione laterale. La sicurezza è affidata alla tecnologia
EasyGuard, del produttore stesso, al Trusted platform module e al lettore di
impronte digitali.
La configurazione standard dell’apparecchio include le tecnologie 3G, Umts,
Hsdpa, Wi-Fi, Ethernet e Bluetooth.

Asus ha attivato sul proprio sito un nuovo servizio online che consente di scegliere con facilità il modello di notebook più rispondente alle esigenze personali. L’offerta di Asus vanta oggi più di quaranta notebook e non sempre gli utenti, soprattutto quelli meno esperti, riescono a destreggiarsi tra le varie caratteristiche. Il nuovo servizio consente in modo semplice e anche divertente, di orientarsi tra le varie possibilità e quindi poter scegliere il modello di cui si ha bisogno. Per accedere al servizio si deve andare direttamente all’indirizzo http://notebook.asus.it/ e fare clic sul banner che pubblicizza l’iniziativa. Sono disponibili due diversi tipi di ricerca: facile e tecnica. Con la ricerca facile è possibile scegliere il portatile in relazione all’uso che se ne deve fare; mentre con quella tecnica, si sceglie il portatile in base alla caratteristiche tecniche. In questo modo, esperti e no, potranno seguire un percorso che li porterà al modello più idoneo. In entrambe le ricerche, è possibile ottenere maggiori informazioni su ogni modello selezionato e avere una panoramica delle caratteristiche più importanti. Una volta stabilito il modello, si può procedere all’acquisto, controllando, sempre in rete, l’Asus Point più vicino alla propria abitazione.

Il distributore Attiva distribuisce in Italia il disco rigido Porsche Design Mobile Drive. LaCie e Porsche Design hanno collaborato al fine di ottenere uno chassis leggero resistente e solido e con uno spessore di 10 mm per i dispositivi fino a 2 TB di datiAttiva porta sul mercato italiano il nuovo disco rigido Porsche Design Mobile Drive USB-C di LaCie. Il distributore cavalca l’onda ‘moderna’ che vede nella mobilità e nei nuovi device sempre più leggeri, piccoli e performanti portando sul mercato italiano uno strumento utile, funzionale e di design.

L’utilizzo di smartphone e social network comporta la creazione di un grande quantitativo di contenuti da parte degli utenti, soprattutto al rientro delle vacanze estive quando è necessario salvare migliaia di foto e video nel pesante formato 4K. Per questo motivo, prodotti di backup come le memorie esterne sono diventate strumento utile e indispensabile.Porsche Design Mobile Drive USB-C di LaCie si abbina a qualsiasi nuovo Pc o Mac perché oltre a offrire la connettività reversibile dell’interfaccia USB-C, mette a disposizione un adattatore (da USB-C a USB-A) incluso nella confezione per una connessione a qualsiasi dispositivo dotato di USB 3.0. LaCie Porsche Design MobileDrive è disponibile in vendita a un prezzo consigliato di 139,99 euro (1TB), 199,99 euro (2TB), 279,99 (4TB).

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Akku compaq presario x1000

Das Programm auf dem Rechner prüft online automatisch alle 10 Minuten, ob ihr eine Verlustmeldung eingegeben habt. Falls ja, dann werden unmerklich in regelmäßigen Abständen Screenshots vom Desktop per E- Mail an eure E-Mailadresse verschickt. Wenn eine Webcam eingebaut ist, macht diese Fotos – so könnt ihr die Person vor dem Rechner vielleicht identifizieren. Außerdem stehen in der E-Mail Angaben zur aktuellen IP-Adresse des Rechners und zu geöffneten Programmen. Prey funktioniert natürlich nur, wenn eurer geklauter Rechner ins Internet gelangt. Die meisten Gelegenheitsdiebe werden ihre Beute aber ausprobieren wollen. Und dann laufen sie in die Falle.

Prey sucht sich zur Standortbestimmung des Notebooks WLANs in der Umgebung heraus. Selbst wenn diese verschlüsselt sind – die meisten verraten ihren Netzwerknamen (SSID). Diesen und wenn möglich auch die Koordinaten des WLANs schickt Prey bei der nächstbesten Gelegenheit an euch. Die Koordinaten stammen aus einer umfangreichen Datenbank, in der die Standorte von vielen WLAN-Access- Points geografisch erfasst sind. All das soll euch helfen, eure Notebook wiederzufinden. Mit den Daten wendet ihr euch dann an die Polizei.Wer einen eigenen Webspace besitzt, kann auch ohne Registrierung bei Prey mit dem Programm arbeiten. Dazu legt man eine HTML-Seite auf dem Server an und gibt deren URL in Prey ein. Prey kontrolliert regelmäßig, ob diese Seite noch vorhanden ist. Wird das Notebook geklaut, dann löscht man einfach die Seite und wartet ab, bis Prey sich meldet.

Loadblog-Fazit: Damit ihr mit Hilfe von Prey eurer gestohlenes Notebook wiederfinden könnt, müssen eine Reihe von Voraussetzungen stimmen, aber es gibt immerhin eine Chance, das es klappt.Zum Schluss ein paar Tipps zum Weiterlesen: Damit Diebe es schwerer haben, an eure möglicherweise sensiblen Daten zu gelangen, empfiehlt sich eine gute Festplattenverschlüsselung mit Truecrypt oder Datenverschlüsselung mit Cryptainer. Passwörter sollte man nicht in den entsprechenden Programmen speichern, sondern in Passwort-Managern wie KeePass oder LastPass.Der US-Elektronikhändler Best Buy hat seine Zahlen für das abgelaufene Quartal veröffentlicht – und dabei auch gleich mitgeteilt, dass das iPad einen starken Einfluss auf die Laptop-Verkäufe hätte. Diese seien um bis zu 50 Prozent gesunken.

gesamt konnte Best Buy seinen Umsatz im zweiten Geschäftsquartal diesen Jahres um 61 Prozent steigern. Zu verdanken ist dies allerdings nicht den klassischen Laptops. Laut einem Bericht des Wall Street Journals haben interne Studien der Elektronikkette ergeben, dass sich jeder zweite potentielle Laptop-Kunde letztendlich für ein iPad entschieden hat. Best Buy-CEO Brian Dunn: "Die Leute sind gewillt, unverhältnismäßig viel für diese Geräte auszugeben, da sie so wichtig für ihr Leben geworden sind.”Daher hat man sich entschieden, die iPads in allen Shops verfügbar zu machen. Allerdings werden zum Weihnachtsgeschäft auch andere Renner erwartet. Neben Tablets und E-Readern (allen voran Amazons Kindle), die man besonders hervorheben möchte, räumt man den Spielkonsolen mehr Platz ein. Vor allem Microsofts Kinect und Sonys Playstation Move, also die bewegungssensitiven Erweiterungen, sollen das Weihnachtsgeschäft ankurbeln. Insgesamt geht der Trend aber vom Großgerät (Riesenflachbildschirme, Soundanlagen) aber zu kleinen Gadgets wie Smartphones und eben Tablets.

Microsoft hat einen neuen "Laptop Hunters”-Werbespot veröffentlicht. In dem Spot sucht ein junges Pärchen nach einem Notebook mit großem Display für unter 700 US-Dollar, um Bilder von ihrem kleinen Kind zu verschicken.Beim Händler werden sie auch kurz auf Macs aufmerksam, stempeln die MacBooks aber gleich als zu klein und zu teuer ab. Letztlich fällt die Wahl wieder auf ein Windows Notebook. Einen Werbespot zum Internet Explorer 8 hat Microsoft derweil wieder zurückgezogen – dass sich eine Frau beim Benutzen des Rechners ihres Mannes ohne die Private-Browsing-Funktion übergeben muss, wollten die meisten Zuschauer dann wohl doch nicht sehen.

Microsofts COO Kevin Turner berichtet auf der Worldwide Partner Conference nicht nur von den Plänen, Microsoft Stores im Herbst in die Nacbarschaft von Apple Retail Stores zu eröffnen: Vor zwei Wochen habe Apple angerufen und gefordert, Microsoft solle die Laptop Hunter-Werbung einstellen, man habe inzwischen den Preis gesenkt. "Um 100 US-Dollar oder so”, berichtet Turner, "es war der großartigste Anruf, den ich je erhalten habe, seitdem ich im Geschäft bin.” Nun wisse er, dass die Laptop Hunter-Spots tatsächlich funktionieren, man werde man die Serie endlos fortsetzen.In den in der Mac-Szene umstrittenen Werbespots, die laut Microsoft-COO nicht auf einem Skript basieren, haben "Kunden” 1000 US-Dollar zur Verfügung, um sich Notebook zu kaufen. Den Rest des Geldes dürfen sie behalten, die Wahl fällt stets auf ein Windows Produkt.

Steve Jobs soll indirekt in dem Projekt One Laptop Per Child involviert gewesen sein. OLPC wollte Rechner für rund 100 US-Dollar verkaufen, um sie auch für Kinder in Entwicklungsländern erschwinglich machen zu können.Nach der ersten Präsentation des Projekts hat der OLPC-Gründer Nicolas Negroponte nach eigener Aussage eine E-Mail von Steve Jobs erhalten, der es für unmöglich hielt, ein Laptop für 100 Dollar zu bauen. Auch danach habe sich Jobs als konstruktiver Kritiker erwiesen, bei jedem Problem habe Negroponte sich mit dem Apple-Boss unterhalten. Microsoft habe seinerseits sein Bestes getan, das Projekt zu behindern – auf den Rechnern läuft als Standard-OS ein Unix-Derivat. Jobs’ Vorhersage sollte sich allerdings bewahrheiten: Letztlich musste OLPC die Rechner für deutlich über 100 Dollar verkaufen.

Jetzt haben es Microsofts Laptop-Hunter auf das iPhone abgesehen: Allerdings versuchen sie nicht, den Kunden von einem Mobiltelefon mit Windows Mobile zu überzeugen, sondern werben auf dem Apple-Handy für Rechner mit Windows-System. Business Insider hat eine für das Mobiltelefon designte Webseite gefunden, ein animiertes Banner, welches den Besucher zu einer mobilen Internetseite weiterleitet. Dort kann der Besucher herausfinden, welcher PC-Typ er ist und sich die Videos von Lauren und Co. herunterladen und ansehen. In Windows 10 könnt ihr einen Hotspot einrichten, über den sich dann euer Smartphone, Notebook etc. per WLAN ins Internet einwählen kann. Dazu muss eure Netzwerkkarte gehostete Netzwerke unterstützen. Wir zeigen, wie das geht.

Wenn ihr euren Windows-10-PC als Hotspot einrichtet, fungiert dieser quasi als WLAN-Router, über den andere Geräte ins Internet gelangen. Der Vorteil: Das Ganze ist kostenlos und funktioniert ohne Probleme. Weiter unten zeigen wir aber auch noch, wie ihr einen Hotspot mit Zusatz-Software in Windows 7 und 8 einrichten könnt.Damit ihr in Windows 10 einen Hotspot einrichten könnt, muss eure Netzwerkkarte den Hosted-Modus, also gehostete Netzwerke, unterstützen. So könnt ihr das prüfen:Hinweis: Statt NAME gebt ihr die SSID ein, die euer gehostetes WLAN haben soll; bei Passwort, das zugehörige Passwort, mit dem sich eure Geräte einloggen werden. Das Passwort muss zudem mindestens 8 Zeichen lang sein. Lest dazu auch:
In euren Netzwerkverbindungen hat Windows 10 das neue Netzwerk nun hinzugefügt. Öffnet die zugehörige Übersicht, indem ihr die Tastenkombination Windows + R drückt, um den Ausführen-Dialog zu starten, und danach ncpa.cpl eintippt.
Wählt hier nun die Verbindung aus, mit dem ihr im Internet seid. Wenn euer Laptop oder PC per WLAN im Internet ist, wählt ihr die Netzwerkverbindung WLAN aus. Wenn ihr per LAN-Kabel mit eurem Router verbunden seid, wählt ihr Ethernet aus.
Unter dem Tab Freigabe setzt ihr ein Häkchen bei: Anderen Benutzern im Netzwerk gestatten, diese Verbindung des Computers als Internetverbindung zu verwenden. Im Dropdown-Menü darunter wählt ihr dann das von euch soeben neu erstellte Netzwerk aus. Standardmäßig lautet es LAN-Verbindung* 2 und hat die Bezeichnung Microsoft Hosted Network Virtual Adapter. Klickt auf OK.
Das Hosted-Network ist nun eingerichtet und andere Geräte können sich über das neue WLAN-Netz ins Internet einloggen.

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August 30, 2016

Batteria Toshiba Satellite Pro M50

Il supporto a tre posizioni è ideale per l’utilizzo in svariate situazioni, dalla scrivania alla piena mobilità. Surface 3 e Surface 3 (4G LTE) dotati di versione Windows 8.1 potranno essere aggiornati gratuitamente a Windows 10 quando disponibile.Surface 3 offrirà anche un abbonamento annuale a Microsoft Office 365 Personal, che comprende Outlook, Word, Excel, PowerPoint e OneNote, con archiviazione cloud OneDrive fino a un TB.IN PROVA – WorkForce WF-100W è la proposta di Epson per la stampa a getto d’inchiostro a colori, in mobilità, anche quando manca l’alimentazione elettrica. Leggerezza e estrema velocità nella messa in opera i punti di forza Fiere, convegni, meeting, ma anche semplicemente… La propria automobile! Quante volte avrebbe fatto davvero comodo avere a disposizione una mini stampante leggera, ultraportatile e, perché no, a colori, anche solo per arrivare ben preparati dai clienti, o essere del tutto autosufficienti durante la presentazione di un progetto o di una proposta di acquisto. Epson propone per questi scopi il modello WorkForce WF-100W, in grado di stampare fino al formato A4 a colori.

WorkForce è, già di suo, un nome che la presenta benissimo le potenzialità di questa periferica, come di tutta la famiglia di prodotti Epson che portano questo nome. Si tratta di una soluzione di stampa a getto d’inchiostro con tecnologia Epson Micro Piezo che pesa appena 1,6 Kg e ingombra solo 31×15,5×6 cm circa (meno della metà dello spazio disponibile in una qualsiasi valigetta 24 ore, giusto per dare un’idea); WF-100W supporta la connettività WiFi, si può collegare anche via USB 2.0 al proprio computer, ma soprattutto si può ricaricare addirittura in automobile, proprio tramite l’adattatore USB. Epson WorkForce WF-100W, gli ingombri rispetto a un MacBook Pro da 13 pollici. Considerando la prospettiva la stampante è profonda poco più della metà e larga meno del MacBook pro
Epson, ben consapevole dei limiti intrinseci di una soluzione di stampa così piccola ha dotata WF-100W delle soluzioni di configurazione più rapide in ogni ambiente e così WorkForce WF-100W supporta Google Cloud Print, Apple AirPrint e WiFi Direct, oltre a iPrint e Email Print, così comodo per inviare un documento in stampa ovunque ci si trovi, via email, a una stampante cui è stato appositamente assegnato un indirizzo di posta.

In WorkForce WF-100W è ben in vista è lo sportello per l’inserimento delle cartucce e la prima inizializzazione, mentre sulla base (per cui bisogna sollevare la stampante) è visibile il portellino che dà accesso al kit di manutenzione. Nella confezione si trovano un kit di manutenzione di riserva, la cartuccia del nero, e la cartuccia unica per cyan, magenta e giallo. Ovviamente la qualità degli inchiostri è la medesima di quella delle soluzioni professionali, solo in contenitori molto piccoli, estremamente portabili anche perché sigillati in modo sicuro, ma senza aumentare l’ingombro. Epson WorkForce WF-100W, il comparto del kit di manutenzione, sul fondo della stampante
La messa in opera della mini stampante in un ambiente WiFi richiede solo un po’ di pazienza nell’ inserire la password iniziale, nei casi in cui non si riesce a procedere in altro modo, perché WorkForce WF-100W ha a disposizione non un tastierino completo, ma semplicemente i tasti direzionali, un tasto Ok, e un minuscolo display quadrato (con la diagonale di poco più di 3 cm). Poi sfruttare Apple AirPrint per installare la ‘piccolina’, noi l’abbiamo testata in abbinata al nostro MacBook Pro, richiede meno di venti secondi, perché Bonjour riconosce immediatamente driver e specifiche e l’ultimo controllo di cui dovete avere padronanza è il tasto per interrompere il lavoro in esecuzione. Noi abbiamo installato WorkForce WF-100W senza aver bisogno di nessun cd.

Epson WorkForce WF-100W, l’alloggiamento delle cartucce: due. una per il B/N e un’altra per il colore
Il lavoro a questo punto può cominciare. WorkForce WF-100W stampa fino al formato A4 su carta con grammatura massima di 300g/m2 il cassettino di alimentazione ovviamente ha una portata limitata a 20 fogli, è possibile anche la stampa fotografica fino a 5 fogli alla volta.La velocità di stampa secondo gli standard ISO/IEC 24734 arriva a 4 pagine al minuto a colori e fino a 7 pagine in bianco e nero, mentre se la stampante è alimentata a batteria la velocità è quasi dimezzata e al massimo si riusciranno a stampare circa 50 pagine a colori. Un limite? Non in questo caso, considerati proprio gli ambiti di utilizzo. i dati del produttore infine segnalano il dettaglio di stampa di 5.760×1.440 DPI.

Una soluzione portatile di questo tipo magari non dispone di tutte le tecnologie per la riduzione del rumore, anche per il movimento delle parti meccaniche, ma nessuno rimarrà infastidito da un utilizzo normale in ogni ambiente da ufficio (45dB misurato secondo gli standard ISO 9296 il dato di targa del produttore). Invece può rappresentare una criticità l’autonomia delle cartucce.Quella del nero, che costa circa 20 euro, può stampare fino a 250 pagine, quella a colori costa circa 16 euro e stampa fino a 200 pagine. Costa invece circa 5 euro il kit di manutenzione. In questo caso, strano ma vero, la criticità per l’utente finale può essere rappresentata dal prezzo della stampante, di circa 300 euro, un prezzo per una volta sensibilmente più elevato in proporzione al costo dei materiali di stampa, se si pensa che, alla fine, una copia, presumiamo di emergenza, ci costerà meno di 10 centesimi.

Nelle nostre prove siamo rimasti decisamente soddisfatti dalla stampa di testo misto a illustrazioni, meno nella stampa di foto su carta comune (anche se inappropriata) che comunque non ha mai evidenziato criticità per gli inchiostri, quanto per la carta inadeguata, comunque abbiamo ottenuto fogli immediatamente pronti per l’archiviazione, senza il timore di sbavature o imprecisioni.Interessante è l’ipotesi di utilizzo in mobilità anche per la stampa su carta fotografica. Durante la stampa all’inserimento del foglio la stampante consente ulteriormente alcune correzioni semplici di impostazione, ma è chiara la vocazione pret-a-porter.Probabilmente è improprio cercare una soluzione di stampa di eccellenza, in ogni comparto, su un sistema di questo tipo. Per esempio – la versatilità riscontrata nella facilità di configurazione iniziale in ambiente windows e Mac, anche in reti WiFi, non è estesa ai sistemi operativi Linux, per cui Epson non prevede supporto diretto, almeno secondo la documentazione del produttore. Se si pensa alla destinazione d’uso specifica, ci sembra però davvero un fattore di secondaria importanza.L’utilizzo con la sola batteria è possibile in ogni situazione, fatta salva l’inizializzazione delle cartucce per cui è richiesta alimentazione da rete elettrica. Migliorabile l’autonomia del funzionamento senza alimentazione, che è limitato a 3 ore.

Come sistema in dotazione alla forza vendita ci sembra che la proposta di Epson sia certamente da valutare, anche considerati i servizi tipo Email Print e la stampa da remoto con iPrint, per qualsiasi utilizzo stanziale ci sono soluzioni decisamente più economiche, anche con ingombri minimamente superiori.Riprese in 4k di livello professionale, con la compatibilità per le ottiche Alpha E-Mount e A-Mount: Sony XDCAM PXW-FS7 promette tutto questo con una portabilità eccellente per l’utilizzo in solitaria. Dedicata ad appassionati e a professionisti, così come alla produzione di documentazione aziendaleE’ un segmento da tenere d’occhio quello delle videocamere di fascia alta, professionali ma ultraportatili, si tratta infatti di una nicchia interessante proprio perché coniuga prestazioni e qualità di immagine superlative, con una grande portabilità. Amano questa tipologia di telecamere i documentaristi, chi gira videoclip, così come anche le aziende o le agenzie di pubbliche relazioni in grado di fornire un pacchetto di documentazione sulle attività interne o dei clienti in modo autonomo, ma di qualità professionale. Sony interpreta il mercato con la nuova PXW-FS7, una Xdcam 4k con sensore Cmos Super35 da 11,6 megapixel. Di Canon invece viene subito in mente la super-fotocamera Eos-1DC, una reflex che si presta perfettamente ai medesimi scopi. La proposta di Sony con XDcam PXW-FS7 può effettuare riprese Quad Full Hd (QFHD) con campionamento 4:2:2 a 10 bit e transfer rate fino a 600 Mbit per secondo; PXW-FS7 dispone di funzionalità di lettura rapida, durante la registrazione RAW 2K scrive a 240 fps su un registratore esterno con sensibilità di risposta (ISO 2000) e un rapporto segnale/rumore elevato.

La videocamera supporta diversi formati di registrazione, tra cui vogliamo notare quello specifico Apple ProRes 422 – che arriverà con il primo corposo aggiornamento del firmware nel 2015 – oltre a XAVC Intra, Long GOP, MPEG HD422 .Le caratteristiche di questa videocamera sono da top di gamma: se infatti la sua portabilità sposa l’utilizzo in solitaria, e quindi il creativo è pienamente autosufficiente anche in condizioni di scarsa luminosità, la videocamera asseconda la possibilità di condizioni di ripresa difficoltose fornendo uno strumento stagno, con chassis in magnesio pressofuso, reattivo quanto serve.

PXW-FS7 supporta gli obiettivi intercambiabili con innesto α (monta la maggior parte delle ottiche E-Mount e A-Mount). Per la memorizzazione dei dati sono disponibili due slot XQD G (le schedine a trasferimento fino a 400 Mbyte al secondo in lettura e poco meno in scrittura), è integrato e disponibile il filtro video passa bassa e il filtro ND; lettura progressiva dei pixel ed elaborazione della telecamera avanzata rendono possibile un’ampia gamma di trattamenti creativi e si prestano per registrazione ad alta velocità, sensibilità elevata e riduzione di aliasing e rolling shutter.La videocamera può essere utilizzata a mano come a spalla e su asta, chi la sceglie tenga conto che il solo corpo pesa 2 Kg, ma si arriva subito a 4,5 kg con Viewfinder, oculare, Grip Remote Control, batteria BP-U30, ottica SELP28135G e memory card XQD, come recitano le specifiche. E’ già disponibile l’accessorio VCT-FS. PXW-FS7 viene fornita con ottica FE PZ 28-135 nn F4 G OSS E-Mount, anch’essa resistente a umidità e polvere: regolazione del diaframma, messa a fuoco e zoom sono su ghiere indipendenti. Punti di forza dichiarati dal produttore dovrebbero essere il sistema di stabilizzazione SteadyShot, la riduzione del rumore di zoom SSM (Super Sonic Wave Motor).

Apacer dà il via in Italia a una politica di sviluppo di mercato basata sul canale. Perplessità sulla tassazione del memorie L’elenco dei prodotti a portafoglio per Apacer Technology è lungo. E comprende moduli Dram, Flash Card, lettori di card, chiavette di memoria Usb, accessori e periferiche di computer , drive Ssd e soluzioni industriali Ssd.Il mix di prodotto è però indicativo del momento che sta attraversando la società che, a quanto si comprende, ha deciso lo scorso anno di uscire dall’ala protettrice di Acer (detiene il 5% delle quote societarie di Apacer) e di tentare una strada di indipendenza commerciale facendosi largo anche sul mercato consumer , dominato da player presenti da tempo. Al momento, oltre il 50% delle quote societarie sono detenute dal management e dai dipendenti.

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Akku HP compaq nc6000

Hinweis: Auf dem PC, wo das neue WLAN-Netz eingerichtet wurde, könnt ihr deren SSID unter den WLAN-Verbindungen nicht sehen. Das WLAN taucht ab jetzt nur auf anderen WLAN-Geräten auf und lässt sich dort auswählen.Ron Harris, Redakteur bei AP, hat für die Nachrichtenagentur die neue Zen-Multimediajukebox von Creative getestet, auf der das "Windows Portable”-Betriebssystem läuft. Ergebnis: Das Gerät kann in Sachen Benutzbarkeit nicht überzeugen.Das 20 GB-Gerät benötigt eine Desktop-Synchronisation, die Harris als "redundant” empfand. Auch sei der eingebaute Lautsprecher des Gerätes "nutzlos” – zu leise und bei höherer Lautstärke verzerrt. Der Bildschirm sei zu klein, um Details zu erkennen, man müssen ihn sich außerdem direkt vor die Nase halten. Fazit: Das 500,- Dollar teure Gerät habe in ihm das Verlangen nach einem "iPod Mini und einem neuen Laptop” geweckt – die sind nutzbarer.Die Firma Clamcase ist bisher hauptsächlich für iPad-Cases bekannt, die aus dem Apple-Tablet dank einer integrierten Tastatur etwas Netbook-ähnliches kreieren. Nun möchte die Firma dieses Konzept auch für Smartphones realisieren, allerdings nicht als Case mit Tastatur, sondern vielmehr soll es sich bei dem Clambook um ein vollwertiges Laptop handeln, das sich von der Rechenleistung des verbundenen Smartphones ernährt. Wir kennen das Prinzip bereits von Motorolas Lapdocks, die dank Webtop-Software eine Desktop-Oberfläche auf das Display der Dockingstation zaubert.

Die gezeigten Render-Bilder des ClamBooks lassend dann auch schnell Begeisterung aufkommen – zwar ähnelt das gezeigte Gerät stark den ultradünnen Laptops aus Cupertino, aber das ist in unseren Augen definitiv nichts Schlechtes. Der Laptop soll über ein Aluminiumgehäuse, ein Wide Screen-Display von nicht näher genannter Größe, 3D-Sound sowie eine vollwertige Tastatur inklusive dedizierter Android-Tasten verfügen.Wie genau die Firma es allerdings realisieren will, die Rechenleistung des Smartphones anzuzapfen, wird leider verschwiegen. Lediglich, dass das Smartphone per MHL-Kabel verbunden wird, ist bekannt – allerdings verfügen nicht alle Smartphones über einen solchen Anschluss. Es sollen anscheinend keine Software-Modifikation auf Systemebene vorgenommen werden, wie es zum Beispiel bei Ubuntu für Android, oder Motorolas Webtop der Fall ist. Und selbst wenn das theoretisch bei Android-Smartphones durch Custom ROMs möglich wäre, kann man von den wenigsten Nutzern erwarten, neue Firmwares auf das Smartphone zu flashen – außerdem ergibt sich hier beim iPhone ein deutlich größeres Problem durch das geschlossene System. Die Lösung scheint einfacher zu sein, als wir uns vorstellen – falls ihr eine Idee habt, wie das Ganze umgesetzt werden könnte, freuen wir uns über einen Hinweis in den Kommentaren.

Das finale Produkt soll rechtzeitig zur „Holiday Season", also kurz vor Weihnachten, erhältlich sein – über den Preis liegen allerdings keine Informationen vor. Was haltet ihr vom Clambook? Interessantes Konzept, oder zu unrealistisch?Ihr wollt Threema auf dem PC nutzen, wisst aber nicht, wie das geht? Es gibt zwar keine offizielle Lösung, wir zeigen euch aber einen Workaround für Desktop und Laptop, für Windows und Mac.Selbst für WhatsApp gibt es mittlerweile eine offizielle Version für den PC: WhatsApp Web. Und das, obwohl die Entwickler der beliebtesten Messenger-App nicht bekannt dafür sind, neue Features schnell umzusetzen. Für Threema ist es allerdings noch nicht so weit, obwohl mal eine dedizierte Web-Version für die Zukunft natürlich nicht ausschließen sollte.

Lange Rede, kurzer Sinn: Wir müssen uns um einen kleinen Workaround bemühen, mit dem wir Threema auch auf dem Computer, egal ob Laptop oder Desktop, verwenden können. Eines vorneweg: Mit iOS funktioniert das Ganze aktuell leider noch nicht, ihr braucht einen Windows PC oder Mac und ein Android-Smartphone. Außerdem ist das Ganze auch recht umständlich. Aber der Reihe nach… Andy simuliert ein Android-Tablet. Ihr könnt jetzt einfach in den Play Store gehen und euch Threema herunterladen und installieren. Nun müsst ihr noch eure Threema-ID wiederherstellen, um eure Kontakte auch auf dem PC zu haben. Wie das geht, erfahrt ihr hier: Threema-Backup erstellen und wiederherstellen. Im Anschluss können wir Threema schon am Computer verwenden, es gibt allerdings einige Einschränkungen, die man beachten sollte:

Eure Nachrichten werden nicht zwischen Smartphone und PC synchronisiert, eure Kontakte sind allerdings vorhanden. Außerdem könnt ihr nicht gleichzeitig auf dem Smartphone und dem Rechner angemeldet sein, ihr müsst die Threema-App auf dem Smartphone also deaktivieren: Nun könnt ihr Threema über den Android-Emulator auf eurem Computer benutzen (aber zu diesem Zeitpunkt nicht auf eurem Smartphone!). Ihr könnt auch noch weitere Apps, wie Spiele, aus dem Play Store herunterladen, um sie auf dem PC zu spielen.

Dass ASUS stets innovative Produkte mit einem gewissen Transformations-Effekt präsentiert, ist seit den ersten Transformer-Tablets und dem Padfone hinlänglich bekannt; dafür gebührt den Taiwanern auch alle Ehre. Was das Unternehmen aber gerade auf seiner Pressekonferenz zur Computex in Taipeh vorgestellt hat, hinterließ bei uns erstmal vor Staunen offene Münder: Nach einem Tegra 4-Transformer, einem 6 Zoll-Note und einem äußerst günstigen 7 Zoll-Tablet mit Quad Core-CPU wird das Portfolio gekrönt mit einem All-in-One-Tablet-Netbook-Desktop-Hybriden, der mit zwei verschiedenen Prozessoren und sowohl Android-OS als auch Windows 8 läuft … das ASUS Transformer Book Trio. Die sind doch im besten Sinne verrückt bei ASUS!

ASUS Transformer Book Trio: Android-Tablet und Windows 8-Laptop in einem
Das Problem der Transformer-Tablets war meiner Meinung nach seither, dass die ansteckbaren Keyboard-Docks zwar suggerierten, man können mit ihnen produktiv arbeiten, dies in der Realität aber am Betriebssystem scheiterte: Machen wir uns nichts vor, bei aller Liebe zum Android-OS ist es in dieser Hinsicht einem Windows-System immer noch unterlegen.

Ob ASUS dieses Faktum im Hinterkopf hatte, als das Transformer Book Trio geplant wurde, oder man schlicht in Spiellaune war, sei dahingestellt — herausgekommen ist jedenfalls beinahe die sprichwörtliche eierlegende Wollmilchsau. So läuft der 11,6-Zoller mit dem IPS-Full HD-Screen (1920 x 1080 Pixel), der wahlweise als Tablet oder via Dock als kleines Laptop benutzt werden kann, nicht nur wahlweise mit Windows 8 oder Android Jelly Bean betrieben werden sondern nutzt für ersteres auch einen Haswell Core i7-Prozessor und greift im Android-Betrieb auf einen Intel Atom Z2580 Clover Trail+ mit 2 GHz zurück. Außerdem sind eine 750 GB- respektive 1 TB-Festplatte sowie 64 GB Flashspeicher verbaut — die HDD im Dock, der schnelle interne Speicher im Tablet.

Das führt dazu, dass das Gerät dreifach (eigentlich sogar vierfach) einsetzbar ist: als Android-Tablet, als Windows 8- oder Android-basiertes Netbook und als Desktop-PC, wenn man nämlich die das Dock an einen Monitor anschließt; in diesem Falle bleibt das Tablet sogar gleichzeitig mit Android nutzbar. Insofern ist das Transformer Book Trio auch kein Dual Boot-Gerät, sondern beherbergt die beiden Betriebssystem quasi auf getrennten Geräteteilen. Ein Umschalten zwischen den beiden System soll aber dennoch schnell und unkompliziert möglich sein.

Nun stellt sich natürlich die Frage nach dem Sinn einer solchen Kombo — warum sollte man zusätzlich Android auf einem Windows 8-Tablet/Netbook benötigen (von etwaigen App-Präferenzen mal abgesehen)? Die Akkulaufzeit könnte eine Antwort sein: Der Clover Trail+, der das Android-OS im Tablet befeuert, dürfte deutlich stromsparender als der i7 sein und somit bei reinen Surf- oder YouTube-Sessions dafür sorgen, dass das Transformer Book Trio insgesamt länger durchhält. Apropos Akku: Verbaut sind in Dock und Tablet jeweils ordentliche Kraftwerke mit 33 Wh und 19,5 Wh.Ob die zugeben auf den ersten Blick etwas überwältigende Vision von ASUS aufgeht, dürfte vor allem davon abhängen, wie gut sich tatsächlich mit dem Windows-Part arbeiten lässt und vielmehr noch, wie viel das Transformer Book Trio kosten wird: Günstiger als der Kauf eines guten Laptops und eines ordentlichen Android-Tablets mit ebenbürtigen Spezifikationen müsste es schon sein. Leider sind zum Preis bislang ebenso wenig Informationen wie zum angepeilten Marktstart des Trio bekannt. Wir melden es natürlich, sobald uns dazu weitere Details erreichen.

Mit dem Huawei MateBook will das chinesische Unternehmen im Rahmen des MWC 2016 wohl sein erstes Windows 10 2-in-1 Laptop vorstellen und damit auch in den PC-Markt einsteigen. Bisher hat sich das Unternehmen auf Android-Geräte konzentriert, sieht im PC-Markt mit Windows aber wohl auch großes Potenzial. Unter der Bezeichnung "MateBook” soll nämlich eine ganze Reihe von Windows-Geräten geplant sein.Während immer mehr Hersteller den PC-Markt verlassen bzw. sich nur noch auf bestimmte Länder konzentrieren, scheinen die großen chinesischen Hersteller von Android-Geräten den Markt mit Windows-Hardware für sich zu entdecken. Nicht nur Xiaomi möchte ein Windows 10 Laptop bauen, welches dem MacBook von Apple zum Verwechseln ähnlich sehen soll, sondern auch Huawei ein 2-in-1 Laptop mit guter Hardware. Dazu soll Huawei bereits mit Intel eine Kooperation eingegangen sein, wodurch das Unternehmen die leistungsstarken Intel Core i-Prozessoren verbauen darf. Man war wohl auch schon auf der Suche nach fähigen Leuten und hat Headhunter beauftragt Personal zu suchen, welches bei der Entwicklung der neuen Produkte helfen soll.

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August 29, 2016

Akku HP mt06

Die Kühlung wird in der Regel nur durch einen Lüfter durchgeführt. Normalerweise gelangt die Wärme aus dem Notebookgehäuse durch die angebrachten Schlitze wieder nach außen, so dass die Temperatur richtig reguliert wird. Durch Verschmutzungen wie Staub, Sand und Co. können diese Lüftungsschlitze allerdings im Betriebsverlauf immer weniger warme Luft nach außen dringen lassen, so dass das Notebook sehr heiß wird.Um präventiv zu verhindern, dass das Geräte dauerhaft stark überhitzt, solltet ihr immer darauf achten, dass die Lüftung frei ist.Auch wenn es verlockend sein mag, einen Film auf dem Laptop im Bett anzuschauen, ist das Ablegen des Geräts auf dem Bettlaken Gift für die Wärmeregulierung.
Generell sollten weiche Flächen, dazu zählen auch Teppiche, der eigene Schoß oder Kissen für die Ablage des Notebooks vermieden werden.
Möchtet ihr partout einen Film im Bett ansehen, könnt ihr dafür einen eigene Laptop-Unterlage bzw. -Notebook-Ständer* einsetzen.

Auch am Schreibtisch und unterwegs solltet ihr darauf achten, dass das Gerät staubfrei bleibt und keine Krümel in der Laptoptasche die Kühlrippen blockieren.
Sollte der Laptop auf dem Schreibtisch heiß laufen, überprüft die Unterlage unter dem portablen Rechner.
Bereits vor dem Kauf des Laptops solltet ihr darauf achten, dass dieser leicht zu warten ist. Besonders günstige Notebooks bieten nur schweren Zugang zum Innenleben, so dass ihr kaum Chancen hab, um an Komponenten des Geräts, z. B. den Kühler und Lüfter zum Reinigen heranzukommen.

Wollt ihr die Temperatur des Laptops regulieren, überprüfen und im Auge behalten, könnt ihr verschiedene Tools einsetzen. Der HWMonitor gibt Auskunft über die Temperatur verschiedener Rechnerkomponenten, so dass ihr hiermit feststellen könnt, wo das Laptop am stärksten überhitzt. Überprüft auch, ob das Notebook eigene Bordmittel für die Temperaturverwaltung mit sich bringt. Bei Temperaturen von über 90° im Inneren sollte man weitere Maßnahmen ergreifen, um Schäden an der Hardware zu vermeiden Mit der kostenlosen Software SpeedFan könnt ihr den Lüfter im Notebook regulieren und so z. B. eine höhere Umdrehungsgeschwindigkeit einstellen.
Achtet allerdings darauf, dass ihr es nicht zu gut meint, um den Lüfter nicht zu beschädigen und das Problem noch zu vergrößern.

Um die Temperatur des Laptops zusätzlich zu senken, solltet ihr keine rechenintensiven Arbeiten parallel ausführen. Überprüft zudem, ob im Hintergrund Programme laufen, die den Prozessor und die Grafikkarte an den Rand des Glühens bringen. Häufig hilft es bereits, nicht benötigte Programme im Hintergrund zu schließen, um CPU-Leistung freizugeben und die Laptop-Temperatur zu senken.
Vom Einsatz eines zusätzlich angebrachten Kühlers an der Unterseite des Laptops ist abzusehen, da die gesenkte Temperatur in der Regel kaum zu bemerken ist. Zudem besteht die Gefahr, dass diese externe Lüfter nur noch weiteren Staub in das Geräteinnere reinbläst.

Regelmäßig, sprich alle drei bis sechs Monate könnt ihr das Notebook mit einem Staubsauger behandeln, um ein Überhitzen zu vermeiden. Lest für eine detaillierte Vorgehensweise hier weiter: Einen Laptop reinigen – schonend, aber gründlich!
Wählt dabei die niedrigste Saugstufe und fixiert den Lüfter vor dem Aussagen.
Beachtet, dass ein selbständiges Öffnen des Laptops zu einem Garantieverlust führen kann.
Habt ihr das Notebook einmal geöffnet, könnt ihr den Lüfter mit Druckluftspray reinigen.
Überlegt auch, ob ihr nicht Komponenten im Gerät austauschen könnt. Eine neue SSD-Festplatte ist nicht nur leiser und leistungsstärker als ein HDD-Gerät, sondern gibt zudem weniger Hitze ab.
Zusätzlich solltet ihr regelmäßig neue Wärmeleitpaste* zwischen den Rechner und Kühler anbringen.
Reposito ist eine kostenlose App, die Einkaufszettel für Garantiefälle archiviert. Dank einer Kooperation mit einem Versicherungsunternehmen kann sich jeder Nutzer seine Geräte von Smartphone bis Kühlschrank versichern lassen. Sinnvoll für alle, denen gern mal das iPhone aus der Hand rutscht.

Das Besondere an der Versicherung: Laut Reposito werden auch selbstverschuldete Schäden abgedeckt: „Zusammen mit unserem Kooperationspartner ARAG bieten wir einen Versicherungsschutz, der wirklich alle Geräte gegen alle Arten von Schäden abdeckt", erklärt Philipp Hartmann, Geschäftsführer von Reposito. Abgesichert seien sowohl Defekte am Gerät nach Ablauf der Garantie oder Gewährleistung, wie auch selbstverschuldete Schäden – ob das nun Sturz- oder Flüssigkeitsschäden sind. Die maximale Erstattung liegt bei 5.000 Euro pro Schadensfall und 20.000 Euro pro Jahr. Allerdings: die Selbstbeteiligung beträgt jeweils 50 Euro, so steht es im Kleingedruckten.

Die Versicherung schließe eine Lücke: In normalen Hausratsversicherungen sind selbstverschuldete Schäden meist nicht abgedeckt und die Haftpflichtversicherung zahlt nicht bei Schäden am eigenen Gerät.Dieses „Reposito Elektronikschutz"-Paket kostet 19,99 Euro pro Monat. Wer die iOS-App (kostenlos im App Store*) nicht nutzt, aber so einen Versicherungsschutz wünscht, kann sich direkt an das Versicherungsunternehmen wenden: Für fast den selben Preis versichert die ARAG die eigenen Geräte, und bietet Rabatt, wenn man einen Hausrat-Schutz mitbucht.Wer seinen Schutz über Reposito ordert, bekommt im Gegenzug Reposito Plus obendrein. Die Erweiterung zum kostenlosen Dienst (hier unser Test von Reposito) umfasst die Möglichkeiten...

Wir verlosen unter allen Einsendungen fünf Gutscheincodes im Gesamtwert von knapp 125 Euro, mit denen man Reposito Plus ein Jahr lang kostenlos nutzen kann (ohne Versicherungsschutz). Das Paket endet automatisch ohne Kündigung. Die Mailadressen werden von uns nur im Rahmen dieses Gewinnspiels verwendet und nach Abschluss der Aktion sofort gelöscht. Berücksichtigt werden unten eingetragene Anmeldungen bis Mittwoch Nacht. Der Rechtsweg ist ausgeschlossen.Update: Die Verlosung ist beendet, die fünf Gewinner wurden per Mail benachrichtigt.Die Geräte versichern, oder das Geld lieber für das nächste iPhone sparen – wie steht ihr zu dem Thema?

Neben verschiedenen zumindest namentlich mit dem Galaxy S4 verbandelten Smartphones hat Samsung vorletzte Woche in London auch ein Hybrid-Gerät vorgestellt: Einerseits Tablet und Laptop, andererseits Windows 8-Rechner und Android 4.1-Netbook, hat uns das Samsung ATIV Q konzeptionell auf Anhieb gefallen. Auch wenn es, wie jetzt als gesichert gelten kann, nicht unbedingt ein Schnäppchen ist — für 1599 Euro kann das wandelbare Stück High-Tech nun beim schwäbischen Online-Händler Arlt vorbestellt werden.Samsung ATIV Q: Tablet-Laptop-Kombo mit Windows 8 & Android vorbestellbar [Update: und wieder weg]
[Update]: Arlt hat das Samsung ATIV Q inzwischen doch wieder aus uns leider nicht bekannten Gründen aus dem Online-Shop genommen. [/Update]

Es muss nicht immer eine ARM-basierter Chipsatz sein und auch ein mobiler Intel Atom-Prozessor ist keine zwingende Voraussetzung für ein Android-Tablet: Mit dem ATIV Q zeigt Samsung, dass Android 4.1 auch problemlos auf einem Gerät mit einem ausgewachsenem Core i5 der nagelneuen Haswell-Plattform unter der Haube läuft — natürlich in einer Virtual Machine, sprich unter emulierter Hardware. Das bietet bei Samsungs Tablet-Netbook-Monitor-Mix durchaus Vorteile, denn nicht nur lässt sich so ganz ohne Neustart und blitzschnell zwischen Windows 8 und Android 4.1 hin und her wechseln, auch können beispielsweise Android-Apps direkt von den Windows-Kacheln aus gestartet werden. Beim ersten Ausprobieren auf dem Premier-Event in London hat das in der Praxis dann auch gut funktioniert:

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Asus G53JW Notebook Battery

Don’t have a tablet? This is what you’re stuck with on Qantas’ interstate flights. (Image: Lifehacker)
It would have been technically possible to stream the Qantas Entertainment app on the TabPro S through my Galaxy S7 Edge but I had work to do. Maybe on the way back, eh? If so, I’ll probably leave the keyboard in my bag and keep the device in tablet mode.During the flight, I alternated between resting the TabPro S on my lap and using the plane’s service tray. In the former scenario, the laptop’s adjustable stand definitely came in handy, as the screen was a bit too low to view comfortably otherwise.

Sadly, I was just getting settled in when it was time to land. One thing’s for sure; this 2-in-1 will make a great companion for long haul flights thanks to its compact dimensions, full-size keyboard, tablet functionality and decent battery life. (Just don’t leave it behind in the seat pouch!)After visiting the aforementioned workplaces I’ll be checking out the Samsung TabPro S’s entertainment features in my hotel which will form the basis of tomorrow’s article. See you then!China has a love affair with Graphene. Some companies work on utra-thin flexible displays and others on batteries. Dongxu Optoelectronic Technology unveiled today in Beijing in a big show the G-King graphene battery. This is the world's first graphene battery according to Chinese news service Xinhua.

The demonstrated graphene battery has a capacity of 4,800mAh, which is a typical capacity of laptop battery. The company showed the G-King's super-fast charging time. It only takes 13 to 15 minutes compared to several hours a conventional Lithium-Ion battery needs. That's 10 to 20 times faster.Dongxu Optoelectronic Technology says that the G-King graphene battery supports 3,500 charge and discharge cycles. This is 7 times higher than Li-Ion batteries.

These new graphene batteries could change the future of electric cars, which are held back by today's battery technology. The report out of China does not reveal how close the G-King battery is to mass production. It should be close, considering the stage show the company pulled off.Watch the Xinhua video report from the G-King presentation below.The claim that the G-King is the world's first Graphene Battery is possibly exaggerated. There have been graphene enhanced batteries showing up in the past two years, but it depends on the technical details. The performance characteristics are incredible. Elon Musk should be on the phone already with Dongxu Optoelectronic Technology to find out if the G-King could be the future battery technology for the Tesla cars.Last month, we reported about research into Graphene battery technology at the Korean KAIST institute. Scientists there reached 10,000 recharge cycles without losing capacity.

The moment Steve Jobs pulled the first generation MacBook Air out of a manila envelope in front of the press, the Ultrabook industry was born. Since that time, Ultrabooks have come a long way, gaining more processing power, fast storage and excellent battery life. They are the sweet spot between heavier, albeit more powerful laptops and the less powerful, less capable tablets. These lightweight computers offer something for everyone, so read on to see which of the six laptops below would be best for you. The Dell XPS 13 packs a 13.3” display in a laptop the size of a typical 11” notebook, which makes for a computer that’s both compact and lightweight. Whether you’re at work or playing, the 2.6-pound XPS 13 has more than enough horsepower to get you through the day.

Our model of choice includes an Intel Core i5 2.30 GHz processor, 8GB of RAM, 128GB SSD, up to 11 hours of battery life and Windows 10. That option is priced several hundred dollars cheaper than Apple’s MacBook Air. Unfortunately, it doesn't have a QHD+ display, but still offers the non-touch InfinityEdge border which remains stunning no matter your configuration. With a comfortable keyboard to type on, precise trackpad, huge range of configurations and a design that’s unrivaled, the Dell XPS 13 is fantastic. Buy from Amazon » Some might call it a MacBook Air knock-off, but the Asus ZenBook UX305UA is one of the best affordable lightweight Ultrabooks on the market. While the price means some sacrifices, notably a touchscreen and backlit keyboard, you get a 13.3” display, Core i5 processor, 8GB RAM, 256 SSD and up to 10 hours of battery life.

At 3.2 pounds, the UX305A tips the scale on this list at a half-pound heavier than our overall favorite, the Dell XPS 13. We’re happy to say the keyboard is excellent (even though it lacks a backlight), and the touchpad handles Windows 10 multi-touch gestures with gusto. Unfortunately, the downward-facing speakers are hidden underneath the bottom of the UX305UA, which leads to a bit of muffling. Interestingly, the Core i5 CPU available on the UX305UA is slightly more powerful than the Dell XPS 13.Asus claims most users will see around 10 hours of battery life, but the general review consensus was closer to 6 hours, a number we’d like to see climb higher. However, given the budget title, tradeoffs must happen. As for heat, it isn’t an issue, which bodes well for the budget pricing. Buy from Amazon »

Over the past six years, Apple has set the bar for lightweight laptops. And the 2016 MacBook offers a powerful 1.1GHz Core M processor, 8GB RAM, 256GB SSD and a 12” IPS 2304X1440 Retina display. Apple offers additional upgrades, including a faster processor and more storage. And regardless of your processor choice, Apple’s 2016 MacBook proves to be expensive by most standards but also screams premium design and engineering.Carved out of solid aluminum, the MacBook weighs just over 2 pounds and is 13.1mm thick, which is even thinner than the MacBook Air. The addition of the Force Touch offers the sensation of having a trackpad that doesn’t physically move but offers the illusion of a click sensation when tapped. This is useful when tapping on a specific word to see a definition or allowing you to sign a document online via the trackpad. Apple’s set the bar for trackpads over the past half-decade and the streak continues with the MacBook.

Realistically, the increased performance in Apple’s newest MacBook offers up a 20 percent boost over the 2015 model. Battery life is another area where the MacBook shines offering up around 10 hours according to Apple and by most tests under normal usage, Apple nails that number. The single USB-C port is a tough proposition. It offers speedy transfer rates and fast charging at the expense of requiring additional adapters and plugs if you want to charge both your phone and laptop at the same time. It’s something to definitely consider before taking the leap with the MacBook but if you do, you’ll find a stunning, portable, beautifully thin laptop that’s perfect for day trips. In fact, throwing the MacBook in your bag almost feels like nothing at all, and for the best portable prize, that’s exactly what we want. Buy from Amazon »

While all the options on this list are powerful enough for everyday tasks, sometimes the professional world needs to take things one step further. Microsoft’s Surface Book is about taking the leap from everyday use to professional use all in a lightweight form factor. If you have eyed the Surface line in years past but been scared off by the notion of a hybrid tablet/laptop, Microsoft created the magnesium-built Surface Book just for you. This is a 3.48-pound and 0.9” thin high-end machine that is designed to look past the standard Ultrabook and leave other computers well in the rear-view. The 13.5” display Surface Book offers 3000x2000 resolution, a Core i5 or i7 processor, RAM options up to 16 GB and SSD storage up to 1TB.

Make no mistake about it: the Surface Book isn’t just a detachable display that doubles as a tablet with a keyboard dock. This is a machine that offers the best possible combination between the tablet and lightweight laptop worlds. Releasing the 13.5” screen feels well-engineered, but we should note the screen is home to the CPU, while the keyboard "Book” houses the GPU. Needless to say, if you try and transfer an intense application, say Photoshop, while using both, the end result won't be the best.Microsoft claims to offer 3 hours from the detached display and around 12 hours of battery life when both parts are combined. The disparity is due to the battery mostly being in the keyboard hardware. Real-world use hovers somewhere between 8-9 hours with everyday activity and because this is a professional notebook, add in an intense application like Photoshop and you’re likely to see more like 7 hours. Still, even at that battery life, you’re in line with other models on this list and lightweight laptops in general. At just 10.4mm thick, HP’s Spectre laptop is the current title holder of world’s thinnest laptop and it’s priced in line with most of its lightweight competition. Somehow, HP managed to stick a full Core i5 or, for a few dollars more, a Core i7 CPU, a superbright 13.3” 1920x1080 HD display, 8GB of RAM, 256GB SSD and a fantastic keyboard. Sparing no expense, HP designed a specialized hinge to support the thin engineering and while it’s a tad bit fingerprint heavy, it feels premium. Weighing just 2.45 pounds, the Spectre has the privilege of making other laptops on this list look a little heavy.

Fortunately, the keyboard on the Spectre matches the promise of the build quality and it's comfortable, even with just 1.33mm of space between keys. The touchpad has some jumpiness, which is a minor nuisance, but HP promises a driver fix in an upcoming update. As for the display, calling it best-in-class would be an understatement, even if that’s exactly what it is. The Spectre outpaces its closest rivals, the 12” Apple MacBook and Dell’s non-touch XPS. Surprisingly, HP was able to fit speakers in despite having what appears to be no room and, while we hoped for a little more bass, the speakers are good enough for everyday listening.

On the downside, battery life isn't the best and HP designed a specialized "hyperbaric” cooling chamber to keep the computer running cool, but if you do anything more than simple web browsing and a Word document, it can quickly heat up. This is an area we hope to see HP try and control through software updates which can better regulate the fan to keep things cooler.
For the most part, when we think lightweight laptop, we immediately reject any size over 13.3”. But Samsung’s 15” Notebook 9 redefines how we should view the thin-and-light laptop, and with very good reason. The Notebook 9 offers a Core i7 processor, 8GB RAM, 256 GB SSD and 1920-by-1080 display. Weighing just under 3 pounds and 0.57” in thickness, Samsung proves once and for all that big screen laptops can be portable and slip right into a bag without compromising performance. The solid design is backed by magnesium-alloy, which offers a premium-type feel with a hinge that opens and closes smoothly. If you have any concerns about a 15” laptop feeling unbalanced in your lap, don’t worry as the Notebook 9 stays exactly where you want.

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August 27, 2016

Akku HP hstnn-xb80

Klein und kompakt? Diese Beschreibung trifft auf den Logitech Z305 Laptop Speaker nur sehr eingeschränkt zu. Mit seinen Ausmaßen von 324 x 40,3 x 41,8 mm übertrumpft er die bisherigen Testkandidaten deutlich, der formtechnische Vergleich zu einem Schlagstock ist nicht von der Hand zu weisen. Zumindest nimmt er sich mit einem Gewicht von 234 Gramm nicht allzu schwer. Die eigentlichen Lautsprecher wurden jeweils an den Enden integriert – ein interessanter und andersartiger Ansatz. Hierdurch soll doch tatsächlich ein Raumklang simuliert werden können. Ob dies gelingt, untersuchen wir noch später im Test.

Wie auch sein kleiner Bruder (Logitech Z205 Laptop Speaker), kann der Z305 direkt auf dem Rechner angebracht werden. Allein durch seine Größe beschränkt sich diese Art der Nutzung jedoch ausschließlich auf die Modelle des MacBook Pro und des weißen MacBooks. Das MacBook Air können wir hierfür nicht empfehlen. In diesem Fall ist es ratsam, den Logitech Z305 Laptop Speaker einfach hinter dem Rechner zu legen. Im Gegensatz zum Z205 beeinträchtigt der Z305 nicht die Funktionalität der integrierten iSight und des Helligkeitssensors, denn der Lautsprecher wird hinter dem Displaydeckel angebracht und verdeckt so weder die Kamera noch den Sensor – sehr löblich. Für einen besseren Halt und Schutz vor möglichen Kratzern bietet der Z305 zudem eine praktische Gummierung. Die Steuerung der Lautstärke erfolgt auch bei diesem Modell entweder über die Volume-Taten am Gerät, oder direkt über das MacBook.

Anschluss findet der Logitech Z305 Laptop Speaker über das integrierte, relativ kurze USB-Kabel. Wie zu erwarten, sorgt dieses sowohl für die Stromversorgung, als auch für die Audioübertragung. Das Kabel kann der Anwender platzsparend im Gehäuse des Lautsprechers verstauen. Einerseits ist dies zwar sehr praktisch, andererseits könnte sich ein solcher Aufbau bei einem möglichen Kabeldefekt als sehr hinderlich darstellen, denn ein einfacher Austausch des Kabels ist schlicht nicht möglich. Wie schon beim Logitech Z205 Laptop Speaker, finden wir auch beim Z305 einen zusätzlichen Audio-Klinkeneingang, an dem sich alternative Soundquellen anschließen lassen – beispielsweise MP3-Player Allerdings verzichtet Logitech auch hier auf alternative Optionen zur Stromversorgung. Insofern ist der Klinkenstecker daher nur eingeschränkt sinnvoll. Theoretisch ließe sich der Lautsprecher unter Umständen mit externen USB-Akku-Packs betreiben. Doch wer möchte schon gern zusätzliches Gepäck mit sich herumschleppen?
Klang: Kann sich hören lassen
Guter Klang benötigt einen hinreichend großen Resonanzkörper. An dieser physikalischen Notwendigkeit krankten bisher alle mobilen Lautsprechersysteme. Die Philips SPA3251 verdeutlichten dies sehr schön, der Logitech Z205 Laptop Speaker hingegen konnte uns schon mehr begeistern – zumindest in Bezug auf seinen günstigen Preis und seine Größe. Wie erklingt nun der Z305?

Wir sind beeindruckt: Von allen drei Systemen bietet der Logitech Z305 Laptop Speaker den mit Abstand besten Sound. Der Bass ist sehr deutlich wahrnehmbar, wenn vielleicht auch ein wenig dominant. Durch die getrennte Anordnung der Lautsprecher gerät auch der Stereo-Effekt nicht in den Hintergrund. Der Hersteller selbst spricht vom „Raumklang", dies ist jedoch eine Spur zu dick aufgetragen. Unstrittig ist dennoch, dass der Z305 mit seiner Klangleistung durchaus mit günstigen und guten Desktop-Lautsprechern zu vergleichen ist. Alles im allem eine respektable Leistung, die einer deutlichen Verbesserung zu den integrierten Lautsprechern im MacBook gleichkommt.

Müssten wir allein nur die Klangleistung beurteilen, der Logitech Z305 Laptop Speaker hätte annähernd die volle Punktzahl verdient. Punktabzug gibt es dennoch für sein überdimensioniertes Design, dass eine mobile Einsatzmöglichkeit einschränkt. Wir hätten uns auch gewünscht, dass der Hersteller bei solchen Ausmaßen vielleicht noch Platz für eine Batterieversorgung gefunden hätte. Positiv hingegen fällt erneut die mitgelieferte Tragetasche auf. Zu kritisieren ist ferner das fest integrierte USB-Kabel: Zwar praktisch im Transport, unzweckmäßig hingegen im Servicefall. Zusammenfassend hinterlässt der Logitech Z305 Laptop Speaker klangtechnisch einen guten Eindruck, der durch einige Schwächen im Aufbau nichtsdestoweniger getrübt wird. Auch ist er mit einem Anschaffungswert von fast 50 Euro in der Gegenüberstellung zum günstigeren Z205 weniger preislich attraktiv.
ASUS hat auf seiner CES-Pressekonferenz nicht nur reine Android- und Windows-Geräte vorgestellt, sondern auch ein regelrechtes Mischwesen, beziehungsweise Hybriden. Die Rede ist vom Transformer Book Duet TD 300, das als Weiterentwicklung des Transformer Book Trio verstanden werden kann. Das Tablet, das per Tastaturdock in einen Laptop verwandelt werden kann, wird dabei offenbar sogar etwas kostengünstiger.

ASUS Transformer Book Duet TD 300: Tablet-Laptop-Kombo mit Windows 8.1 & Android 4.2 vorgestellt [CES 2014]
Vor einem guten halben Jahr präsentierte ASUS uns das Transformer Book Trio – dieses hat, wie das neue Transformer Book Duet, die beiden Betriebssysteme Windows und Android unter der Haube – allerdings wurden die beiden Plattformen streng voneinander getrennt von zwei Prozessoren und RAM-Bausteinen betrieben: Windows im Keyboard-Dock, Android im Tablet. Beim Transformer Book Duet sieht das Ganze nun etwas anders aus, denn bei diesem Modell ist nun nur noch ein Prozessor zu finden, der beide Systeme antreibt – der Wechsel zwischen Windows und Android geht mit einem Knopfdruck und binnen weniger Sekunden vonstatten. Im Unterschied zu Samsungs leider wieder eingestampften Ativ Q, wird Android nicht emuliert, sondern nativ parallel zu Windows 8.1 betrieben.

Mit diesem Device hat der Nutzer praktisch das Beste aus beiden Welten vereint – möchte man produktiv arbeiten, geht das im Netbook-Modus mit Windows 8.1 vonstatten, zum entspannten Surfen auf dem Sofa klinkt man einfach das Keyboard-Dock aus und schnappt sich das Tablet. Entsprechend lässt sich das Transformer Book Duet in insgesamt vier Modi betreiben. Hardwareseitig kann sich das Transformer Book Duet durchaus sehen lassen, denn es verfügt über ein 13,3 Zoll Full HD IPS Multi-Touch-Display (1.920 x 1.080 Pixel), einen Core i7 Haswell-Prozessor von Intel und 4 GB RAM. Interessanterweise besitzt es zweierlei Speicher: im Tablet-Element sitzt eine 128 GB SSD, im Keyboard-Dock ist eine 1 TB HDD untergebracht – genügt der Speicher im Tablet nicht, lässt sich dieser mittels micro SD-Karte um bis zu 64 GB erweitern. ASUS wird das Transformer Book Duet in verschiedenen Konfigurationen anbieten, die sich hinsichtlich des verbauten Speichers, Prozessors und natürlich des Preises unterscheiden – derzeit kursiert ein Einstiegspreis von circa 599 US-Dollar.

Das TD 300 ist in der Tat ein interessantes Produkt, das letztlich Produktivität und Freizeit sowie zwei Systeme miteinander verbindet und sich praktisch das Geld für ein Windows- oder Android-Device sparen kann.Aldi Süd bietet am 3. Dezember das Medion Akoya E6422 (MD 99680) Windows 10 Notebook mit neustem Intel Skylake Prozessor der 6. Generation für nur 499€ an. Nachdem kürzlich das Medion Akoya E6418 (MD 99620) bei Aldi Nord mit älterem Prozessor für 100€ mehr verkauft wurde, möchte man mit einem etwas kleineren aber neueren Prozessor und geringerem Preis weitere Interessenten ansprechen. Durch die verbaute SSD dürfte die Performance trotzdem sehr gut ausfallen.

Das Medion Akoya E6422 (MD 99680) kommt mit einem 15,6 Zoll großen Full HD-Display und einer Auflösung von 1920 x 1080 Pixeln. Es handelt sich um ein IPS-Panel, mit dem die Blickwinkel und Darstellung sehr gut ausfallen dürften. Im Inneren arbeitet dieses Mal ein Intel Core i3-6100U Skylake-Prozessor der neusten Generation, der mit bis zu 2,3 GHz getaktet ist. Dazu gibt es 4 GB RAM und eine schnelle 128-GB-SSD. Dort können das Betriebssystem und Anwendungen sowie Spiele installiert werden, die man häufiger nutzt. Platzmangel gibt es trotzdem nicht. Medion verbaut nämlich zusätzlich eine 1 TB HDD, auf die man weitere Daten auslagern kann.

Wie nicht anders zu erwarten, kommt das Medion Akoya E6422 (MD 99680) direkt mit Windows 10 Home. An den Seiten finden sich einige Anschlüsse wie 2x USB 2.0, 2x USB 3.0 und ein HDMI-Ausgang. Damit lässt sich das Notebook problemlos an einem größeren Monitor betreiben. Zur weiteren Ausstattung zählen WiFi-ac, Bluetooth 4.0, zwei Lautsprecher, eine HD-Webcam an der Front, ein Netzwerk-Anschluss sowie ein DVD-Brenner. Auf ein optisches Laufwerk wurde also nicht verzichtet. Die Laufzeit fällt mit bis zu 4 Stunden recht mager aus. Positiv zu erwähnen ist auch die Tastatur des Medion Akoya E6422 (MD 99680). Man bekommt ein Chiclet-Keyboard mit Ziffernblock an der Seite. Das Touchpad ist demnach auch etwas seitlich verschoben, damit man beim Tippen nicht auf das Touchpad kommt. Insgesamt ist das Laptop inkl. Akku 2300 Gramm leicht. Das ist bei der Größe durchaus akzeptabel. Alle weiteren Details gibt es auf der Aldi Süd Produktseite.

Ein Laptop ist eine praktische Anschaffung. So kann man seine Arbeiten und das Vergnügen am PC auch unterwegs oder bequem im Garten erledigen. Ärgerlich ist es, wenn das Laptop sehr heiß wird und sich im schlimmsten Fall auch noch selbst ausschaltet. Hier erfahrt ihr, woran es liegen kann, dass ein Laptop stark erhitzt, was man tun kann, wenn das Notebook einfach ausgeht und wie man verhindert, dass das Laptop heiß wird.Ein heißes Laptop sollte nicht auf die leichte Schulter genommen werden, immerhin drohen hier nicht nur Abstürze zu ungünstigen Zeitpunkten, sondern irreparable Schäden an der Hardware. Die übermäßige Hitze im Noteobook kann durch Staub und Schmutz im Gerät sowie eine erhöhte Rechenleistung verursacht werden. Im Vergleich zu Desktop-PCs befinden sich in einem Laptop performancestarke Komponenten auf engstem Raum zu finden.

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Batterie HP ProBook 5310m

Pour ceux qui n'auraient pas le courage de se tirer du lit, mais qui seraient tout aussi obsédés par l'idée de maximiser leurs performances, il reste encore le Modafinil. Inventé pour traiter l'hypersomnie - besoin pathologique de dormir -, et financé par l'armée française pour permettre aux soldats de rester alertes sans dormir, le Modafinil serait de plus en plus prisé des étudiants soucieux de réussir leur concours (7). Comme il est interdit à la vente en France, c'est dans les méandres d'Internet qu'il faut fouiller pour s'en procurer. Dans les forums, le médicament est décrit comme une «drogue intelligente» qui augmente la capacité de concentration et décuple la force de travail. Certains utilisateurs font tout de même état d'une «descente», quand les effets du produit s'atténuent, qui mènerait aux confins de la dépression, mais on n'a rien sans rien. Dans son livre 24/7, Le capitalisme à l'assaut du sommeil ( , Jonathan Crary prophétise un temps, pas si éloigné, où "les produits antisommeil, promus agressivement par les firmes pharmaceutiques, commenceraient à être présentés comme une simple option de mode de vie, avant de devenir, in fine, pour beaucoup, une nécessité". L'essayiste fait du sommeil, seul moment où nous ne sommes ni productifs ni consommateurs, le dernier rempart contre le capitalisme total.

Le problème, c'est qu'il n'est même pas certain que le temps «gagné» en investissant dans une sieste, en dormant moins ou en avalant des pilules nous conduise à profiter davantage de la vie. Qu'on y songe. Le temps de travail s'est réduit au fur et à mesure des victoires sociales successives, dégageant plus de «temps libre» que jamais. Pourtant, tout le monde se plaint d'en manquer. Cité par Mona Chollet (9), le sociologue allemand Hartmut Rosa explique cet état de «famine temporelle» par trois formes d'accélération combinées : l'accélération technique (Internet, TGV, four à micro-ondes), accélération sociale (remplacement des objets, des conjoints, des boulots) et accélération du rythme de vie. Dans les grandes métropoles, les frontières entre le jour et la nuit tendent à se brouiller, donnant le sentiment d'un mouvement perpétuel, frénétique, qui ne connaît jamais le repos. Dans son rapport sur le sommeil (1), la fondation Terra Nova relève les diverses stratégies politiques visant à faire de Paris une ville active vingt-quatre heures sur vingt-quatre, entre événements culturels nocturnes et massification de l'éclairage urbain.

Le rapport relève aussi qu'"autoriser les commerces à ouvrir de plus en plus tard afin de s'aligner sur les plus noctambules des clients et "tenir son rang" dans la compétition entre villes (nationales ou mondiales)" suppose "l'assouplissement du temps de travail et la banalisation du travail de nuit". Or, à vivre dans une ville qui ne dort jamais, on peut vite avoir le sentiment de ne jamais être là où il faut, ou de toujours manquer quelque chose de bien plus intéressant qu'un tête-à-tête avec l'oreiller. Dans son article consacré à la «bataille du temps», Mona Chollet constate que, "paradoxalement, cette course folle s'accompagne d'un sentiment d'inertie et de fatalisme". Ce qui pourrait signifier que les chantres de la modernité qui rognent sur leurs heures de sommeil pour «vivre plus» se trompent complètement de combat.

REPRENDRE POSSESSION DE SON PROPRE RYTHMEPour le philosophe Thierry Paquot, il s'agit de la logique du «toujours plus» qui s'oppose à la logique du «toujours mieux» : "Personne ne peut dire ce qui est mieux pour un individu, cela échappe à toute réglementation." Précurseur, Thierry Paquot a publié dès 1998 un livre intitulé l'Art de la sieste. Déjà, il mettait en garde contre un éventuel «patron astucieux» qui encouragerait son employé à faire la sieste : "Gare à la manipulation ! Gare à la confiscation vicieuse, à l'aliénation perverse !» Aujourd'hui, il se dit «favorable à ce que l'on conserve ce moment comme un temps intime, à part, sans l'intégrer ni aux chartes d'entreprise, ni à la méchante loi du travail de Mme El Khomri". Mais, surtout, il appelle à reprendre possession de son propre rythme : "Ce qui ne signifie pas du tout ne rien faire, bien au contraire ! Selon moi, c'est l'emploi du temps, avec ses heures homogènes, qu'il faut casser. Nous avons été élevés dans une culture de la culpabilité ; si on ne travaille pas, on transgresse les règles de la vie sociale. On invente alors une excuse de ne pas avoir été joignable, sans oser avouer qu'on lisait un livre passionnant qui nous rendait heureux"... Ou en train de piquer du nez. Non pas pour gagner un cycle de sommeil sur la nuit suivante, mais simplement parce que c'était le moment.

Depuis le 5 juillet, les pokémons surgissent un peu partout dans le monde et prennent place désormais dans le paysage virtuel martiniquais. Explications pour les moins connectés d'entre nous, en quatre points.
1 Qu'est-ce que Pokémon Go ?
Pokémon Go est un jeu à « réalité augmentée » . Il permet de chasser et d'attraper de petits personnages appelés pokémons. Une fois l'application téléchargée, lorsque vous regardez sur votre écran de smartphone, vous voyez le véritable environnement qui est autour de vous (la rue, les maisons, etc.), ainsi que les pokémons virtuels. Cela est possible grâce aux capacités de localisation par satellite de votre téléphone. Pour l'instant, le jeu est gratuit (hors option). Il a été lancé dans une vingtaine de pays et est déjà considéré comme un buzz mondial voire un phénomène sociétal. En France, il n'est pas officiellement lancé mais trouve déjà de nombreux fans.
2 Comment y joue-t-on ?

Il faut télécharger l'application gratuite, puis se construire une identité de dresseur/dresseuse de pokémons pour accéder à la cartographie du jeu où se trouvent les pokémons en liberté. Dans cette réalité virtuelle, vous aurez besoin d'utiliser l'appareil photo du téléphone pour voir apparaître les pokémons et les pokestop (lieux d'échange).
3 Quel est le but de ce jeu ?
Le but du jeu est de se déplacer dans les différentes régions pour pouvoir chasser et capturer des pokémons à l'aide de pokéballs. Dans la réalité virtuelle, le principe reste le même sauf que des équipes sont constituées et des arènes (aires de combats) virtuelles sont installées.

4 Y a-t-il des dangers à utiliser Pokemon Go ?
Outre les dangers relatifs à l'usage des jeux vidéos et écrans, addiction notamment, les autorités de plusieurs pays ont déjà commencé à mettre en garde la population contre les menaces liées à l'utilisation d'un smartphone en marchant, en conduisant, en pédalant, sans prendre en compte l'environnement réel : se faire renverser par un véhicule ou encore entrer dans une zone interdite.
Dossier réalisé par Laura Koury, Samuel Cincinnatus (stagiaires) et C. Everard
« Content d'avoir sauvé ma vie mais pas d'avoir laissé passer un pokémon »

Les dresseurs se reconnaissent entre eux pour parler pokémons. Reportage sur la place de la Savane à la rencontre de quelques joueurs.
(Samuel Cincinnatus, stagiaire)
11 heures, sur la place de la Savane. Mathias déambule, les yeux sur son portable, et l'air de chercher des fantômes autour de la statue de Pierre Belain d'Esnambuc. Pas de doute, le garçon de 24 ans est un joueur de Pokémon Go. Administrateur de réseau dans la vie et dresseur de pokémons à ses heures perdues, il fait partie des Martiniquais qui se sont procuré l'application avant sa sortie officielle. Appartenant à l'équipe « rouge » , il a déjà attrapé 48 pokémons. « C'est bien d'aller voir les coins les plus insolites où se cachent des pokémons. C'est le côté touristique! Savez-vous qu'il y a aussi une arène dans un grand centre commercial ? Si ça, ce n'est pas un plan marketing... » Deux autres garçons, même profil, s'approchent. Djiovany, équipe jaune, 18 ans. Mathias, équipe bleue, 16 ans. Djiovany explique qu'il a commencé les six premiers niveaux dans sa chambre, entre 1 heure et 2 heures du matin, mais que maintenant, il lui faut sortir. Mathias, lui, a dans son sac une batterie encombrante comme une petite bouteille d'eau de source, pour être certain de ne pas être à court d'énergie.

Après les échanges de politesse (« Tu es à quel niveau ? » , « As-tu des pokémons rares ? » ), la discussion s'enchaîne. « Avez-vous vu l'arène un peu plus loin ? J'y ai laissé un Ponysta! » , demande Mathias (rouge). « Ah oui, on lui a fait la misère! » , répond Djiovany. « Je le ferai évoluer » , conclut Mathias. Djiovany avoue : « Tout à l'heure, mon téléphone a vibré alors que je traversais. Je suis content d'avoir sauvé ma vie mais pas content d'avoir laissé passer un pokémon 225 (points, NDLR)! » Le petit groupe est vite rejoint par Marc, 32 ans, qui lance, avec un sourire, « Pokémon go ? » . Marié mais seul à jouer, il explique : « En général, je fais un petit tour en sortant du travail pour capturer des pokémons et je rentre » . Les trois garçons, hilares, l'accueillent et la conversation reprend. Marc leur propose de rejoindre le groupe Whatsapp de Pokémon Go Martinique. Tous le reconnaissent : ils sont nés avec les pokémons, et ne sont pas prêts à les laisser dans la nature.

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August 26, 2016

Accu Asus K73SD

So why has the appeal of the beach TV faded away? One would think the industry can easily make bases for flat screens that are able to rest nicely on the shore, but I guess the demand isn’t there. Screens have almost become too portable; handhelds are not really meant to be set down. The beach TV falls between the two extremes dominating the market today, the ever-still wall-mounted TV and the pocket-sized smartphone.

SCREENS HAVE ALMOST BECOME TOO PORTABLE; HANDHELDS ARE NOT REALLY MEANT TO BE SET DOWN.Over-the-air broadcasting also holds back this dream. You immediately rule out the hundreds of channels available to you via a cable subscription. This obviously limits your choices of entertainment, just like the good ol’ days.If you’re really dedicated to the cause and don’t want to limit your viewing options, I suppose you can get a gasoline powered inverter, plug in a chromecast, use a MiFi, sit as far away from the water as you can, and you’re golden. But really at that point you’re just tailgating.

My point is, there’s just not an easy way of doing this. I can’t just walk into an electronics store on the way to Hammonasset and pick up everything I need to watch TV on the beach. There is just something so relaxing and desireable to me about the beach TV—an artful, peaceful, and zen broadcast viewing experience that would make VR immersion irrelevant for an evening. But maybe it's because the beach is the one last place we have to distract us from a screen...

Right off the bat I must say that the device is absolutely gorgeous. The entire thing is made out of strong, smooth plastic with a black and green aesthetic. This look is carried over to the laptop’s keyboard, which is illuminated by green LEDs. The only downside to these is the lack of an adjustable brightness. Even a dim mode would have sufficed between just on and off.The Pavilion sports a 15.6-inch 1080p screen and weighs around 2.3kg so you won’t be lugging around an enormous, heavy beast like other gaming laptops. This size didn’t deter me from gaming at all, which felt comfortable and natural.

The device comes with one HDMI port, a combined 3.5mm headphone and microphone socket, one USB 2.0 and two USB 3.0 ports, a standard network cable jack, and an SD-size card reader. It’s all standard component fair, though having the USB ports slightly further apart and separate headphone and microphone jacks would have been beneficial.It also comes with a standard DVD drive, which is somewhat disappointing. For this kind of rig, HP should have at least include a Blu-ray reader as well.What’s powering this machine?The system comes fitted with an Intel Core i7-6700HQ CPU with onboard HD530 graphics chip for non-gaming, 8GB of DDR3 memory, and a Nvidia GeForce GTX 950M (with 4GB dedicated DDR3L memory). It’s quite robust for such a small machine.

When it comes to storage, the Pavilion sports a 128GB M.2 solid state drive and a 2TB 5400rpm drive as secondary. This SSD allows the machine to fully boot into Windows in five to eight seconds, depending if the operating system has just installed an update or not.Of course, I needed to put this machine to the test and benchmark the hell out it. For this, I went with Unigine Valley Benchmark 1.0 (Direct X11), Unigine Haven Benchmark 4.0 (Direct X 9), and the 3D Mark Basic Edition.

In 3D Mark’s Fire Strike, the Pavilion scored 3080 points in the graphics test, with an average of 14.84fps in Graphics test 1 and 12.20 fps in Graphics test 2. When it came to Physics, the system received 9485 points and 30.11fps during the test. The final combined test yielded 966 points with an average of 4.49fps.The Unigine tests gave similar results with Heaven an average of 26.7fps and a score of 673. This test saw the fps range from 19.1 to 52.3. Unigine Valley Benchmark 1.0 came in with an average of 12.4fps, ranging from 7.7 to 22.8fps, and an overall score of 521.

Many were expecting the iPad Air 3 to be announced alongside the iPhone 6s in September, or the iPhone SE in March. Instead, however, Apple launched the iPad Pro in both 12.9in and 9.7in flavours.The fact that Apple released an iPad Pro in the same 9.7in form factor as the iPad Air has led some to speculate that the company will be retiring the Air range in favour of smaller iPad Pro variants.Apple has yet to confirm whether or not it will be adding to its iPad Air portfolio in the future. Read on to find out everything we do know about the possibility of a 2016 iPad Air 3.However, the Smart Keyboard is something of a disappointment, and it's no real rival to its main competitor, the Surface Pro 4. There's less travel distance in the keys, less force required to actuate them, and the design of the keyboard means the screen is locked to single viewing angle.

It's not quite the laptop replacement that Apple would like you to believe, then, but as a tablet, it's absolutely superb. It's fitted with a top class A9X processor - a lower-clocked version of the larger iPad Pro's model - and 2GB of RAM, meaning it's one of the fastest and most powerful tablets we've tested.Overall, the iPad Pro 9.7 is one of the best tablets produced by Apple -- or anyone else, for that matter. While the iPad Air 3 might still rear its head, we'd be perfectly happy to accept the iPad Pro 9.7 as a consolation prize.17/05/2016: Not only is the iPad Air 3 still slated for launch, it will be arriving with a RAM upgrade, rumours suggest.Many were expecting Apple to launch the iPad Air 3 alongside the iPhone SE earlier this year, but when the company instead unveiled a 9.7in iPad Pro, some speculated that the iPad Air line was to be quietly retired.

However, according to WCCF Tech, anonymous sources in China have indicated that a successor to the iPad Air 2 is still very much in the pipeline.More importantly, these sources have claimed that the iPad Air 3 will finally be receiving a much-requested boost in RAM, taking it up to a 3GB allocation.Rumours also suggest that the Air 3 will see the introduction of the A10X processor as well.Coupled with Apple's substantial pedigree in software optimisation, these new hardware upgrades could see the iPad Air 3 being the speediest tablet Apple has ever released.

Of course, these rumours are still unconfirmed, and no launch events have been scheduled, so as always, take them with a pinch of salt. Even if they are correct, we're unlikely to see the iPad Air 3 before Autumn 2016 at the very earliest.21/03/2016: Apple has revealed a new, smaller iPad Pro measuring three inches less than its older brother. The new model has a 9.7in display, compared to the 12.9in model Apple released in September 2015. The latest model features the same specs as the existing tablet, including an A9X processor, four speakers, and support for the Apple Pencil.While it does put paid to rumours that an iPad Air 3 would launch tonight, Apple justified its decision to downsize the Pro by pointing out that it has sold 200 million 9.7in tablets, saying it is the most popular size among iPad users.

The new iPad Pro is the brightest tablet available, CEO Tim Cook claimed at Apple's Special Event, saying it is 25 per cent brighter than the iPad Air 2 thanks to its Oxide TFT display.Its screen also features 'True Tone' technology that adjusts the screen's colour and light output based on its surroundings.The A9X processor also carries support for the Apple's latest version of Siri, an Always On instalment that responds to questions beginning 'Hey, Siri'.Its front-facing camera is the same powerful 12-megapixel one that the larger iPad Pro features, and lets you take 4k videos as well as offering True Tone flash.The latest iPad will be available to pre-order from 24 March before shipping starts on 31 March. Prices start at $599 for the 32GB version, rising to $749 for a 128GB model, before shooting up to $899 for a massive 256GB instalment.

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Akku HP hstnn-xb0p

Der ROG G20 Special Edition- Gaming Laptop überzeugt mit beachtlicher Leistung trotz geringer Größe: Im Inneren sitzt neben einem Intel Core i7 eine Nvidia GeForce GTX Titan X.
Im zweiten Teil unserer kleinen Testreihe zu den USB-Lautsprechern fürs MacBook widmen wir uns diesmal dem Logitech Z205 Laptop Speaker*. Wussten die Philips SPA3251 aus dem ersten Teil uns größtenteils zu enttäuschen, so können wir für das aktuelle Lautsprechersystem überwiegend positive Worte finden. Doch wollen wir noch nicht zuviel verraten und den Lesern die Gelegenheit geben, die Logitech Z205 detailliert kennen zu lernen.

Sehr übersichtlich und kompakt: Im Unterschied zum dreiteiligen Design der bereits getesteten Philips SPA3251 überrascht der Logitech Z205 Laptop Speaker mit seinen kompakten Ausmaßen (64 x 180 x 34,33 mm) und seiner Schlichtheit. Die zwei Lautsprecher befinden sich einem einzigen, in schwarzem Plastik gefassten Gehäuse. Ein Kabelchaos ist demnach nicht zu erwarten, auch weil der kleine Soundbarren allein per USB mit dem MacBook verbunden wird. Er ist also ein waschechter USB-Lautsprecher – Stromzufuhr und Audioübertragung erfolgen gemeinsam über besagtes (abnehmbares) Kabel.

Zu beachten ist hierbei allerdings, dass man nach dem Anschluss nicht vergessen sollte, im Kontrollfeld „Ton" die Ausgabe über den Z205 einzustellen – anderseits verbleibt er stumm. Die Lautstärkesteuerung erfolgt entweder über den Mac, oder per Volume-Tasten am Speaker.Als Besonderheit darf eine Klemmvorrichtung gelten: Damit lässt sich der Logitech Z205 oben an ein Notebook-Display befestigen. Doch Vorsicht, Mac-User sollten gewarnt sein: Der schmale Displayrahmen heutiger MacBooks verhindert oftmals einen praktischen Nutzen dieser Funktion – zu wackelig die Konstruktion. Gänzlich ungeeignet erscheint das MacBook Air für dieses Vorhaben, der Lautsprecher lässt aufgrund seines Gewichtes (147 Gramm) gar das Display nach hinten wegklappen. Auch sollte nicht unerwähnt bleiben, dass bei einer solchen Befestigungslösung, die iSight und der Helligkeitssensor des Displays verdeckt wird. Freilich lässt sich der Lautsprecher auch neben dem MacBook platzieren – die Klemmvorrichtung fungiert dann als zuverlässiger Ständer.

Etwas unsinnig erscheint hingegen der Klinkeneingang auf der Rückseite des Z205. Theoretisch lassen sich hiermit zwar alternative Soundquellen nutzen. Da die Stromversorgung jedoch nur über USB erfolgen kann und kein Fach für Batterien oder Akkus existiert, dürfte der praktische Nutzen sehr eingeschränkt sein. Die Erwartungen an die Klangeigenschaften waren nach der ernüchternden Erfahrung mit den Philips SPA3251 relativ niedrig. Doch wir wurden positiv überrascht. Natürlich übertönt auch der Logitech Z205 die integrierten Lautsprecher der MacBooks, zusätzlich können wir aber ebenso eine spürbare Verbesserung des Klanges feststellen. Der oftmals fehlende Bass ist hier tatsächlich fühlbar und auch die Mitten und Höhen werden zufriedenstellend dargestellt. Im Gegensatz zu den Philips SPA3251 ist bei maximaler Lautstärke zudem eine wesentlich niedrigere Verzerrung festzustellen. Dennoch: Im direkten Vergleich mit einem guten Desktop-Soundsystem muss sich auch der Logitech Z205 geschlagen geben, besonders der Stereo-Effekt leidet doch stark durch die dichte Konstruktion. In seiner Klasse vollbringt er gleichwohl eine gute Leistung.

Klangtechnische Wunder vollbringt auch der Logitech Z205 Laptop Speaker nicht, dessen ungeachtet sind seine Soundeigenschaften in Relation zu den kompakten Abmessungen und den immer noch günstigen Preis (circa 32 Euro; UVP 39,99 Euro) als gut einzustufen. Besonders gefällt der praktische, mobile Nutzen durch den Verzicht auf weitere Kabel und die mitgelieferte Tragetasche, die neben dem Z205 auch noch das USB-Kabel mit aufnimmt. Unterm Strich attestieren wir dem Logitech Z205 Laptop Speaker voll verdiente vier von fünf Punkten innerhalb der macnews.de-Wertung.
Jeder Laptop-Benutzer fürchtet sich vor diesem Szenario: statt hochzufahren und wie üblich seinen Dienst zu verrichten, bleibt der Bildschirm schwarz. Microsoft Windows weigert sich beharrlich hochzufahren und der Laptop geht nicht mehr an. In unserem Praxis-Tipp zeigen wir euch, was ihr machen könnt, ohne gleich den Fachmann zu holen.

Prüft zunächst ob der Akku aufgeladen ist. Wenn ihr euch sicher seid, dass das der Fall ist, entfernt ihr ihn (vorsichtig) und setzt ihn danach wieder ein.
Eventuell liegt das Problem an einem fehlerhaften Kontakt – ein einfaches Aus- und wieder Einbauen kann das Problem im besten Fall beheben.Wenn der Laptop hochfährt, der Bildschirm aber trotzdem schwarz bleibt, kann das Problem auch an einem kaputten Display liegen.Der Laptop geht nicht mehr an und ihr hört beim Start des Laptops verdächtige Pieptöne? Nicht verzweifeln: diese Töne werden vom BIOS gesendet und bieten einen Hinweis auf mögliche Fehlerquellen.
Unser Guide BIOS aufrufen – so gehts! zeigt euch, wie ihr ins BIOS gelangt, eine Übersicht über BIOS-Signale findet ihr hier auf dieser Seite zum Thema Bios-Pieptöne.
Möglicherweise erfahrt ihr über die BIOS-Signale, dass ein Teil der Hardware defekt ist.

Um das zu prüfen, startet ihr Windows im abgesicherten Modus – in diesem Modus werden nur die wichtigsten Komponenten geladen.
Wenn der Laptop im abgesicherten Modus startet, solltet ihr als nächstes versuchen, das Betriebssystem zu reparieren.Ihr habt alles geprüft, aber nichts hilft und der Laptop geht nicht mehr an? Jetzt bleibt nur noch der Weg zum Fachmann. Vorher könnt ihr aber zumindest noch wichtige Daten retten. Das geht so: Das auch außerhalb von Cupertino innovative Entwicklungen entstehen, beweist Acer mit einem Laptop, der zwei Touchscreens verwendet. Derzeit soll der taiwanesische Hersteller an einem Modell arbeiten, dass sowohl ein Touchdisplay für die Bilddarstellung verwendet, als auch eines für die Tastatur. Die Bilder von dem neuen Modell hat eine ungenannte Person der Seite TechReviewSource zugespielt. Diese berichtet, dass der Acer Laptop einen Intel Core i5-Prozessor mit 2,67 Gigahertz verwendet und beide Displays eine Größe von 15 Zoll haben.

Der Vorteil eines Touchdisplays für die Tastatur liegt auf der Hand: Neben den bekannten Tasten, kann man Befehle auch in Form von Gesten eingeben, zusätzliche Bedienelemente jederzeit einblenden oder später auch per Software-Update nachrüsten. Spiegelt man das Display auf den Eingabebildschirm, so kann man zudem Objekte direkt anwählen, ohne erst das vertikale Touchdisplay zu befingern.Ende letzten Jahres hat Apple in einem Patentantrag ebenfalls eine alternative Touchscreen-Oberfläche beschrieben, die eine herkömmliche Tastatur deutlich erweitern könnte. Während Apple das ganze allerdings erst einmal im Patent beschreibt, könnte Acer den Laptop mit einer durch Software erweiterbaren Tastatur bereits im Herbst 2011 präsentieren.

Viele Menschen nutzen heutzutage Laptops, um mobil arbeiten zu können. Andere hingegen verwenden Notebooks. Aber wo genau liegt der Unterschied zwischen Laptop und Notebook? Wir verraten es euch in diesem Ratgeber.Früher wurden die Begriffe Laptop und Notebook deutlich voneinander getrennt. Dabei ist der Begriff Laptop älter und bedeutet soviel wie "auf dem Schoß” oder passender "Schoßrechner”. Damit ist gemeint, dass man einen Laptop auf den Schoß nehmen und dann damit arbeiten kann.Laptops waren damals deutlich größer und schwerer als Notebooks, die auf Deutsch mit "Notizbuch” übersetzt werden. Allein die Übersetzung lässt vermuten, dass Notebooks also kleiner als Laptops waren – etwa so groß wie ein DIN-A4-Notizblock. Ein Notebook war daher also ein kleiner Laptop, der oft auch weniger Ausstattung hatte. Mittlerweile machen Menschen im Sprachgebrauch keinen Unterschied mehr zwischen Laptop und Notebook. Selbst das freie Online-Lexikon Wikipedia unterschiedet nicht zwischen den Begriffen und leitet von Laptop automatisch auf Notebook weiter. Fest steht allerdings, dass sowohl ein Laptop als auch ein Notebook beide Computer sind mit ähnlichen Merkmalen.

Aufgeklappt ist auf der Unterseite eine Tastatur angebracht, welche im Zehnfingersystem bedienbar ist.
Gegenüber der Tastatur befindet sich ein verhältnismäßig großer und flacher Bildschirm.
Zusammengeklappt liegen Tastatur und Bildschirm quasi aneinander, wodurch das die außen liegende Gehäuseunter- und -oberseite den Laptop / das Notebook schützt.
Notebooks / Laptops sind ohne weiteres Zubehör uneingeschränkt nutzbar, was durch einen integrierten Akku möglich ist.
Weiter geht's mit der macnews.de-Testserie zu den mobilen USB-Lautsprechersystemen. Nach einem enttäuschenden Start der Philips SPA3251 und dem versöhnlichen Ergebnis des Logitech Z205 Laptop Speaker, tritt mit dem Logitech Z305* ein weiterer Kandidat aus selben Hause an. Dieser ist nicht nur der bisher größte im Test, sondern mit einem Preis von fast 50 Euro auch das bis dato teuerste System.

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August 25, 2016

Akku Dell G9PX2

Die schlechte Nachricht: Ohne Schraubendreher kann nicht einmal der Akku getauscht werden. Die gute Nachricht: Es gibt eine augenscheinlich einfach zu entfernende Bodenplatte, die mit neun Schrauben gesichert ist.
HP gewährt eine 24-monatige Bring-in-Herstellergarantie, auf den Akku aber nur zwölf Monate. Die Garantie kann kostenpflichtig erweitert werden. Einzelheiten dazu findet man hier und hier. Daneben gilt natürlich die gesetzliche Händlergewährleistung von zwei Jahren mit Beweislastumkehr nach sechs Monaten.

Die schwarze Tastatur ist leicht versenkt und verfügt über große, flache, mit ausreichend Abstand versehene und einwandfrei beschriftete Tasten mit flachem Hub. Als knackig würden Druckpunkt nicht bzeichnen, gut spürbar ist er aber. Als etwas zu stark abgefedert empfindet der Autor den Anschlag, aber das ist Geschmackssache und beugt voreitigem Ermüden vor. Das Layout verschon den Nutzer vor größeren Überraschungen, allerdings hat der Platz nicht gereicht, um etwa die Strg-Taste wie üblich zu vergrößern oder der Return-Taste ihr übliches Format zu lassen. Rechts oben befindet sich der Powerbutton, dem offenbar die Einfügen-Taste weichen musste, die jetzt als zweite Belegung auf die Druck-Taste verlegt wurde. Pos 1 und Ende sind als Zweitbelegungen auf die ungewöhnlich großen Cursortasten gewandert.
Nichts kommt einem Smartphone-Nutzer so lange vor wie die Startzeit einer App auf einem lahmen Handy. Allerdings sind Sie der Langsamkeit Ihres Smartphones nicht hilflos ausgeliefert. Lesen Sie hier, wie Ihr Android-Smartphone wieder Fahrt aufnimmt.

21, 22, 23 - wer so mitzählen kann, wie viele Sekunden das SmartphoneDieser Trick macht Ihr Handy schneller braucht, um WhatsApp oder eine andere App des Alltags zu öffnen, dem bleiben wohl nur Wut oder Verzweiflung. Allerdings muss man sich mit der Trägheit seines Handys nicht abfinden.
Ein paar einfache Tricks machen jedes Smartphone wieder flotter. Das Verbraucherportal Teltarif hat neun Tipps gesammelt. Wir stellen sie Ihnen vor:
1. Updates installieren
Oft hilft es schon, die neuste Version des Betriebssystems auf das Handy zu laden. Ob Sie die aktuellste Version von AndroidNach Brexit jetzt auch "Andrexit": Smartphone-Hersteller wenden sich von Google ab geladen haben, die für Ihr Smartphone zur Verfügung steht, können Sie in den Einstellungen unter Geräteinformationen und Software-Update sehen. Manche Android-Hersteller nennen den Punkt auch Updateprogramm.
Ohnehin ist die neuste Version des Betriebssystems nicht nur für die Geschwindigkeit, sondern auch für die Sicherheit Ihres Gerätes wichtig.

2. Apps verwalten
Für Apps gilt das gleiche, was für Software auf PCs seit den 90er Jahren gilt. Wer zu viele Programme installiert hat, macht damit seinen Computer langsam. Sie sollten daher immer wieder die Apps auf Ihrem Telefon durchsehen und sich überlegen, welche Sie wirklich brauchen.


Gigabit-WLAN ist an Bord, Bluetooth 4.1 auch. Ein DVD-Brenner ist vorhanden, Webcam und Mikro ebenfalls. Die Anschlussausstattung umfasst einen SD-Kartenleser, je zweimal USB 3.0 und USB 2.0 sowie Ethernet, HDMI, VGA und 3,5-Millimeter-Klinke. Der Laptop wiegt 2,3 Kilo, der Akku bietet eine Kapazität von 37 Wattstunden. Medion räumt drei Jahre Garantie auf das Gerät ein.
Es gibt sie in verschiedenen Größen und Formen: Von schmalen Sticks – nur etwas größer als ein Lippenstift – bis zu breiten Barren, die einer externen Festplatte ähneln. Und auch die Preise variieren stark: Von unter zehn, bis fast 300 Euro kann man für eine Powerbank hinlegen. Doch was zählt beim Kauf?

Ein typischer Smartphone-Akku speichert ungefähr 3.000 Milliamperestunden. Daran kann man sich beim Powerbank-Kauf orientieren, erklärt Christian Wölbert, Redakteur der Computer-Fachzeitschrift "ct": Denn die Powerbank sollte eben mindestens diese 3.000 Milliamperestunden liefern, um ein Smartphone einmal komplett aufladen zu können.Wünscht man sich als Nutzer mehrere Ladegänge oder möchte ein Tablet oder einen Laptop laden – braucht es stärkere Powerbanks. Etwa mit bis zu mit 10.000 Milliamperestunden.

"Wenn Du zum Beispiel einen Ausflug in die Berge machst, wo Du sagst, du machst eine längere Tour, vielleicht zwei, drei Tage, dann ist so ein Teil sehr sehr praktisch."
Nutzerin Anna Kemmer
Solche größeren Ladehilfen sind schon ab etwa 18 bis 20 Euro zu haben und qualitativ auch völlig ausreichend. Noch billiger sollte man aber nicht einkaufen.

"Wenn Powerbanks unter zehn Euro kosten, sollte man vorsichtig sein. Bei so günstigen Preisen ist die Qualität meistens nicht wirklich empfehlenswert."
Christian Wölbert, Redakteur Computermagazin ct
Denn auf die angegebene Ladekapazität kann man sich bei so billigen Geräten nicht immer verlassen, so der Experte.

Die Ladegeschwindigkeit zählt
Smartphone mit Powerbank gezeichnet | Bild: colourbox.com
Will man eine Powerbank nutzen, um das Tablet oder den Laptop zu laden, sollte man auf ein Gerät mit mindestens 20.000 Milliamperestunden Kapazität setzen. Hier ist dann auch die Ladegeschwindigkeit eine wichtige Größe. Die Dauer des Aufladevorgangs richtet sich danach, mit wie viel Ampere die Powerbank lädt. Ein Ampere ist dabei relativ langsam, so Christian Wölbert. 1,5 bis zwei Ampere sorgen dafür, dass es entsprechend schneller geht. Kapazität und Geschwindigkeit sind also die Kriterien, nach denen man sich beim Powerbank-Kauf entscheiden sollte.

Betroffen davon sind Notebooks, die im Zeitraum von Juni 2011 und November 2015 ausgeliefert wurden. Toshiba verkaufte die möglicherweise betroffenen Akkus mit neuen Notebooks aber auch als Zubehör oder Austauschakkus bei Reparatur.Wie das Unternehmen nun mitteilt, kann es in Einzelfällen bei den betroffenen Akkus zur Überhitzung und Verbrennungs- oder Brandgefahr kommen.Endkunden finden eine Liste der möglicherweise betroffenen Notebooks und Akkus auf der Toshiba SupportseiteSollte der Verdacht bestehen, dass ihr Akku von diesem Austausch betroffen ist, sollte als Vorsichtsmaßnahme das Notebook ausgeschaltet und der Akku entfernt werden. Das Gerät kann problemlos mit Netzstrom verwendet werden.

Das HP Elitebook 1040 G3 ist leicht wie ein kleines Ultrabook, will aber mit den Stärken eines großen Notebooks punkten: Im Test klappt das sehr gut - mit einer Ausnahme.
Vor allem wenn Sie ein Notebook beruflich nutzen, stehen Sie oft vor einem Dilemma: Am liebsten würden Sie sich ja einen schicken, kleinen, ultramobilen Laptop mit 13-Zoll-Display kaufen - damit lassen sich nicht nur Kollegen und Kunden beeindrucken, sondern Sie schonen auch Ihre Schulter, wenn Sie am Notebookgewicht sparen. Andererseits wissen Sie auch, dass Sie eigentlich viele Anschlüsse und eine große Tastatur benötigen, um angenehm arbeiten zu können - Vorteile, die vor allem 14-Zoll-Notebooks mitbringen.

Das Elitebook 1040 G3 ist ein teures, aber tolles Arbeits-Notebook für unterwegs. Es ist leicht und schick wie ein 13-Zoll-Ultrabook ohne große Kompromisse bei Ausstattung und bei der Bedienung zu fordern. Außerdem bietet es Top-Geschwindigkeit und einen guten, hochauflösenden Bildschirm. Nur bei der Akkulaufzeit liegt es nicht im Spitzenfeld.

Das Elitebook Folio 1040 G3 könnte dann die Lösung sein: Von HP als "dünnstes 14-Zoll-Notebook der Welt" angepriesen will es beeindruckendes Design und geschäftstaugliche Ausstattung vereinen. Beim Design gelingt das ohne Abstriche: Das matt-silberne Metallgehäuse mit Diamantschliff wiegt nur 1420 Gramm und ist 16 Millimeter hoch - da sind einige 13-Zoll-Ultrabooks schwerer und dicker. Das Notebook lässt sich mit nur einer Hand bequem öffnen, sehr weit können Sie das Display aber nicht aufklappen.

HP verkauft das Elitebook 1040 G3 mit einem Skylake-Core i5 oder -Core i7 und mit 8 oder 16 GB RAM. Die Ausstattung mit 16 GB wirkt überdimensioniert: In den System-Benchmarks bringt das allenfalls einen minimalen Vorsprung. Wenn Sie häufig mit Anwendungen arbeiten, die in einer virtuellen Maschine laufen, kann der große Arbeitsspeicher aber Sinn machen.

Am vernünftigsten ist die Kombination aus Core i5 und 8 GB RAM. Der Core i5 ist in fast allen Tests so schnell wie ein Core i7, nur bei der Videobearbeitung arbeitet der Core i7 schneller. Viel wichtiger für ein Business-Notebook ist eine flotte SSD: Da kann das ELitebook auftrumpfen mit der Samsung SM951. Der Flash-Speicher sitzt auf einer M.2-Steckkarte, die per x4-PCI-Expresss angebunden ist und daher enorm hohe Datenraten erzielt.

Mobil ins Internet gehen Sie beim Elitebook über ein LTE-Modem von Qualcomm. Einige Modelle des 1040 beinhalten dafür HP Mobile Connect: Mit diesem Datentarif erhalten Sie 200 MB Inklusivvolumen pro Monat. Per Kabel ins Netzwerk kommen Sie mit einem beigelegten Adapter, der an den proprietären Dockinganschluss rechts am Gehäuse passt. An diesen Adapter lässt sich auch ein VGA-Monitor oder -Projektor anschließen. Als Zubehör verkauft HP für das Elitebook eine Docking-Station, die an die Notebook-Unterseite passt für 175 Euro.

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Batería Fujitsu SQU-809-F01

Seguramente te hayas percatado de que, a pesar de todas las ventajas del navegador Chrome, la eficiencia en cuanto a recursos no es exactamente una de sus virtudes y es además una aplicación que eleva bastante el consumo de energía en los portátiles, frente a los navegadores nativos como Safari en el Mac o Edge en Windows 10. Pues bien, Microsoft se ha dispuesto a mostrar por qué debes empezar a usar ya Edge en lugar de otros navegadores, poniendo de relieve y con pruebas, como al usar Chrome tu portátil se quedará sin batería mucho antes que con su propio navegador.

Las pruebas de Microsoft con los distintos navegadores incluyen un ciclo que visita páginas comunescomo Facebook, YouTube, Wikipedia o Amazon. Con estas pruebas en un Surface Book la batería duró 7 horas y 22 minutos usando Edge, mientras que con Chrome el tiempo se redujo a 4 horas y 19 minutos.Otros navegadores como Firefox consiguieron mejores resultados de autonomía con 5 horas y 9 minutos, mientras que Opera en su modo de ahorro de batería consiguió 6 horas y 18 minutos, todavía una hora menos que Edge.

Estas pruebas recuerdan mucho a las que ya hace tiempo que se han visto comparando los resultados de distintos navegadores en ordenadores de Apple , en los que el uso de Safari en lugar de Chrome,también puede darte más de una hora de autonomía más.En las pruebas en los Surface Book, como muestra en su blog Microsoft , ha ido muy en detalle al medir el consumo de la conexión Wi-Fi, el procesador y el sistema gráfico durante el proceso. Según sus datos, una tarea que consume 2,1 vatios en Edge, requiere 2,8 vatios en Chrome, y más todavía en Opera y en Firefox.

Pensado para los desarrolladores que busquen soluciones portátiles y económicas para llevar siempre sus proyectos encima, la empresa iCracked ha lanzado al mercado Ocean. Se trata de un pequeño servidor portátil del tamaño de un móvil que podrás conectar a tus dispositivos gracias a su conectividad WiFi y Bluetooth.

Partiendo de la base de que un móvil no lo puede hacer todo y una Raspberry Pi no es tan potente y completa, Ocean se presenta como una alternativa para quienes quieran un servidor Node.js corriendo en Linux pequeño y portátil. También viene alimentado por una batería interna que puede hacer las veces de cargador portátil para tu teléfono.iCracked es una empresa especializada en reparar de iPhones. La idea surgió de la necesidad, puesto que buscaban un dispositivo con el que ejecutar diagnósticos de los teléfonos y determinar los precios de sus operaciones. Primero probaron con las Raspberry y Banana Pi, pero sus resultados no les dejaron del todo satisfechos al no ajustarse a lo que necesitaban.

Ocean tiene un tamaño de 15x7,8x1,2 centímetros y un peso de 170 gramos. Incluye un SoC ARM de Dual-Core Cortex-A7 a 1 GHz, 1 GB de RAM y 16 o 64 GB de almacenamiento con ranura para microSD. Viene con un sistema Linux Debian Jessie con el Kernel 3.4.105+, el servidor Node.js, batería de 4.200 mAh con 2 días de duración, y una ranura USB 3.0 OTG.

Acabado en plástico, este servidor tiene una conectividad Bluetooth 4.0 LE y WiFi 802.11 b/g/n 11/54/72 Mbps que permite que lo podamos utilizar remotamente desde el PC y dispositivos móviles. Y pensando precisamente en esos smartphones, la batería de Ocean también puede ser utilizada como cargador inalámbrico.El que han puesto a la venta es un primer modelo que han parido después de más de 18 meses de desarrollo, y cuya misión es la de comprobar si existe un mercado lo suficientemente amplio para este tipo de concepto. Si la demanda es buena iCracked seguirá trabajando en nuevos y mejorados modelos para el futuro.

En cuanto al precio, en su web tienen a la venta tres modelos. El primero es una versión de prueba con memoria de 16 GB y un precio de 149 dólares, y le acompañan los dos modelos estándar con almacenamientos internos de 32 y 64 gigas y unos precios de 179 y 199 dólares.¿A quién no se le ha descargado el teléfono mientras esperaba una cita? Es bastante común, teniendo en cuenta que conforme avanza la tecnología de smartphones, estos tienden a tener baterías que duran cada vez menos con su uso. Un video de YouTube tiene la solución a la falta de energía.

Se trata de un cargador portátil, uno que te salvará en caso de una emergencia lejos de casa. Para fabricarlo necesitas los materiales que vemos en el clip de YouTube: una caja de batería 4, un cargador USB, cuatro pilas AA 15V, una pistola de silicona, pinzas y una máquina para soldar.Como se ve en las imágenes de YouTube, lo primero que tienes que hacer es desarmar la parte posterior del cargador USB, solo quédate con el conector. Luego suelda los dos cables de la caja de alimentación al conector USB.Finalmente, como muestra el clip de YouTube, pega con silicona el conector USB a la batería y fíjalo. Coloca las cuatro pilas AA y conecta tu invento a tu teléfono celular, para comprobar que los circuitos están bien pegados.

Este video fue publicado el pasado 24 de febrero en YouTube, sin embargo no ha dejado de ciruclar en redes sociales donde ha sumado más de 190 mil reproducciones. Tiene más de 2.800 "me gusta" y 164 comentarios de los usuarios de la plataforma de video.Tiene el aspecto de un cargador portátil para móviles, pero en realidad se trata de un dispositivo bastante más complejo. Ocean es un servidor Linux portátil con conectividad WiFi y batería interna que se perfila como una interesante alternativa a la Raspberry Pi para desarrolladores enfocados en el Internet de las Cosas.

iCracked es la responsable de este pequeño gran invento bajo el nombre de Ocean, una potente máquina con capacidad para ejecutar un servidor -Node.js, para ser precisos- preconfigurado con Linux.Debajo de su carcasa de aluminio Ocean esconde una CPU de doble núcleo a 1 GHz, 1 GB de memoria RAM, un puerto USB 3.0, conectividad Bluetooth 4.0 LE, WiFi y una batería interna de 4.200 mAh de batería.

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Ocean es un pequeño servidor Linux portátil que promete convertirse en una buena alternativa a la Rasperry Pi para desarrolladores, básicamente por su capacidad para trabajar de forma inalámbrica ya sea mediante WiFi o Bluetooth.Aunque suene extraño Ocean no incluye un puerto HDMI para conectar el servidor Linux portátil a una pantalla, algo que los responsables defienden como un método para mejorar la seguridad y ahorrar energía. pero, sobre todo, porque Ocean se enfoca hacia el Internet de las Cosas (iOT).

Su conectividad inalámbrica permite controlar el servidor Linux portátil a través del navegador o mediante una app móvil disponible para Android e iOS, otra funcionalidad interesante para los que trabajan con proyectos de movilidad o de iOT.Los responsables de la compañía aseguran que la CPU puede funcionar a pleno rendimiento durante dos días con una sola carga. Ocean se puede recargar mediante un cable mini USB en 5 horas o mediante un módulo de carga inalámbrica.

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Todo ello convierte a Ocean en una buena alternativa a la Raspberry Pi aunque, eso sí, a costa de una inversión mayor ya que el precio de Ocean oscila entre los 149 dólares para la versión de 16 GB de memoria interna y los 199 dólares de la versión superior con 64 GB.En definitiva Ocean es un servidor Linux portátil para llevar en el bolsillo ideal para los desarrolladores que trabajan con el Internet de las Cosas por su conectividad inalámbrica y su pequeño formato -pesa 170 gramos- que lo convierten en una interesante alternativa a la Raspberry Pi.

Si tienes un portátil, es probable que te hayan dicho muchas veces lo que tienes y no tienes que hacer para que la batería te dure lo máximo posible, evitar que se caliente mucho, no tenerla constantemente cargando, dejarla agotar de vez en cuando, realizar algunos ajustes de energía en el sistema e incluso es posible que os hayan recomendado algunas de las múltiples aplicaciones que prometen mejorar la autonomía de la batería de nuestro portátil.Pues bien, además de todo esto, si tienes un equipo con sistema operativo Windows 7, 8 o 10, es necesario que sepas que el propio sistema dispone de una herramienta que seguramente sea de las más útiles aunque puede estar limitada en función de la versión del sistema y que lamentablemente sea de las más desconocidas, nos referimos a PowerCfg.

Se trata de una herramienta que es capaz de generar ciertos archivos e informes en formato HTML para determinar varios aspectos importantes que influyen en el correcto funcionamiento de la batería, qué es lo que nos está consumiendo mayor energía o qué aplicaciones están despertando el equipo cuando éste se encuentra en modo espera. Para ejecutar cualquiera de los comandos que vamos a mostrar a continuación, es necesario abrir una ventana de símbolo del sistema con permisos de administrador.

Informe de la energía
Si ejecutamos el comando powercfg /energy, veremos cómo se inicia automáticamente un proceso que va a evaluar el comportamiento de nuestro portátil durante un minuto para posteriormente generar un informe en formato HTML. Este documento nos dará información sobre los errores, advertencias o datos informativos que se han encontrado y que afectan a la eficiencia energética de nuestro equipo.Está dividido por secciones y por lo tanto podremos encontrar cada uno de ellos fácilmente. Es muy recomendable fijarse sobre todo en los catalogados como errores, ya que pueden estar afectando a la autonomía de nuestra batería en más de un 15%. Los datos en amarillo o avisos no afectan de manera tan agresiva a nuestra autonomía, pero si los revisamos seguro que también nos ayudarán a mejorarla.

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August 24, 2016

Batería Fujitsu LifeBook SH560

Diseñados para la productividad diaria y el entretenimiento, los notebooks ASUS VivoBook son alimentados por un procesador Intel Core i7 de 6ª generación y cuentan con gráficos discretos NVIDIA GeForce 920M con 16GB de RAM DDR4, una unidad de estado sólido de 256GB (SSD); y la tecnología SuperBatt que aumenta 3 veces el ciclo de vida de la batería en comparación de los portátiles convencionales.

El truco que vamos a comentar a continuación es realmente útil, sobre todo, si somos aficcionados a las webs de segunda mano o si queremos comprobar que ese portátil que nos hemos comprado está en perfecto estado. En estos ordenadores, la clave es la batería y además es que es un elemento que va a marcar las posibilidades que vamos a tener para sacarle partido por el precio por el que nos lo están vendiendo.
En la mayoría de las veces, los que venden no es que mientan pero tratan de endulzar la verdad y seguramente nos dirán que el portátil ha tenido muy poco uso o que siempre lo han utilizado conectado a un cable de corriente - uno de los motivos por los que la batería se deteriora con el tiempo porque está constantemente iniciando y cerrando ciclos de carga -.

Sea como fuere, si nos vemos con la duda o queremos asegurarnos, sólo tendremos que hacer una pequeña comprobación en el equipo con un sencillo comando. Para ello abrimos la consola del terminal en Windows 10 y la ejecutamos como administrador - botón derecho del ratón para elegirlo de la lista -, o alguna versión anterior ya que también es compatible con ellas, y escribimos en la pantalla la siguiente línea: powercfg /batteryreport.
Damos al botón Enter y lo que obtendremos es un archivo html que, cuidado, porque nos bajará en la carpeta en la que estemos trabajando en la consola. Este archivo, al hacer doble click sobre el, se nos abrirá en el navegador Edge, en el caso de Windows 10, o en el que tengamos configurado por defecto para abrir estos archivos. Es un documento lleno de datos pero vamos a ver los tres más importantes que nos dirán cómo está la "salud" de la batería.
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El primero que nos encontramos es la capacidad para la que está diseñada la batería, en mWh y la capacidad máxima que tiene en ese momento. Cuánto más se acerque la cifra de carga real a la capacidad para la que está diseñado, es una mejor noticia.

El segundo que nos interesa es el historial de carga de la batería en los últimos tiempos. Primero vamos a ver si es verdad que se ha utilizado mucho o poco el equipo, ya que nos marca los días que se ha puesto a cargar y la carga que acumula la batería en cada uno de ellos. Si vemos que va descendiendo con el paso de los días, de nuevo, mala noticia.
Finalmente, nos vamos al último de los detalles que nos va a dar las horas que se estima que iba a durar el equipo con cada carga. En este caso, vamos a comprobar realmente si la batería dura lo que nos prometen ya que al final del todo tenemos la media de la vida de la batería basándose en todos los ciclos de carga desde que instalamos el sistema operativo.

Antaño nos esforzábamos por ahorrar tiempo y dinero, pero hoy en día una de nuestras principales preocupaciones es ahorrar... batería. Hacemos todo lo posible para que el móvil no muera mientras nos encontramos fuera de casa. Como llorarle al camarero del bar para que nos deje cargarlo un rato. El problema viene cuando no tenemos enchufes a la vista ni ese cargador portátil que juramos que vamos a comprar... Por eso, solemos tirar de un recurso que nos parece sensato: cerrar aplicaciones. Muy bien, aquí va la cruel realidad: no sirve para nada, e incluso empeora las cosas.

Puede que quieras hibernar tu ordenador para poder encenderlo rápidamente de forma posterior. Sin embargo, posiblemente el menú de inicio Windows 10 no te ofrezca esta opción. Puedes añadirla tú, ya que sólo tienes que completar varios pasos para habilitarla desde las opciones de energía de Windows. Si tienes un portátil con Windows 10, seguramente hayas manipulado las opciones de energía en alguna ocasión. Es el apartado dentro del Panel de Control que te permite modificar las acciones que realizará tu ordenador, digamos, al cerrar pulsar el botón Power.Para llegar a estas opciones de energía tienes que abrir el mencionado Panel de Control de Windows 10. El método más rápido es introducir su nombre en la caja de búsqueda que aparece junto al Menú de Windows.

Una vez dentro, debes seleccionar Sistema y Seguridad, submenú desde el que se controlan las entrañas de Windows 10. Entre otras alternativas, verás las Opciones de Energía acompañadas por el icono de una pila verde. Debes seleccionar Cambiar las acciones de los botones de inicio/apagado, la segunda justo debajo del submenú principal.

2: Las posibilidades del menú de energía de Windows
Como hemos dicho. Dentro de ellas se te ofrecen varias opciones, particularmente si tienes un portátil. Puedes configurarlo para que al cerrar la tapa entre en hibernación, también modificar las acciones que realizará tu ordenador si funciona con batería o con corriente alterna.

La comodidad que ofrece personalizar las acciones relacionadas con la batería y la energía hacen de este menú una parte central de los ordenadores portátiles. Son muchos los usuarios que cierran la tapa habitualmente, ocasionando apagones indeseados y pérdida de datos.Con el menú de energía de Windows no sólo puedes añadir Hibernar al menú de inicio, sino que puedes configurar infinitas acciones del sistema.

3: Añade Hibernar a las opciones del menú de inicio de W10
Para añadir Hibernar a tu ordenador con Windows 10 deberás ser usuario administrador del equipo. Como podrás ver, junto a la opción de Cambiar la configuración actualmente no disponible, aparece el icono característico de restricción a Administrador.

Si ya lo eres, haz click con el botón izquierdo del ratón sobre él. Se habilitará un campo en la zona inferior del menú, llamado Configuración de Apagado.Dentro de esta configuración, puedes activar el Inicio Rápido, la hibernación de Windows 10 y desactivar algunas de las opciones existentes, como Bloquear o Suspender el ordenador.Cuando hayas decidido qué opciones quieres añadir al menú de inicio de Windows, puedes guardar los cambios y cerrar el panel de control. De forma automática se habrá añadido Hibernar a las opciones de energía de Windows 10.Aunque tenemos que remontarnos a 1989 para encontrar la primera aventura en el mundo de la informática portátil del Apple, no fue hasta 17 años después cuando se lanzó el primer MacBook.

Desde 2006 hasta ahora mucho ha llovido y numerosos son los cambios que ha sufrido esta familia. Empezaron siendo equipos de plástico, en tonalidades blanca y negra. En 2008 adoptaron el chasis de aluminio cepillado del MacBook Pro y, tras la aparición del modelo más "mobile” el MacBook Air, la última renovación de los MacBook adoptó el diseño en cuña, y la delgadez extrema como signos de identidad. Si utilizáramos para los portátiles de Apple la misma notación que ellos utilizan en sus smartphones podríamos decir que el equipo que acaba de presentarnos Apple es un MacBook 2015"S". El aspecto exterior coincide milimétricamente con el modelo al que sustituye, y mantiene todos los rasgos de diseño que ya encontrábamos en el equipo de 2015.

Todo menos la gama de colores, en los que podremos encontrar disponible este nuevo modelo, que añade al portfolio existente un nuevo color, el oro rosa. Consiguiendo, de este modo, igualar las tonalidades disponibles con las que ya podemos encontrar en los smartphones iPhone 6S y 6S Plus.Pese a compartir el resto de características físicas con su predecesor, nunca está de más repasarlas para, un poco más adelante, analizar los elementos que sí han cambiado.

Dentro de la gama de equipos portátiles de Apple, la serie MacBook es la única que no nos permite elegir entre diferentes tamaños de pantalla. Así, mientras en la gama Air disponemos de modelos de 11 y 13 pulgadas, o en la Pro de 13 y 15 pulgadas, en el nuevo MacBook volvemos a encontrar exclusivamente el panel Retina IPS de 12 pulgadas. La (extraña) resolución de 2.304 x 1.440 píxeles, ofrece una densidad de píxeles de 226 ppp, lo que dentro de la gama portátil de Apple, supera cualquiera de los modelos Air, con unos 140ppp, y tan solo se ve superado por los 227 ppp del MacBook Pro 13 pulgadas.

Al igual que el modelo anterior, la calidad de la pantalla es bastante buena. En las pruebas de laboratorio hemos medido 345 lum. de brillo medio. Unos valores necesarios para el perfil de uso que se espera le daremos a este equipo y que pasa por su utilización al aire libre y bajo condiciones de alta luminosidad, como pueden ser estos días veraniegos que ya nos acompañan y que no supondrán un inconveniente para el MacBook.

Análisis a fondo del iPad Pro más potente de Apple
El gamut alcanza un 98% del espacio de referencia sRGB, lo que se traduce, como es habitual en los equipos de Apple, en unos colores limpios, vivos y realistas. Aunque con respecto al tema de la pantalla seguimos preguntándonos cuándo apostarán, de una vez, los de Cupertino por incluir un panel táctil en sus portátiles.

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Akku Dell T5443

Hier findet Ihr die Option "Energiesparmodus" und könnt diese mit dem virtuellen Schalter aktivieren. Außerdem habt Ihr die Möglichkeit, dort selbst zu bestimmen, bei welchem Ladestand das Galaxy S7 in den Energiesparmodus versetzt wird. In dieser Betriebsart wird beispielsweise der Prozessor heruntergetaktet, um Ressourcen zu sparen.

Eine besonders schnelle Möglichkeit, um den Akku des Galaxy S7 zu entlasten, ist der integrierte Notfallmodus. Dieser sorgt dafür, dass alle unnötigen Stromverbraucher abgeschaltet werden, um die verbleibende Akku-Energie so effizient wie möglich auszunutzen. Zum Aktivieren des Notfallmodus drückt Ihr einfach den Ein/Aus-Schalter Eures S7, bis ein Menü erscheint. Dort tippt Ihr auf den Button "Notfallmodus".

In dieser Betriebsart wechselt das Galaxy S7 in der Darstellung des Bildschirms auf Grautöne, schaltet bis auf Mobilfunk alle verzichtbaren Funkschnittstellen ab und beendet bis auf einige wenige Programme alle Anwendungen. In diesem Modus stehen Euch außerdem nützliche Funktionen zur Verfügung, mit denen Ihr beispielsweise Euren Standort mit einer Handbewegung per SMS oder ein Notsignal senden könnt. Den Notfallmodus könnt Ihr übrigens wieder so verlassen, wie Ihr ihn eingeschaltet habt: Einfach die Einschalttaste so lange drücken, bis das entsprechende Menü erscheint und die Option "Notfallmodus deaktivieren" auswählen.

In den "Einstellungen" könnt Ihr mit dem "Smart Manager" Euer Galaxy S7 mit einer Berührung optimieren und nicht benötigte Apps entfernen lassen
In den "Einstellungen" lässt sich unter dem Menüpunkt "Akku" der "Energiesparmodus" aktivieren
Beim längeren Druck auf die Einschalttaste des Smartphones erscheint ein Menü, in dem Ihr über den "Notfallmodus" den Akkuverbrauch auf ein Minimum reduziert
Gegenwärtige Laptops werden nicht nur effizienter, auch die Akkutechnologie schreitet voran. Wo wir jetzt stehen, zeigt sich schon an den aktuellen Laptops im Outdoor-Bereich. Wir wagen einen Blick in die IT-Kristallkugel.
Laptops, deren Akkus erst nach 18 Betriebsstunden schlappmachen, sind schon auf dem Markt. Denn Prozessoren schrumpfen und der doppelt effiziente Akku steht schon kurz bevor. Den Trend hin zu noch langlebigeren Notebooks kann man erstmals an den kommenden Outdoor-Laptops mit Militärstandards beobachten. Die dicken Gehäuse erlauben der speziellen Geräteklasse die Aufnahme leistungsstarker Zusatzakkus, die im Zweigespann bis zu 27 Stunden Betriebsdauer ermöglichen.

Die Gehäuse der sogenannten Rugged-PCs sind meist aus kratzfesten Materialien wie Magnesium gefertigt und überleben Stürze aus mehr als 70 cm Höhe. Zusätzlich kommen in der Regel Scharniere aus Stahl zum Einsatz. Getac, einer der Hersteller, spricht bei seinem neusten «B300» sogar von 30 Stunden Betriebszeit, wenn zwei Akkus im Einsatz sind. Auch Dell gibt für seine neusten Workstation-Noteboooks der XPS-Serie (bei zwei Batterien) eine Laufzeit von bis zu 22 Stunden an. Vor zwei Jahren noch hätte man bei dieser Geräteklasse bestenfalls an eine Maximalleistung von 15 Stunden denken können. Ein kompaktes Toughbook mit einer 13,3-Zoll-Diagonalen mag sich mit seinen 3,7 kg dennoch schwer anfühlen. Kostenpunkt der gepanzerten Mobilrechner: bis zu 6000 Franken.

Nicht zuletzt spielen die immer effizienter werdenden Prozessoren eine Rolle. Sowohl AMD als auch Intel reduzieren gerade die Grösse ihrer Prozessoren auf 14 Nanometer und packen immer mehr Cores mit rein. Schon jetzt ist ein Core-M-Motherboard kleiner als eine Zigarettenschachtel, der Prozessor selber ist gegenüber dem Haswell-Vorgänger um 37 Prozent geschrumpft. Das alles lässt den Notebook-Herstellern natürlich mehr Platz für Komponenten. Flash-Speichermodule mit immer grösseren Kapazitäten werden zudem preislich attraktiver und tragen gegenüber rotierenden Magnetfestplatten zu längeren Akkulaufzeiten bei. Glaubt man AMD, sollen PC-Prozessoren bis zum Jahr 2020 bis zu 25 Mal effizienter werden. Wenn das zutrifft, dauert es nicht mehr lange, bis ein Akku 50 Stunden leistungsbereit sein könnte.
Anfang des Jahres hat Samsung auf der Consumer Electronics Show (CES) in Las Vegas das neue 12 Zoll große Galaxy TabPro S vorgestellt. Seit dem 29. Februar ist das Windows-10-Tablet, das mit dem sogenannten Book Cover Keyboard ausgeliefert wird, auch hierzulande ab gut 1.000 Euro erhältlich. Ob das Galaxy TabPro S das Zeug zum mobilen Notebook-Ersatz hat, zeigt der folgende Test von inside-handy.de.

Mit dem Galaxy Tab S hat Samsung im Sommer 2014 erstmalig ein hochwertiges und technisch in der Oberklasse angesiedeltes Tablet auf den Markt gebracht. Ein Jahr später folgte das noch etwas edler wirkende Galaxy Tab S2 und Anfang des Jahres auf der CES in Las Vegas nun das Galaxy TabPro S, der sich wie der Name schon anteasert, an professionelle Anwender richtet.

Von den gewählten Materialien bewegt sich das Galaxy TabPro S in der Highend-Klasse: Mit nur 6,3 Millimetern ist es für ein 12-Zoll-Tablet sehr dünn und mit 693 Gramm auch entsprechend der Größe noch relativ leicht und handlich. Vom Design erinnert sehr viel an die Galaxy S6/S7-Serie. Zum einen wäre da der Metallrahmen, aber auch die doch sehr stark aus dem Gehäuse hervorstehende Kamera auf der Rückseite. Die Rückseite ist nicht aus Metall, sondern aus einem sehr hochwertig anmutenden Kunststoff gefertigt.

Alles rund um die Featured-News gibt's hier Der 3D-Drucker für die Hosentasche So erlebst Du die Welt in 360° Jetzt kostenlose CallYa Prepaid-Karte sichern! Giga-Speed 4G|LTE Max für alle mit dem iPhone SE Mit LTE-Highspeed auch zuhause schnell surfen Forscher der amerikanischen Stanford-Universität haben eine Entdeckung gemacht, mit der Laptop-Akkus statt vier Stunden wie bisher bald 40 Stunden halten könnten. Die aufladbaren Lithium-Ionen-Akkus enthalten zusätzlich Silizium und können dadurch um das Zehnfache mehr Ladung speichern.

Entwickelt wurden die neuen Akkus vom Assistenz-Professor Yi Cui und einigen Kollegen im Bereich Material- und Ingenieurwissenschaften an der Stanford-Universität. Cui zu der gemeinsamen Forschungsarbeit: "Das ist keine kleine Verbesserung, das ist eine revolutionäre Entwicklung." Und die ist folgende: Die Forscher haben einen Weg gefunden, Siliziumdrähte so in aufladbaren Lithium-Ionen-Akkus einzusetzen, dass diese bis auf das Zehnfache mehr aufgeladen werden können. Lithium-Ionen-Akkus kommen derzeit in Laptops, Handys, iPods oder Digitalkameras zum Einsatz.

In der Zeitschrift "Nature Nanotechnologie" veröffentlichten Cui und die restlichen Forscher eine Dokumentation zur ihrer Forschungsarbeit. Dort erläutert Ciu, dass die Leistungssteigerung der Akkus durch den Einsatz von Siliziumdrähten als Bestandteil der Anode erreicht wird. Laut Dokumentation haben Silizium-Anoden theoretisch die höchste Lade-Kapazität und eignen sich dadurch eigentlich sehr gut für Akkus. Dieser Umstand ist schon seit langem bekannt. Allerdings hat das Material Eigenschaften, die es für den Einsatz unbrauchbar machen: Silizium dehnt sich aus, wenn es geladen wird und schrumpft bei Gebrauch wieder zusammen. Dieser Kreislauf sorgt für eine langsame Pulverisierung des Siliziums und damit wird die Lebensdauer des Akkus deutlich verringert.

Das Geheimnis des neuen Akkus: Das Silizium wird nicht als Film oder als einzelne Partikel in den Lithium-Ionen-Akku eingebracht, sondern in Form von Drähten. In dieser Form kann sich das Silizium ausdehnen und zusammenziehen, ohne Schaden zu nehmen. Das Geheimnis des neuen Akkus: Das Silizium wird nicht als Film oder als einzelne Partikel in den Lithium-Ionen-Akku eingebracht, sondern in Form von Drähten. In dieser Form kann sich das Silizium ausdehnen und zusammenziehen, ohne Schaden zu nehmen.
Dieses bekannte Problem haben Cui und seine Kollegen umgangen, indem sie eine neue Art von Silizium-Anode entwickelt haben. In dieser Anode ist das Lithium des Akkus in unzähligen winzigen Silizum-Drähten eingefasst. Jeder dieser Drähte ist etwa so klein wie ein Tausendstel der Dicke eines Blatt Papiers. Die Drähte dehnen sich bis auf das Vielfache ihrere Größe aus, wenn sie das Lithium aufnehmen, aber sie brechen dadurch nicht. Durch die Anordnung und die Formung zu Drähten kann sich das Silizium ausdehnen und wieder zusammenziehen, ohne dadurch die Struktur zu zerstören.

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August 23, 2016

Batería Acer TravelMate 4740-5261

En cuanto al precio y la disponibilidad, el ThinkPad 13 con Windows 10 llegará en abril con un precio que empezará en 449 dólares. Para el equipado con Chrome OS tendremos que esperar hasta junio, y llegará a un precio que empezará en 399 dólares.
Lenovo también ha decidido lanzar varios nuevos modelos de su gama ThinkPad T. Los dos principales son los ThinkPad T460 y T560, que cuentan con unas baterías que ofrecen hasta 14 y 16 horas de autonomía respectivamente.. Ambos tendrán unas especificaciones en las que nos encontraremos con la sexta generación de procesadores Intel Core U, aunque tendremos posibilidad de elegir hasta los i7.
También nos encontraremos con hasta 32 GB de memoria RAM y 1 TB HHD o 512 GB SSD de almacenamiento interno. Podremos conformarnos con la gráfica integrada o acompañarla de una NVIDIA GeForce 940MX, incluirán la tecnología de sonido Dolby Home Theater v4 y unas pantallas de 14 pulgadas FullHD o 15,6 con resolución de 2560×1440

El fabricante también ha presentado otros dos submodelos. Por una parte tenemos el T460s, un ultrabook con pantalla de 14 pulgadas que apuesta por la ligereza con un grosor de 18,8 milímetros y un peso de 1,36 kilos. Junto a él hay otro T460p que preferirá apostar por la potencia con una pantalla IPS WQHD, hasta 32 GB DDR4 de RAM y la sexta generación de procesadores Intel Core H.
En cuanto a precios, los T460 y T560 empezarán en 909 y 969 dólares respectivamente, el T460s alcanzará los 1059 dólares y quieres quieran el T460p tendrán que prepararse para desembolsar como mínimo 1249 dólares. Los cuatro saldrán al mercado el próximo mes de febrero.

Y la colección de nuevos dispositivos ThinkPad se completa con otros modelos como el ThinkPad X260, que con sus múltiples configuraciones de hardware y precio de 929 dólares, nos ofrecerá un ultrabook con pantalla de 12 pulgadas y una batería capaz de durar hasta 21 horas. También nos encontramos con los ThinkPad L460 y L560, algo más convencionales pero que se presentan como una alternativa para quienes sólo quieran pagar a partir de 749 o 779 dólares respectivamente.
La gama se cierra con nuevos accesorios pertenecientes a la serie ThinkPad Stack, una gama de periféricos para sus portátiles que pueden utilizarse de manera individual o acoplarse los unos a los otros. Entre los módulos nos encontraremos con un altavoz Bluetooth, una estación de carga mediante USB de 10.000 mAh, un Wi-Fi hotspot para conectarse a nuestros datos móviles y un disco duro portátil de 1 Terabyte.
También nos podemos encontrar con otros módulos que vienen por separado, como el proyector ThinkPad Stack Mobile Projector con 150 lúmenes y resolución de 720p, altavoces y batería recargable. Estará disponible en abril por 399 dólares, y le acompañará una ThinkPad Stack Charging Station que se presenta como una solución de carga inalámbrica para nuestros teléfonos y que sólo costará 50 dólares.

Los equipos All-in-One también han encontrado un hueco con la segunda generación de los ThinkCentre-in-One. Se trata de dos pantallas de 21,5 y 23,8 pulgadas 16:9 y Full HD a las que podremos acoplar cualquier producto ThinkCentre Tiny de segunda o tercera generación para convertirla en un AiO. Incluye puertos USB 3.0, 2.0 y mini USB, y llegará en mayo por 239 dólares.
El catálogo lo completan unas Business Edition de los Ideapad MIIX 700 y Yoga 900 con garantía ampliada y el chip TPM (Trusted Platform Module), y el monitor ThinkVision X24 Pro que llegará en junio por 400 dólares equipando un panel IPS de 23,8 pulgadas con resolución Full HD, contraste 1000:1, 7ms de respuesta, dos altavoces de 3W, micrófono y webcam para Windows Hello.

Normalmente en Andro4all os traemos dispositivos como teléfonos, tablets e incluso relojes inteligentes. Pocas veces os solemos traer algo que realmente pueda llamar la atención ni algo curioso o diferente. Por lo menos hasta ahora, ya que hoy toca analizar algo parecido a una tablet pero de un tamaño bastante considerable. Hablamos de la Samsung Galaxy View, un dispositivo de 18 pulgadas concebido plenamente para consumir contenido multimedia.Lo primero es que estamos ante un dispositivo muy grande. Pero cuando decimos muy grande, es muy grande. 45,1 cm x 27.5 cm x 11,9 mm y un peso de 2,65 kilogramos. Todo se comprende cuando os decimos que la Samsung Galaxy View tiene una pantalla de 18 pulgadas y está fabricada en plástico.El audio suena alto pero es regulero, y el apartado fotográfico podéis imaginar que no es su punto fuerte. Una cámara delantera de 2.1 megapíxeles para uso esporádico. No existe cámara trasera.

La Canon SELPHY CP1200 es una impresora de fotos portátil para poder imprimir nuestros recuerdos en cualquier parte. Un dispositivo compacto con un peso de 860 gramos que podemos meter en la maleta, y que es capaz de imprimir fotos en tamaño de tarjeta postal en 47 segundos. Además, esta impresora cuenta con una batería adicional (que se comprará por separado) que facilita la impresión de hasta 54 fotos sin necesidad de enchufarla a la red. Para facilitar estas tareas, la Canon SELPHY CP1200 incorpora conectividad WiFi y WiFi Direct y funciona tanto con el iPhone y el iPad como con dispositivos móviles Android. Llegará en las próximas semanas a un precio de referencia de 106 dólares. Te contamos los detalles.

La nueva impresora de Canon SELPHY CP1200 nos trae un rendimiento notable para imprimir nuestras fotos en cualquier parte. Este equipo utiliza un sistema de tres tintas con resolución máxima de 300 x 300 puntos por pulgada y hasta 256 niveles de color. Según indica la firma, podemos llegar a imprimir una foto de tamaño postal en 47 segundos, mientras que la velocidad para una foto de tamaño de tarjeta de crédito es de 27 segundos. Además, los usuarios pueden escoger entre cuatro acabados diferentes con distintos niveles de brillo y diferentes opciones de borde sin tener que cambiar el papel que están usando. El tamaño máximo de las fotos impresas llega hasta los 148 x 100 milímetros.

En el campo del diseño, estamos ante un modelo compacto que estará disponible en configuraciones en negro y en blanco. Esta impresora tiene unas dimensiones de 180,6 x 135,9 x 63,3 milímetros, un tamaño compacto que nos facilita su transporte en una mochila o en la maleta. Además, tiene un peso competitivo de 860 gramos, aunque hay que tener en cuenta que aquí no se toma en consideración el peso extra que aporten los cartuchos de tinta o la batería adicional. Hablando de batería adicional, éste es uno de los puntos fuertes de la Canon SELPHY CP1200. Gracias a esta batería se lleva la autonomía de la impresora a las 54 fotos imprimidas sin necesidad de enchufar el equipo a la red, una garantía para exprimir todo el jugo al equipo en desplazamientos y viajes.

Otro de los aspectos en los que ha trabajado mucho Canon es en las opciones de impresión. Por un lado, los usuarios tienen la opción de conectar la impresora al ordenador a través de cable o bien por medio de su conectividad WiFi. Pero además, también tenemos varias opciones para la impresión a través de un móvil o un tablet. La Canon SELPHY CP1200 es compatible con la tecnología AirPrint de Apple para imprimir directamente desde un iPhone o un iPad sin necesidad de utilizar ninguna app. También podemos descargar la app dedicada de la firma Canon PRINT para imprimir desde un smartphone o un tablet Android y utilizar la conectividad WiFi Direct. La Canon SELPHY CP1200 debería llegar estas semanas por un precio de referencia de 106 dólares.

¿Tienen futuro los ordenadores? ¿Tienen futuro las tabletas? La primera pregunta se volvió recurrente hace unos años, tras el lanzamiento del iPad y otros dispositivos informáticos similares que permitían conectarse a Internet y seguir siendo productivo, pero también más móvil que nunca. La segunda ha ido cobrando peso a raíz del estancamiento de los envíos de tabletas alrededor del mundo en fechas recientes. Esta nueva categoría de dispositivo que llegó a considerarse como todo un "PC killer”, ha comenzado a sufrir la saturación del mercado y la competencia de desarrollos diferentes. Ha pasado con los phablets, a medio camino entre smartphones y tabletas. Pero también con los 2-en-1.

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Akku Dell Inspiron 3700

Die Module des ThinkPad X1 Tablet docken unten am Tablet an und erweitern es um einen Wulst ähnlich denen der Android-Tablets von Lenovo. Das Tablet alleine lässt sich dank eingebauten Ständers aufstellen.
(Bild: Lenovo)
Das Display zeigt 2160 × 1440 Punkte auf 12 Zoll mit IPS-Technik. Der Prozessor ist ein Intel Core m7, bis 16 GByte Hauptspeicher und 1 TByte SSD sind integrierbar. Der Tabletakku soll 10 Stunden halten, mit dem Zweitakku sollen also 15 Stunden möglich sein. Für das Tablet gibt Lenovo 800 Gramm als Gewicht an. Laut Pressemeldung wiegen Tablet und Tastatur zusammen 1,1 Kilogramm, laut Datenblatt die Tastatur alleine 300 Gramm. Eingebaut sind USB 3.0, USB Type-C (inkl. Stromversorgung), Mini DisplayPort, Kartenleser, 11ac-WLAN (2x2) und ein LTE-Modem.

Von Haselnuss über Ananas bis zu Zimt
Das erste Geschäft für Dampfer-Zubehör in München eröffnete 2011 unter dem Gesundheit verheißenden Namen Clean Smoker, inzwischen gibt es drei Filialen. Eine Online-Suchmaschine listet mehr als ein Dutzend solcher Läden in der Stadt auf. Tom P. kauft aber nur bei Aibabina, hier fühle er sich wohl, die Qualität der Dampfstoffe stimme, sagt er. Natürlich gibt es auch die Münchner Marke Happy Liquids in verschiedenen Geschmacksrichtungen von Haselnuss über Ananas bis zu Zimt.

Wer sich die E-Zigarette zum Hobby gemacht hat, der kann sein Liquid aber auch nach eigener Wahl mischen. Es gibt die entsprechenden Ampullen mit Aromastoffen. Herauskommen kann alles, Haselnuss-Cappuccino oder auch Zimt-Lakritz. Der Fantasie sind keine Grenzen gesetzt. Letzten Endes zählt beim Geschmack das, was auch beim Design der E-Zigaretten zählt: Man muss es wollen.
Längere Betriebszeit als der Vorgänger: Jüngsten Gerüchten zufolge soll das iPhone 7 einen Akku erhalten, der eine größere Kapazität aufweist als der des iPhone 6s. Zudem gibt es Mutmaßungen zu einem Gehäusematerial, das Apple bislang noch nie für ein Smartphone verwendet hat.

Auf einer chinesischen Webseite sind Bilder aufgetaucht, die den Akku des iPhone 7 zeigen sollen, berichtet MacRumors. Die Kapazität des Akkus beträgt laut des Fotos 7,04 Wattstunden – im Vergleich zu dem 6,61-Wattstunden-Akku im iPhone 6s ist das eine Steigerung. Allerdings fiele die Kapazität damit beinahe genauso groß aus wie beim Akku im iPhone 6 mit 7,01 Wattstunden. Die übliche Maßeinheit für Smartphone-Akkus ist mAh – aber diese ist leider auf dem Foto nicht zu erkennen. Erst vor Kurzem gab es Gerüchte, denen zufolge zumindest die große Ausführung des iPhone 6s-Nachfolgers mit einem 3100-mAh-Akku ausgestattet werden soll.

ThinkPad X1 Yoga: Notebook mit 14-Zoll-OLED
Das ThinkPad X1 Yoga bekommt als erstes Notebook ein OLED-Display für besonders kräftige Farben und tiefes Schwarz, und zwar eines von Samsung mit 14 Zoll Diagonale, 2560 × 1440 Punkten und Touch. OLED-Displays gibt es in einigen Smartphones und Tablets, dort glänzen sie vor allem mit kräftigen Rot- und Grüntönen, aber auch einem satten Schwarz. Ihre Stromaufnahme hängt vom angezeigten Bild ab, schwarze Pixel benötigen weniger Strom als eingeschaltete. Alternativ will Lenovo zwei herkömmliche IPS-Panels einbauen, ein touchfähiges mit 1920 × 1080 Punkten und ein mattes ohne Touch mit 2560 × 1440 Punkten. Alle drei sollen eine hohe Helligkeit von 300 cd/qm erreichen.

Wie bei bisherigen Yogas lässt sich das Display um 360 Grad unters Notebook klappen; beim neuen Modell fahren dabei die dann außen liegenden Tasten ein. Neu ist auch der Stift inklusive Schacht. Das X1 Yoga läuft mit einem Intel Core i7, bis 16 GByte Speicher und maximal 1 TByte großer PCIe-SSD. Der Akku soll 11 Stunden halten, das Gewicht 1,3 Kilogramm betragen. Als Schnittstellen sind Mini-DP, 3 × USB 3.0, HDMI, Kartenleser und Docking-Anschluss vorhanden; eingebaut sind 11ac-WLAN und ein LTE-Modem.

ThinkPad X1 Carbon noch leichter
Das 14-Zoll-Ultrabook ThinkPad X1 Carbon wiegt nun 1,2 Kilogramm und kommt mit der gleichen Hardware wie das X1 Yoga, also unter anderem LTE, Mini-DP und 11ac-WLAN. Das Display lässt sich aber nicht weiter als bei normalen Notebooks öffnen, von Touch ist in der Pressemeldung keine Rede. Zwei IPS-Panels stehen zur Wahl, eines mit 2560 × 1440 Punkten und eines mit 1920 × 1080.

Zu Preisen und Verfügbarkeit für Deutschland äußert sich Lenovo nicht. [Update] In den USA ist das X1 Tablet ab Februar für 900 US-Dollar und das Productivity Modul für 150 US-Dollar erhältlich. Das Projektor-Modul und das 3D-Kamera-Modul folgen im Mai für 280 und 150 US-Dollar. Das X1 Yoga kommt im Januar für 1450 US-Dollar, die OLED-Variante allerdings erst im Mai – und für die nennt Lenovo noch keinen Preis. Das X1 Carbon 2016 gibt es im Februar ab 1300 US-Dollar.
Acers Aspire V 17 Nitro hat eine 3D-Kamera integriert, die Gesten erkennt und auswertet. So lassen sich etwa Programme starten und Webseiten aufrufen, ohne die Tastatur zu berühren. Das 17-Zoll-Notebook hat ordentlich Power unter der Haube und richtet sich mit seiner Ausstattung an Spieler. Der verbaute Lüfter versucht, durch höhere Umdrehungszahlen die vorherrschende Temperatur zu senken, und erzeugt dabei laute Geräusche. Ein weiterer Grund kann ein verdreckter beziehungsweise defekter Lüfter sein.

Mit der Zeit sammeln sich Staub und Dreck an beweglichen Bauteilen und in Nischen – das schränkt die Funktion des Lüfters ein und lässt ebenfalls den Lärmpegel steigen. Die Redaktion zeigt Ihnen, wie Sie Ihr Notebook wieder flüsterleise machen.– Viele Notebooks bieten eine Funktion zur Lüftersteuerung mittels der FN-Tasten. Wählen Sie das passende Profil für eine gemäßigte Energie- beziehungsweise Lüfterleistung, um den Geräuschpegel zu senken.– Sollte Ihr Notebook keine Lüftersteuerung mittels der FN-Tasten anbieten, wählen Sie in der Systemsteuerung unter den Energieoptionen den Punkt "Energieplan erstellen" aus, um dort die Leistung Ihres mobilen Rechners zu drosseln.– Achten Sie vor allem bei älteren Notebooks darauf, dass nicht mehrere performanceintensive Programme zugleich laufen. Der hohe Rechenaufwand erzeugt Wärme, welche den Lüfter zu unerwünschten Höchstleistungen antreibt.

– Für die direkte Lüftersteuerung gibt es spezielle Programme wie SpeedFan. Diese lesen die Temperatur der verbauten Komponenten aus und regeln je nach Bedarf die Lüftergeschwindigkeit. Auch eine manuelle Steuerung ist möglich.Notebook zu laut – Hardware-Lösungen Neben diesen Software-Lösungen erreichen Sie auch durch Pflege oder Austausch Ihrer Hardware eine Verringerung des Lärmpegels. Achten Sie bei der Arbeit am offenen Notebook stets darauf, dass Sie sich vorher geerdet haben, um Schäden durch elektrostatische Entladungen zu vermeiden.

– Die wohl einfachste Methode, um Ihren Lüfter zum Schweigen zu bringen, ist das Abschalten des Notebooks. Sind die internen Komponenten abgekühlt, muss der Lüfter nach dem erneutem Anschalten nicht mehr so schnell drehen und gibt für eine begrenzte Zeit Ruhe.– Staub und Schmutz im Lüfter sind häufig der Grund für einen erhöhten Lärmpegel. Öffnen Sie vorsichtig die Serviceklappe Ihres Notebooks und reinigen Sie den Lüfter mit einem Staubsauger oder Druckluftspray. Achten Sie dabei unbedingt darauf, den Lüfter festzusetzen, sodass er sich nicht drehen kann.– Um die Gesamttemperatur Ihres Notebooks zu reduzieren, tauschen Sie hitzeintensive Teile aus. Wechseln Sie Ihre vorhandene HDD-Festplatte etwa gegen eine kühlere, schnellere und leisere SSD-Festplatte aus.

– Wenn Sie es sich nicht zutrauen, Ihr Notebook zu öffnen und zu reinigen, oder diese Option keine signifikante Besserung gebracht hat, unterstützen Sie mit einem externen Notebook-Kühler Ihren internen Lüfter.– Im Laufe der Zeit kommt es bei beweglichen Teilen zur Materialermüdung. Besonders die Kugellager des Lüfters geben nach längerer Benutzung Ihren Dienst auf und erzeugen störende Geräusche. Hier hilft nur die Montage eines neuen Lüfters.Verursacht Ihr Notebook auch nach Ihren Reparaturversuchen immer noch den Lärmpegel einer Großbaustelle, sollten Sie einen Reparaturservice aufsuchen, um es dort wieder auf Vordermann bringen zu lassen.Wir kennen das Spielchen schon, dass Smartphones in unterschiedlichen Regionen der Welt unterschiedlich ausgestattet sind. Im Fall Samsung sieht das aktuell so aus, dass das Samsung Galaxy S7 bzw. das Samsung Galaxy S7 Edge in Europa mit dem Samsung-eigenen Exynos 8890 ausgestattet sind, während in anderen Regionen der Snapdragon 820 von Qualcomm zum Einsatz kommt.

Das sollte uns nicht belasten, denn beide SoCs sind bärenstark und lassen die Konkurrenz reihenweise hinter sich. Jetzt zeichnet es sich aber ab, dass es nicht die Performance ist, die für einen großen Qualitätsunterschied sorgt, sondern der Verbrauch: In Akku-Tests bei Geekbench sieht man die Resultate für beide Ausführungen des Galaxy S7 und dort schneidet die Version mit Snapdragon 820 mit einer Akkulaufzeit von etwas über neun Stunden durchaus ordentlich ab.

Der Haken an der Sache: Das Galaxy S7 mit Exynos 8890 hält deutlich länger durch – über 12 Stunden und 10 Minuten werden beim Test erzielt, packt also nochmal über 30 Prozent drauf. Auch im Akku-Test von Ars Technica ein ähnliches Bild: Beim Browser-Test erzielen Galaxy S7 und Galaxy S7 edge mit Snapdragon 820 581 Minuten bzw. 665 Minuten, was sehr gute Werte sind Bei den Exemplaren mit Exynos springen aber 694 Minuten und 767 Minuten heraus – im Schnitt halten die Akkus 14 Prozent länger.Noch eindeutiger der WebGL-Test: Galaxy S7 und Galaxy S7 edge halten hier 432 Minuten bzw. 532 Minuten durch, was nicht nur besser ist als das, was die komplette Konkurrenz zu bieten hat, sondern den Snapdragon 820 gleich um 46 Prozent deklassiert mit Laufzeiten von 290 und 362 Minuten.

Geekbench-exynos-galaxy-S7
Ist das nun ein Beinbruch für Samsung oder vielmehr Qualcomm? Nö, eigentlich nicht, denn das, was der Akku im Gerät mit Snapdragon 820 leistet, ist aller Ehren wert und sicher kein blamabler Wert. Fakt ist nur, und darüber sollten wir uns hier ruhig ein bisschen freuen, dass der Exynos 8890 dafür sorgt, dass das Smartphone wesentlich länger durchhält.

Die wenigsten Nutzer werden wohl überlegen, ob sie ihr Smartphone nun in dieser oder jener Region erwerben. Aber angesichts der Tatsache, dass der Snapdragon 820 sich auf dem europäischen Markt in einigen Smartphones der Konkurrenz befindet, könnte so ein Detail wie dieser Unterschied in der Akkulaufzeit vielleicht das Zünglein an der Waage sein bei der Kaufentscheidung.

Das Samsung Galaxy S7 Edge besitzt mit seinem 3600-mAh-Akku einen noch größeren Energiespeicher als das schon ausreichend bestückte Galaxy S7 mit 3000 mAh. Doch die beste Kapazität ist nichts wert, wenn zu viele Stromfresser die Laufzeit verkürzen. Im Folgenden wollen wir Euch daher einige Tipps geben, wie Ihr länger etwas von Eurem Premium-Smartphone habt, ohne dass es schnell wieder ans Netz angeschlossen werden muss.

Das Samsung Galaxy S7 Edge ist nicht wie etwa das Google Nexus 6P mit Stock Android ausgestattet, sondern kommt mit Samsungs eigener Benutzeroberfläche TouchWiz daher. Die Software ist mit einigen speziellen Programmen und Einstellungsoptionen ausgestattet, die Euch das Energiesparen erleichtern sollen.

Für Spieler lohnt sich ein Blick in die Game Launcher-App, die zum Release des Galaxy S7 Edge exklusiv auf dem Topmodell vorinstalliert ist. Sie erlaubt zusätzliche Einstellungen beim Ausführen von Games. Und so geht's: Jedes installierte Spiel ist in der Game Launcher-App in einer Liste geführt. Startet Ihr einen Titel über den Eintrag in der Liste, dann seht Ihr fortan einen Button im Spiel, dessen Position Ihr beliebig verändern könnt. Eine Berührung öffnet das passende Game Launcher-Menü für den jeweiligen Titel.

Hier lassen sich beispielsweise Benachrichtigungen des Spiels deaktivieren oder gar Videomitschnitte anfertigen. Zudem findet Ihr noch einige sehr mächtige Einstellungsoptionen, um den Akku Eures Galaxy S7 Edge zu schonen: So lässt sich etwa die Auflösung reduzieren oder ein Limit für die Bildwiederholrate setzen, was den Grafikchip entlastet – und Eurem Smartphone eine längere Laufzeit beschert.

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August 22, 2016

Akku HP Pavilion g4

Preislich geht es ab etwa 20 Euro los, Dynamolader der Oberklasse sind ab 60 Euro erhältlich, für die Spitzenklasse werden bis zu 200 Euro fällig. Wer das Smartphone als Navi nutze, sollte auf ein Gerät mit Spritzwasserschutz achten, rät Froitzheim. Radler könnten auch Powerbanks mitnehmen, aber deren Energie ist eben endlich.Braunschweig. Schließfächer mit Stromanschluss zum Aufladen von E-Bike-Akkus (auch Tablets, Laptops, Handys) gehören in einigen Städten bereits zum Service. Die Piraten-Fraktion im Rat der Stadt schlug vor, so etwas auch für Braunschweig einzuführen.

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Der Rat der Stadt stimmte in seiner jüngsten Sitzung nun einstimmig zu, dass die Verwaltung beauftragt wird, die Kosten für die Aufstellung von zwölf Schließfächern aufgeschlüsselt nach Anschaffungs- beziehungsweise Herstellungs-, Betriebs- und Wartungskosten zu errechnen und mögliche Standorte zu prüfen.

Wer auf der Suche nach einem günstigen, aber dennoch voll ausgestatteten Laptop ist, für den haben wir heute etwas. Denn das Jumper Ezbook 2 ist ein Windows-10-Laptop in MacBook-Air-Optik, das momentan im Angebot ist – und es ist recht günstig. Beim Jumper Ezbook 2 handelt es sich um ein Ultrabook für den kleinen Geldbeutel. Das bedeutet aber nicht, dass es Funktionen vermissen lässt. Vorinstalliert ist Windows 10. Der Bildschirm misst 14 Zoll und bietet eine Auflösung von 1920×1080 Pixeln. Der verbaute Prozessor ist ein Intel Cherry Trail X5-Z8300 mit 1,34 GHz (Turbo bis 1,84 GHz).

Der Laptop verfügt über 4 GB RAM und 64 GB Flash-Speicher, der sich aufgrund der zahlreichen Anschlüsse leicht erweitern lässt. Der verbaute Akku hat eine Kapazität von 10.000 mAh, was für eine Laufzeit von bis zu 6 Stunden ausreicht.Weiterhin gibt es eine Kamera mit 1,3 MP an der Front für Videotelefonie. Bluetooth ist bereits eingebaut, genauso wie Lautsprecher und ein Mikrofon. Ins Internet kommt ihr mit WLAN nach 802.11b/g/n.Natürlich sind leistungstechnisch keine Wunder zu erwarten, aber die Zielgruppe dieses Geräts sind eher Office-Arbeiten wie Surfen und schreiben, wo das Gerät seine Stärken ausspielt.

Das Galaxy TabPro S ist leicht und hat ein hervorragendes Display, auch die Tastatur ist für ein Detachable durchaus in Ordnung. Recht schwach ist der Akku, über 6 Stunden kommt man kaum hinaus, und die Benutzbarkeit als Tablet ist dank Windows 10 recht eingeschränkt.
(26.06.2016, 16:40) Detachables, also Tablets mit anklippbarer Tastatur, sind die einzige Kategorie, die noch Wachstum aufweist. Auch Samsung hat sich dieser Kategorie mit dem Galaxy TabPro S nun verschrieben, wobei der Name Galaxy etwas irreführend ist, denn es läuft darauf Windows 10 und nicht Android, wie bei allen bisherigen Galaxy Geräten.

Ich habe das 12 Zoll Tablet nun einige Wochen benutzt - und bin enttäuscht. Der erste Eindruck fällt noch sehr positiv aus. Das Design ist wie bei Samsungs neuen Smartphones wirklich gefällig, die Verarbeitung fehlerfrei. Es ist leicht, nur 690 Gramm, und schlank mit nur 6,3 mm. Der Wechsel zwischen Laptop Funktionalität und Tablet funktioniert reibungslos. Das Tablet dockt magnetisch an die Tastatur und auch die Rückseite wird magentisch gehalten.Für den nächsten positiven Eindruck sorgt das 12 Zoll Super AMOLED Display mit einer Auflösung von 2160 x 1440 Pixel. Fotos sehen darauf hervorragend aus. Die Helligkeit lässt die Nutzung auch mühelos in der Sommer-Sonne zu.

Die Hardware lässt wenige Wünsche offen. Der M3 hat etwa die Geschwindigkeit eines i3 der Vorgängergeneration, bei Huawei und Microsoft hat man zu deutlich höheren Preisen auch die Wahl zu stärkeren Prozessoren. 4GB RAM reichen, bei der Konkurrenz geht hier aber auch mehr, gleiches gilt für die 128GB SSD, wobei diese besonders ins Gewicht fällt, da der Speicher nicht via microSD erweiterbar ist. Unter dem Strich kommt dabei eine ordentliche Performance heraus, wobei an anspruchsvollere Spiele aber nicht zu denken ist, dazu leisten weder der Prozessor noch die Intel 515 GPU genug.

Die Tastatur liegt flach am Tisch und ist dadurch relativ gut bedienbar. Etwas problematisch ist das Touchpad, das zumindest mich zur Verwendung einer Bluetooth Maus zwingt. Die Tasten haben einen kurzen Hub und sind natürlich wegen der Displaygröße relativ eng beisammen. Man kann damit schreiben, besser als mit einer Bildschirmtastatur, schlechter als mit jeder Notebook Tastatur.Nutzt man es auf den Oberschenkeln, also mobil, so merkt man schon, dass es sich biegt. Und ich hatte jedes Mal Angst, dass mir das Display nach hinten wegkippt und auf den Boden fällt. Aber viel mehr ist bei einem Detachable nicht drinnen.

Unangenehm ist auch, dass die Tastatur sehr knapp am Touchscreen liegt und man dadurch recht leicht unabsichtlich ankommt und Aktionen auslöst.Akku und Ladezeit Der Akku hat eine Kapazität von 5.200 mAh und ist damit eindeutig zu klein geraten. Laut Samsung kommt es auf bis zu 10 Stunden Nutzungszeit, ich bin aber je nach eingestellter Display-Helligkeit nicht über 4 bis 6 Stunden hinausgekommen. Trotz des USB C Anschlusses ist dazu die Akku Ladezeit mit 2,5 Stunden auch nicht eben kurz.

Dazu kommt, dass man zur Schonung des Akkus Windows immer herunterfahren muss. Im Energiesparmodus, durch einfaches Zuklappen, wird der Akku viel zu rasch leer. Und Abschalten und wieder starten dauert einfach. Hier ist ein Windows Tablet jedem Android Tablet und den iPads deutlich unterlegen, wie auch mit der Akkulaufzeit insgesamt.In den Galaxy Setting wird auch noch ein "Akkulaufzeit-Extender" empfohlen, gemeint ist aber wohl ein Akkulebenszeit-Extender, denn es wird dadurch die Ladung auf 85% begrenzt. Und das reduziert leider die Akkulaufzeit.

Als Software ist Windows 10 Home vorinstalliert. Damit läuft auf dem Galaxy TabPro S alles was man für die Arbeit braucht. Windows und zumindest alle Anwendungen, die ich benötige bis hin zu Photoshop, laufen flüssig und problemlos. Man kann es sowohl mit Windows 10 Home als auch Windows 10 Pro bekommen, der Preisunterschied ist im Moment sehr gering.

Das TabPro S ist ein Tablet, mit der gesamten Elektronik unter dem Display verpackt. Dank des hervorragenden Displays könnte es ein tolles Tablet sein: Großer Bildschirm, genügend Rechenleistung und eine tadellose Verarbeitung. Ohne angeklippte Tastatur wirkt das Gerät auch sehr edel und fühlt sich gut an. Die Balance in der Hand ist ausgezeichnet.

Doch leider ist Windows 10 im Touchscreen-Modus kein Vergnügen, auch nach dem Umschalten in den Tablet Modus. Im Gegensatz zu den übersichtlichen und logischen Betriebssystemen iOS und Android ist Windows auf Tablets ein Krampf. Die Bedienung ist bei den meisten Apps und auch beim Edge Browser trotz des großen Displays nicht so komfortabel wie bei anderen Tablets.

Das Galaxy TabPro S ist, wie das bei den Detachables üblich ist, in jeder Hinsicht ein Kompromiss. Es kann ein Notebook nicht ersetzen, zu schlecht ist dazu die Tastatur und zu kurz die Akkulaufzeit. Es kann aber auch kein Tablet ersetzen, zu ungeeignet ist dafür Windows 10 und zu wenige Apps gibt es für die typische Tablet Nutzung.

Auf Reisen oder im Urlaub kann es aber das ideale Gerät sein, so man Teile des Tages produktiv arbeiten will oder muss. Und dazu auch noch ein, wenn auch eingeschränkt nutzbares, Tablet mit dabei haben möchte. Dafür ist allerdings der Preis von ab 950 Euro recht heftig.

Batterien und Akkus müssen gesondert entsorgt werden. Die Entsorgung über den normalen Hausmüll ist nicht erlaubt, da neben wertvollen Metallen auch Schwermetalle in den Batterien vorkommen, die entsprechend umweltschädlich sind. Daher ist es rechtlich so vorgesehen, dass die Hersteller Batterien umsonst zurücknehmen müssen. Der Käufer ist vom Gesetzgeber zur Abgabe beziehungsweise zu einer fachgerechten Entsorgung verpflichtet. Wie dieser Prozess genau abläuft und wie man eine Batterie richtig entsorgt, wird hier näher erläutert.

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Akku HP EliteBook 8440w

Um die Leistung von Akkus zu verbessern, muss man sie nicht unbedingt neu erfinden: „Die meisten Forscher konzentrieren sich in diesem Wettbewerb auf die Entwicklung neuer Materialien", sagt Claire Villevieille, Leiterin der Forschungsgruppe Batteriematerialien am Paul Scherrer Institut PSI. Sie und ihre Mitarbeiterin Juliette Billaud sind in Kooperation mit Kollegen der ETH Zürich einen anderen Weg gegangen: „Wir haben geschaut, wie viel Potenzial noch in den bestehenden Komponenten steckt." Allein, indem sie die Grafit-Anode einer herkömmlichen Lithium-Ionen-Batterie, also deren Minuspol, optimiert haben, erzielten die Forschenden einen Leistungssprung: „Unter Laborbedingungen konnten wir die Ladekapazität teilweise verdreifachen. Diesen Wert wird man in kommerziellen Batterien wegen der Komplexität ihres Aufbaus womöglich nicht ganz erreichen. Aber die Leistung wird auf jeden Fall deutlich besser sein, vielleicht um 30 bis 50 Prozent – mit weiteren Experimenten werden wir da präzisere Prognosen liefern können."

Bestehende Komponenten zu verbessern habe den grossen Vorteil, dass für die industrielle Umsetzung weit weniger Entwicklungsarbeit nötig sei als für ein völlig neues Batteriedesign mit neuen Materialien: „Alles, was es dazu braucht, gibt es bereits", sagt Villevieille. „In ein oder zwei Jahren wären solche Akkus einsatzbereit, wenn ein Hersteller sich dessen annimmt." Das Verfahren sei einfach, kostengünstig und für Akkus in allen Grössenordnungen anwendbar – von Armbanduhr über Smartphone und Laptop bis zum Auto. Ausserdem, so Villevieille, sei es auf andere Materialien und Anode-Kathode-Batterien übertragbar – etwa solche, die auf Natrium basieren.

Der Clou besteht in diesem Fall in der Fabrikation der Anode. Der Grafit, also der Kohlenstoff, aus dem sie besteht, liegt in dicht gepackten, winzigen Flocken vor – man kann sich eine solche Anode wie dunkelgraue Cornflakes vorstellen, die kreuz und quer zu einem Müsli-Riegel gepresst sind. Wenn ein Lithium-Ionen-Akku aufgeladen wird, wandern von der aus Lithium-Metalloxid bestehenden Kathode, dem Pluspol, Lithium-Ionen als Ladungsträger durch eine Elektrolytflüssigkeit zur Anode und lagern sich in dem Grafit-Riegel ein. Beim Gebrauch der Batterie fliessen die Ionen wieder zurück zur Kathode. Dabei allerdings müssen sie in dem dicht gepackten Wirrwarr aus Grafitflocken viele Umwege gehen, was die Leistung der Batterie beeinträchtigt.

Diese Umwege lassen sich grossteils vermeiden, wenn man die Flocken schon bei der Herstellung der Anode vertikal ausrichtet, so dass sie alle parallel zueinander von der Elektrodenebene in Richtung Kathode zeigen. Das Verfahren zu dieser Ausrichtung haben Forscher um André Studart an der ETH Zürich, die Experten in der Nanostrukturierung von Materialien sind, von einer bereits bekannten Methode zur Herstellung synthetischer Kompositmaterialien übernommen: Zunächst werden die Grafitflocken mit Nanopartikeln aus magnetischem Eisenoxid ummantelt und in eine Ethanolsuspension gegeben; sie sind nun also magnetisch und schwimmen in Alkohol. Die Suspension wird dann einem Magnetfeld von 100 Milli-Tesla ausgesetzt – das ist nicht stärker als das eines handelsüblichen kleinen Magneten, mit dem man etwa Fotos an den Kühlschrank heftet. „Den Magneten lassen wir dabei rotieren", erklärt André Studart. „Denn dann richten sich die Plättchen nicht nur alle vertikal aus, sondern sie drehen auch ihre Flächen parallel zueinander – wie Bücher im Regal. So sind wirklich alle fein geordnet und die Wege für die Lithium-Ionen so kurz wie möglich."

Wie man auf Mikroskopaufnahmen sehen kann, behalten die Plättchen ihre neue Orientierung auch nach Trocknen der Suspension bei, wenn der Magnet so lange angeschlossen bleibt. Statt kreuz und quer zueinander liegen die Flocken in dem gepressten Grafitriegel nun also in Reih und Glied. So können die Lithium-Ionen nicht nur viel leichter und schneller fliessen, auch die Ladekapazität steigt – es können mehr Ionen andocken. „Bei alldem bleibt die chemische Zusammensetzung der Batterie die gleiche", betont Claire Villevieille. Die verbleibenden Nanopartikel aus Eisenoxid seien zu vernachlässigen und hätten auf die Funktion keinerlei Einfluss. „Wir haben nur den Aufbau der Anode optimiert."

Das Paul Scherrer Institut PSI entwickelt, baut und betreibt grosse und komplexe Forschungsanlagen und stellt sie der nationalen und internationalen Forschungsgemeinde zur Verfügung. Eigene Forschungsschwerpunkte sind Materie und Material, Energie und Umwelt sowie Mensch und Gesundheit. Die Ausbildung von jungen Menschen ist ein zentrales Anliegen des PSI. Deshalb sind etwa ein Viertel unserer Mitarbeitenden Postdoktorierende, Doktorierende oder Lernende. Insgesamt beschäftigt das PSI 2000 Mitarbeitende, das damit das grösste Forschungsinstitut der Schweiz ist. Das Jahresbudget beträgt rund CHF 370 Mio. Das PSI ist Teil des ETH-Bereichs, dem auch die ETH Zürich und die ETH Lausanne angehören sowie die Forschungsinstitute Eawag, Empa und WSL. (dpa/tmn) - Wer sein Smartphone aktiv nutzt, kommt mit einer Akkuladung kaum länger als einen Tag aus. Je nach Gerät und Anwendung können es auch nur fünf bis sechs Stunden sein. Wer dann neue Energie braucht, holt sie sich aus der nächsten Steckdose. Wo es die nicht gibt, braucht es kreative Lösungen.

Der Zigarettenanzünder im Auto ist kaum noch als Raucherutensil, sondern in Verbindung mit einem Ladeadapter vielmehr als Stromlieferant für Smartphone, Navi und Co gefragt. „Dabei ist es wichtig, auf die richtige Kapazität zu achten", sagt Wiebke Hellmann vom Fachmagazin „Chip". „Wenn der Output nicht mindestens ein Ampere beträgt, dauert das Laden ewig." Das Kabel am oder zum Adapter sollte zudem hochwertig und nicht als billige Spirale ausgeführt sein.

Auch das Notebook kann als Energiespender fürs Handy dienen, insbesondere wenn es noch voll geladen ist: „Ein Smartphone braucht etwa zwei Amperestunden bei fünf Volt", rechnet Bernd Schwenke von der Stiftung Warentest vor. Das bedeute, dass eine Komplettladung nicht mehr als zehn Wattstunden des Notebook-Akkus kostet - typische Laptop-Akkus hätten etwa 50 bis 80 Wattstunden.

Mobile Zusatzakkus Populär und günstig sind zudem mobile Zusatzakkus, auch Powerbanks genannt. Manche kosten weniger als 10, nur wenige mehr als 30 Euro. Einige sind nicht größer als ein Feuerzeug, andere so groß wie ein Smartphone und etwas schwerer. „Mit den kleinen Zusatzakkus lässt sich ein Smartphone nur einmal, mit größeren vier bis sechs Mal laden" sagt Projektleiter Schwenke, der für die Stiftung Warentest kürzlich 20 der mobilen Stromspeicher getestet hat.

Die Brennstoffzelle Kraftwerk von eZelleron soll mit einfachen Feuerzeuggas-Kartuschen arbeiten und ab Janur 2017 für 300 US-Dollar (rund 264 Euro) zu haben sein. Foto: dpa Powerbanks taugen auch über einen längeren Zeitraum als mobile Notreserve: „Nach 28 Tagen war in allen Akkus noch genug Energie, um ein Handy zu laden", berichtet Schwenke. Allerdings gelte dies für neue Powerbanks. Nach drei bis vier Jahren müsse man damit rechnen, dass ihre Leistung nachlässt oder dass sie kaputt gehen. Das könne auch passieren, wenn eine Powerbank kaum genutzt wird: „Auch längere Nichtaktivität ist für Batterien Stress", erläutert der Elektroingenieur. „Zu viel laden ist schlecht, zu selten auch."

Solarzellen hält Schwenke eher für eine Notlösung: „Nach sieben Stunden im gleißenden Sonnenlicht" seien beim Test eines Solarzellen-Laders weniger als 600 Milliamperestunden (mAh) geflossen, der Akku eines durchschnittlichen Smartphones also weniger als ein Viertel gefüllt. Bei bedecktem Himmel sei die Bilanz noch schlechter: „Es gibt eine große Linearität zwischen Intensität des Lichts und der Strommenge, die ich entnehmen kann."

Mit rund 30 Euro lagen die beiden untersuchten Solar-Lader zudem im oberen Preissegment der Testgeräte. Dennoch seien Anwendungszwecke denkbar: „Wenn sie die Solarzelle bei einer Wanderung im Sonnenlicht auf dem Rucksack liegen haben und nur telefonieren oder SMS verschicken", könne der Ladezustand eines damit versorgten Mobiltelefons etwa konstant gehalten werden, sagt Schwenke.

Dynamolader, die mit oder ohne Pufferakku zwischen Nabendynamo und Smartphone gehängt werden, sind indes eine Lösung für Fahrradfahrer, die ihre Muskelkraft gleich auch noch in Energie fürs Handy umwandeln möchten. Wenn das Handy auf dem Campingplatz entladen ist und man eine halbe Stunde zum Bäcker fährt, sei anschließend durchaus schon wieder ein kurzer Anruf drin, erklärt Warentester Schwenke.

Meist werden die Dynamolader aber genutzt, um während der Fahrt Navigationsgeräte oder Handys mit Navi-Apps zu betreiben, erläutert Thomas Froitzheim, Spezialist für Outdoor-Navigationssysteme. Das funktioniere bei fast allen Outdoor-Navis, manche Smartphones verhielten sich aber bockig bei Kabeln von Drittherstellern. Viele Informationen zu Dynamoladern fänden sich auf Fahrradzukunft.de.

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August 20, 2016

Akku DELL T54FJ

Zahlreiche Akkus von zwischen März 2013 und August 2015 ausgelieferten HP-Laptops müssen ausgetauscht werden. Grund ist laut HP, dass diese Akkus überhitzen und in Brand geraten können. Bei folgenden Modellen besteht ein Risiko:
Vorbei sind die Zeiten, in denen Handys Tage durchhielten. Mittlerweile macht der Smartphone-Akku schon nach Stunden schlapp. Auch unterwegs gibt es kreative Möglichkeiten, um an Energie zu kommen.
Wer sein Smartphone aktiv nutzt, kommt mit einer Akkuladung kaum länger als einen Tag aus. Je nach Gerät und Anwendung können es auch nur fünf bis sechs Stunden sein.

Wer dann neue Energie braucht, holt sie sich aus der nächsten Steckdose. Wo es die nicht gibt, braucht es kreative Lösungen. Eine Auswahl.Das können die neuen Smartphones und ihre Gadgets
Der Zigarettenanzünder im Auto ist kaum noch als Raucherutensil, sondern in Verbindung mit einem Ladeadapter vielmehr als Stromlieferant für Smartphone, Navi und Co. gefragt.

"Dabei ist es wichtig, auf die richtige Kapazität zu achten", sagt Wiebke Hellmann vom Fachmagazin "Chip". "Wenn der Output nicht mindestens ein Ampere beträgt, dauert das Laden ewig." Das Kabel am oder zum Adapter sollte zudem hochwertig und nicht als billige Spirale ausgeführt sein.Auch das Notebook kann als Energiespender fürs Handy dienen, insbesondere wenn es noch voll geladen ist: "Ein Smartphone braucht etwa zwei Amperestunden bei fünf Volt", rechnet Bernd Schwenke von der Stiftung Warentest vor.Das bedeute, dass eine Komplettladung nicht mehr als zehn Wattstunden des Notebook-Akkus kostet – typische Laptop-Akkus hätten etwa 50 bis 80 Wattstunden.

Populär und günstig sind zudem mobile Zusatzakkus, auch Powerbanks genannt. Manche kosten weniger als zehn, nur wenige mehr als 30 Euro. Einige sind nicht größer als ein Feuerzeug, andere so groß wie ein Smartphone und etwas schwerer."Mit den kleinen Zusatzakkus lässt sich ein Smartphone nur ein Mal, mit größeren vier bis sechs Mal laden", sagt Projektleiter Schwenke, der für die Stiftung Warentest kürzlich 20 der mobilen Stromspeicher getestet hat.Powerbanks taugen auch über einen längeren Zeitraum als mobile Notreserve: "Nach 28 Tagen war in allen Akkus noch genug Energie, um ein Handy zu laden", berichtet Schwenke. Allerdings gelte dies für neue Powerbanks.

Nach drei bis vier Jahren müsse man damit rechnen, dass ihre Leistung nachlässt oder dass sie kaputtgehen. Das könne auch passieren, wenn eine Powerbank kaum genutzt wird. "Auch längere Nichtaktivität ist für Batterien Stress", erläutert der Elektroingenieur. "Zu viel laden ist schlecht, zu selten auch."Solarzellen hält Schwenke eher für eine Notlösung: "Nach sieben Stunden im gleißenden Sonnenlicht" seien beim Test eines Solarzellen-Laders weniger als 600 Milliamperestunden (mAh) geflossen, der Akku eines durchschnittlichen Smartphones sei also weniger als ein Viertel gefüllt.

Bei bedecktem Himmel sei die Bilanz noch schlechter: "Es gibt eine große Linearität zwischen Intensität des Lichts und der Strommenge, die ich entnehmen kann."Mit rund 30 Euro lagen die beiden untersuchten Solar-Lader zudem im oberen Preissegment der Testgeräte. Dennoch seien Anwendungszwecke denkbar: "Wenn Sie die Solarzelle bei einer Wanderung im Sonnenlicht auf dem Rucksack liegen haben und nur telefonieren oder SMS verschicken", könne der Ladezustand eines damit versorgten Mobiltelefons etwa konstant gehalten werden, sagt Schwenke.

Dynamolader, die mit oder ohne Pufferakku zwischen Nabendynamo und Smartphone gehängt werden, sind indes eine Lösung für Fahrradfahrer, die ihre Muskelkraft gleich auch noch in Energie fürs Handy umwandeln möchten.Wenn das Handy auf dem Campingplatz entladen ist und man eine halbe Stunde zum Bäcker fährt, sei anschließend durchaus schon wieder ein kurzer Anruf drin, erklärt Warentester Schwenke.Der Dynamolader E-Werk von Busch & Müller (ab rund 100 Euro) wird zwischen Nabendynamo und Smartphone geschlossen. Stromspannung und -stärke sind variabel einstellbar

Der Dynamolader E-Werk von Busch & Müller (ab rund 100 Euro) wird zwischen Nabendynamo und Smartphone geschlossen. Stromspannung und -stärke sind variabel einstellbar
Meist werden die Dynamolader aber genutzt, um während der Fahrt Navigationsgeräte oder Handys mit Navi-Apps zu betreiben, erläutert Thomas Froitzheim, Spezialist für Outdoor-Navigationssysteme.Das funktioniere bei fast allen Outdoor-Navis, manche Smartphones verhielten sich aber bockig bei Kabeln von Drittherstellern. Viele Informationen zu Dynamoladern fänden sich auf Fahrradzukunft.de.Preislich geht es ab etwa 20 Euro los, Dynamolader der Oberklasse sind ab 60 Euro erhältlich, für die Spitzenklasse werden bis zu 200 Euro fällig. Wer das Smartphone als Navi nutze, sollte auf ein Gerät mit Spritzwasserschutz achten, rät Froitzheim. Radler könnten auch Powerbanks mitnehmen, aber deren Energie ist eben endlich.

Im Outdoor-Bereich tauchen immer wieder Brennstoffzellen auf: "Fast jedes Jahr versucht irgendein Anbieter, ein neues Modell auf den Markt zu bringen, bei dem durch angeblich ungiftige chemische Reaktionen Strom erzeugt werden soll", sagt Wiebke Hellmann.Die Brennstoffzelle Kraftwerk soll etwa mit einfachem Feuerzeuggas arbeiten und ab Januar 2017 für 300 Dollar (rund 264 Euro) zu haben sein. Nicht alle angebotenen Lösungen sind so teuer, deutlich mehr als ein mobiler Zusatzakku kosten aber alle.

Außerdem "ist das Verhältnis zwischen Masse und Leistung, die ich entnehmen kann, ungünstig", betont Elektroingenieur Schenke. Bei gleicher Leistung stehe etwa einer Powerbank in der Größe einer Zigarettenschachtel eine Brennstoffzelle in der Größe einer Zigarrenkiste gegenüber.Schon etwas länger am Markt ist das schwedische Unternehmen MyFC, deren Powertrekk-Brennstoffzelle von der "Chip" getestet wurde. "Zum Betrieb des schwarz-grünen Plastik-Kästchens braucht man nur zwei Teelöffel Wasser und einen austauschbaren Brennstoffzellen-Puck", erklärt Hellmann.

Allerdings produziert ein solcher, rund fünf Euro teurer Puck bei einer Ausgangsspannung von fünf Volt nur etwa 1500 mAh Strom, kaum genug für die Komplettladung eines kleinen Smartphones. Und der ausgebrannte Puck selbst gehört eigentlich in den Sondermüll.Der Campingkocher Biolite CampStove verbrennt dagegen Biomasse wie etwa Äste oder Tannenzapfen. Sein Feuer dient aber nicht nur dazu, Wasser zu kochen oder Dosengerichte zu erhitzen, sondern es erwärmt auch ein Leistungsmodul, das Elektrizität erzeugt, die einen Akku speist.

Per USB lassen sich daran das Handy oder andere Geräte laden. "Am USB-Port haben wir bei einem prasselnden Feuer zwischen 600 und 700 mAh bei knapp fünf Volt Spannung gemessen", so Hellmann. "Das ist nicht viel und macht den Ladevorgang zur Geduldsprobe – aber wenn man ohnehin kocht und nur kurz SMS und den Wetterbericht vom nächsten Tag checken will, ist es besser als nichts."Rein äußerlich hat Lenovo bei seinem neuen Alu-Subnotebook schon mal alles richtig gemacht. Ein Blick in die Specs nährt die Hoffnung auf mehr ls angemessene Performance, offenbart aber auch die spärliche Anschlussaustattung des Kandidaten. Wie es um Eingabegeräte, Bildschirm, Emissionen und Laufzeiten und bestellt ist, verrät unser umfangreicher Test.

Beim neuen Lenovo IdeaPad 710S-13ISK handelt es um einen leichten, flachen und kompakten 13-Zöller, der zu unserem Erstaunen in bisher zwei im deutschsprachigen Raum erhältlichen Varianten unter exakt derselben Modellbezeichnung firmiert und vor allem als hochmobiles Office-Arbeitsgerät prädestiniert ist. Im nur knapp 1,2 kg leichten Gehäuse residiert bei der getesteten, ab 1.099 € erhältlichen Variante mit der internen Bezeichnung 80SW003LGE der sparsame Hyperthreading-Dualcore Intel Core i7-6560U mit integrierter Grafik Intel Iris 540, dem 8 GB RAM beigeordnet sind. Als Massenspeicher dient eine SSD mit 256 GB. Auch beim Bildschirm hat Lenovo nicht gespart und setzt auf ein IPS-Panel in Full-HD-Auflösung.
Die günstigere Variante 80SW003MGE war zum Testzeitpunkt schon ab 849 Euro zu haben und unterscheidet sich vom gehobeneren Modell nur durch den auf 4 GB halbierten Arbeitsspeicher sowie den etwas schwächeren Prozessor i5-6200U.
Bei der Suche nach Vergleichsgeräten für diesen Test haben wir uns hauptsächlich an Format, Preis, Motorisierung und Popularität orientiert. Hier sind die Kandidaten:Noch kurz zur Verfügbarkeit: Zum Testzeitpunkt waren die beiden Modelle nur direkt bei Lenovo sowie bei Campuspoint, von denen die genannten Preise stammen, gelistet. Campuspoint räumt für bestimmte Personengruppen wie Studenten oder Dozenten Rabatte ein.

Laut Hersteller bestehen der Deckel aus Aluminium und Magnesium und die "Unterseite" nur aus Aluminium. Das tut der Stabilität gut, denn verwinden lässt sich die dünne und leichte Base auch mit etwas Kraftaufwand kaum und bleibt dabei fast völlig stumm. Fingerabdrücke sind auf den silbermatten, edel schimmernden Oberflächen nicht zu sehen. Vom Design her lehnt Lenovo sich wohl an die schicken und schlichten MacBooks Air an, verzichtet aber auf ein aufwändiges Unibody-Gehäuse.
Gleichwohl hat dem Tester das repräsentative 710S so gut gefallen, dass er bei allen entsprechenden Wertungskategorien die volle Punktzahl vergeben hat, was sehr selten vorkommt. Abgerundet wird der hervorragende Eindruck durch eine nahezu perfekte Verarbeitungsqualität mit gleichmäßigen Spaltmaßen und ohne überstehende Kanten. Bei hochmobilen Notebooks sollten die Scharniere längeres Nachwippen bei ruckartigen Bewegungen, wie sie etwa im Zug oder Auto auftreten können, verhindern. Das hat Lenovo zwar gut hinbekommen, im Gegenzug lässt sich der dünne, dafür aber erstaunlich druckresistente Deckel aber nur mit Gegenhalten öffnen.Aufgrund der sehr flachen Bauweise muss man sich mit dem absoluten Minimum an Anschlüssen begnügen. So steht USB 3.0 nur zweimal und HDMI nur in der Mini-Variante zur Verfügung. Dass kein Adapter auf Standard-HDMI beiliegt, ist leider eine traurige Selbstverständlichkeit, andererseits kosten die Dinger auch so gut wie nichts und sind flächendeckend einfach zu bekommen. Wer große Datenmengen bewegen will, dürfte sich am Fehlen eines Ethernetports stören. Anketten kann man das Notebook mangels Kensington-Lock nicht — das ist wirklich selten.

Da sich die Wanne noch vorne hin verjüngt, konnten die sehr wenigen Ports alle ergonomisch günstig an den hinteren Seiten untergebracht werden. Wer bei den Anschlüssen mehr Vielfalt und Steckplätze benötigt, ist im Testfeld am besten mit dem Dell XPS 13 bedient, das neben DisplayPort sogar einen universellen Thunderbolt-Anschluss mitbringt.Drahtlos findet das 710S über das nicht mehr ganz neue, dafür aber bewährte WLAN-Modul Intel Dual Band Wireless-AC 3165 Anschluss. Dass es sich neben dem 2,4-GHz-Band auch auf das nach wie vor erheblich weniger strapazierte 5-GHz-Band versteht, verrät schon der Name. Im Gegensatz zum neueren und weit verbreiteten Intel Dual Band Wireless-AC 8260 muss es aber mit einer Antenne auskommen (MIMO 1x1), sodass die theoretisch erreichbare, maximale Bruttodatenrate bei Nutzung des ac-Standards (5 GHz) bei 433 MBit/s liegt. Zudem wird hardwareseitig Bluetooth bis zu Version 4.2 unterstützt. Mit dem Router Linksys EA8500 haben wir auf kurze Distanz ausbaufähige Übertragungsgeschwindigkeiten beim Senden und Empfangen von 296 bzw. 224 MBit/s gemessen.
Abgesehen von den üblichen Einrichtungs- und Garantiehinweisen sowie dem unverzichtbaren Netzteil liegt kein weitere Zubehör im Karton. Auch auf Recovery-Medien wurde zugunsten einer Recovery-Partition verzichtet, die deshalb besser unberührt bleiben sollte.

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Batterie Asus x73b

"Tesla a résolu le problème de l’autonomie", tranche Dan Galves, analyste à la Deutsche Bank. Son secret Il utilise des batteries… d’ordinateur portable. Ces petites batteries au lithium ion, dites de format 18650, sont produites par dizaines de millions pour les appareils nomades. Leur coût défie toute concurrence. Reste que pour propulser une voiture avec ces équipements, il faut en combiner des milliers, jusqu’à 8 000 pour la Model S ! Une gageure alors que la chimie explosive du lithium ion impose une gestion délicate de chaque batterie.

Les spécialistes n’y croyaient pas. Aucun constructeur ne s’y est risqué et le secteur a opté pour de grosses batteries spécifiques, plus chères, moins énergétiques, moins sûres. Tesla, lui, a persisté et mis au point un système matériel et logiciel capable de gérer cette complexité. Et il a codéveloppé avec Panasonic des batteries optimisées. "Tesla dispose d’un système de batterie unique et propriétaire affichant une densité énergétique double et un coût réduit de moitié par rapport aux autres constructeurs", évalue Dan Galves.

Deuxième rupture : miser sur l’intégration verticale. La start-up a eu du mal à convaincre les équipementiers de travailler pour elle. Elle a donc été conduite à faire elle-même de nombreux éléments : fontes, pièces en plastique, câbles, écran tactile, peinture… Et elle en a fait un atout. "Nous avons une agilité sans équivalent, vante Jérôme Guillen, nous pouvons mettre en Å“uvre des modifications très rapidement." À ce credo, que ne renierait pas une bonne vieille entreprise du Mittlestand allemand, Tesla ajoute sa touche Silicon Valley : la Model S est connectée en permanence par téléphonie mobile au constructeur, qui peut réaliser à distance des mises à jour logicielle.

Troisième rupture : rendre l’électrique séduisant et partir du haut de gamme. Dès le départ, avec son Roadster, le californien a rejeté tout complexe d’infériorité face au thermique. L’électrique doit être un atout, et non un pis-aller permettant de rouler vert. "On doit être récompensé, et non puni, de conduire électrique", martèle Jérôme Guillen. La technologie électrique est encore coûteuse Raison de plus pour ne pas la brider dans de tristes et poussives voitures qui resteront bien plus onéreuses que leurs sÅ“urs thermiques. "Mieux vaut miser sur la performance et susciter le désir", prône le vice-président chargé des ventes. "Tesla a fabriqué non pas une petite voiture urbaine mais une grosse sportive, futuriste et très high-tech. Tesla positionne l’électrique sur le haut de gamme. C’est un changement complet de paradigme", salue Rémi Cornubert.

« N ous nous sommes affranchis de tout l’héritage du véhicule thermique. »Jérôme Guillen, vice-président de Tesla chargé des ventes et des servicesQuatrième rupture : réinventer la relation client. Pour vendre ses voitures, le nouvel entrant sait qu’il doit convaincre. Et il ne fait pas confiance aux concessionnaires pour pousser les véhicules électriques. Il s’en passe donc, et vend dans ses magasins (45 à ce jour) aux allures d’Apple Store, qu’il installe en centre-ville et dans les centres commerciaux. Un vrai pavé dans la mare pour le secteur. Les autres constructeurs observent de très près les remous. L’enjeu "Le contact direct avec le client, c’est ça la bataille", pointe Rémi Cornubert.

Tesla est aussi le seul constructeur à utiliser internet. Toutes les commandes de véhicules – réalisées en magasin ou non – passent par le web. Le constructeur contrôle son service après-vente, effectué exclusivement dans ses 50 garages, et s’appuie sur la connectivité de la voiture pour anticiper les pannes. Enfin, il veut rassurer ses clients sur tous les plans. La panne sèche Tesla installe et opère un réseau de chargeurs ultra-rapides gratuit. La revente Tesla garantit la valeur du véhicule après trois ans. La dégradation de la batterie Tesla la garantit pendant huit ans. Tesla ne lâche pas son client d’un pouce.

Le californien veut électriser la rentabilité de l’auto. Son modèle de troisième génération, la Gen 3, prévu pour 2016-2017, est annoncée à environ 35 000 dollars avec une autonomie supérieure à 300 km. "Grâce à une chaîne de puissance qui lui reviendra selon nous à environ 10000 dollars par voiture, Tesla peut produire le Gen 3 à un coût similaire à ses rivaux thermiques, du type de la BMW Série 3. Mais les coûts d'usage et de maintenance plus faibles des véhicules électriques peuvent justifier un prix supérieur par rapport à ses rivaux. Permettant ainsi à Tesla de réaliser des marges plus élevées", estime Dan Galves. Et l’analyste de prédire à l’horizon 2020 la vente de 220 000 Tesla (70 000 Model S et X, et 150 000 Gen 3) avec une marge opérationnelle de 20,6%. Deux à trois points de plus que Porsche pour des volumes 50% plus importants ! Une vraie rupture… à confirmer.

Après le succès de son Roadster, chouchou des stars d’Hollywood, Tesla a réussi à produire une "vraie" voiture : la Model S. Et il se paye le luxe de crouler sous les éloges. La Model S a été élue voiture de l’année par les magazines américains "Motor Trend" et "Automobile Magazine". Le renommé "Consumer Reports" l’a titrée "meilleure voiture jamais testée". Elle s’affiche comme le véhicule le plus sûr des États-Unis, après avoir brillé aux tests de sécurité routière.

Tesla a réussi son pari de faire de l’électrique un atout : sept places grâce à l’espace gagné en l’absence de moteur thermique, punch de l’électrique, 0 à 100 km/h en 4,4 à 6,2 secondes suivant les versions, autonomie certifiée de 390 à 502 kilomètres, planche de bord de concept car, grand écran tactile… Tesla devrait confirmer gagner de l’argent avec la Model S dix ans après la création de l’entreprise. Nous avons essayé le « Boxer Brief Radiashield », un caleçon anti-onde prétendant protéger la fertilité masculine des ondes des téléphones portables et autres appareils électromagnétiques. Nos impressions.

Livré dans un petit coffret élégant, le « Boxer Brief Radiashield » a été conçu par la société new-yorkaise Belly Armor. Il est vendu 49 dollars aux États-Unis, soit 45 euros au taux de change d’avril 2015. Le distributeur pour la France, la société Alvok, le propose à 59 euros (livraison comprise) sous la terminologie Belly Armor.
Il protège la « fertilité masculine », menacée, précise l’emballage, « par l’exposition aux ondes électromagnétiques émises notamment par les téléphones portables, tablettes numériques… ». Il ne s’agit pas pour autant d’un dispositif de soin. Les conditions générales de vente précisent que ni le producteur ni le distributeur « ne prétendent pouvoir diagnostiquer, prévenir ou traiter des maladies ou autres problèmes de santé ».
La baisse de fertilité est-elle ou non un « problème de santé » ? Ce point de sémantique en tête, nous poursuivons notre découverte du produit. Le Radiashield se mérite. C’est un caleçon qui se lave seulement à l’eau froide, jamais en machine, avec un détergent doux. Il est relativement confortable, mais nous le déconseillons aux cyclistes. Les coutures sont inopportunément placées. Il est composé à 95 % de modal, une fibre textile obtenue, nous apprend Wikipédia, par « le filage de fibres de cellulose de bois, souvent du hêtre ». Le Boxer Radiashield contient aussi – d’où son nom – du Radiashield, un tissu intégrant des fils d’argent anti-rayonnement. Dans quelle proportion exactement ? On l’ignore, car la notice mentionne 5 % de Spandex (du lycra) et de Radiashield, sans plus de précision.

L’ensemble est censé avoir « les mêmes propriétés de protection qu’une feuille d’aluminium de 6 mm d’épaisseur ». 0,6 cm ? Ce n’est pas une feuille, c’est une tôle pour aile d’Airbus. En pratique, deux épaisseurs de papiers aluminium de cuisine de quelques microns bloquent totalement la réception d’un smartphone. Le Radiashield est loin d’avoir la même efficacité. Même emmitouflé dans trois épaisseurs de caleçon, nos portables captent le signal deux fois sur trois.
Aller plus loin dans les expérimentations ? Au préalable, il faudrait avoir quelques indices sur les effets des ondes des portables ou du Wi-Fi sur la fertilité masculine. On en est loin.
« AUCUNE PREUVE D’UN LIEN DE CAUSE À EFFET »

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