July 26, 2016

Batteria Lenovo ThinkPad X61

Utilizzare un caricatore più potente
In alcuni casi è sufficiente utilizzare un caricatore più potente per ridurre i tempi di ricarica. Per esempio, l'iPhone 6 viene commercializzato con un caricatore da 1 A (5 W), ma potrebbe essere ricaricato con il dispositivo fornito con iPad che può erogare 2,1 A (12 W). Connettendo l'iPhone 6 al caricatore per iPad la fase di ricarica sarà decisamente più rapida.

Quanto descritto per iPhone non è però una regola estendibile a qualsiasi prodotto. Possiamo infatti essere certi che connettendo un dispositivo da ricaricare a una porta USB non si verificheranno malfunzionamenti e danneggiamenti, ma l'eventuale ricarica rapida dipende dal prodotto stesso. Ci sono dispositivi come iPhone che pur essendo venduti con un caricabatteria da 1 A sono in grado di ricevere anche amperaggi superiori, ma ci sono anche prodotti che se connessi ad alimentatori più potenti assorbiranno sempre la medesima energia, quindi non si avranno benefici sui tempi di ricarica.

Insomma, utilizzando un alimentatore più potente non faremo danni al dispositivo ed eventualmente ridurremo solo i tempi di ricarica.Non tutti i cavi USB sono uguali, anche se a colpo d'occhio lo possono sembrare. Utilizzate sempre il cavo fornito insieme al dispositivo ed evitate le soluzioni a basso costo disponibili nell'aftermarket; in alcuni casi, se la qualità di cavo e connettori non è elevata, si possono registrare tempi di ricarica superiori.

Potrebbe sembrare ovvio, ma lo specifichiamo. Se il nostro scopo è ricaricare il telefono o il tablet nel più breve tempo possibile è meglio non utilizzare il dispositivo durante la ricarica. Infatti usando il prodotto verrà consumata ulteriore energia, quindi inevitabilmente il tempo di ricarica si allungherà.Per ridurre il più possibile i consumi suggeriamo di abilitare la modalità aereo o di spegnere proprio il dispositivo, anche se questa opzione può risultare scomoda in caso di emergenza o nella condizione in cui si abbia la necessità di essere rintracciabili telefonicamente.

Utilizzare una batteria esterna o un caricatore da auto
Per fronteggiare situazioni di emergenza nelle quali purtroppo non si può attendere la completa ricarica del dispositivo è utile disporre di una batteria esterna. In questo modo connettendo la batteria al telefono avvieremo una ricarica che - seppur lenta - ci offrirà un certo margine di operatività.

Sono disponibili in commercio batterie esterne o power bank di svariati formati, alcuni prodotti integrano ad esempio una cover e possono così ospitare lo smartphone stesso senza dover tenere nella propria tasca due dispositivi differenti. Inoltre, la batteria esterna potrà essere ricaricata con modalità differenti rispetto allo smartphone: l'importante però è ricordarsi di farlo!

Per chi invece utilizza spesso l'auto si rivela indispensabile la ricarica tramite le porte USB disponibili sui veicoli recenti, oppure tramite presa accendisigari e apposito accessorio. Anche in questo caso non si tratta di una ricarica veloce, quanto piuttosto del mantenimento di un certo livello di carica.

Su alcuni dispositivi è disponibile l'opzione "Quick Charge" che permette di ridurre drasticamente i tempi di ricarica. Si tratta di una tecnologia introdotta da Qualcomm nei propri chipset e oggi risulta disponibile su alcuni prodotti Android di fascia alta; per sfruttare questa funzionalità è comunque necessario utilizzare un apposito caricatore veloce da acquistare separatamente. Con questa tecnologia in circa mezz'ora il dispositivo si ricarica del 50% mentre avvicinandosi al top della carica la velocità si ridurrà. Con buone probabilità questa tecnologia sarà presto disponibile su molti dispositivi presenti sul mercato e rappresenterà uno caratteristica standard.

Se hai tanti file a cui vorresti accedere in mobilità potresti aver bisogno di questa memoria aggiuntiva con supporto per le schede SD a cui si accede tramite app

Batteria di emergenza, punto di accesso Wi-Fi, memoria aggiuntiva senza fili con supporto per le schede SD: con MobileLite Wireless Pro Kingston propone un coltellino svizzero per chiunque, fuori casa o lontano dall’ufficio, non possa separarsi dai propri dati più preziosi. Il prodotto è un parallelepipedo piuttosto anonimo nell’aspetto, ma compatto e rivestito da una plastica solida e resistente; il lato superiore ospita tre LED che indicano lo stato di operatività del dispositivo, mentre distribuite su tre lati trovano posto il tasto di accensione e le porte di espansione e comunicazione: una USB full size, una micro USB, una LAN e uno slot per schede SD.
Ma come si comporta MobileLite nell’uso quotidiano?

Il gadget crea la propria rete senza fili all’interno della quale fa accedere ai file contenuti nella memoria interna da 64 GB e a quelli presenti nelle chiavette USB o nelle schede SD inserite.Chi usa MobileLite lontano da casa e deve fare comunque affidamento alla rete cellulare per navigare in Internet può semplicemente tenere attivo anche il Wi-Fi per collegarsi all’aggeggio e accedere ai dati contenuti, ma chi è già sotto la copertura di un router dovrà fare un passaggio in più: inserirne la password in MobileLite (o collegarcelo con un cavo ethernet) e poi connettersi alla Rete tramite l’access point così creato.

L’accesso ai dati contenuti all’interno di MobileLite avviene attraverso un’app per Android e iOS sviluppata da Kingston; l’interfaccia non è il massimo dal punto di vista estetico o della praticità, ma fa comunque il suo lavoro. Una sezione dedicata alla ricerca dei file permette di esplorare le cartelle di MobileLite, delle espansioni collegate e del telefono, per consultare le informazioni in remoto (vengono temporaneamente salvate in una memoria cache interna al telefono) o copiarle e spostarle da un dispositivo all’altro. Una seconda sezione è dedicata invece ai backup e permette di copiare e ripristinare in pochi tocchi i contatti telefonici, il calendario ma soprattutto il rullino fotografico, anche da uno smartphone all’altro.

L’autonomia di MobileLite è di circa 10 ore, il che lo rende un compagno ideale anche per i viaggi più estenuanti: in treno o in auto fornisce contenuti e distrazione a famiglia e amici connessi, e in caso di emergenza ne mantiene in vita gli smartphone dando loro energia tramite un comune cavo USB. In quest’ultimo scenario però occorre fare un po’ di attenzione: la batteria inclusa nel prodotto è da 6700 mAh, ed è la stessa che ne fa funzionare la rete Wi-Fi; prima di prosciugarla per fare gli eroi e riportare da 0 a 100 i telefoni di tutti è meglio farsi due conti.

L’ultima fatica di Kingston è un prodotto lontano dall’essere indispensabile, ma resta sicuramente molto comodo. Tra la configurazione e l’utilizzo quotidiano occorre un po’ di pratica prima di riuscire a trovarcisi a proprio agio, e quel che fa, in fondo, lo possono anche fare altri dispositivi. Eppure la connessione con lo smartphone è veloce, i file sono sempre a portata di mano in pochi tocchi e le espansioni tramite schede e chiavette rendono la memoria a disposizione praticamente illimitata. Come vera e propria soluzione cloud fai da te in realtà è incompleta (mancano un accesso diretto al file system per usarlo decentemente anche con un computer e la possibilità di modificare in presa diretta i file presenti online), ma chiunque sia alla ricerca di un metodo di archiviazione da smartphone all inclusive può affidarcisi tranquillamente.

In quali condizioni è la batteria del vostro MacBook? Come potete fare a migliorarne lo stato senza dover necessariamente cambiarla? FuitJuice è app molto flessibile e completa offre tutte le risposte. Macity l’ha messa alla provaLe batterie, si sa, sono una gioia e una delizia dell’informatica. Soprattutto dei computer portatili. Quanto durano? Per quanto tempo? E poi, come si caricano? Quando arrivano a zero oppure quanso sono a uno stato intermedio? E poi, fa male tenere il computer sempre connesso all’alimentazione?

Domande quasi esistenziali che prevedono però una risposta precisa, altrimenti come si fa ad uscirne? Vediamo: ci sono decine di consigli su internet e anche un buon numero di app che permettono di fare questo tipo di valutazioni. Senza contare che le cose non sono stabili, perché negli anni le tecnlogie dietro alle batterie sono cambiate e quindi si rischia di fare ragionamenti errati perché non si considera qual è il comportamento adatto per una specifica batteria.
Pochi mesi fa chi scrive ha cambiato la batteria del suo MacBook Air 11 del 2011, che era arrivata decisamente a fondo-corsa (con tanto di messaggio terroristico sul bisogno di cambiarla). Veloce passaggio presso l’Apple Store di Carugate, a Milano, dove si è provveduto per la non modica cifra di 135 euro. Adesso però il computer ha recuperato la sua autonomia iniziale. Ma per monitorare il funzionamento, cosa meglio di una app che permette di capire e studiare i flussi di elettroni attraverso gli elementi dell’acccumulatore e soprattutto di gestire i tempi di alimentazione con il trasformatore?

Ci siamo fidati delle stelline sull’app store abbiamo deciso di mettere alla prova FruitJuice della britannica BatteryProject. Una app il cui scopo non è tanto dire lo stato di salute della nostra batteria, quanto aiutarci a capire se sta troppo connessa alla presa elettrica e se quindi si sta lentamente esaurendo per quanto riguarda la capacità.
L’app viene fornita con una versione demo da 14 giorni scaricabile direttamente sul sito dei produttori, ma è in realtà acquistabile direttamente dallo store di Apple.
L’app compare come una nuova icona nella barra dei menu e da lì è possibile accedere un buon numero di funzioni diverse. Chi usa il Mac sa che non dovrebbe caricare app che rimangono residenti in quella barra perché possono consumare tantissima memoria. Prima di incontrare FruitJiuce chi scrive faceva solo due eccezioni: Dropbox e iCopy (sistema di gestione del copia e incolla multiplo). Da quando abbiamo incontrato FruitJuice, è diventata la terza app che ha diritto di risiedere nella barra dei menu stabilmente.

Posted by: akkusmarkt at 03:55 AM | No Comments | Add Comment
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