July 19, 2016

Batteria Lenovo ThinkPad SL300

Che cosa è un ciclo di clock comunque, e perché è importante? In un sistema operativo come Windows, gli eventi vengono spesso impostati per essere eseguiti a intervalli. Per risparmiare energia, il processore resta fermo (sleep) quando non ha processi in esecuzione, e si sveglia a intervalli predefiniti. Questo intervallo è quello che Chrome regola in Windows, e riducendolo a 1ms significa che il sistema sta funzionando molto più frequentemente che a 15.625ms. Infatti, a 1ms il processore lavora 1000 volte al secondo. Il valore predefinito, di 15.625ms significa che il processore si sveglia solo 64 volte al secondo per controllare se gli eventi richiedono attenzione.

Microsoft stessa afferma che i tassi impostati a 1ms potrebbero aumentare il consumo di energia fino al 25% in più. E’anche un problema perché per sua stessa natura tale tasso è globale, nel senso che viene utilizzato da tutto il computer e una applicazione è in grado di rovinare tutto, e visto che gli utenti normali non si preoccupano dei tassi di tick del clock, la maggior parte di noi non avrebbe mai saputo che questo era un problema .

Quando si apre la versione più recente di Internet Explorer il tasso rimane a 15.625ms fino a che il browser non deve fare qualcosa per cui il tasso deve aumentare. Andando su YouTube, per esempio, e riproducendo un video IE aumenta il tasso a 1ms. Quando quella scheda viene chiusa e si prosegue con la navigazione normale, tornerà 15.625ms. In Chrome, però, il tasso è in aumento appena il browser viene aperto, e si mantiene alto fino a alla sua chiusura completa.

Molte persone non potranno mai chiudere il browser. Chi usa Gmail come email principale ha bisogno di avere un browser aperto per questo. Chi scrive con Google Drive non ha motivo di chiudere il browser. Ciò significa che usando Chrome il browser sta consumando più batteria del dovuto, e per nessuna buona ragione.Infatti, in un test che abbiamo fatto è risultata una notevole differenza di consumo energetico sul PC desktop. Nella prova, al minimo, il computer da noi testato utilizzava tra i 15 e i 20 Watt con Chrome in esecuzione. Chiudendo Chrome, il consumo di energia cade tra 12 e 15 Watt. Al di là dello spreco di energia questo non è un grosso problema. Ma ciò non vale su un computer portatile in cui il consumo di energia è massicciamente importante. Considerando l’impatto globale, immaginate quanta potenza viene sprecata sui PC di tutto il mondo per un problema come questo.

Vale la pena sottolineare che le macchine Mac e Linux non hanno questo problema, perché utilizzano un sistema chiamato "timer tickless". La segnalazione non risolve il problema per gli utenti Windows, però, e resta il fatto che IE e Firefox non presentano questo problema. Microsoft potrebbe affrontare questo problema in futuro, ma è improbabile che accada a breve in quanto gli sviluppatori potranno aggirare il problema in rilasci futuri del browser Chrome.

Allora che cosa si può fare? Beh, non molto. Il bug è stato scoperto molto tempo fa, ed è stato seguito da Google attraverso il suo Chromium bug tracker per lungo tempo. Per la maggior parte di esso è stato ignorato: la prima relazione è stata scritta nel 2010, ma l’ultima ha confermato il bug. Tale relazione è di ieri.Se Google non prenderà sul serio il problema il bug rimarrà attivo e i portatili Windows con in esecuzione Chrome consumeranno la batteria più velocemente rispetto alla stessa macchina che esegue Internet Explorer o Firefox. La migliore opzione possibile per gli utenti di Chrome è ora quella di segnalare la questione sul bug tracker, di modo che gli sviluppatori se ne accorgano e possano sistemarlo. Forse se abbastanza persone lo faranno, Google effettivamente potrà prenderne atto e cercherà di risolvere il problema.

L’altra opzione è quella di smettere di usare Chrome e passare a IE o Firefox, con i loro pregi e i loro difetti: Firefox consuma molta memoria e IE semplicemente non offre le stesse funzionalità così utili in Chrome. Quindi per adesso molti di noi dovranno mettersi il cuore in pace ed avere a che fare con una batteria ridotta e una macchina leggermente più lenta.

Smartphone, tablet, pc portatili, i sempre più diffusi power bank, torce elettriche. Sono solo alcuni esempi di oggetti d’uso praticamente quotidiano che contengono batterie al litio.
Batterie che già normalmente devono essere utilizzate, caricate e conservate, con attenzione per evitare problemi. Ma se poi si deve salire su un aereo la situazione si fa più complicata.

Molto più complicata. Perché se è vero che esiste una norma generale - che dice che non vanno messe nel bagaglio da stiva ma bensì trasportate nel bagaglio a mano - ogni Paese e ogni compagnia aerea applica le disposizioni, già diverse, in maniera differente.Insomma, se dovete mettervi in viaggio, il vero consiglio che è meglio seguire è quello di informarsi, in primis attraverso il suo sito, con la compagnia aerea che avete scelto.Il problema delle batterie al litio è legato al fatto che, se mal utilizzate, ricaricate in maniera impropria o in caso di corto circuito - possono esplodere. Esplosione che può essere favorita in condizioni di bassa temperatura e bassa pressione: ecco perché le batterie non devono essere lasciate nel bagaglio da stiva ma portate a bordo, in quello a mano.

Una delle prime ipotesi fatta subito dopo la tragedia della Germanwings - prima di scoprire la tragica verità dello schianto volontario del copilota Lubitz - fu proprio che l’incidente potesse essere stato causato dall’esplosione di una batteria al litio nella stiva.Alcune compagnie aeree che si occupano del trasporto delle merci hanno già perso velivoli o subito danni ingenti proprio per aver trasportato quantità ingenti di batterie al litio. E anche loro sono corse ai ripari.

Normalmente le batterie dei telefonini, delle macchine fotografiche, degli mp3 etc non costituiscono un problema, a meno che non ne portiate tante di scorta. Il trasporto deve essere effettuato in cabina e non nella valigia da stiva, in condizioni che evitino possibili corto circuiti. La situazione si complica con i power bank, dispositivi che permettono di ricaricare smartphone e non solo, oppure con le batterie di scorta dei computer portatili. Alcuni di questi oggetti sono talmente grandi e potenti che potrebbero essere rifiutati all’imbarco. Il loro trasporto dipende dalla potenza per le batterie ricaricabili o dal contenuto di litio per le non ricaricabili.

La International Air Transport Association ha pubblicato una tabella che permette di fare qualche conto.Le batterie non sono l’unico oggetto non trasportabile in volo. Come ricorda il sito dell’Enac, è vietato il trasporto nella stiva dei seguenti articoli:
bombolette spray per difesa personale
componenti di impianti del carburante dei veicoli che hanno contenuto carburante
congegni di allarme
esplosivi, compresi detonatori, micce, granate, mine ed esplosivi
gas, compresi il propano e il butano
liquidi infiammabili, compresi la benzina e il metanolo
liquidi refrigeranti ed irritanti
materiale radioattivo, compresi gli isotopi medici o commerciali
solidi infiammabili e sostanze reattive, compresi il magnesio, dispositivi di accensione, articoli pirotecnici e razzi
sostanze corrosive, compresi il mercurio e le batterie per veicoli
sostanze infiammabili liquide/solide compreso alcool superiore a 70 gradi
sostanze magnetizzanti
sostanze ossidanti e perossidi organici, compresi la candeggina e i kit per la riparazione della carrozzeria delle automobili
sostanze tossiche o infettive, compresi il veleno per topi e il sangue infetto
torcia subacquea con batterie inserite

Per ricaricare lo smartphone o il tablet in modo più rapido è possibile seguire alcuni consigli e indicazioni. Presto, probabilmente, la ricarica veloce sarà una funzionalità standard offerta dai dispositivi.Non tutti i caricabatteria sono uguali e te ne sarai già accorto gestendo i tuoi dispositivi. Se il tuo smartphone o tablet ha la batteria scarica e tu hai poco tempo per ricaricarlo, in questa pagina troverai consigli utili. I suggerimenti che trovate di seguito sono validi pressoché su tutti i dispositivi ricaricabili attraverso porta USB, quindi oltre che a smartphone e tablet estendiamo il discorso a fotocamere, periferiche varie e altro.

Non ricaricare attraverso le porte USB del tuo PC
In casi di emergenza è possibile collegare un dispositivo a una porta USB del PC per effettuare la ricarica, ma si deve trattare di vere eccezioni. Infatti, l'operazione si rivelerebbe più lunga rispetto al tempo necessario usando un caricatore connesso alla rete elettrica.Il perché di queste enormi differenze è presto detto: in base alle specifiche USB 1.0 e 2.0 una porta standard è in grado di erogare fino a 0,5 A. Nel caso di porte USB 3.0 questo valore sale fino a 0,9 A, mentre un comune caricatore USB dedicato offre una corrente pari a 1,5 A. Fanno eccezione le porte USB 3.1 – in parte legate al nuovo standard USB Type-C – che erogano una corrente fino a 3 A.

usb port charge
In ultimo, citiamo la possibilità di utilizzare le porte high-power USB presenti sui PC più recenti: si tratta di porte che possono erogare più di 0,5 A, ma il loro utilizzo comporta comunque tempi di ricarica superiori rispetto a quanto garantito da un alimentatore dedicato.

Posted by: akkusmarkt at 12:09 AM | No Comments | Add Comment
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