December 24, 2016

Batteria Asus X57VN

Apple A10 Fusion è "il chip più potente mai integrato su smartphone", a detta di Apple, e ha anche una GPU del tutto nuova che renderà possibile un'esperienza di gioco "tipica delle console". Il nuovo SoC è anche particolarmente efficiente, con Apple che dichiara la più elevata autonomia operativa di sempre nella storia degli iPhone. Tutto da verificare, naturalmente, in fase di recensione. iPhone 7 dovrebbe durare 2 ore in più rispetto ad iPhone 6S su una base d'uso prestabilita dalla società, mentre il modello 7 Plus circa un'ora in più rispetto all'attuale 6S Plus.Se la EOS 70D è stata una piccola rivoluzione, avendo portato al debutto la tecnologia Dual Pixel CMOS, la Canon EOS 80D rappresenta la naturale evoluzione di quel prodotto. Il sensore è ancora un Dual Pixel CMOS, naturalmente, ma la risoluzione è cresciuta, portandosi a "quota 24 Mpixel" (24,2 Mpixel effettivi) come per le sorelle minori 750D e 760D e diverse altre dirette concorrenti.

Rispetto alla 70D, un processore di nuova generazione ha consentito di espandere leggermente la gamma di sensibilità nativa (da 12.800 a 16.000 ISO), mentre la cadenza di scatto è rimasta invariata. Complessivamente, il maggior passo avanti della 80D rispetto al modello precedente riguarda il sistema AF, che ora può contare su un maggior numero di punti (45, tutti a croce), è più performante in basse luci e supporta coppie obiettivo/moltiplicatore più "spinte".
Non un rivoluzione, dunque, ma un affinamento di prodotto già valido, che con gli ultimi piccoli ritocchi può, ancora di più, soddisfare un vasto pubblico; un pubblico interessato alla fotografia, ma anche alla ripresa video.

Canon EOS 80D - immagini ufficiali e liveGuarda tutte le foto »
Al momento in cui scriviamo, il prezzo di listino per il solo corpo è pari a circa 1319,99 Euro, ma la fotocamera già si trova online a poco più di 1000 Euro. Disponibili due kit, con 18-55 mm IS STM (1419,99 Euro) e con 18-135mm IS USM (1749,99 Euro). Nel 2012, Fujifilm ha sorpreso e incantato tutti presentando la sua prima mirrorless Serie X. Affascinante con le sue linee retrò, ma anche estremamente funzionale, innovativa (con il suo mirino ibrido e il sensore X-Trans) e capace di produrre immagini qualitativamente eccellenti, ha inaugurato una linea dal successo strepitoso.La Fujifilm X-Pro2 raccoglie dunque un'eredità molto pesante, ma lo fa con intelligenza e, a nostro avviso, con ottimo successo, potendo contare tra l'altro su una lunga serie di innovazioni. A partire dalla risoluzione del sensore, ora pari a circa 24 Mpixel, che ha sostituito a distanza di quattro anni il "taglio" da 16 Mpixel, finora "marchio di fabbrica" della Serie X.

È ormai qualche anno che le cuffie di grosse dimensioni sono tornate in voga anche tra chi ascolta musica in mobilità
Parrot è partita dall'estetica per rendere evidente il passaggio di generazione e ha deciso di rendere disponibili le cuffie con tre finiture differenti. Il design è sempre curato da Philippe Starck e non tradisce il suo DNA originario, ma ora le cuffie sono declinate in tre modelli e otto colorazioni diverse. Accanto alla versione più classica con finitura in ecopelle liscia (disponibile in nero o in marrone cammello) sono disponibili anche la versione con finitura trapuntata (nera e avorio) e quella con effetto coccodrillo (disponibile in nero, marrone, verde smeralndo e rosso). Quest'ultima, coccodrillo rossa, è la finitura che caratterizzava il sample arrivato in redazione per la recensione, mentre la prima è praticamente uguale a quella del modello precedente ZIK 2.

Il modello precedente, ZIK 2, ha sicuramente soddisfatto una parte dell'utenza, ma ha lasciato qualcuno non del tutto contento: in particolare chi ha la testa grande e le orecchie di pari misura ha lamentato un cerchietto troppo piccolo e padiglioni troppo corti. Ora con ZIK 3.0 Parrot ha risolto il problema, con la risultante di una minore pressione sul cranio e cuffie più comode da indossare per tutti. L'archetto ha un'imbottutura abbastanza morbida, così come quella dei padiglioni. Il peso di 270 grammi è sopportabile anche per lunghe sessioni di ascolto senza affaticare i muscoli. Il particolare design by Stark permette di appiattire le cuffie per il trasporto avvicinando molto i padiglioni fino a toccarsi, risparmiando così prezioso spazio in borsa; un dato non da poco visto che i viaggiatori sono certamente uno dei pubblici di riferimento per queste cuffie. Il controllo touch sul padiglione destro resta uno dei punti fermi di queste cuffie: sfiorando la pelle esterna del padiglione è possibile regolare il volume (con movimenti verticali), fermare la musica e farla ripartire (se si sta ascoltando la musica con connessione Bluetooth) e avanzare o tornare indietro con la traccia (con movimenti orizzontali).

Non si tratta, comunque, solo di risoluzione del sensore. La X-Pro2 ha saputo diventare più efficace senza tradire lo spirito della capostipite. Doppia ghiera, doppio slot di memoria, più autonomia, un controllo diretto per la sensibilità ISO e un controller dedicato alla scelta del punto AF, a sottolineare alcune importanti migliorie apportate anche a questo sottosistema. Inoltre, il corpo in lega di magnesio è ora protetto contro polvere e pioggia. In sintesi, si può dire che la X-Pro2 sia più matura e più adatta a un utilizzo intensivo, professionale - ce la immaginiamo soprattutto nelle mani di reporter e appassionati di street photography. Dopo anteprima e primo contatto direttamente da Kyoto, ecco la recensione completa della X-Pro2, con le consuete misure e un esame approfondito del nuovo sistema AF.

La fotocamera è stata testata con Fujinon XF35mmF1.4 R e con la coppia formata dall'XF50-140mmF2.8 R LM OIS WR + Tele Converter XF 1.4X TC WR per quanto riguarda in particolare il sistema autofocus.Nel mese di ottobre del 2014 Huawei annunciava un nuovo brand distinto progettato per la generazione dei nativi digitali. Si chiamava Honor e ai tempi sembrava poco più di una scommessa con un unico smartphone nella propria line-up: Honor 6 è stato lo smartphone giusto al momento giusto. In un'epoca in cui i mostri sacri dal grande rapporto qualità-prezzo erano pochissimi nel mercato eccidentale e costringevano gli utenti a severi compromessi, i cinesi lanciavano un top di gamma a tutti gli effetti dove i compromessi si potevano contare sulle dita di una mano.

A parte una costruzione in materiali poco ricercati non erano molte le critiche additabili ad Honor 6, ma quando si pronunciava il prezzo venivano spente tutte le voci: 299€ nel mercato italiano, tasse incluse, per la versione da 16GB di storage integrato. Sotto la scocca trovavamo hardware d'elite: un processore sviluppato in proprio con otto core in configurazione big.LITTLE, supportato da 3GB di RAM e una batteria da 3.100 mAh con gestione delle risorse proprietaria. Non mancava il supporto per le reti 4G LTE, un sistema per la ricarica rapida, e due fotocamere da 13 e 5 megapixel utilizzabile nella grande maggioranza delle situazioni.

Chi spendeva nel 2014 299 euro per Honor 6 si ritrova ancora oggi con uno smartphone degno di rivaleggiare con i capisaldi del momento che costano più del doppio. Certo, è più lento e meno fluido rispetto ad uno smartphone che vanta le ultime tecnologie più moderne, ma riesce ancora a dare più di qualche soddisfazione all'interno degli ambiti d'uso principali. Honor 6 era pensato per chi era cresciuto a pane e silicio e Huawei non aveva seconde possibilità per un brand che nasceva in un'epoca in cui nomi più forti si erano già consolidati sul mercato.Con il senno del poi possiamo dire che ha vinto la scommessa quando l'anno successivo annunciava Honor 7, prima sul mercato cinese per poi farlo sbarcare anche in quello europeo. Non troviamo grosse iperboli nemmeno nelle specifiche tecniche del secondo modello della famiglia: il processore è ancora una volta un octa-core proprietario supportato da 3GB di RAM. Cresce un po' il display, che arriva a 5,2 pollici ma mantiene la risoluzione Full HD. Rimane invariata la batteria, mentre la fotocamera posteriore passa a 20 megapixel e su sensore Sony con auto-focus al laser. Il modulo frontale diventa da 8 megapixel e viene aggiunto anche un sensore di impronte per lo sblocco del terminale.

Honor 7 non ha avuto l'anno scorso lo stesso impatto del predecessore, tuttavia aveva corretto alcuni punti deboli, introducendo ad esempio una scocca in alluminio unibody. Insomma, chi aveva Honor 6 poteva pure aspettare la generazione ancora successiva, ma chi negli scorsi mesi ha avuto bisogno di acquistare uno smartphone affidabile senza spendere troppo ha certamente considerato l'acquisto del nuovo modello Honor. Ad oggi i numeri della società non sono di certo più quelli di una new-entry, con decine di milioni di smartphone venduti in tutto il mondo in decine di paesi. L'Europa rimane il continente preferito, dove Honor riesce ad avere quote di mercato molto interessanti all'interno della specifica fascia di mercato in cui si è introdotta.http://www.batteria-portatile.com/toshiba.html

Negli ultimi anni le cuffie ad ampio padiglione circumaurale stanno sperimentando un rinnovato successo, dopo un periodo in cui invece sembrava essere la miniaturizzazione il trend maggiormente in voga. Altra tendenza consolidata nel campo dell'audio in mobilità è quella del supporto delle tecnologie di cancellazione del rumore, in grado di trasformare anche la rumorosa carrozza di un treno in una piccola oasi di pace per ascoltare la propria musica preferita. Parrot aveva provato ad intercettare presto questi due trend con le sue prime cuffie Zik già nel 2013, facendo poi seguire il secondo modello all'inizio del 2015. La terza generazione è seguita di lì a poco, mostrandosi in anteprima a IFA 2015, e arrivando poi sul mercato nei primi mesi di quest'anno. Zik 2 e Zik 3 hanno molte funzioni in comune, ma l'ultimo modello ha introdotto alcune piccole migliorie che si fanno sentire in modo deciso nell'utilizzo quotidiano.

Posted by: akkusmarkt at 10:25 AM | No Comments | Add Comment
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